E buonasera a tutti!
Lo so, lo so, non vi ho avvertito con un teaser, come faccio ultimamente, e mi sono limitata ad un avviso sulla Fanpage… ma, dato che ho postato così “presto” (almeno secondo i miei ultimi standard), mi pareva inutile inondarvi di roba così tanto per… e poi l’episodio odierno è talmente corto che in pratica è quasi un teaser già di suo :-SSS
Non perdo altro tempo in chiacchere, quindi, e vi lascio direttamente all’aggiornamento… warning: tanti dialoghi, un po’ di parolacce e un discreto senso di oppressione…
(si ringrazia come sempre la Sposa per la copertina)
Poi, improvvisa come era iniziata, finisce.
Lucas di difetti ne ha tanti… ma, in generale, non si può dire che sia particolarmente tonto. E quindi, negli ultimi tempi, si era accorto che il Maestro aveva iniziato a cercarlo meno rispetto a prima, che era fuori più spesso… e che i loro momenti di intimità erano cambiati, non per qualità, ma per quantità; prima faceva carte false pur di trovare un momento per loro due, nonostante i vari impegni. Ora… meno.
Certo, c’è da considerare che l’Artista ha deciso di fare una nuova mostra personale, di lì a qualche anno, e per tema ha scelto i movimenti del corpo umano nella danza, argomento non da poco; di conseguenza è molto impegnato a raccogliere materiale e dipingere… però… Lù non crede si tratti solo di quello.
E l’Erede dimostra di aver ragione una volta di più, alla prima occasione: dietro domanda diretta, il Maestro ammette candidamente di aver iniziato a “vedersi” con qualcun altro…
Maestro: “Ah, darling… intuitivo come sempre. Ti ricordi di Etienne? L’abbiamo conosciuto qualche settimana fa’, alla mostra dei Van Der Beek… abbiamo iniziato a sentirci perché lui è l’étoile di una compagnia di danza, quindi era perfetto per le mie ricerche… e poi… sai come vanno queste cose…”
… sì. Più o meno l’ha capito come vanno quelle cose.
Maestro: “… questo non significa che non ti voglia più, ovviamente… ti adoro, tesoro. Solo che… capisci, mon chere… io e la monogamia proprio non… ecco, lo dice la parola stessa: monogamo. Come dire monocromatico: non potrei mai dipingere con un solo colore. Non è accettabile, semplicemente non lo è.”
Beh… presa da questo punto di vista, non è che abbia tutti i torti… però, comunque…
Maestro: “In ogni modo, sono felice che abbiamo affrontato il discorso, perché avevo già intenzione di parlartene: sto seriamente prendendo in considerazione l’idea di prendermi un periodo… non sabbatico, ma di ricerca. Voglio immergermi completamente nel mondo della danza e del balletto, in vista della preparazione della mia personale… Etienne mi ha proposto di partire con la sua compagnia per il loro tour europeo, che durerà 5 o 6 mesi, se non di più… e credo che accetterò.”
Lucas: “… ah. Capisco.”
Maestro: “E’ un’ottima occasione, credo che sarà davvero un’esperienza intensa e produttiva, sul lungo periodo… e mi farebbe molto, molto piacere se anche tu volessi venire con noi.”
… ok. Questa non se l’aspettava.
Lucas è stato preso in contropiede… e, sinceramente?? da una parte gli fa’ piacere che il Maestro l’abbia voluto “includere” nel programma e lo voglia (ancora) con lui… ma a quelle condizioni no. Quello non lo può accettare, così come non può accettare le varie “implicazioni” che comporta quella proposta. Già il loro rapporto era complicato, ma così… è troppo.
Lucas: “Ti ringrazio per l’invito… ma preferisco di no.”
Maestro: “Caro, forse vuoi pensarci un po’… sarebbe un’esperienza molto stimolante anche per te, ti assicuro…”
Lucas: “Non metto in dubbio. Ma non importa che ci pensi, non mi interessa.”
Maestro: “Darling… non essere arrabbiato con me… professionalmente parlando è un’ottima cosa, te ne rendi conto anche tu…”
Lucas: “Assolutamente.”
Maestro: “… e per il resto… sono fatto così, non posso farci niente…”
Lucas: “Lo so. E non sono arrabbiato. Non sono affari miei. Noi due non siamo mai stati… legati sul serio, non ci siamo mai promessi niente, puoi fare quello che ti pare.”
