Buona sera a tutte ^^ finalmente ho trovato il tempo di postare gli ultimi due capitoli della mia storiella -.- è un periodo di puro schifo! troppi impegni e problemi ç_ç non riesco a trovare 10 minuti di relax. per scrivere questi capitoli ho scelto l'unico pomeriggio che avevo libero... ma mi sono rilassata tanto xD come ho già detto sono i capitoli conclusivi di Be with you. be.. io li ho scritti, ve li lascio <3
Titolo: Be with you
Autore: Grace
Fandom: Arashi
Genere: sentimetale, drammatico,
Pairing: aimoto, sakuraiba (diciamo per poco..)
Rating: G x la maggior parte, NC-15 (in alcune scene)
Disclaimer: come al solito gli Arashi non sono i miei, nemmeno la vita di Jun >_<
Ringraziamenti: come al solito a mia moglie sylviakun che la sa meglio di me, e ad un'altra mia amica xD
Be with you
Parte 9 come fulmini nel cielo
-Cosa scrivi di bello Sho? Un nuovo testo?- Riida appena arrivato sul posto di lavoro trovò l’amico intento nello scrivere e scarabocchiare un foglio di carta.
-Ciao, si più o meno..- si limitò a rispondere Sakurai riprendendo subito dopo a scrivere.
Poco dopo arrivarono anche Nino e Masaki iniziando così a provare i brani da portare al Music Station. Erano stati invitati come ospiti d’onore e quindi avrebbero dovuto intrattenersi in una performance ben strutturata e corposa, con tanto di discorso. Di solito i discorsi li preparava sempre Jun, e non essendo possibile per quel Natale, nessuno dei quattro osava parlarne.
Così passavano i giorni e gli impegni degli arashi e di Matsumoto si facevano sempre più fitti, incrociandosi delle volte. Nessuno riuscì più a parlare con Jun per tentare di convincerlo, e senza neanche rendersene conto la notte di Natale era già arrivata.
Ore 21.00 i presentatori erano appena entrati in scena mentre tantissimi artisti dietro le quinte attendevano di essere presentati. Dopo circa una mezz’ora dall’inizio venne presentato Jun.
Urla, pianti, grida isteriche. Il pubblico alla vista del ragazzo era entrato in encandescenza, si era esaltato, d'altronde era molto amato dal popolo giapponese.
-Buonasera e buon Natale a tutti- disse il ragazzo entrando in studio e attaccando immediatamente a cantare e ballare la sua canzone agitando tutta la platea.
-MatsuJun è passato meno di un mese da quando sei stato dimesso dall’ospedale, come stai adesso? Sappiamo tutti che ti stai impegnando davvero tanto nel lavoro- chiese il presentatore appena il cantante finì l’esibizione.
-Pian piano sto recuperando tutte le forze, sono ancora sotto osservazione dai miei medici ma ora sto bene e ho solo voglia di lavorare, e di farlo bene. Ho perso troppo tempo- rispose Jun ridendo verso la fine della frase.
-Non è più difficile lavorare da solo in un momento come questo? Non sarebbe meglio tornare negli Arashi e continuare insieme? Azzardò l’uomo.
Tutta la sala ammutolì di colpo e quasi sgranò gli occhi in attesa di una risposta concreta. Jun restò calmo e facendo uno sguardo serio iniziò a parlare.
-Di certo è difficile, soprattutto nelle mie condizioni non ancora del tutto stabilizzate, ma voglio dare il massimo da solo. So di potercela fare e non mi va di dover dipendere da altri solo perché ho avuto dei problemi. E poi non mi sembra che stia andando male sia per me che per gli Arashi-
Jun abbassò gli occhi puntandoli al pavimento. Voleva piangere. In un momento del genere aveva solo bisogno di sfogare il suo stato d’animo con delle piccole e trasparenti lacrime. Ma non poteva farlo. Con quelle parole aveva straziato il cuore e le speranze di tutti. Specie degli Arashi che avevano assistito alla sua esibizione essendo subito dopo di lui in scaletta.
Jun tornò dietro le quinte e mandarono la pubblicità. Nel frattempo il gruppo si preparava a entrare in scena.
-Dove ho messo il mio cappello! Non lo trovo da nessuna parte- disse Nino in preda al panico.
-Come non lo trovi? Senza non possiamo iniziare. Dobbiamo essere perfetti oggi visto che siamo gli ospiti principali!- gli urlò contro Sho.
