[The Hobbit] Dwarfs Orgy | II. Happy Birthday

Mar 07, 2013 00:19


Titolo: Dwarfs Orgy
Titolo del Capitolo: II. Happy Birthday
Fandom: The Hobbit
Personaggi: Kìli, Fìli (Gentile partecipazione di Tauriel)
Genere: Introspettivo, Erotico, Fluff
Rating: Rosso
Avvertimenti: Oneshot, Slash, What if? (E se…), Lemon, Incest
Conteggio Parole: 5290
Note: 1. Raccolta p0rno prevalentemente di PWP. Quindi non cercate trame e tutto X°D qui troverete solo sesso, sesso e sesso! A differenza di Blunt the Knives, che era una raccolta di flashfic, questa conterrà oneshot ben più lunghe. Alcune AU altre What if? (E se...) ecc ecc :3
2. Accetto richieste .w. ma non prometto di scrivere tuttoXD solo i prompt che più mi ispirano ecco ù_ù<3 quindi non scrivere solo una coppia, quelle le ‘ignoro’ sicuro XD
3. Vìli, il nome del padre di Fìli e Kìli, è stato scelto per due motivi: primo perché i nomi da padre a figlio solitamente si somigliano (Thror - Thrain - Thorin esempio o anche) e secondo beh, così come i nomi degli altri Nani, Vìli proviene dal Völuspá :3
4. Ambientata dopo la Battaglia dei Cinque Eserciti. What if dove TUTTI vivono! çAç/ Inoltre, nella fic appare anche Tauriel, l’Elfa di Bosco Atro creata da Peter Jackson<3
5. Altre note... dato che non potevo farne a meno ho dato una sorta di data di nascita ai nostri due fratellini - nessun numero, solo un punto indicativo visto che il calendario dei Nani va con il mutare della Luna e non ha dei numeri ù_ù - quindi, Kìli nasce in estate, nel Nono mese del calendario dei Nani. Mentre Fìli, a lui contrapposto, nel Secondo mese ovvero il nostro Dicembre<3
6. Dediche! Scritta per il compleanno della carissima Alice! Scusa per il ritardo ma... è diventata più lunga del previsto X°D
7. Letta e corretta dall’amore mio ùçù<3





Il compleanno di Kìli cadeva sempre circa quattro lune prima del Giorno di Durin, durante il nono mese del calendario nanico - era nato nel bel mezzo di una delle estati più calde che si potessero ricordare nelle Montagne Azzurre.
Era cresciuto in una casa modesta, con sua madre, suo fratello e con la rassicurante ed autoritaria presenza dello Zio Thorin - diventata indispensabile dopo la morte di suo padre. Ovviamente Kìli aveva ricevuto come Fìli un'istruzione degna al suo ruolo di 'Principe' e membro della nobile stirpe di Durin, ma al contrario del nome che portava, i compleanni in quella casa non erano mai stati fonte di grandi e sfarzose feste con tanti invitati e banchetti che sembravano non avere fine.
Per lui, almeno, non c'erano mai state neanche delle piccole feste... forse, prima dei suoi cinque anni sì, ma non né aveva memoria.
Il ricordo più lontano del suo compleanno - il quinto per la precisione - era legato ad un fatto triste. Neanche una luna prima suo padre, Vìli, era caduto in un'imboscata degli Orchetti insieme ad altri sei valorosi Nani, e sua madre non era stata più la stessa.
Era diventata malinconica e spesso rabbiosa, e quando si avvicinava l'anniversario della morte del marito si chiudeva in sé stessa... ma era stata privata della persona che amava, aveva perso parte del suo cuore con la sua morte, e in fin dei conti la sua era una reazione alquanto ovvia.
Tuttavia Kìli in quel periodo era troppo piccolo per capirlo - gli avevano solo detto che suo padre se ne era andato e che non sarebbe mai tornato -, e ricordava solo i disperati pianti che provenivano dalla camera di sua madre e la rabbia che aveva provato i primi tempi per lo Zio Thorin, colpevole di averla fatta piangere - era stato lui a doverle portare la notizia.
Quella volta trascorse il suo compleanno da solo con Fìli - rintanati in camera, giocando e ridendo, nel tentativo di non sentire i singhiozzi provenienti dalla stanza accanto -, e anche se Thorin era sempre stato presente per entrambi durante i loro compleanni, portando dolci e regali, per lui e suo fratello il 'nascondersi' e stare insieme durante quella ricorrenza - ed in seguito anche per quella del maggiore - era diventata quasi una tradizione.
Si isolavano da tutto e da tutti, festeggiando a modo loro - da bambini con giochi stupidi poi crescendo, e scoprendo i sentimenti che provavano l'uno per l'altro, scopando fino a crollare senza più forze.
Lo avevano fatto per festeggiare Kìli anche prima di partire per la riconquista di Erebor, e avevano ripetuto la loro 'tradizione' anche dopo essere tornati alla Montagna Solitaria per Fìli.