Maestro: “Questo lo so bene… ma mi dispiacerebbe comunque, se tu fossi arrabbiato con me.”
Il resto della mattinata trascorre ovviamente in un’atmosfera piuttosto fredda… e i due si separano su una nota sospesa…
Maestro: “Sarò davvero occupatissimo nei prossimi giorni… temo che non riuscirò a farmi vivo prima della partenza.”
Lucas: “Allora… buon viaggio.”
Maestro: “Grazie, tesoro. Mi raccomando, tu riguardati e continua a produrre con costanza. Sarò molto impegnato, nei prossimi mesi… ma cercherò di farmi sentire, di tanto in tanto.”
Lucas: “Come vuoi.”
Lù rientra a casa, con la solida sensazione di essersi perso qualcosa per strada; ha un bel ripetersi che, davvero, non sono affari suoi, che non gliene frega niente, che se lo doveva aspettare, che il Maestro, così come lui, è liberissimo di fare quello che gli pare…
… ma un paio di settimane dopo, quando viene a sapere dai giornali che l’Artista è effettivamente partito per l’Europa con la compagnia di ballo del suo nuovo amante… scopre suo malgrado che gliene frega… gliene frega eccome. Brucia da morire, anzi.
Ma il peggio deve ancora arrivare… accompagnato da quella simpaticona dell’assistente del Maestro, Bianca, che un “bel” giorno gli si presenta alla porta del tutto non annunciata… a quanto pare è stata lasciata a casa pure lei, ma questo non spiega che diavolo…
Lucas: “… ci fai qui??”
Bianca: “Buongiorno anche a te. Educato e socievole come sempre, noto.”
Lucas: “Allora??”
Bianca: “Sono qui per consegnarti questa… e per vedere il magazzino.”
Lucas: “Il magazzino?”
Bianca: “Sì, la stanza adibita a magazzino. Sono stata incaricata di sgomberarla, troverai tutte le spiegazioni nella lettera. Mi dici dov’è?”
Lù le spiega dove si trova e, mentre lei sale al piano di sopra, apre la busta, che naturalmente è da parte del Maestro, e che contiene uno schizzo e una lettera di saluti, in cui effettivamente c’è scritto che Bianca dovrà sgomberare il magazzino, dato che ora l’edificio è proprietà di Lucas… sì, perché il terzo foglio è un documento edilizio, da cui risulta che gli ha ceduto la proprietà della casa.
Gli ha regalato una fottuta casa…
Dalle parole scritte nella lettera non sembrava avere intenzione di offenderlo… ma Lucas non può fare a meno di considerare quel gesto come una liquidazione, una sorta di… ricompensa per i suoi “servizi”. O, peggio ancora, di ultimo regalo fatto ad una puttana. Fanculo… fanculo!
Evidentemente colpita dal rumore, Bianca scende al piano di sotto… resta un attimo ad osservare con freddezza tutta la roba scaraventata a terra e, dimostrando un coraggio non da poco, si azzarda a parlargli…
Bianca: “Siamo nervosetti, eh?”
Lucas: “…”
Bianca: “Sai… mi dicono che ci sono persone a cui non piace dire “te l’avevo detto”…”
Lucas: “… lasciami indovinare: tu non rientri fra queste.”
Bianca: “Infatti. Te l’avevo detto che sarebbe finita così. Però, devo ammettere che nel tuo caso ha pagato… una casa… la carriera lanciata… hai fatto bene i tuoi conti, complimenti…”
Lucas: “Stammi bene a sentire, stronza: non me è mai fregato un cazzo di stare con lui per queste cose. Niente, hai capito??”
Per niente turbata dal tono pericoloso, né dall’appellativo poco educato, Bianca sembra più colpita da un’altra cosa…
Bianca: “Allora, tu… ci tenevi sul serio? Eri innamorato di lui?”
Lucas: “Non lo so, va’ bene?? Ma di certo non era per fare carriera!”
La ragazza lo fissa, evidentemente scettica… e lui crolla…
Lucas: “Io… lo ammiravo, tantissimo. E lo ammiro ancora. E’ sempre stato così, fin da ragazzino. Volevo essere come lui… volevo *essere* lui. E poi, quando abbiamo iniziato a…… speravo… a volte credevo… di contare qualcosa anch’io, per lui… e invece…”
Bianca resta a guardarlo, perfettamente in silenzio… ma quando alla fine Lucas alza gli occhi, infastidito con se’ stesso per quello sfogo improvviso, gli sembra di scorgere qualcosa che prima non c’era, nei suoi occhi: un barlume di comprensione. Ironia della sorte, quella gran rompicazzo è probabilmente l’unica persona che può effettivamente capire la situazione…
Dopo qualche altro minuto di silenzio, Bianca si siede sulla poltrona… e Lù ha il dubbio onore di ricevere la seconda proposta inaspettata e assurda nel giro di pochi giorni…
Bianca: “Saresti interessato a lavorare con me?”
