ARGH! Sì, ho scoperto che con la scuola (iniziata oggi) che finisce ogni giorno (tranne il venerdì) alle 17.30, faccio davvero tardi!
Quindi sono di fretta e posto di fretta! *corre*
Ecco cosa dice il cerchio per oggi:
CERCHIO Titolo: Guardian
Gruppo: Kanjani8
Pairing: HinaYasu
Altri personaggi: Ryo, Yoko
Rating: G
Genere: AU, fluff... PESANTEMENTE fluff XD
Disclaimers: i personaggi non mi appartengono
Note: l'idea mi è venuta da un vecchio accostamento venuto in mente a me e mia sorella Yasu-Memole... e al fatto che Yasu, in fondo, è l'angioletto custode di tutti gli Eito. ...peccato sia un po' pasticcione XD (e Hina sappia il fatto suo, quindi fondamentalmente... non ne abbia bisogno XD) Questo pairing è uno delle mie fisse più recenti, quindi è sotto sperimentazione!
Quando Murakami Shingo si svegliò quella mattina, trovò uno strano folletto sopra il cuscino.
Pareva si fosse addormentato proprio lì, di fianco alla sua testa, acciambellato con le ginocchia piegate e le mani sotto il viso. Era talmente piccolo che poteva prenderlo sul palmo della mano e indossava strambissimi vestiti multicolore e un cappello lungo con un ponpon, altrettanto vistoso.
Dopo averlo studiato, chiedendosi quanto avesse bevuto la sera precedente, decise di disturbare l'intruso picchiettandogli piano sulla testolina con l'indice: -Ehi-. Anche per accertarsi che fosse reale e non se lo stesse immaginando.
Il follettino aprì un occhio, sbadigliò e si tirò a sedere, aggrappandosi all'indice che l'aveva svegliato: -Buongiorno?- domandò, con un'adorabile vocina assonnata.
-Buongiorno. Posso sapere tu chi sei?- domandò l'umano, ancora nel proprio pigiama (pantaloncini corti e t-shirt), seduto sul letto sotto le lenzuola. Il folletto sembrò rendersi improvvisamente conto di dove si trovasse ed esclamò: -Ma tu sei il mio umano!- per poi sorridere dolcemente: -Mi chiamo Shota, sono il tuo guardiano-.
-Il mio... che?- domandò Shingo, ma venne interrotto: -Il tuo guardiano! Insomma, è ovvio! Ogni persona ha il proprio folletto guardiano, ogni folletto guardiano dorme di fianco al proprio umano e... grazie per avermi svegliato, rischiavo di non sentire la sveglia- disse il piccoletto, indicando un orologio che teneva legato al collo che pareva non avesse suonato come avrebbe dovuto.
-Ehm, Shota... sei certo che ogni essere umano abbia il proprio guardiano? Perché ti assicuro che io è la prima volta che ti vedo e che... uhm... ne sento parlare?- tentò di spiegare, intuendo senza troppa fatica che il folletto appena sveglio non ragionasse al cento per cento.
-Guarda, guarda!- protestò allora Shota, sventolando un foglietto che aveva estratto dalla tasca del panciotto a scacchi verdi e gialli: -Ho qui il comunicato ufficiale! Sono venuto a sostituire il tuo precedente folletto perché l'altro giorno si è infortunato cadendo dalla tua spalla mentre giocavi a futsal!- declamò.
Poi i suoi piccoli occhietti si fecero tondi tondi, leggendo qualcosa che lo sorprese molto.
-Non è che in quel comunicato c'è anche scritto che dovresti renderti, come dire, invisibile per non dare nell'occhio e spaventare chiunque ti veda?- chiese allora Shingo, intuendo quale fosse il guaio.
-Ehm... che imbarazzo- mormorò Shota, appallottolando con le manine tremanti il foglietto e riponendolo nella propria tasca: -E' che... ho appena finito il seminario per diventare guardiano e... beh, non ero molto portato, sai? Non so bene come si diventi invisibili... non ho fatto attenzione durante le lezioni. Volevo fare il folletto delle foreste, ma avevano già chiuso le iscrizioni e così...- spiegò fra i sospiri Shota, facendo cerchietti con il piccolo dito indice sulla stoffa del cuscino su cui era seduto.
Shingo sospirò, alzandosi poi dal letto: -Non fa nulla, troveremo un modo per nasconderti. Ora vedi di non riaddormentarti mentre vado in bagno... cosa prendi di colazione?-.
Shota passò cinque o sei espressioni sul viso prima di chiedere: -Davvero posso fare colazione?-.
-Sì, ma solo se non si tratta di radici o ghiande- scherzò l'umano.
Alla fine riuscirono a fare colazione (senza che Shota cadesse nella ciotola del riso), prepararsi ed uscire senza troppi danni, con il folletto che si trovò un angolino comodo dove nascondersi, nella tasca della borsa che Shingo portava con sé al lavoro. Nella lettera del Consiglio Superiore dei folletti non era specificato che lavoro facesse Shingo, così Shota si sorprese molto a vedere camerini e sale trucco e telecamere.