Erano certi che avrebbero sempre continuato a festeggiare in quel modo, ma ormai la ricostruzione di Erebor era quasi completata - avevano lavorato duramente per un anno - e le cose iniziarono a 'cambiare'.
Era stata un'idea per lo più 'politica', per rafforzare e far rinascere le antiche alleanze... quindi, quale modo migliore di festeggiare la rinascita di Erebor se non con il compleanno di uno dei Principi ed eroe della Battaglia dei Cinque Eserciti?
E Kìli si era trovato in mezzo a mille attenzioni. Costretto a passare ore con i sarti per preparargli il vestito adatto all'occasione, a scegliere gli invitati 'personali', il menù del banchetto e, soprattutto, all'alba del suo compleanno, lontano da suo fratello e dalle loro tradizioni.
" È solo per questa volta.", lo aveva rassicurato Fìli, rubandogli un bacio prima che il loro ingresso venisse annunciato. " L'anno prossimo sarà sicuramente più... privato."
E Kìli non poté far altro che annuire e sperare che suo fratello avesse ragione, cercando di godersi la sua festa che, in fin dei conti, non era neanche tanto male.
Certo, continuava ugualmente a preferire la sua 'tradizione' con Fìli, ma ormai era lì e tanto valeva divertirsi... cosa che suo fratello, sfortunatamente, non poté condividere quando incrociò lo sguardo di Tauriel.
Era stupenda come quando l'avevano conosciuta durante la loro prigionia a Bosco Atro e, se possibile, appariva ancor più bella senza armatura e abiti da battaglia... ma se Fìli era immune al suo fascino, non poteva dire lo stesso del suo fratellino che nel vederla parve quasi illuminarsi.
La accolse dapprima come conveniva ad un Principe poi, dimenticando il galateo, le donò un sorriso ben più ampio che fece ribollire di rabbia e gelosia Fìli.
" Tauriel! È davvero un piacere averti qui!", le disse abbassando la voce per non farsi sentire dagli altri così amichevole - cosa che sarebbe stata ritenuta poco 'principesca'.
" È stata una gioia anche per me quando ho ricevuto il tuo invito.", rispose dolcemente l'Elfa. “ Per me è un vero piacere poterti fare gli auguri di persona...”, aggiunse chinandosi all’altezza del Nano.
“ Per me lo è vederti.”, rispose sincero Kìli, ignorando - o forse non lo sentì addirittura - il grugnito emesso da Fìli.
“ Ovviamente non sono venuta a mani vuote, mio Principe...”, continuò Tauriel con tono divertito che strappò una risata anche all’altro. “ Ti ho portato un ‘piccolo’ dono...”, concluse porgendogli un oggetto avvolto da un luminoso drappo d’origine elfica.
Kìli lo prese non poco emozionato ed il suo viso parve quasi diventare scarlatto quando scoprì un bellissimo arco della sua misura. Il legno sembrava quasi brillare ed era finemente lavorato dagli artigiani elfici, così come la faretra e le frecce.
Era un dono regale.
“ Tauriel... è... stupendo.”, dichiarò senza fiato Kìli, tendendo la corda come per testarne la potenza.
“ Quest’arco è stato fatto con il legno degli alberi di Lothlórien. Non a tutti è permesso di maneggiare una simile arma... ma per te penso che faranno un’eccezione.”, sorrise l’Elfa strizzandogli l’occhio con fare confidenziale.
Era proprio quel suo atteggiamento furbo e amichevole, diverso da quello pomposo degli altri Elfi, ad aver attratto Kìli, e suo fratello ne era ben consapevole... e la detestava.
Non gli piaceva che durante quello che era il loro giorno da sempre - la loro ‘tradizione’ di passare il compleanno insieme, maledizione! -, il suo compagno stesse riversando tutte le sue attenzioni su quella femmina!
Era una cosa che non poteva sopportare!
Grugnì ancora e per quanto stesse cercando di mantenere la calma - era l’erede al trono, non poteva perdere il controllo -, quando Tauriel osò fare gli auguri a Kìli baciandogli la fronte, facendo rimanere il suo fratellino con un’espressione sognante, si disse che quello era decisamente troppo!
“ Se permetti, ora Kìli deve accogliere gli altri ospiti.”, ringhiò, strizzando il fianco dell’altro - che digrignò i denti - come per punirlo e farlo tornare con i piedi per terra.
“ Lo comprendo.”, rispose Tauriel senza nascondere un certo divertimento nel suo sguardo alla vista della chiara gelosia del maggiore dei due fratelli.
“ Perdonami.”, mormorò Kìli, massaggiandosi il fianco. “ Ma temo che mio fratello abbia ragione. Ti ringrazio per questo dono, è davvero stupendo. Spero di poter parlare ancora con te durante questa serata.”, aggiunse e Fìli, trascinandolo via, si ripromise che fin quando avrebbe avuto fiato in corpo, avrebbe tenuto Tauriel e il suo compagno lontani.
