OMS-2: Just words

Oct 04, 2013 22:51


Rieccoci...
Dopo una parentesi in cui le mie giornate sono state un po'intasate da una visita dei miei (ma grazie alla quale la mia mama mi ha potuto cucire parti della ia ranger-tuta) ora che sono dinuovo soletta sono riuscita a recuperare qualcosa (ma non tutto) delle vostre ficchine che volevo leggere... E mi sto anche rimettendo alla tastiera, anche se ci vorrà un po' prima di sfornare qualcosa.

Intanto vi presento una nuova parte del mio Ohmaru.

Le parti precedenti al momento sono:
1- Prey and pray + Black and light

Titolo: Oms parte 2: "Just words"
Gruppo: Kanjani8
Paring: Ohmaru (Okura Tadayoshi & Maruyama Ryuhei)
Genere: introspettivo, vagamente(?) angst
Rating: NC 17 (esagerando un po') per il capitolo - NC 17 per la serie (yeah!)
Disclaimers: I gruppi appartengono a Johnny. Le persone dovrebbero appartenere a se stesse. Io comunque finirò all'inferno per colpa dell'RPS
Avvertimenti per la serie: (questi si ripetono sempre)  La serie è stata pensata in più di un anno e scritta nell'arco di mesi. Da cui l'incoerenza tra i capitoli e gli stili. Non è ambientata in un momento particolare, ma tenete presente quando è stata "realizzata". Abuso di scene oniriche e di simbolismi. Si può leggere a vari livelli, filosofico, psicologico, metaforico, etc... ma dal momento che gli obbiettivi "profondi" non sono stati raggiunti, leggetela pure solo per le parti sozze. Scrivere Maru è difficile. Pure Tacchon, benchè sia il mio ichiban. Ho dei problemi con gli avverbi, ma sto cercando di smettere. Non capirò mai come editare decentemente gli spazi. Grazie ad Eri-chan che ha preteso di leggersi tutto in anteprima.
Avvertimenti per il capitolo: Questo forse è il capitolo più breve di tutta la serie. E' anche una parte che non mi convince completamente; è nata principalmente perchè avevo bisogno di un "raccordo" tra la parte iniziale (che all'inizio non pensavo di continuare) e un successivo sviluppo della storia. Questo capitolo fa ancora parte del primo nucleo della serie, quello che è stato pensato mesi prima della riealizzazione del seguito; seguito che in origine doveva essere molto diverso. Quindi se il comportamento di Okura è un po' affrettato e stona un poì con quello che verrà dopo... beh, sappiate che c'è un motivo. Ho comunque deciso di tenere il capitolo, un po' perchè comunque avevo bisogno del "raccordo" e un po' per l'affezione che ho nei confronti delle cose che scrivo.