-Sei uno famoso?- domandò, saltando sulla spalla del proprio umano mentre questo aspettava il turno per un servizio fotografico, leggendo una rivista sportiva sul divano bianco del proprio camerino.
-...un po'?- rispose incerto Murakami, facendo poi cadere volontariamente lo sguardo sulle riviste con sopra la propria faccia, impilate sul tavolino.
-Oh, anche un mio amico lo è! Fa il folletto cantante! Tu canti?-
-Erhm...-
-Con chi diamine stai parlando?- chiese una voce dalla porta: un uomo con gli occhiali e l'aria parecchio assonnata, una sola cuffia degli auricolari collegati alla PSP appesa all'orecchio destro, era appena entrato e stava fissando incredulo Shingo e più precisamente, una volta notato il 'problema', la spalla di Shingo.
-Cos'è?- chiese, mantenendo uno straordinario self-control.
-Un folletto!- esclamò l'esserino, festoso: -Mi chiamo Shota, tu chi sei?-.
-Quanto abbiamo bevuto ieri sera?- domandò il compagno di band di Murakami a Murakami.
-Nah, non abbastanza... è qui per davvero- gli rispose lui, per poi rivolgersi al folletto: -Shota, ti ricordi quella cosa sul non farsi vedere...?-.
Shota sussultò e si nascose nel colletto della camicia di Shingo: -L'ho fatto di nuovo! Mi licenzieranno!-.
Shingo sospirò, per poi indicare il tipo con gli occhiali che si era seduto al suo fianco sul divano, senza staccare un momento lo sguardo di dosso al folletto in piena crisi di panico: -Si chiama Yoko. E' strano, ma non morde. Puoi farci amicizia- disse.
-Ciao Yoko- disse in modo cortese il folletto, ripresosi dall'ennesima gaffe: -Non sono portato per fare il folletto guardiano, il tuo mi sta guardando davvero molto male in questo momento...-.
-Il mio cosa?- domandò sconvolto Yoko, per poi tentare di guardarsi sulla spalla indicata da Shota, che arrossì nuovamente e tornò a nascondersi: -Basta! Non parlo più!- esclamò.
Alla fine furono chiamati per il servizio fotografico e Shota passò tutto il tempo nascosto nella tasca del maglione di Shingo, facendo amicizia con il folletto di Yoko, Ryo... lui era uno a posto. E sapeva anche rendersi invisibile!
La giornata passò veloce, fra interviste e programmi televisivi, e quando verso sera salutarono i due colleghi e se ne tornarono a casa, Shingo scoprì che Shota si era addormentato sul fondo della sua valigetta, dopo aver sgranocchiato parte dei senbei che aveva comprato come snack durante il pomeriggio.
Lo appoggiò delicatamente sul cuscino del divano, sistemandogli il cappello con il ponpon, per poi fargli compagnia guardando una partita di calcio che si era registrato. Si accorse che Shota aveva terminato il pisolino e gli si era arrampicato sulla spalla solo quando lo sentì mormorare: -Shingo, posso confidarti un segreto?-.
-Dimmi- gli rispose, abbassando il volume del televisore per sentire la piccola vocina del folletto.
-Mi è piaciuto tanto passare questa giornata con te. Forse sono portato per fare il folletto guardiano...- mormorò. Shingo si trattenne dal commentare e continuò ad ascoltarlo, annuendo.
-Da domani non so se ci sarò ancora io a proteggerti... però ho deciso che finirò gli esami che devo dare e diventerò un folletto guardiano a tutti gli effetti! Che ne dici?- chiese.
-Ok, ma ricordati che quando ti sarai diplomato e sarai tornato a fare il folletto guardiano, io lo voglio sapere. Promesso?- fece l'umano, ridacchiando.
-Promesso!- esclamò Shota.
La mattina dopo, Shota non stava più dormendo sul suo cuscino. E neanche le mattine successive. Shingo prese comunque l'abitudine di salutare il proprio folletto guardiano ogni giorno, anche se non riceveva mai risposta (quello si che era bravo a non farsi vedere). Gli preparava la colazione e faceva sempre in modo che la propria borsa fosse rifornita di snack vari. Salutava anche Ryo ogni volta che incontrava Yoko, cosa che agli occhi delle altre persone li faceva sembrare pazzi, ma dopo un po' lo staff che lavorava con loro si abituò.
Poi una mattina di parecchi mesi dopo, mentre si guardava allo specchio notò che il tessuto della propria camicia si piegava in modo strano su una spalla. Sorrise in quella direzione.
-Sono io, Shingo!-
-Lo so, Shota-
-Mi sono diplomato ed ora so essere trasparente!-
-Si dice invisibile...-
-Ah! E' vero!- esclamò la voce del piccoletto, imbarazzato.
Shingo ridacchiò, per poi uscire dal bagno dirigendosi verso la cucina: -Cosa vuoi per colazione oggi?-.