“ Ma che ti prende?”, esclamò qualche attimo dopo suo fratello, costringendolo a fermarsi.
“ Non puoi trattenerti solo con un ospite. Sono tutti qui per te.”, ribatté secco Fìli.
“ Oh andiamo! Mi hai massacrato il fianco! A te Tauriel non è mai piaciuta, è per questo.”
“ Non dovrebbe piacere neanche a te!”
Kìli, davanti a quell’affermazione, non poté non ghignare compiaciuto.
“ E perché?”
“ Perchè... oh, è un Elfo! Ecco perché!”, ringhiò Fìli irritato ed anche un poco imbarazzato per la piega presa da quella discussione, che stava mettendo a nudo la sua assurda gelosia.
“ Non fare come lo zio.”, lo riprese bonariamente il minore, abbandonando la sala in festa per andare a riporre il dono della sua amica nelle loro stanze - ovviamente seguito da suo fratello.
“ Non prendermi in giro, nadadith.”, borbottò.
“ E tu non dubitare del mio amore per te, nadad.”, ribatté Kìli con un sorriso.
“ N-non l’ho mai fatto!”, si difese Fìli, ed era vero. Per quanto suo fratello avesse un debole per l’Elfa, non aveva mai messo in dubbio i loro sentimenti.
“ Allora perché sei geloso?”, domandò entrando nella stanza che condividevano e avvicinandosi alle loro armi ordinatamente riposte su una parete - sembravano quasi sfigurare davanti al bellissimo arco che gli era stato donato.
Fìli sospirò, chiudendo la porta per parlare con suo fratello senza essere disturbato.
“ Perché non mi piace come la guardi né come vi mettete a scherzare...”, ammise sincero. “ Mi fa venire voglia di prenderti e rinchiuderti da qualche parte, in modo da tenerti lontano da tutto e tutti.”
" Ma sfortunatamente non puoi.", ridacchiò Kìli ammirando ancora l’arco. " Tuttavia... potremo chiuderci qui per un quarto d'ora...", aggiunse poi, avvicinandosi pericolosamente al fratello con un sorriso che Fìli conosceva fin troppo bene.
" Per quanto sia una proposta allettante, temo che la tua presenza sia richiesta in un'altra sede...", rispose realmente dispiaciuto.
" Sono tutti impegnati con il banchetto. Non si accorgeranno della nostra assenza.", sussurrò Kìli malizioso, facendo scattare la serratura della porta per poi costringervi contro suo fratello.
“ Certo che no... tanto non siamo i due Principi. Io non sono l’erede al trono e tu non sei il festeggiato, né dovremo essere presenti al banchetto.”, ironizzò.
“ Esatto! Non lo siamo!”, rise il minore, rubandogli poi un veloce bacio. “ Qui dentro siamo solo Fìli e Kìli.”
“ In ogni caso...”, mormorò Fìli prendendogli il viso tra le mani. “ Non possiamo davvero stare via per troppo tempo...”, gli ricordò.
“ Il tempo di succhiartelo?”, domandò premendo il suo corpo contro quello dell’altro.
“ Direi di sì...”, annuì con una breve risatina, lasciandosi poi andare ad un bacio ben più lungo del precedente, per appoggiarsi in seguito alla porta quando Kìli iniziò ad armeggiare con il suo ricco vestito da cerimonia.
“ Detesto questo abito.”, borbottò il minore, riuscendo con non poca fatica ad aprire la cintura in metallo e pelle dell’altro e ad abbassargli i pantaloni.
“ Io penso mi doni invece.”, ribatté Fìli, socchiudendo gli occhi quando sentì il respiro dell’altro sul suo membro - non stava perdendo tempo.
“ Stai meglio senza, fidati...”, mormorò Kìli ghignando e tirando fuori la lingua per lambire la punta del sesso del compagno.
“ Mhhh...”
“ Stanotte... ti avrò nudo nel nostro letto, âzyunguh.”, continuò il minore, facendo sfregare la lingua sull’intera lunghezza, svegliandola e ricoprendola con un leggero velo di saliva. “ Faremo festa tutta la notte... fino all’alba se necessario... e ti prenderò così tante volte che... riuscirai solo a gemere il mio nome...”
Fìli non riuscì a trattenersi dal mugugnare ancora per quelle maliziose attenzioni e per le affermazioni di Kìli - era tremendamente eccitante.
“ Sicuro? Potrei legarti al letto e... ahh...”, non riuscì quasi più a parlare quando la bocca di suo fratello si chiuse sulla punta del suo membro.
“ Sono io il festeggiato, Fee...”, cinguettò Kìli allegro. “ Oggi... è il mio giorno.”, concluse, tornando poi a succhiare con energia il sesso del suo compagno, muovendo il capo avanti e indietro.
“ P-Per Durin...”, ansimò il maggiore seriamente allettato dalle proposte del fratello, iniziando ben presto a muovere il bacino verso la bocca dell’altro e a mordersi le labbra per non emettere altri versi.