Lucas: “… eh?”
Bianca: “Hai capito bene. Con la partenza del Maestro ho perso il mio cliente più grande… e, da quello che ho potuto notare in questi ultimi mesi, mi sembra fin troppo evidente che tu da solo non sei capace di portare avanti la tua carriera. Come pittore… non sei poi così male. Penso che ci possano essere delle possibilità.”
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Lucas: “Non mi sembra una grande idea.”
Bianca: “Senti, lui ha lasciato entrambi, tanto vale che facciamo quello che possiamo… cercando possibilmente di non ammazzarci a vicenda.”
Lucas: “E’ proprio per quello che non mi sembra una grande idea.”
Bianca: “Ci possiamo almeno provare… non abbiamo niente da perdere. Se poi vediamo che non funziona, arrivederci e grazie, nemici come prima. In questo caso non c’è neanche pericolo di eventuali altri coinvolgimenti.”
Lucas: “Questo è poco ma sicuro.”
Bianca: “Appunto.”
Lù le dice che ci penserà… perché in quel momento non sa bene come andranno le cose.
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E infatti… le cose vanno male.
Lucas si è accorto di non “vedere” più… ovvero, di non riuscire più a tradurre quello che ha intorno in immagini e la cosa lo terrorizza. Non gli era mai, mai successo. E’ da quando ha memoria che quello, per lui, è sempre stato un processo completamente naturale… anzi, il suo problema era quello di tenere separata l’effettiva realtà da come la vedeva lui, non il contrario.
Cerca di esercitarsi, di lasciare che le immagini fluiscano dalle sue dita sul foglio come ha sempre fatto, in maniera spontanea… ma non ci riesce… è come se il lapis non ne volesse sapere di prendere vita.
Continuando a ripetersi che si deve trattare per forza solo di una cosa temporanea, Lù fa’ finta di niente e cerca di vivere le sue giornate normalmente; almeno si fa’ di una specie di vacanza dalla sua ossessione, in attesa che il meccanismo riparta… ma finisce per passare ore abbandonato sul letto a fissare il soffitto… e anche quello, contrariamente al solito, resta completamente vuoto…
… cosa che lo fa’ incazzare ancora di più. Allora prova ad uscire, per tentare di distrarsi, di venire fuori da quel circolo vizioso… ma anche quello lo stressa: trovarsi a pieno contatto con quella realtà così… reale… è straniante. Per non parlare poi di quanto è fastidiosa tutta quella gente in giro, tutte quelle persone che non hanno un cazzo da fare e quindi si riversano per le strade, per il locali, dappertutto, come una massa di insetti molesti, che non fanno altro che muoversi, parlare, agitarsi… esistere.
Non ha neanche voglia di parlarne con gli amici… Blay e Quinn hanno saputo della partenza del Maestro e hanno provato a sondare il terreno con lui… ma ha stroncato sul nascere la loro curiosità. A Jennicor l’ha detto lui, brevemente, così come le ha detto dell’apparente blocco artistico… ma ha anche aggiunto che non se la sente di parlarne con nessuno, e lei, sapendo com’è fatto, ha preferito non insistere.
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Passati alcuni giorni senza miglioramenti di sorta, Lù si dice che in qualche modo ne deve venire fuori; cerca di nuovo di dipingere, resta a mezzore intere davanti alla tela, con la tavolozza in mano, continuando a rimestare i colori, in attesa di… qualcosa, qualsiasi cosa, un guizzo, un’idea qualunque… o anche solo la forza mentale di buttarci sopra un colore a caso… ma niente: lo spazio resta ostinatamente bianco. Non vede altro, maledizione.
Per tentare di esorcizzare, arriva perfino a decolorarsi completamente i capelli, facendo strage di blu con l’acqua ossigenata… per vedere se, assecondando quell’assenza, quell’in-colore, quel vuoto creativo, allora forse, magari…
Ma è inutile… non cambia niente. E’ bloccato.
