buonasera di nuovo ^_^ lo so lo so, non ho finito ancora taboo ma vorrei farvi leggere la storia che giorni fa mi è venuta in mente mentre mangiavo un panino incavolata nera nella mia pizzeria (da qui è nata una delle prime scene di Sho xD) lo so, il titolo non c entra nulla ma mi piaceva e l'ho tenuto xD comunque spero vi piaccia u_u posto il primo capitolo raccontato sia da Jun e da Sho u_u a voi questa bellissima cagata xDDD
Titolo: EXCHANGE
Autore: Gracematsumoto
Fandom: Arashi
Genere: sentimetale, comico, scolastico
Pairing: per il momento nessuno. ma c'è qualcuno innamorato di qualcun'altro xD
Rating: pg 15
Disclaimer: le vite di quei 5 pazzi non sono mie. e maledico emm... la mia prof di arte perchè è così!!! vabbò ciao xD
Ringraziamenti: al panino che mi ha illuminato xD
Trama: Jun è uno studente di moda all'università di Milano, è irrequieto e irragionevole e l'unica persona che riesce a calmarlo è il suo migliore amico, Sho, che invece è riflessivo e calmo. Jun viene scelto come studente apprendista per la sfilata di un famoso stilista e Sho si offre come modello, ma naturalmente a questa sfilata parteciperanno tanti professionisti e uno di questi sarà proprio un ragazzo che sconvolgerà le vite dei nostri due protagonisti...
EXCHANGE
*Jun* parte 1 scherzo del destino.
-Perdonami Jun, ma non credo che tra noi possa continuare. Sei sempre troppo impegnato e non appena hai del tempo libero preferisci passarlo con Sho. Non mi vanno più a genio troppe cose, è meglio finirla qua… ciao Jun-
Ascoltavo per l’ultima volta la sua voce, prima che si voltasse e andasse via, per sempre.
-Mi ha lasciato… la giornata non poteva iniziare peggio- sussurrai io abbassando lo sguardo. Essere mollati così era patetico, e soprattutto essere lasciati da lei era patetico e doloroso. In fondo erano sei anni che stavamo insieme. Sei anni della mia vita ad amare la stessa persona, a vivere per lei. L’avrei voluta sposare un anno dopo essermi laureato, eppure era tutto finito così.
Andai a lezione, il prof mi comunicò forse l’unica notizia decente della giornata: ero stato io, lo studente convocato per la collaborazione alla sfilata di Neclass, uno dei più famosi stilisti francesi a livello internazionale. L’università di moda di Milano offriva spesso la possibilità di far collaborare i suoi studenti con importanti nomi della moda e dell’arte contemporanea, e sta volta era toccato a me, con la mia squadra a mettermi in gioco.
Dentro nel profondo del cuore ero felicissimo, quello poteva essere uno sbocco lavorativo fondamentale per il mio futuro da stilista; ma in quel momento era passato in secondo piano.
Pensavo a lei, che già mi mancava. Non riuscivo ad esternare la mia felicità.
-Hei Jun! Vieni qui, siediti con me!- ero appena uscito dall’università e il mio migliore amico, Sho, mi aveva visto passare davanti il bar dove era seduto lui e mi aveva chiamato.
-Yo! Puoi fare questa vita a bere tu?- dissi io
-Senti un po’ chi parla, quello che due giorni fa si è scolato 20 Rochefort in tre ore- ribattè Sho
Sho mi conosceva troppo bene, era inutile nascondergli le cose, gli bastava un secondo per capire cosa mi turbava. Bevevo quella birra ascoltando i commenti di Sho che mi sembrava stranamente felice che mi fossi lasciato.
-Quella troia! Lo dicevo io che non era affidabile! Meglio così! Mio caro, ti sei liberato di un peso enorme. Fidati non puoi capire come ti stavi riducendo negli ultimi tempi-
-Sho col cazzo! Io la amo, non riesco a starci senza e lo sai bene… mi ha scaricato come se fossi stato un pezzente conosciuto giorni prima. Mi ha ferito la sua quasi totale indifferenza… Dio! Prendi la macchina e portami da lei-
-Calmo ragazzo, non partire in quarta! È finita Jun! Lo sai che una volta che lei prende una decisione non torna indietro. Non lo farà nemmeno con te. Fatti coraggio, e concentrati solo sulla tua carriera!-
Feci una smorfia cn la faccia quasi per rispondere a quel commento. Sho aveva sempre ragione, e cercava di riportarmi con la testa sulle spalle e nella stragrande maggioranza delle volte ci riusciva. Io ero un tipo impulsivo, mi fiondavo subito senza pensare alle conseguenze, Sho invece era uno che ragionava sul da farsi e rifletteva minuziosamente su tutto. Continuavamo a parlare seduti al nostro solito tavolino, del solito bar che frequentavamo da anni e dei soliti discorsi. Discorsi del tipo “cosa potrei proporre alla sfilata, la mia ex, vorrei far di tutto per riconquistarla” si mescolavano da ore. Sho stava dicendomi che non mi sarei dovuto preoccupare di cosa avrei preparato per la sfilata.