Si sarebbe volentieri lasciato andare a dei gemiti ben più alti, ma il palazzo era fin troppo popolato e non voleva attirare le attenzioni di terzi incomodi - soprattutto,non rientrava nei suoi piani il farsi scoprire mentre Kìli sfregava il palato contro la punta della sua erezione, facendogli sentire le gambe improvvisamente deboli.
Solo il palmo della sua mano, ben premuto contro le labbra, gli impedì di gridare per il piacere. Tremava e sentiva l'orgasmo sempre più vicino, così prossimo che non riuscì a non inarcarsi contro la porta, sbattendo quasi il capo sul legno nel tentativo di affondare il più possibile nella calda bocca di suo fratello - movimento che gli fece emettere un: " Mpfh.", soffocato.
Non avrebbe resistito a lungo, Kìli sapeva come e dove toccarlo - avevano entrambi anni e anni di esperimenti alle spalle -, ma come ogni volta restava stupito davanti alla facilità con la quale riusciva a farlo impazzire. Gli bastava poco - uno sguardo, un sussurro o dei leggeri baci -, e lui finiva per non poter rifiutare i desideri del suo corpo.
Ansimò contro la sua mano, continuando a muovere il bacino per assecondare suo fratello - ascoltando distratto i mugugni che stava emettendo sulla sua erezione.
Se solo avesse avuto la forza e un po' più di auto-controllo, avrebbe anche osato abbassare lo sguardo per osservare i movimenti di Kili, ma voleva assolutamente evitare di saltargli addosso e cercare una soddisfazione ben diversa. Ma fortunatamente per entrambi, ormai era troppo tardi e a Kìli bastò quasi stringere le labbra con più decisione attorno all'erezione per sentire l'orgasmo del suo amante riversarsi dentro la sua bocca.
Il gemito che Fìli cercò di soffocare nel raggiungere l'apice del piacere, costrinse il minore a ficcarsi una mano tra le gambe. Si aprì frettolosamente i pantaloni - non voleva di certo venire dentro quella ricca stoffa e tornare alla festa - ed iniziò a masturbarsi velocemente, certo che non avrebbe resistito a lungo.
Strinse ancora le labbra attorno al sesso del fratello, cercando di non lasciarsi sfuggire neanche una goccia di quel caldo seme, e soffocandovi contro i suoi gemiti raggiunse rapidamente l'orgasmo.
Solo in quel momento, con il fiato corto, si allontanò da Fili per lanciare un'occhiata sul suo seme che era andato ad imbrattare il pavimento.
Per sua fortuna i pantaloni sembravano ancora puliti e, tirandoseli di nuovo su, aiutò anche il suo compagno a darsi una sistemata.
" Direi che possiamo andare.", dichiarò Kìli, dopo aver riallacciato la cintura del fratello.
" Sì, ma prima...", Fìli lasciò la frase in sospeso per rubare un lungo bacio al minore che, soddisfatto, lo abbraccio rispondendo con entusiasmo. " Ora... ora possiamo andare.", concluse qualche attimo dopo, sorridendo contro le labbra dell'altro che assentì compiaciuto, soffermandosi solo per lasciar cadere sul pavimento sporco un panno - solitamente utilizzato per pulire le spade - per coprire il 'danno' che aveva fatto.
Rientrarono velocemente nella grande sala cercando di non dare troppo nell'occhio.
Come era prevedibile la loro assenza, che era passata inosservata agli occhi degli invitati - troppo impegnati con il banchetto -, aveva immancabilmente attirato le attenzioni di Thorin. Il quale, nel vederli rientrare, si limitò a scuotere la testa quasi sconsolato - aveva ormai perso le speranze.
Ovviamente entrambi decisero di evitare nuove fughe ingiustificate - per non incorrere nelle ire del Re Sotto la Montagna - e di cercare di godersi quella festa che parve quasi infinita... infatti quando gli ospiti iniziarono a ritirarsi nelle stanze che erano state preparate per loro, i due fratelli non poterono non tirare un sospiro di sollievo.
Avevano mangiato e bevuto come non mai, il che era anche stato più che piacevole, ma l’aver dovuto trattenersi con quasi tutti gli invitati - con i loro discorsi spesso politici ed altrettante volte nostalgici - li aveva quasi distrutti.
“ Finalmente...”, sospirò Kìli, chiudendo la porta della loro stanza alle sue spalle, lanciando un’occhiata al fratello che crollò completamente vestito sul loro letto.
“ Mhhh...”
Lo raggiunse subito, emettendo un gemito compiaciuto quando sentì sotto di sé il comodo materasso.
“ Mai più...”, mormorò qualche attimo dopo, sorridendo e sistemandosi meglio sul letto. “ Mai più feste di compleanno... la nostra ‘tradizione’ va più che bene!”
“ Confermo...”, ridacchiò Fìli, iniziando pigramente a togliersi la cintura e mettersi più comodo per la notte.
“ Mhhh... anche se sono stanco...”, mormorò Kìli, notando il movimento del fratello. “ Ho ugualmente voglia di te...”