Da sua normalità, suo punto di riferimento, suo… tutto, i colori, l’attrezzatura etc. diventano nemici ed inizia a guardarli quasi con odio… in realtà non li odia, non li può odiare, sono la sua vita… ma in quel momento sì, li odia sul serio.
E continuare ad abitare in quel posto, così totalmente impregnato d’arte, e così fastidioso, adesso, a livello di associazione mentale, è una mezza tortura. Ma… dove può andare? Di soldi ormai non gliene sono rimasti più molti… e, in attesa che la sua produzione ricominci (perché si rifiuta anche solo di pensare il contrario), ogni simoleon che ha da parte ha il suo peso… e per il resto, dai suoi non ci torna neanche morto… e non può certo andare ad invadere anche lui la casa agli amici. E’ bloccato, artisticamente e fisicamente, c’è poco da fare.
Neanche le visite di Evangeline, che di solito lo mettono di buonumore, riescono a farlo star meglio… anzi, vedere lei che disegna e dipinge tutta contenta (beh, contenta nel modo in cui lei dimostra di essere contenta) gli da’ un enorme fastidio e gli fa’ provare solo invidia. Tanto che sua cugina, sensibile com’è, se ne accorge praticamente subito…
Lucas: “Vai già via?”
Evangeline: “Sì. Non torno, per un po’.”
Lucas: “… perché?”
Evangeline: “Perché no. Torno quando stai bene.”
Lucas da una parte è sollevato, dall’altra è dispiaciuto… ma l’occasione per rivederla si presenta presto… purtroppo.
Suo nonno Nicolas, da sempre in guerra con una salute labile, viene a mancare…
(Nico ç______ç pulcino ç_____ç)
Gli ultimi mesi erano stati costellati da visite sempre più frequenti all’ospedale… la perdita rimane, ma almeno la famiglia, e lo stesso Nicolas, in un certo senso erano “preparati”… cosa che non cancella il dolore, ma in qualche modo, forse, lo rende più accettabile, più gestibile…
… è quando le tragedie giungono del tutto inaspettate che fanno ancora più male… come Lucas purtroppo è costretto a scoprire nel giro di pochissimi giorni… la notte in cui Madeleine lo avvisa in lacrime che Jennicor ha avuto un incidente stradale…
Lucas: “… ma sta bene, vero?? Cioè… è all’ospedale… ma sta… starà bene… non è così??”
Madeleine: “………”
… non riesce a crederci.
Non è possibile… l’aveva vista al funerale di suo nonno… e l’aveva anche sentita pochi giorni prima… avevano parlato, a lungo… non è vero, non può essere vero…
Lucas accompagna sua madre al funerale… e ancora non riesce a crederci.
E’ solo dopo la cerimonia… dopo aver visto tutti i suoi cari riuniti… le lacrime… le condoglianze… i fiori… la tomba nel cimitero di famiglia… che la realtà lo colpisce tutta insieme: Jennicor è morta.
Era abituato a non vederla, ma ora… non potrà più telefonarle, non potrà più parlarle… non potrà più raccontarle tutto quello che gli succedeva… non potrà più sentire la sua voce tranquilla, che lo capiva, lo ascoltava, lo accettava, lo consigliava… Jennicor non c’è più. Se n’è andata.
Non è giusto, cazzo… non è giusto.
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… vi avevo avvisato del senso di oppressione, eh.
Lo so… sono una bella serie di botte, una dopo l’altra. Ma di solito è così che capita e questo caso non fa’ eccezione. E’ stato discretamente deprimente anche per me far morire due simmini nel giro di pochissimo… oltretutto, un Erede e una simma non ancora anziana :( ma la storia doveva andare così… naturalmente dietro alla morte di Jen c’è tutt’altro, rispetto alla versione ufficiale… ma, non riguardando direttamente Lulù, non ne dovremmo venire a sapere più niente (salvo futuri eventuali spin-off su ‘sti disgraziati dei Tricou)… un’idea di cosa possa essere effettivamente successo, però, si può avere benissimo dalla foto del funerale :-SSS
Vaaaaaaaaaaaaabè.
Al contrario di questo, il prossimo episodio sarà di nuovo lungo, quindi ci rimetterò un po’ (anche se sono stata molto brava e ho già iniziato a fotare *si aspetta un biscotto*)… ogni tanto magari vi stresserò un pochino, qui o sulla Fanpage ;-)
Grazie per la lettura (deprimente) e buona serata a tutti!