Titolo: Uno spettacolo divertente
Fandom: Sherlock (BBC)
Personaggi: Jim Moriarty, John Watson
Genere: Introspettivo, Erotico, Angst
Rating: Rosso
Avvertimenti: OneShot, Slash, What if? (E se…), Lemon, Violenza, Non-con, Centric!Watson
Conteggio Parole: 1153 (
FiumiDiParole)
Note: 1. Partecipa al
p0rn fest #6 @ fanfic-italia. Prompt: " Rendiamo le cose più divertenti, ti va Johnny boy?"
2. Ambientata chissà dove... non so neanche come mi sia uscitaXD bahXD potete odiarmi se voleteXD
4. Non betata. Assolutamente non betata!
Aveva scelto delle corde per tenermi immobilizzate le braccia dietro la schiena.
Una scelta insolita, pensai, chiunque avrebbe scelto delle manette... ma chi mi aveva imprigionato non era una persona qualunque.
Jim Moriarty non sarebbe mai stato 'normale'.
Aveva fatto dei nodi pressoché perfetti, studiati con cinica maestria in modo da rendere tutti i miei vani tentativi di liberarmi a delle sanguinolente ferite che mi facevano soffiare dei lamenti a denti stretti.
" Sarà uno spettacolo divertente quando ti troverà~", cantilenò l'uomo, facendomi schizzare il sangue al cervello.
Sapevo a chi si stava riferendo - come non capirlo? - e l'idea che Sherlock cadesse in quella trappola solo per me mi preoccupava ad irritava al tempo stesso.
Forse mi stavo dando troppa importanza - non sarebbe venuto 'solo per me', ma soprattutto per fronteggiarsi con Moriarty -, ma in ogni caso era il fatto di essermi fatto catturare e legare a rendermi più volubile.
Ero stato uno sprovveduto e stavo tirando dietro con me anche Sherlock...
" Mi affascina sapere quanto tiene a te, Johnny Boy... sei un animaletto curioso...", la voce di Moriarty si insinuò nella mia testa, facendomi ringhiare.
" Lei è un pazzo!", sbottai, stringendo i denti e strattonando ancora le corde inutilmente.
" Dimmi qualcosa che non so.", ridacchiò Moriarty con un tono quasi dolce che mi diede la nausea.
Mi morsi la lingua per non rispondere - per non dargli l'opportunità di trovare nuovi appigli per divertirsi - ed attesi quasi impaziente i passi di Sherlock... ma non lì sentii arrivare.
Sapevo quanto il mio amico - compagno, coinquilino, collega... era diventato tutto per me - fosse geniale, e l'idea che non avesse ancora risolto gli enigmi di Moriarty che lo avrebbero condotto in quel luogo... beh, mi preoccupava.
Iniziai a temere che gli fosse successo qualcosa, ma non feci in tempo ad elaborare nessun scenario plausibile a causa del mio carceriere.
" È in ritardo."
Anche Moriarty si era reso conto di quella stranezza, ma ciò che mi stupì fu la sua voce. Era improvvisamente cambiata, si era fatta dura e nervosa, forse anche un po' delusa.
Mi fece rabbrividire.
" Sei così poco importante per lui? Non gli importa scoprire il tuo destino?"
Non osai rispondere.
Avrei difeso a spada tratta Sherlock, e scioccamente mi sarei dato più importanza di quanta ne avessi in realtà - ero sempre certo che lui sarebbe venuto, ed in cuor mio speravo di vederlo arrivare solo per aiutarmi e non per il brivido della sfida con Moriarty.
Attesi ancora i suoi passi, ma il mio carceriere aveva ormai perso il suo 'animo giocoso'.
" Che noia... mi aspettavo una corsa contro il tempo...", borbottò, muovendosi vicino a me. " Forse gli avrei dovuto dare qualche incentivo per rendere tutto meno noioso."
" Sarà qui a momenti.", risposi senza accorgermene, strappando una risata all'uomo.
" La tua fedeltà è così... ammirevole!", i passi si arrestarono, e nonostante il tono zuccheroso utilizzato da Moriarty, non trovai alcuna 'dolcezza' quando mi sentii afferrare per i capelli.
" Rendiamo le cose più divertenti, ti va Johnny boy?", sibilò direttamente contro il mio orecchio. " Perché così... SONO TREMENDAMENTE NOIOSE!"
Urlò senza alcun preavviso, facendomi sussultare... e senza che potessi anche solo ribellarmi, mi ritrovai spinto per terra, con il petto schiacciato sul pavimento.