-Disegni da Dio Jun, qualsiasi cosa andrà bene. O per lo meno sarà sempre meglio di Neclass, che a mio modesto parere fa defecare… ma stai ascoltando?-
No, non stavo ascoltando per niente! Tutta la mia attenzione era stata catturata da un giapponese che era entrato nel bar seguito da tre omoni in nero. Mi sentivo strano, stranamente attratto da quel ragazzo poco più grande ed alto di me. Capelli lisci e lunghi, un ciuffo che gli cascava sugli occhi, occhi castani come i capelli, di una forma meravigliosa. Alto e magro, ben vestito, fin troppo. camminava lento e sicuro di se. Probabilmente era un modello o qualcosa del genere. Avevo un debole per le persone asiatiche. Portai una mano all’altezza degli occhiali da sole, i miei fedeli Ray Ban e li abbassai sul naso, giusto per scoprire gli occhi e osservarlo meglio. Non mi rendevo conto, ma lo stavo seguendo con lo sguardo senza staccarmi un secondo. Il suo sguardo mi ipnotizzava, era come se stesse consumando tutte le mie energie.
-Jun? Heeeei? C’è nessuno? Jun!- Sho mi chiamava e si dimenava come un idiota per catturare la mia attenzione.
-Sho, chi è quello? L’hai mai visto?- chiesi facendo cenno verso la direzione del giapponese.
-E che ne so io? Sono stato in America non in Giappone! È figo però. Quasi quanto me non trovi?- disse lui sarcastico mentre addentava un tramezzino al tonno.
-Ma quanto sei deficiente tu? Povero me che ti sto appresso- mi voltai nuovamente verso il misterioso ragazzo che stava andando via; continuai a fissarlo, Sho fece lo stesso.
-Che figo si! Vorrei essere io così figo! Ma lo stai guardando Sho?-
-Chiedi a lui di farti da modello allora. Se è così tanto figo saprà camminare su una passerella senza lasciarsi prendere dal panico-
-Che cazzo t’è preso di colpo? A parte che il mio modello sei tu! Non iniziare le tue solite scenate senza senso ti prego-
-Niente Jun, lasciamo perdere questo discorso. Parlando seriamente, non dovevi tornare all’uni per iniziare a provare qualcosa?-
-Mah.. si comunque hai ragione, vieni con me? Inizi a provare qualche abito-
E così ci avviammo verso la mia università. Con il mio gruppo e i professori iniziammo i preparativi; Sho invece indossava e sfilava alcuni dei miei vestiti. Era proprio bravo in queste cose, e il suo fisico era davvero ben piazzato e perfetto per questo mondo.
-Jun, Neclass naturalmente ha chiamato tutti i suoi modelli per il giorno della sfilata e ha voluto invitare un ospite d’onore che sfilerà i suoi migliori abiti. Dovrebbe essere qui a momenti-
Ero un po’ perplesso, sentivo come se stesse per succedere qualcosa…
-Eccolo! Ben arrivato signor Aiba! È un piacere conoscerla- disse il prof.
Mi voltai mentre infilavo una giacca a Sho che si girò a sua volta.
-Konnichiwa! Grazie, è un piacere essere vostro ospite-
Dentro di me sentii come una forza misteriosa salirmi dallo stomaco e fermarsi in gola. Sussultai e Sho se ne accorse. Sentivo la mano del mio amico stritolarmi il braccio mentre osservava Aiba.
Aiba, era questo il nome del ragazzo che poco prima mi aveva ipnotizzato in quell’angolo di bar.
EXCHANGE
*Sho* parte 1 scherzo del destino
Ero appena uscito dallo studio di restauro dopo aver iniziato a studiare ed osservare un autentico e bellissimo quadro di fine 800 che aspettava solo di essere restaurato e ritoccato nei punti in cui il tempo si era fatto sentire. Amavo la storia dell’arte e non concepivo che quelle opere magnifiche si potessero rovinare, così decisi di frequentare l’università, e due anni fa mi laureai in Tecnologie per la conservazione ed il restauro dei beni culturali iniziando a lavorare praticamente da subito, vista la mia precisione e la mia bravura.
Mi avviai verso il bar che frequentavo da quando ero un piskello bello e buono, ordinai un aperitivo e iniziai a degustarlo aspettando che Jun, il mio stupido migliore amico passasse di lì poco dopo essere uscito dall’università.