-Tieni il mio. Dio… non riuscite più neanche a sistemarvi gli abiti di scena?-
-MatsuJun! Grazie… ci hai salvati!- disse Nino
-Figurati Nino. Non sopporto che le esibizioni non siano perfette e precise, lo sai-
-Già… ora andiamo…-
-Mh. Si, buona fortuna- augurò Jun
-Ehi MatsuJun… sei ancora in tempo a entrare con noi… infondo… è gli Arashi che vogliono- Riida lasciati entrare i restanti tre, si era fermato per pronunciare quella frase corta e semplicissima a Jun. Non lo guardò negli occhi. Non si voltò verso di lui. Riferite quelle parole avanzò prendendo tutti gli applausi del pubblico.
Jun spiazzato da quella frase si immobilizzò respirando a fatica. Era tentato. Inutile nasconderlo. Il suo unico desiderio era ritornare nella sua amatissima band. Ma non ne aveva la forza. C’era qualcosa che lo bloccava. L’orgoglio forse? La paura di soffrire ancora? La paura di vedere Masaki e Sho amarsi? Con uno scatto veloce si voltò e raggiunse il sipario. Il cuore gli esplose dentro il petto e la sua pelle iniziò a tremare più del dovuto. Afferrò la tenda deciso ad entrare.
Aiba stava cantando la loro nuova canzone: l’attacco iniziale era il suo.
Jun era paralizzato. Era tantissimo tempo che non sentiva la voce del suo amato canatare. Si era quasi emozionato, la voce di Masaki differiva da tutte le altre: era simpatica, allegra, spensierata ed allo stesso tempo rassicurante, calda e sensuale.
Quella melodia lo bloccò proprio ad un passo dal ritornare un Arashi.
Nuovamente Masaki Aiba aveva stoppato Jun.
Nuovamente Masaki Aiba lo aveva emozionato.
Nuovamente Masaki Aiba gli aveva sbarrato la strada.
Nuovamente Masaki Aiba lo aveva fatto innamorare di lui.
-Voglio baciare le labbra che stanno sfiorando questa dolcissima voce- sussurrò Jun.
-Ho bisogno di sentire la sua voce il più vicino possibile- continuò.
-Voglio che quella voce appartenga a me… di nuovo…-
Tutti i quattro Arashi iniziarono a cantare il ritornello. Jun venne percosso da alcuni brividi.
Li osservava e vedeva che non era tutto perfetto come succedeva di solito. La magia che solo loro sapevano creare era labile. Mancava qualcosa. E quel qualcosa aveva un nome ed un cognome: Matsumoto Jun.
L’esibizione era finita, il pubblico era eccitato al massimo.
-Signore e signori: gli Arashi!- li presentò nuovamente il presentatore. Ma, quasi come se le menti delle persone nel pubblico fossero state collegate telepaticamente, nella sala circostante tutti iniziarono ad invocare Jun. Si, invocare era la parola giusta per descrivere quell’evento. Era come se aspettassero un qualche essere magico sbucare da chissà dove, dopo chissà quanto tempo.
-JUN! JUN! JUN! JUN! JUN! ... -
Gli Arashi si commossero.
Jun spalancò gli occhi. Non aveva il coraggio di aprire quella tenda e vedere cosa stesse succedendo nella stanza a fianco. Semplicemente sentiva il suo battito cardiaco che non avrebbe retto qualche istante di più. Era palese che tutti volevano il suo ritorno nella band.
Il presentatore, commosso a sua volta, annunciò l’imminente discorso degli Arashi.
Nino, Sho e Masaki si guardarono preoccupati: non avevano preparato nulla di appropriato, e le uniche cose che erano riusciti a scrivere erano state misteriosamente perse.
Destando la curiosità di tutte le persone presenti, si fece avanti Satoshi con alcuni fogli in mano.
-Nessuno di noi ha preparato un discorso, per lo meno decente. Sappiamo benissimo chi era colui che si occupava spesso di discorsi e ringraziamenti. Quello che sto per leggere non somiglia minimamente ad un discorso per augurare un buon Natale, ma vi prego di ascoltarlo lo stesso, anche perché siamo riusciti a scrivere solo questo…
Sho Sakurai: stiamo tentando in tutti i modi di essere precisi in qualsiasi cosa facciamo, senza però ricevere risultati gratificanti. È che manca proprio quel tassello per completare il puzzle. Noi ce la stiamo mettendo tutta lo stesso per far sempre meglio. Il pubblico, che ringrazio, non merita di vedere il nostro lato peggiore, anzi.. ed è proprio grazie a voi che adesso stiamo continuando su questa strada. Spero però che tutto ritorni come prima… un’ultima cosa, tanti auguri Ma-chan.