-Ti amo.- Gli disse.- Ti ho sempre voluto bene come a tutti nel gruppo, ma da un po' di tempo ho capito che sono innamorato di te. No, no, non ti spaventare. Eh, eh, eh... Non voglio nulla da te. Non voglio che il nostro rapporto cambi, mi piace come stanno le cose. Solo... tu mi piaci tantissimo, e ti meriti che io sia sincero con te. Non mi sembrava giusto nasconderti una cosa così importante, quindi... te lo dico e basta. Ti amo. E basta. Voglio che continuamo ad essere amici, solo questo. Ma voglio anche che tu lo sappia, ecco. Ahh! Ora mi sento proprio meglio. Beh, ci vediamo dopo! Yaaah!!!
Maru lasciò la stanza saltellando, non prima di essersi fermato sulla porta ed aver salutato, portandosi due dita al sopracciglio, Yasu che stava entrando in quel momento.
Okura lo guardò uscire. La bocca gli si era bloccata aperta e non riusciva a dire nulla.
Provò a girarsi verso Yasu, implorando silenziosamente aiuto. Da come lo fissava ad occhi spalancati doveva essere entrato in tempo per sentire almeno parte di quel che Maru gli aveva appena detto.
-Tacchon...- Gli disse avvicinandosi.- Maru ti ha... detto che...
Okura alzò ed abbassò la testa lentamente.
-... e sembrava...- Continuò Yasu.
-... se... serio.- Balbettò Okura.
Yasu si sedette sul divanetto del camerino, e dopo poco anche lui trovò le forze per seguirlo.
-Yasu... Maru sembrava serio.- Ripetè Okura.- Mi ha detto che è... ed era serio...
Yasu sospirò e guardò avanti a se pensieroso.
-Tacchon...
-E non vuole che cambi nulla? Cioè... come fa a buttarmi una bomba del genere e poi chiedermi che non cambi nulla.- Okura era esterrefatto.
Yasu sorrise e si girò verso di lui.
-Voleva solo essere sincero con te. Nella logica di Maru ha un senso.
-Nella logica di Maru hanno un senso molte cose.
-Cosa hai intenzione di fare?- Gli chiese.
-Cosa posso fare... nulla. Cercherò di non fare nulla.- Okura sospirò strofinandosi la faccia.- È questo il difficile.
Yasu si girò ancora verso la stanza davanti a lui.
Per un po' rimasero in silenzio. Yasu a pensare preoccupato, Okura a contemplare la realtà riassestarsi dopo quella confessione.
Maru era innamorato di lui.
Maru si era innamorato di lui.
Merda.
-Merda...- Sussurrò.
-Maru ha il suo mondo, ed il suo modo di ragionare- Riprese Yasu.
-Beh, nessuno ragiona come Maru.- Sorrise Okura.- Lui è unico.
-È speciale.- Constatò Yasu.- Ha un grande talento e non se ne rende conto, ed è speciale.
-Non capisco perchè proprio a me. Perchè non Subaru... Va d'accordo con Subaru. O te...
Okura si azzittì incrociando lo sguardo perplesso di Yasu a quella sua ultima affermazione.
- O Ryo! Ryo è figo...- Si corresse Okura.
-Anche tu sei speciale. Tutti i Kanjani lo sono. Tutti.
In quel “tutti” ripetuto, Okura potè intravedere un secondo significato.
-Lo so.- Replicò Okura senza modestia.- Ora lo so. Ora che abbiamo tutto questo successo, ora che io ho questo successo...
-Anche tu hai un grande talento. Guarda quello che fai allo Shiwake.
-Già.- Okura rise.- Ma non credo sia per la mia tecnica ritmica che le fan mi apprezzano.
-Tacchon...- Lo sgridò dolcemente Yasu.
-Ah, ma va bene. Ricordi il mio film insieme a Ninomiya? Alla fine la Johnnys è come l'Ooku... La cosa che più conta è essere belli.- Scherzò. Poi si ricordò la fine fatta dal suo personaggio.- Quello e non innamorarsi della persona sbagliata.
Improvvisamente Yasu cambiò espressione, e d'un tratto sembrò più maturo, in quella capacità che solo Yasu aveva di cambiare carattere ed atteggiamento in una manciata di secondi.
-E' questo quello che è successo a Maru? Si è innamorato della persona sbagliata?- Gli chiese.
-Credi che lo abbia fatto?- Chiese a sua volta Okura.
-No.- Ad Okura non sfuggì l'attimo di esitazione prima di quella risposta.- Mi fido di te. Gestirai la cosa nel migliore dei modi. Ma sono preoccupato. Tengo molto a Maru. E a te. Ed ai Kanjani...
Yasu si alzò dal divanetto. Senza dire altro raggiunse la sua borsa e ne prese qualcosa, forse quel che era venuto a cercare quando li aveva raggiunti nel camerino.
Okura lo guardò ancora una volta prima di uscire, e lasciarlo solo con i suoi pensieri ed il problema Maru da affrontare.
*******