“ Chissà perché... non avevo dubbi...”, rispose il maggiore aprendosi la tunica e cercando, senza muoversi troppo, di togliersela.
" Ti ho fatto una promessa...", sussurrò Kìli divertito.
" Ma non eravamo troppo stanchi?"
" Magari non ti prenderò fino all'alba...", esordì, avvicinando poi le labbra all'orecchio del suo amante. " Ma farò in modo che il tuo corpo ricordi solo il tocco delle mie mani stanotte..."
Quella proposta, sussurrata con malizia, fece tremare non poco Fìli e... ed ecco che suo fratello ricominciava: stava già impazzendo per una semplice frase, e se solo Kìli l’avesse voluto sarebbe riuscito addirittura a farlo venire solo con le parole.
Si voltò leggermente per metterlo a tacere con un bacio e, insinuando le dita tra i suoi capelli, lo attirò sopra di sé.
“ Ora... occupiamoci di questi vestiti...”, esordì il minore, prendendo le dovute distanze dalle labbra dell’altro. Si sistemò meglio sopra il bacino di Fìli - sfregandovi maliziosamente il suo - ed iniziò con il slacciarsi con tutta la calma del mondo la cintura.
Certo, erano entrambi particolarmente stanchi, ma niente gli avrebbe impedito di giocare un po’ con il suo amante.
“ Vuoi una mano?”, domandò divertito l’altro, carezzandogli le cosce.
“ Devi solo goderti lo spettacolo, nadad...”, rispose Kìli. “ Possibilmente non addormentarti.”, aggiunse, muovendo ancora il bacino e strappando al fratello un leggero gemito.
“ E chi si addormenta...”, esalò.
“ Perfetto.”, ghignò compiaciuto, slacciando lentamente i lacci della sua ricca tunica e tenendo gli occhi fissi su quelli di Fìli, assicurandosi che suo fratello non perdesse neanche un suo movimento.
La aprì del tutto, facendola scivolare lungo le braccia fino a poterla lanciare sui piedi del letto.
Il maggiore aveva scelto di non fiatare e di limitarsi, come aveva ordinato Kìli, ad osservare il suo amante che ormai indossava solamente una seconda tunica, più leggera, che iniziò a sfilarsi mostrando dapprima il ventre - e la striscia nera di peluria che spariva dietro i pantaloni - poi il petto.
Ogni muscolo sembrava pronto a guizzare e Fìli non poté davvero resistere dall’allungare la mano per sfiorargli un fianco, risalendo lentamente verso i pettorali.
“ Ovviamente, è di tuo gradimento.”, commentò Kìli sorridendo.
“ Come sempre...”, ribatté il maggiore decidendo poi di tentare un ‘piccolo’ capovolgimento di ruoli, andando a soffermarsi con la punta delle dita su un capezzolo. Lo carezzò e torturò leggermente tenendolo tra l’indice e il pollice, poi portando l’altra mano alle labbra iniziò a leccarsi le dita - mantenendo a sua volta il contatto visivo con il fratello. Qualche attimo dopo le falangi ormai umide raggiunsero l’altro piccolo bottoncino di pelle che era stato ignorato fino a quel momento, riservandogli lo stesso trattamento fino a quando Kìli non si concesse dei leggeri mugugni. Continuò a stuzzicare i due capezzoli ormai duri e sensibili, sorridendo nel vedere e sentire il corpo del suo amante tremare leggermente.
Il minore tuttavia era ben deciso a non lasciarsi ‘sottomettere’ e a continuare il suo gioco, e anche se quella tortura era decisamente piacevole, preferì porvi ugualmente la parola fine.
“ Forse dovevo precisare... guardare e non toccare...”, esordì infatti, allontanando le mani del fratello dal suo petto. “ O forse dovrei addirittura legarti...”, propose malizioso, sentendo sotto di sé il sesso di Fìli reagire a quell’idea.
“ Ti piace troppo farti toccare, Kìli.”, ribatté il maggiore.
“ Non lo nego e...”, gli carezzò il petto, coperto solo da un camicione, piegandosi poi fino a sfiorargli l’orecchio con le labbra. “ E neanche tu puoi negare di trovare eccitante il pensare di essere legato da me... essere in mio... completo... potere.”
Fìli non riuscì a trattenere un gemito misto ad un mezzo insulto. Era fottutamente eccitante e Kìli lo sapeva benissimo!
Cercò di afferrarlo e di baciarlo, ma suo fratello si allontanò prontamente, carezzandogli ancora il petto prima di andare ad armeggiare con i lacci dei suoi pantaloni.
Li sciolse abilmente e... non fece altro. Non li abbassò, né si azzardò a sfiorare la dura erezione del maggiore che, frustrato, gli scoccò un’occhiataccia.
“ Devi fare qualcosa se vuoi che continui a guardare e non toccare!”, esclamò, strappando una risata all’altro.
“ Quando vuoi sai essere poco paziente! Ma non ero io la ‘testa calda’ della famiglia?”