Kazunari Ninomiya: Buona sera Music Station! Buon Natale a tutti e buon compleanno ad Aiba-chan. Oggi più che mai è difficile e stancante lavorare. Siamo rimasti in quattro ma so per certo che il nostro quinto membro ritornerà con noi. E ne sono sicurissimo gente, perché Arashi è un gruppo formato da cinque componenti. Cinque amici. E questi non si possono separare. Grazie per il sostegno a tutti i nostri fan che continuano a supportarci.
Masaki Aiba: tanti auguri a me. E auguri a voi di buon Natale. Vorrei ringraziare ad uno ad uno i nostri fan e gli Arashi, ma lascio perdere. Perdonatemi ma non sono in vena di ringraziamenti sapendo che la persona che di solito se ne occupava, adesso non è presente. Chi lo avrebbe mai detto che un giorno proprio lui ci avrebbe lasciati… fa male svegliarsi la mattina, arrivare a lavoro, registrare un pezzo e bloccarsi perché per abitudine si aspetta che lui canti la sua parte e puntualmente… lui non canta. Fa male non avere i suoi cappelli sparsi per lo studio che nascondono gli spartiti e i testi e noi che impazziamo credendo di averli persi. Fa male vederlo a due passi da noi e non riuscire a rivolgersi la parola… oggi è il mio compleanno e l’unico regalo che vorrei ricevere è riuscire a farmi perdonare da lui. So benissimo che è stata tutta colpa mia e che hai sofferto come un dannato.. ma ti prego scusami. Non pretendo e non ti obbligo a ritornare, ma almeno di accettare le mie scuse. E le porgo anche a voi, Riida, Sho, Nino, scusatemi… fan scusatemi tutti!
Spero di non avervi annoiati nell’aver letto queste brevi lettere. Io non ne ho una, quello che dovevo dire l’ho detto… Buon Natale a tutti e tanti auguri ad Aiba-chan-
All’insaputa di tutti i componenti del gruppo, Riida aveva preso di nascosto quelle lettere che da giorni vedeva scrivere ad ognuno di loro e ne aveva fatto un unico foglio da leggere in assenza di un discorso.
Aveva commosso e zittito la sala e il back stage. Soprattutto una persona, che tutti aspettavano.
Jun era rimasto immobile a testa bassa, rigido, quasi sembrava una bambola. Non tremava, respirava lentamente e impercettibilmente, sudava freddo. La sua mente si era completamente svuotata. Si sentiva pesante. Un macigno che non riusciva a spostarsi nemmeno di un millimetro. Era psicologicamente pesante. Voleva muoversi ma le sue gambe non rispondevano ai comandi. Eppure sapeva che ne aveva bisogno. Se voleva vivere doveva andare da loro. Perché loro, gli Arashi, erano la sua anima. E senza anima si muore.
Poco dopo gli Arashi attaccarono a cantare Refrain. Jun non sopportava più quella situazione di malessere e afferrò quelle tende rosso porpora. Prese un grande respiro, chiuse gli occhi e tirò le tende.
Afferrò il suo microfono portandolo alle sue labbra e iniziò a cantare la sua parte prima che lo facesse Sho che aveva preso momentaneamente il suo posto in quella canzone.
Era tutto naturale. Nessuno del gruppo si fermò o interruppe l’esibizione. Continuarono a ballare e cantare come sempre altri loro singoli. Eccola la magia. Ecco Riida. Ecco Sho. Ecco Masaki. Ecco Nino. Ecco Jun. Finalmente. Lacrime veloci come fulmini a ciel sereno sgorgavano dagli occhi dei cinque, sovrastati dalle urla di felicità dei fan. L’unica magia possibile a questo mondo era tornata. La magia della tempesta. La magia chiamata Arashi, ora troneggiava. Pronta a tutto. La tempesta, una volta iniziata non può più essere fermata. Da niente e nessuno.