Solo in quell'istante iniziai di nuovo a dimenarmi, ferendomi ancora e strappando una risata quasi sinistra a Moriarty.
" Sei divertente... sarai un ottimo espediente per ingannare il tempo...", mi lodò, accostando poi le labbra al mio orecchio, gelandomi. " Sherlock deve imparare l'importanza della puntualità. Questa sua mancanza potrebbe far del male ai suoi amici..."
Inutilmente cercai di colpirlo con la testa, ma Moriarty si tirò indietro con una risatina.
Ero all'oscuro delle sue intenzioni - né sarei mai arrivato ad immaginare cosa la sua mente malata stava organizzando -, riuscì a realizzare ciò che mi attendeva solo quando avvertì le mani di Moriarty sul mio corpo.
Ero pronto - o almeno lo pensavo - a torture fisiche e psicologiche come un qualsiasi soldato, tuttavia mi ritrovai vergognosamente a pregare Sherlock di arrivare in quel luogo il più presto possibile quando i pantaloni mi vennero tirati giù.
Avvertii il freddo della stanza sulla pelle, ed il sangue pulsarmi in viso per un naturale imbarazzo che non riuscii a trattenere.
Imprecai - avevo ormai dimenticato l'etichetta e la mia buona educazione -, tentando poi di strisciare lontano dal corpo di Moriarty... azione che ovviamente parve divertirlo non poco - era chiaro: era un predatore che traeva piacere nel combattimento, nella vera e propria caccia. E mi sentivo proprio come un pezzo di carne inerme, soprattutto quando Moriarty avvicinò le mani alle mie natiche nude.
Nell'inconscio sapevo di non doverlo combattere, solo in quel modo si sarebbe annoiato e mi avrebbe lasciato andare, ma reagivo d'istinto senza riuscire a ragionare... ed ogni mio tentativo si rivelò ovviamente inutile.
Mi ritrovai schiacciato dal peso di quell'uomo, senza alcuna possibilità di fuga, tant'è che affidai tutte le mie speranze alla porta chiusa, ripetendo il nome del mio amico come per farlo apparire.
Non accadde niente, se non il ritrovarmi a sussultare quando sentii le dita di Moriarty insinuarsi tra le mie natiche.
Erano fredde e invadenti, ed il mio corpo si chiuse istintivamente contro quelle falangi per rifiutare il fastidio ed il dolore per quell'umiliante trattamento.
" Riesci ad immaginare la sua faccia se entrasse in questo momento?", mi domandò con dolcezza, e ancora una volta mi ritrovai travolto dalla nausea.
Era pura follia. Il suo tono tenero e quasi infantile mi graffiava le orecchie in netto contrasto con le dita che iniziarono subito a scavare dentro di me.
Tentai di scalciare e di liberarmi, ma guadagnai solo nuove ferite ed il sadico divertimento di Moriarty.
Affondai i denti sulle labbra, riuscendo a trattenermi dal gemere con gli ultimi bagliori d'orgoglio che trovai... ma l'umiliazione e l'essere usato in quel modo per fare un dispetto a Sherlock, iniziarono ben presto a distruggere ogni mia vana difesa.
Moriarty parlò ancora, ma coprii le sue parole con degli insulti e delle minacce.
Lo sentii ridere, umiliandomi ancora di più ma senza però spegnere la necessità di fuggire e di battermi... tranne quando le dita vennero brutalmente sostituite dal sesso di Moriarty.
Gridai.
Il mio corpo si tese fino allo spasmo.
Il dolore mi annebbiò la mente, lasciandomi inerme sotto l'assalto di Moriarty.
Avvertivo solo i suoi movimenti e i miei lamenti - le mie preghiere -, ero avvolto dal buio totale.
Il mio corpo aveva ormai smesso di reagire e solo quando Moriarty si ritenne soddisfatto, raggiungendo l'orgasmo, capii che era finita - ma non sapevo quando e come sarebbe reiniziato.
Erano state inutili le mie grida, neanche l'aver pregato quando ero giunto al limite della sopportazione mi aveva salvato da quella dolorosa umiliazione.
Rimasi immobile fino a quando Moriarty non si allontanò, ad anche in quel momento non riuscii a muovermi.
Chiusi gli occhi tremando - rabbia, paura o anche desiderio di sparire... non sapevo come descrivere quel sentimento -, fino a quando le labbra dell'uomo si accostarono al mio orecchio.
Mi gelai ancora.
" Ora sarà davvero divertente vedere il visetto di Sherlock quando ti troverà..."