Eravamo vicini di casa, quindi ci conoscevamo fin troppo bene e da fin troppo tempo; io ero più grande di lui di soli 2 anni, infatti lui ne aveva 24 e io 26, ma bene o male avevamo gli stessi interessi. Peccato che lui fosse un irragionevole di prima categoria. Abbiamo sempre manifestato il nostro grande amore per l’arte e pian piano anche lui stava riuscendo a realizzare il suo sogno, ovvero diventare uno stilista. Disegnava di continuo: paesaggi naturali e architettonici, manga, astrattismo, ritratti, ma i suoi soggetti preferiti erano i capi d’abbigliamento che verso i 14 anni aveva iniziato a riprodurre su stoffa. Entusiasta della cosa mi feci subito avanti, diventando il suo primo modello, cosa che poi continuò negli anni non più come gioco, ma come vero e proprio secondo lavoro.
Come modello ero molto richiesto sia a Milano che in gran parte del nord Italia, il mio bel faccino e il mio bellissimo fisicaccio mi aiutavano molto; va bhè.. vogliamo parlare del mio fondoschiena? D’oro. Insomma si, ero un figo. Ero un narcisista fissatissimo e me lo potevo permettere.
L’unico difetto che avevo (era Jun a definirlo tale…) stava nel fatto che ero bisex, mi piacevano sia le donne che gli uomini, ma a me non creava nessun problema questa mia situazione.
La sola situazione che mi dava fastidio era che mi ero innamorato da quando avevo 17 anni di lui. Si, dello stupido, irragionevole, deficiente, impulsivo, bellissimo Jun. Ma questo lui non lo immaginava minimamente, ne tanto meno io mi sognavo di dirgli quello che provavo. Conoscendolo mi avrebbe scaraventato un calcio nelle parti basse dicendo che gli facevo schifo e che non mi sarei mai più dovuto avvicinare a lui. Dopo qualche giorno sarebbe ritornato per porgermi le scuse, affermando di aver riflettuto sullo sbaglio e ammettendo di aver esagerato. Ma avrebbe mantenuto lo stesso le distanze. Mi sarei giocato tutto l’oro del mondo che avrebbe reagito così, e avrei anche vinto. Per me, quell’idiota stupendo, era un libro aperto, letto e riletto miliardi di volte.
Ma Jun, purtroppo per me, era anche fin troppo etero! Aveva iniziato a fidanzarsi all’età di 14 anni e fino ai 18, anno in cui conobbe Luna innamorandosene e tutt’ora standoci insieme, aveva avuto un via vai di ragazzine di cui ormai avevo perso il conto. Ma come biasimarle? Era perfetto cavolo!
-Hei Jun! Vieni qui, siediti con me!- eccolo finalmente! Era passato di fronte al bar. Avevo sentito il suo profumo e mi ero subito voltato in cerca dei suoi occhi, anzi dei suoi occhiali da sole.
-Yo! Puoi fare questa vita a bere tu?- mi disse lui avvicinandosi al tavolino con fare da super divo.
-Senti un po’ chi parla, quello che due giorni fa si è scolato 20 Rochefort in tre ore- eravamo sempre pronti a punzecchiarci e a mandarci a quel paese. Che amiconi che eravamo eh? Comunque Jun beveva da far paura! Mai lasciarlo vicino a delle bottiglie!
-Sono birre. La birra non mi fa niente. Senti, ho bisogno di un modello per la sfilata con Neclass, ci stai? Pagheranno profumatamente.- mi fermò lui. E così lo avevano scelto per quella sfilata di cui mi stava assillando da settimane? Non sapevo se essere felice o meno. Adesso che era stato scelto… mi avrebbe parlato solo di questo giusto? Povero me…
-Devi anche chiedere? È logico che ci sto! Comunque ordina una birretta che ti vedo proprio terra terra- già, era proprio messo male e non capivo perché. Aveva un colorito pallido e sospirava di continuo. Così gli chiesi che aveva e mi aveva detto che Luna lo aveva mollato. Per poco non esultavo. Non la sopportavo quella racchia! Non era intelligente, era un’ochetta stupida e non gliene importava nulla della passione di Jun, lo voleva solo perché stava bene economicamente, era un ragazzo bellissimo di cui potersene vantare con le amiche, ed era buono solo per scopare e per estorcergli soldi in regali.
-Quella troia! Lo dicevo io che non era affidabile! Meglio così! Mio caro, ti sei liberato di un peso enorme. Fidati non puoi capire come ti stavi riducendo negli ultimi tempi- non credo che Jun notasse il mio palese stato di felicità mentre parlavo. Depresso com’era poi. Certo non riuscivo a vederlo triste, mi dispiaceva! Però in fondo era meglio così. Non solo per me, ma anche per lui.