Hina quella mattina era stato impegnato in una location, e li avrebbe raggiunti solo nel pomeriggio.
Subaru doveva essersi rifugiato chissà dove, a scrivere qulache canzone, o semplicemente a suonare, o a giocare alla consolle portatile, o a fare qualsiasi cosa facesse ogni volta che spariva per prendersi un po' di tempo da solo. Yasu si era alzato dal tavolo prima, dicendo che andava a cercarlo; sembrava preoccupato, ed Okura non era sicuro che la fonte della sua preoccupazione fosse davvero Subaru.
Gli altri, invece, erano ancora seduti nel tavolo della mensa improvvisata accanto allo studio di posa, a finire di mangiare il loro pranzo. A dire il vero Ryo non stava proprio mangiando, piuttosto stava smanettando il cellulare davanti al piatto da cui aveva fatto sparire tutto il riso, in attesa che Okura finisse il suo pesce per fare il solito scambio. Non che gli avesse prima chiesto se poteva rubargli il suo riso, ma...
Yokoyama si stava concentrando sul suo pasto, ma Maru non sembrava volerlo lasciare in pace e continuava a provare a parlargli, o a fargli scherzi o a lanciare qualcuna delle sue battute idiote.
Anche Okura aveva cercato di mangiare senza dare troppo nell'occhio. Il lavoro quella mattina era andato bene e senza nessun problema avevano filmato tutte le parti singole, e le altre per cui non fosse necessaria la presenza di Murakami. Si era ritrovato anche a dover filmare una scena in cui era solo con lui, con Maru. Okura si aspettava una situazione imbarazzante, e invece, sarà stata la tensione del lavoro, sarà stato che Maru si stava esattamente comportando come nulla fosse successo, come se quella mattina non gli avesse detto nulla... avere davanti il solito Maru di sempre lo aveva messo a suo agio.
Ma una volta in pausa, dopo che i riflettori si erano spenti e gli occhi del regista erano da un'altra parte, Okura aveva iniziato ad innervosirsi.
Per tutta la durata del pranzo aveva guardato solo il suo piatto, al massimo si era girato verso Ryo per vedere quanto dei suoi avanzi gli sarebbe rimasto da mangiare.
Poi, in quel momento, un grugnito più infastidito di Yokoyama lo fece cedere alla curiosità. Maru aveva infilato entrambe le bacchette in bocca, facendole pendere quasi fossero i denti di qualche strano animale; per e rendere meglio l'idea stava tirando il viso e storgendo gli occhi verso l'alto.
Troppo idiotamente ridicolo.
Okura non riuscì al trattenersi una risata.
Maru si girò verso di lui, e per un attimo i loro sguardi si incrociarono. Maru gli sorrise.
Okura rispose al sorriso, e gli occhi di Maru sembrarono illuminarsi.
Che si stesse facendo l'idea sbagliata?
Okura si fece immediatamente serio e riprese a mangiare.
-Eh?- Maru piegò la testa. Sembarava deluso.
“Ecco, adesso penserà che lo odi.”
Ah, maledizione. Okura si rendeva conto da solo di stare esagerando.
Yokoyama richiamò l'attenzione di Maru, permettendo ad Okura di gestire la sua confusione.
Ed anche la sua rabbia nei confronti di Maru. Perchè era colpa sua. Se Maru non gli avesse detto quella cosa, Yasu non si sarebbe convinto che gli Eito si trovavano ad un passo dal disastro, e lui non si sarebbe trovato a non sapere come comportarsi.
Okura buttò la sua ciotola verso Ryo, perchè tutta quella storia era così assurda da fargli passare anche l'appetito.
“Beh, fino a un certo punto...” Pensò, portando a se il piatto del pesce di Ryo.
********

Inbracciata la borsa ed inforcati gli occhiali da sole, Okura lasciò il camerino e si avviò a passi svelti lungo il corridoio. Prima sarebbe arrivato alla macchina, prima avrebbe potuto tornarsene a casa, ed in quel momento la cosa che più desiderava era allontanarsi da chiunque.
Il primo giorno di riprese era, in qualche modo, terminato.
Il secondo set sarebbe stato pronto in due giorni, cosa che voleva dire, da una parte che il giorno successivo sarebbe stato libero fino alla sua ospitata ad un programma serale, ma dall'altra che presto si sarebbe ritrovato dinuovo faccia a faccia con Maru.
Forse col tempo quel sentire l'atmosfera irrigidirsi ogni volta che si trovava insieme a lui sarebbe passato, ma per il momento, anzi, più passava il tempo peggio si sentiva.
Durante la registrazione, gli aveva preso la mano. Ma Maru lo avrà capito che era per la scena del video, e che non c'era nessuna intenzione sotto?
Quando alla fine delle riprese aveva battuto il cinque a Ryo e a Yasu, e non a Maru, era perchè lui era troppo lontano... avrà pensato che lo stava evitando?
Ed uscendo, Maru gli aveva dato una pacca sul sedere... Perchè lo aveva fatto?
E poi, quando-ooh-ooh-ooh...
Distratto dai suoi pensieri, Okura non si era accorto di come il pavimento sotto i piedi gli fosse finito, e quando si ritrovò ad inciampare la priorità nella sua vita divenne l'arrivare in fondo senza sbattere di faccia. Solo dopo essere stato prontamente bloccato da qualcosa di grosso e morbido, smise di annaspare in movimenti disarticolati.
Istintivamente si avvinghiò a quella grossa cosa, e sentì pervaso da una scarica di adrenalina post-pericolo. Per colpa della sua vista ancora oscurata da quegli stessi occhiali da sole che gli avevano impedito di vedere gli scalini, non riconobbe subito cosa, forse meglio chi, lo avesse afferrato, ma quelle braccia e quel profumo erano troppo piacevoli per non abbandonarvisi.
-Tutto bene, Tacchon?
La voce lo fece saltare. Maru?
Okura si tolse gli occhiali da sole.
Maru...
-Ah, hem, si.- Grugnì, risistemandosi il vestito, come se quello potesse cancellare il loro abbraccio.
-Devi stare più attento.- Cantilenò Maru, guardandolo con occhi preoccupati.- E non metterti quei cosi se non c'è luce...
Okura gli rispose con un verso infastidito.
Ora voleva ancora di più tornare a casa.
*******

