Al mattino Billy Holiday

Nov 16, 2006 13:36

La giornata musicale, da sempre, mi deve cominciare in punta di piedi, altrimenti mi prendo di nervoso e sono cazzi, tutto rovinato.
Quindi appena acceso il computer non mi azzardo a mettere niente di piu' movimentato di un Nick Drake o di un Elliott Smith, il death metal lo tengo per dopo pranzo.
Enfiatimisi i testicoli di sentire Elliott Smith/Nick Drake/Portishead/Amalia Gre' e compagnia bella ieri mi sono trovato costretto a ravanare tra gli altri hard disk della compagnia e chi ti trovo?
Billy Holiday.
Ne ignoro completamente l'opera, proviamola.
L'effetto di Billy Holiday in un ambito cosi' potenzialmente tecnologico e' quasi esilarante. La gente mi si affanna attorno innervosita dall'incombente milestone del primo dicembre, sui monitor ho una cosa che si chiama normal map che sto cercando vanamente di capire e che odio con tutto il cuore, fuori il vento infuria trasportando foglie marroni e lei, imperturbabile, maestosa, materna, se ne sta li' a cantare come se niente fosse, pacifica.
Non potendo concentrarmi troppo sui testi mi arrivano a sprazzi versi tipo "tieniti pure il mio cuore, se non ci sei tu non mi serve a niente", oppure "sei come un'estate con un migliaio di lugli (hei si puo' dire lugli? Che parola lollosa).
Si formano nella mia mente immagini di donnona che canta mentre cucina, sapete, una cosa molto vicina a come potrebbe essere mia nonna, una cosa pura e senza macchia che canta antidiluvianamente per il suo uomo. Non mi butto in discorsi maschilisti, per carita', pero' il fatto che cantasse molto spesso di cose ora datate tipo "sei il mio uomo e ti aspetto qui"," madonna come ti amo anche se sei stronzo per me sei ok lo stesso seppur il mio cuore sanguini" me la inzuppa di deliziosa prospettiva storica.
Cosi' vado a gugglare su questa donna dalla voce cosi' affascinante e scopro che ha avuto una vita per niente come mi immaginavo.
Tipo che e' morta eroinomane. Ed e' stata violentata a undici anni dopo essere stata abbandonata dal padre.
A quindici cantava gia' cosi' bene che, per evitare che la madre venisse sfrattata, canto' per coloro che la volevano buttare in strada commuovendoli sino alle lacrime ed ottenendo pieta'. Nondimeno si guadagnava il pane prostituiendosi, sino a quando ovviamente qualcuno di importante la noto' in una delle numerose esibizioni canore in bar e ristoranti e diede inizio al suo successo.
Fini' in galera per droga e passo' da un uomo all'altro, per lo piu' una sfilza di stronzi che di fatto la imbucarono per il tunnel della droga.
Leggo che non veniva apprezzata tanto per la potenza vocale, che in effetti era piuttosto limitata, quanto per la quantita' di anima che metteva in ogni nota, che pare fosse al contrario considerevole.
Tutto questo, per proprieta' transitiva, insinua nella mia mente un pensiero sgradevole:
che mia nonna, a sua volta, non sia un essere perfetto ed asessuato?
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