-Sho col cazzo! Io la amo, non riesco a starci senza e lo sai bene… mi ha scaricato come se fossi stato un pezzente conosciuto giorni prima. Mi ha ferito la sua quasi totale indifferenza… Dio! Prendi la macchina e portami da lei- ecco che il suo carattere impulsivo si stava facendo strada a poco a poco. Jun era così, non riusciva a reggere una situazione? Buon pretesto per iniziare a sparare a raffica tante parole senza collegare la bocca al cervello. E qui intervenivo io che fungevo da calmante.
-Calmo ragazzo, non partire in quarta! È finita Jun! Lo sai che una volta che lei prende una decisione non torna indietro. Non lo farà nemmeno con te. Fatti coraggio, e concentrati solo sulla tua carriera!- mi fece una smorfia il bellissimo stronzo! Ma almeno si era calmato un po’. Finalmente tirò fuori l’argomento principale: la sfilata! E così continuammo a parlare di cosa avrebbe potuto fare e proporre.
-Disegni da Dio Jun, qualsiasi cosa andrà bene. O per lo meno sarà sempre meglio di Neclass, che a mio modesto parere fa defecare… ma stai ascoltando?-
No, non mi stava ascoltando per niente! Odiavo essere ignorato, però lui si era proprio perso a fissare qualcosa che non riuscivo a vedere. Era assorto, concentratissimo, mi sentivo leggermente irritato.
-Jun? Heeeei? C’è nessuno? Jun!- mi agitavo, sembravo un animale da circo che urlava cercando di attirare l’attenzione dell’unico cretino davanti a lui.
“addirittura si è abbassato i Ray Ban… che diavolo sta guardando?” pensai tra me e me.
-Sho, chi è quello? L’hai mai visto?- mi fece cenno con la testa verso un ragazzo alto dai capelli lisci e ben vestito, un giapponese, e lì mi irrigidii: Jun aveva un debole per gli asiatici!
-E che ne so io? Sono stato in America non in Giappone! È figo però. Quasi quanto me non trovi?- addentai un tramezzino al tonno pensando di prendere a morsi quello spilungone dagli occhi a mandorla!
-Ma quanto sei deficiente tu? Povero me che ti sto appresso- mi disse lui battendosi il palmo della mano in fronte senza distogliere lo sguardo dal giapponesino che stava andando via seguito dai suoi tre energumeni/pinguini. Ok si, era figo. Ma non quanto me dai… mi faceva una rabbia assurda!
-Che figo si! Vorrei essere io così figo! Ma lo stai guardando Sho?- tuonò Jun tutto allegro.
-Chiedi a lui di farti da modello allora. Se è così tanto figo saprà camminare su una passerella senza lasciarsi prendere dal panico- continuai io mentre azzannavo il povero tramezzino.
-Che cazzo t’è preso di colpo? A parte che il mio modello sei tu! Non iniziare le tue solite scenate senza senso ti prego-
-Niente Jun, lasciamo perdere questo discorso. Parlando seriamente, non dovevi tornare all’uni per iniziare a provare qualcosa?-
-Mah.. si comunque hai ragione, vieni con me? Inizi a provare qualche abito- e così, il tempo di finire, lui la sua birra e io il mio tramezzino, che impersonava un perfetto capro espiatorio, ci saremmo avviati verso l’università di moda.
Provavo e riprovavo gli abiti che mr. Cervello inesistente aveva disegnato e confezionato per la sfilata e li esibivo in tutto il loro splendore sulla passerella. Chi meglio di me sarebbe riuscito a risaltare ogni loro minimo particolare?
-Jun, Neclass naturalmente ha chiamato tutti i suoi modelli per il giorno della sfilata e ha voluto invitare un ospite d’onore che sfilerà i suoi migliori abiti. Dovrebbe essere qui a momenti- disse improvvisamente il professore. Non so perché ma sentivo che non sarebbe successo nulla di buono.
-Eccolo! Ben arrivato signor Aiba! È un piacere conoscerla- disse il professore tutto esaltato.
Jun si voltò per guardare chi fosse mentre mi infilava una giacca. Mi voltai anche io curioso.
Konnichiwa! Grazie, è un piacere essere vostro ospite-
Aveva parlato! Lo avevo visto! Lo sapevo io che non sarebbe successo niente di buono! E per di più Jun era completamente preso da quel modello. Senza neanche rendermene conto stavo stritolando il braccio al mio amico mentre fissavo in cagnesco quell’Aiba. Jun non si era neanche reso conto della mia stretta. Era rapito.
E così si chiamava Masaki Aiba quello spilungone? A noi due Giapponese andato a male! Sento che tra me e te ci sarà un bellissimo rapporto di odio!
Come se bastasse un giapponese per cambiare ogni cosa…