L'abitudine di correre per liberarsi di stress e pensieri l'aveva presa sul set di Hissatsu Shigotonin. Non troppo lontano da casa sua aveva trovato un percorso che costeggiava un parco, che non gli faceva rimpiangere troppo le strade di Kyoto. La cosa migliore era la libertà che gli lasciava poter andare da solo in una strada a quell'ora non troppo frequentata e comunque in una zona residenziale di livello così alto per cui lui non era di certo la maggior celebrità che si potesse incontrare.
Poter correre all'aria fresca del mattino, con solo t-shirt e pantaloncini addosso, senza dover pensare al lavoro, lo faceva sentire libero.
Passato il ponticello che lo portava verso l'altro lato del parco, la musica che gli dava ritmo ai suoi passi si interruppe per avvisarlo che lo smartphone aveva ricevuto una e-mail.
Senza interrompere la corsa, si sfilò il telefono dall'avambraccio e diede una veloce occhiata. Poteva sempre trattarsi di una questione di lavoro.
Era Ryo.
“Allora, rubacuori! Ho sentito che hai fatto colpo su Maru.” Seguito dall'emoji del bacio.
Possibile che Yasu avesse spifferato tutto? Non era da lui.
“Hai origliato?” Scrisse Okura, approfittando del dover passare a corsa sul posto mentre aspettava al semaforo.
Prontamente arrivò la risposta. “No me lo ha detto Yoko”.
Rimangiandosi più di otto anni di belle parole spese nei confronti dei suoi compagni di band, come arrivò il verde Okura semplicemente lo ignorò e riprese a correre.
Ryo non doveva aver colto il messaggio, perchè dopo nemmeno un minuto tornò alla carica.
“Allora, che intenzioni hai con lui? Dai, Maru è un bel ragazzo...” Questa volta l'emoji era un occhiolino ammiccante.
A questo punto Okura si fermò.
“Sentimi bene. Puoi prendermi per il culo quanto vuoi, ma se provi a dire una parola a Maru ti prendo a calci in faccia e me ne frego delle fotografie”.
Ecco, adesso tutto il suo programma di corsa, studiato secondo fase aereobica ed anaerobica come aveva letto su quella rivista di fitness, erano andati a farsi benedire per colpa di Ryo.
“Era quello che speravo di sentire.” Sorriso.
Solo in quel momento Okura fu colpito dal significato delle sue stesse parole.
*******