“ Per Durin, Kìli... a quest’ora hai ancora voglia di giocare?!”
“ Tu no?”
“ Ho voglia di te, è ben diverso...”, ammise sincero.
“ Beh... io voglio giocare con te, voglio sentirti perdere il controllo e farti pregare... ma se non vuoi giocare, conosco qualcuno che non dorme come noi... magari lei ha voglia di giocare con me.”, rispose Kìli malizioso e quell’allusione - ovviamente parlava di Tauriel - venne prontamente recepita da Fìli che, irritato, lo afferrò per le braccia come se temesse di vedere suo fratello alzarsi per davvero.
“ Non osare!”
“ Scommettiamo?”, lo stuzzicò leccandosi le labbra.
“ Godi proprio nel vedermi geloso, eh?”
“ Non sai quanto, nadad...”, ammise Kìli, baciandolo e muovendo ancora il bacino. “ Se vuoi che tutto finisca... puoi dirmi cosa desideri...”
“ Kìli...”
“ Posso fare tutto quello che desideri...”, sussurrò ancora il minore, spostandosi leggermente verso il basso per poter insinuare la gamba tra quelle dell’altro che, mugugnando, gli rivolse un’occhiata alquanto eloquente.
Non avrebbe aperto bocca, e anche se fosse stato costretto beh... non avrebbe di certo parlato per pregarlo. Ovviamente era già successo altre volte - di tanto in tanto era lui stesso ad essere nella posizione di Kìli e a portarlo al punto di non ritorno -, ma quella notte voleva davvero tentare di resistergli, desiderava che fosse suo fratello ad arrendersi.
Si stava prendendo gioco di lui e della sua gelosia, e Fìli aveva ancora abbastanza orgoglio per opporsi... ovviamente non sarebbe stato per niente semplice.
Kìli percorreva il suo corpo con la punta delle dita, lo stuzzicava e lo portava fino a desiderare un contatto maggiore. Sapeva come e dove toccarlo, quali parole sussurrare per strappargli dei gemiti anche senza utilizzare le mani... era maledettamente bravo, ma il maggiore sapeva di essere altrettanto testardo e che la pazienza non rientrava tra i numerosi pregi del fratello.
Gli piaceva giocare e stuzzicarlo, certo, ma come un bambino voleva che venissero seguite le sue regole. E Fìli avrebbe fatto di tutto pur di non dargli modo di 'divertirsi' come desiderava, certo che una volta superato quell'ostacolo avrebbe a sua volta ottenuto ciò che voleva.
Serrò quindi le labbra, lanciandogli una chiara occhiata di sfida, e Kìli cadde vittima della sua 'trappola' con entrambi i piedi.
" Sei testardo...", mormorò il minore, spingendo ancora la gamba tra quelle dell'altro.
" Nh..."
" Sappiamo entrambi che cosa vuoi, e siamo entrambi stanchi... ti basta solo dirmi quello che desideri...", sussurrò il minore, accompagnando quelle parole con una lunga carezza sul petto dell'altro, arrestando maliziosamente la sua corsa sul cavallo dei pantaloni.
Fìli, per nulla stupito da quel colpo 'basso', non riuscì tuttavia ad impedire alla sua bocca di socchiudersi per un basso mugugno, alzando inutilmente il bacino in una chiara richiesta che non venne accolta.
" Poche parole... e farò tutto quello che vuoi...”, soffiò Kìli, lasciando la mano ferma sulla sua erezione. “ Ogni singola cosa...”, aggiunse, azzardando una prima carezza sul sesso.
Il maggiore si morse le labbra, trattenendosi dal dire... beh: qualsiasi cosa. Gli scoccò quindi un’altra occhiataccia e, facendo fondo a tutto il suo auto-controllo, fece crollare uno dopo l’altro i tentativi del suo amante di farlo cedere.
Gli permise di carezzargli le cosce e di spogliarlo del tutto, di soffiare addirittura sulla sua erezione - cosa che lo portò quasi ad arrendersi - e di sussurrargli altre oscenità con quella sua voce sempre più roca... lo osservò inoltre togliersi a sua volta i pantaloni e l’intimo, iniziando anche a carezzarsi lentamente. Ma continuò a fissarlo irremovibile perché sentiva Kìli diventare via via più impaziente.
Sentiva la ‘vittoria’ sempre più vicina, poteva quasi sentire il suo dolce sapore e l’appagamento... e proprio quella sensazione gli fece capire che, sfortunatamente, anche la sua ‘disfatta’ era prossima.
Gli seccava ammetterlo ma stava raggiungendo il limite e non sapeva quanto avrebbe resistito... poteva solo sperare che fosse suo fratello a cedere prima di lui.
Si scambiavano delle occhiate quasi infuocate ed i loro corpi, che si sfioravano eccitati ad ogni singolo movimento, tremavano quasi violentemente.