L'interruzione di Ryo gli aveva semplicemente fatto passare la voglia di correre.
Ma le sue insinuazioni non avevano certo nulla a che vedere con il DVD che stava aspettando si caricasse sul suo televisore. Semplicemente, il bucato era già steso, e quale altra migliore attività per un giovane uomo che si ritrovi a dover passare mezza mattinata da solo, se non un po' di classica, sana pornografia?
Il DVD si aprì sulla schermata iniziale, le opzioni tra film intero, scelta capitoli e contenuti speciali. Come se qualcuno si andasse a vedere i contenuti speciali di un film porno.
Okura prontamente fece partire il film, mandando avanti la parte dei titoli, e recuperando a metà la fastidiosa musichina stonata della colonna sonora, su una inutile inquadratura di una anonima lampada.
Il film non faceva parte delle collane migliori, ma Miki-chan era una delle sue attrici preferite.
La trama, la aveva già letta sul retro della custodia al momento di scegliere che nollegiare, era semplice: una giovane donna confessa al vicino di non avere un buon rapporto col marito e lui decide di autarla, ma quando la sua fidanzata lo scopre, lei lo costringe a fare sesso con tutte e due finchè non saranno entrambe soddisfatte. Come da suoi gusti, una cosa tranquilla, nulla di troppo hardcore, se non la dimensione delle tette di Miki-chan.
La parte inziale di introduzione passò noiosa, ma, fortunatamente veloce.
Dopo pochi minuti in cui Okura si accorse che l'uomo era andato contro almeno a sei delle regole per una buona recitazione che i senpai attori gli avevano insegnato, alla fine Miki-chan cominciò a spogliarsi. E man mano che appariva sempre più pelle, fino a restare coperta solo dai suoi lunghi capelli lisci e nerissimi, l'atmosfera si scaldava e la scarsa verosimiglianza degli avvenimenti perdeva di rilevanza.
Presto si arrivò alla prima scena di sesso. Una cosa tradizionale, in posizione classica ma che permetteva di vedere il più possibile il corpo nudo di quella ragazza. L'uomo aveva ancor gran parte dei vestiti addosso. Okura con orgoglio notò che le dimensioni contenute del pallino della censura dimostravano come l'attore non dovesse essere più grosso di lui.
I gemiti di Miki-chan che si facevano pian piano urla riportarono la sua attenzione sulla ragazza.
Okura, seduto a terra davanti al televisore, si sitemò più comodo, allargando le ginocchia ed allentando i pantaloni.
Aveva già infilato una mano oltre l'elastico dei boxer al momento dell'arrivo in scena della fidanzata. Non la aveva mai vista in altri film, ma aveva decisamente delle belle labbra ed un bel culo.
Anche in questo caso la sequenza di trama, con la ragazza che insulta l'uomo e poi gli ordina di fare sesso, passò velocemente per tornare subito alla seconda scena “d'azione”. E mentre sullo schermo scorrevano immagini di qualsiasi tipo, sottolineate da ansimi e urla di ogni genere, Okura aveva finalmente ceduto al prendersi spontaneamente cura di se stesso.
Sebbene lo stimolo visivo fosse importante, in quelle situazioni ad Okura piaceva usare la fantasia.
Socchiuse gli occhi ed iniziò ad immaginarsi in quella situazione, non da solo come un adolescente sfigato a toccarsi davanti uno schermo, ma a letto in compagnia delle due donne. Immaginava che la sua mano fosse quella di Miki-chan.
Nella sua testa quella fantasia erotica diventò quasi una immagine nitida. Osservava Miki-chan lasciarsi andare alle sue carezze, mostrargli il seno gonfio, ed avvolgergli intorno le gambe morbide, mentre lui affondeva la mano tra i capelli corti leggermente permamentati e spingeva su se stesso quel corpo muscoloso, affondando nella sua bocca decorata da quel grazioso neo sotto le labbra...
-...aru...- Sospirò, rilasciandosi nella sua stessa mano.
Intontito dalla soddisfazione di quel suo orgasmo solitario, Okura rimase imbambolato a guardare nel televisore le due donne combattere per l'attenzione dell'uomo. Non che a questo punto avesse più molta importanza.
C'era qualcosa che urlava “sbagliato” nella mente di Okura, ma le endorfine che ancora gli circolavano nel cervello non gli permettevano di afferrarlo.
In quel momento sentì il rumore del cellulare, che aveva lasciato appoggiato a pochi centimetri da lui.
Okura lo cercò a tastoni e quando lo afferrò e vide l'identità del chiamante, si sentì attraversare da un fulmine.
Come se invece dell'ideogramma di “maru” su quello schermo avesse visto un grosso ragno, d'impulso lanciò il telefono sul pavimento.
Il cellulare continuò a vibrare, mentre Okura, irrigidito, ad occhi spalancati, non riusciva a muoversi.

Credo che posterò prasto la prossima parte... Vi prometto che è migliore di questa...

g: kanjani8, r: nc-17, p: ohmaru

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