“ F-Fìli... che ti costa a-arrenderti?”, ringhiò Kìli qualche attimo dopo, senza neanche nascondere la sua irritazione - la pazienza, così come la resistenza, era agli sgoccioli.
“ Perché devo... ah... arrendermi io?”, ribatté il maggiore compiendo un immenso sforzo per non far tremare troppo la sua voce. “ Arrenditi tu, nadadith. T-tanto so che... cosa vuoi fare...”, ed effettivamente lo sapeva fin troppo bene. Perché se la sua erezione era così dura - se era sul punto di arrendersi -, la colpa era solo ed esclusivamente di suo fratello che non si era risparmiato in descrizioni e maliziose promesse.
I loro occhi si incrociarono per l’ennesima volta, e scambiandosi un lungo ed affamato bacio, decisero con quel gesto di mettere da parte ogni velleità. Avevano giocato abbastanza, e non c’erano stati né vincitori né vinti... anzi, potevano uscire entrambi vittoriosi da quella lunga nottata di festa.
Insieme a quella tregua, anche la regola del ‘guardare e non toccare’ perse valore, e Fìli poté finalmente stringere a sé suo fratello, carezzandogli la schiena e le natiche.
“ Non crederai mica... che ti permetterò di farlo...”, ridacchiò Kìli quando sentì le dita dell’altro spingersi verso la sua apertura - potevano anche aver messo fine alla battaglia, ma sin dall’inizio della serata le sue intenzioni erano state ben diverse... e non aveva intenzione di cambiare idea.
“ Ci ho provato...”, rispose sincero il maggiore, pizzicandogli una natica prima di stringerle entrambe tra le mani come a volerne saggiare la consistenza.
Kìli lo baciò ancora, mordicchiandogli poi il labbro inferiore.
“ Mi dispiace... ma come ti ho detto... ho altri progetti per noi stanotte.”, dichiarò sollevandosi per poter far allargare le gambe all’altro. Fìli non rispose, limitandosi a sorridere e a mugugnare quando sentì finalmente le dita del fratello carezzarlo - dapprima riversò le sue attenzioni sul ventre poi, seguendo la chiara peluria verso il basso, andò a sfiorare con maliziosa delicatezza il sesso dolorosamente eretto prima di chiuderlo nel pugno con più decisione.
Il maggiore neanche tentò di bloccare il gemito sollevato che gli esplose in gola e Kìli, eccitato da quel lussurioso verso, non poté far altro che tappargli la bocca con la mano - invitandolo ad aprirla e a succhiargli le dita - e continuare a masturbarlo.
Fìli soffocò i suoi successivi gemiti contro le falangi del fratello, inumidendole e lanciando al tempo stesso un’occhiata sul comodino - troppo lontano per la situazione nella quale si trovavano anche solo per pensare di spostarsi e prendere l’olio per massaggi che utilizzavano solitamente.
La saliva sarebbe andata benissimo, si disse con convinzione, ansimando alquanto pesantemente quando le dita ormai umide dell’altro abbandonarono le sue labbra che non rimasero orfane a lungo. Infatti Kìli, sporgendosi di nuovo verso di lui per un bacio, cercò di non farlo gemere troppo forte mentre iniziava a prepararlo.
La mano, ancora stretta sul suo sesso, si muoveva lentamente per non farlo venire prima del tempo e allargando ulteriormente le gambe si costrinse ad accogliere con un mugolio compiaciuto la prima falange - era così eccitato che si sarebbe fatto fottere anche senza preparazione, ma Kìli non lo avrebbe mai permesso... beh, poteva ovviamente dire che era una cosa reciproca. Fìli non avrebbe mai preso suo fratello senza averlo prima preparato a dovere, neanche le preghiere gli avrebbero fatto cambiare idea... ma potevano sempre velocizzare un po’ i tempi. Infatti iniziò ben presto a muoversi contro l’indice, accogliendolo sempre più a fondo nel suo corpo con dei rochi mugugni, cercando poi con baci e carezze di rassicurarlo e di spingerlo ad aggiungere anche la seconda falange.
Kìli accolse quasi subito la richiesta del maggiore e, approfondendo i baci che si stavano scambiando, fece scivolare fuori dall’orifizio l’indice. Ignorò il lamento frustrato che emise suo fratello e spinse dentro la stretta apertura due dita, ascoltando con attenzione le reazioni del suo amante.
Non avvertiva alcun fastidio provenire dal corpo sotto di sé e, incoraggiato, iniziò ad esplorare con più sicurezza l’orifizio.
Premette i polpastrelli sulle calde pareti, facendole allargare al suo passaggio, e guidato dai gemiti emessi da suo fratello andò a stuzzicare la prostata. Gli bastò una semplice carezza, leggerissima, per far sussultare e tremare l’intero corpo del suo amante... la colpì quindi con più forza, accompagnando quel movimento con delle carezze più decise sulla sua erezione.
I rochi versi di Fìli - intervallati dal suo nome e anche da qualche imprecazione - erano talmente eccitanti che per avere un po’ di sollievo si ritrovò a muovere il bacino contro la gamba del fratello, creando una tanto piacevole quanto imbarazzante frizione che lo fece gemere a sua volta.
Avvampando per quella sua necessità, messa oscenamente a nudo dai suoi movimenti, osò penetrare il suo amante con una terza falange, facendolo inarcare e gemere.
Era certo che se solo Fìli fosse stato leggermente più attento - il piacere gli annebbiava tutti i sensi -, lo avrebbe sicuramente paragonato ad un animale in calore... e non avrebbe avuto tutti i torti: lo desiderava a tal punto da perdere il controllo di sé.
Si morse le labbra, sfregando con un ritmo quasi febbrile le dita sulla prostata e il palmo della mano sul duro sesso del suo compagno... poi crollò. Giunto a quel punto sapeva che non avrebbe resistito oltre e non voleva venire in quel modo.
“ F-Fìli...”, mugugnò contro la pelle del fratello, sfilando le falangi dall’orifizio.
Il maggiore emise un verso vagamente frustrato per quell’improvvisa mancanza, ma non si lamentò più di tanto, attendendo invece la prossima mossa del suo amante che non tardò ad arrivare. Infatti Kìli, sospirando e tentando di controllarsi ancora un poco, si spostò tra le sue gambe facendogli sentire la sua erezione. Si scambiarono un’occhiata e, senza riuscire a distogliere lo sguardo l’uno dall’altro, il minore spinse lentamente il suo sesso contro l’apertura del fratello.
Un’iniziale fastidio costrinse Fìli ad irrigidirsi, ma prendendo un profondo respiro, accolse senza lamentele il membro dentro il suo corpo rilassandosi quasi subito. Si umettò le labbra, improvvisamente secche, e carezzando ancora una volta il viso di Kìli ne cercò le labbra per un bacio, costringendolo con un movimento del bacino ad affondare del tutto nel suo orifizio.
Soffocarono l’uno nella bocca dell’altro un gemito, e dopo essersi concessi un momento per abituarsi a quella posizione, iniziarono a muoversi piano, cercando di far durare il più possibile quell’amplesso.
Non avrebbero resistito a lungo, ma con quel blando ritmo e le carezze sperarono di resistere qualche attimo in più.
Labbra contro labbra, con le lingue che si cercavano lascive, Kìli iniziò a far ondeggiare lentamente il bacino, spingendo il suo sesso attraverso gli stretti ma accoglienti muscoli del fratello che, ansimando contro la sua bocca, lo assecondava in ogni singolo movimento. Non avevano bisogno di prendersi un momento per trovare il giusto ritmo, sapevano già come muoversi senza doversi fermare.
“ F-Fìli... ah... atamanuh... l-lukhudel...”
“ F-furkhuh... K-Kìli...a-ah... zatâgrîfi...”
Il minore tremò nel sentire quella richiesta, e non riuscì a trattenersi dal donargli una spinta più forte che venne subito seguita da altri affondi che li fecero gemere all’unisono. Bastò quello per far perdere ed entrambi quel briciolo di controllo che avevano cercato tanto ostinatamente di mantenere.
Smarrito quel freno, i loro corpi iniziarono a muoversi insieme cercando di raggiungere l’apice tra mugugni e parole spezzate da dei versi ben più alti.
Le mani scivolavano sulle loro pelli sudate alla ricerca di un appiglio sicuro, ma più le spinte aumentavano di intensità, più entrambi si sentivano trascinati dentro una voragine... calda e accogliente, ma che lì stava conducendo alla follia.
Trasportati dall'amplesso fatto di movimenti sempre più febbrili, raggiunsero l'orgasmo qualche attimo dopo - Fìli, inarcandosi sotto il suo amante, venne tra i loro corpi stringendo inconsciamente i muscoli attorno al sesso di Kìli che, gemendo a sua volta, riversò il suo piacere dentro l'orifizio dell'altro.
Appagati e ovviamente esausti, trovarono solo la forza per liberarsi dell'intimo abbraccio che stringeva i muscoli del maggiore attorno al membro di Kìli. Ci misero qualche altro istante per riuscire a spostarsi ancora e, ridacchiando pigramente, si distesero l'uno accanto all'altro, scambiandosi solo un leggero bacio.
" Buon compleanno, nadadith...", mormorò Fìli, restando vicino al fratello, così tanto da riuscire a sfiorandogli il naso con il suo.
" Mmmm... alla fine... non è stato tanto male, vero?", sussurrò il minore, ricevendo in risposta un altro bacio che lo privò delle poche energie che aveva recuperato.
Già, si disse prima di sistemarsi meglio contro il fratello. Le cose erano andate meglio del previsto, in fondo.

Nota:
Nadadith: Fratello minore
Nadad: Fratello
Âzyunguh: Amore mio
Atamanuh: Respiro mio
Lukhudeluh: La mia luce più luminosa (Letteralmente La mia luce delle luci)
Furkhuh: Vita mia
Zatâgrîfi: Prendimi

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