Be with you
Parte 10 be with you
Dopo mesi di agonia estrema il gruppo era nuovamente al completo. Tutto era di nuovo stabile e perfetto, l’armonia della band era tornata quella di sempre, o per lo meno così sembrava.
Jun era venuto a conoscenza che il suo ex e il suo migliore amico non stavano più insieme da tempo ormai ed era riuscito a chiarire pienamente la situazione con Sho. Non c’era più motivo per loro di litigare ed evitarsi, facevano parte dello stesso gruppo e si volevano un bene profondo che superava l’odio. Erano tornati i due amiconi di sempre. Per quanto riguardava Masaki, non erano riusciti a chiarire nulla. Semplicemente evitavano ogni sorta di allacciamento all’argomento “amore” e così continuavano a vivere pacificamente nel gruppo.
Come volevasi dimostrare con il ritorno di Jun, gli Arashi ripresero quota, risalirono sulle vette delle classifiche, incassarono una marea di soldi e le loro trasmissioni tv e radio andavano magnificamente.
Il nuovo album tanto atteso e tanto sofferto uscì proprio come voleva Masaki: con la traccia di Matsumoto presente in lista. Naturalmente tutte le canzoni registrate vennero modificate con la voce di Jun che cantava le parti che erano originalmente state scritte per lui; ne era uscito un ottimo album, ricco di passione e sentimento.
Jun era di nuovo se stesso. Solo con loro riusciva a dare il meglio di se, e una volta ritornato aveva rimesso apposto tutte le imperfezioni lavorative che la sua assenza aveva creato; inutile, senza di lui e della sua meticolosità, quei quattro non riuscivano a combinare granchè.
Una sera, poco prima di terminare il lavoro Riida si fermò a parlare con Jun.
-Cosa pensi di fare con Aiba?-
-Non lo so Oh-chan… per ora nulla-
-So come siete voi due, vi conosco meglio della mia pelle e posso assicurarti che lasciarete le cose così come sono ora-
-Perché dici così Riida…-
-Perché siete testardi, orgogliosi e anche spaventati che una sola parola possa rovinare il rapporto che si è creato da poco-
-…hai ragione… ma io ho come un blocco… non riesco a fare altro…-
-Sai cos’è Jun? Hai paura di una sua reazione cattiva… sappiamo tutti il carattere forte e a volte duro di Aiba, e per questo tu hai paura di soffrire nuovamente. Però devi superare quest’ostacolo-
-Si ma come?-
-Tu lo ami seriamente?-
-Si! Certo che lo amo! Lo sai benissimo Riida…-
-Allora sai già quello che devi fare e come lo devi fare. Ti serve solo un pizzico di coraggio in più- sorrise il più grande dei due.
-Riida…-
-Ah… e non preoccuparti Jun! Masaki è cotto di te. Lo è sempre stato. Solo che era troppo stronzo per capirlo prima- scherzò Riida che rise fragorosamente
-Cosa? Non ti seguo più- disse il più piccolo sorridendo dietro il compagno.
-Non preoccuparti ti dico. Masaki è innamorato di te. Non credo proprio che ti respingerà- disse Riida dando una pacca alla spalle destra dell’amico che aveva un’espressione da ebete, tra il felice e lo sconcertato.
-Riuscirò a perdonarlo’?- chiese d’un tratto Jun serio.
-Spero che le cose tra voi due si aggiustino amico mio, questa è una scelta che solo tu puoi prendere. Io non voglio influenzarti. Posso solo dire che Aiba, si è veramente pentito di quello che ha fatto. Te lo posso giurare sugli Arashi-
Si guardarono per un attimo negli occhi i due ragazzi. Come se stessero cercando uno le risposte e l’altro le certezze e le speranze. Improvvisamente Riida abbracciò Jun a se.
-Hei che ti prende! Non è da te…- Disse il più giovane esterrefatto.
-Bentornato! Bentornato MatsuJun! Grazie per essere di nuovo qui con noi-
-Di nulla… in fondo lo sai meglio di me che il mio posto è solo con voi-
Rimasero qualche altro minuto abbracciati con alcune lacrime che bagnavano i loro volti per poi staccarsi allontanandosi con le braccia tese.
-Ok stop. Basta così. Troppe effusioni mi danno allo stomaco- disse Jun ridendo
-Che schifo. Ti rendi conto che mi hai fatto fare? … non mi riconsoco più- continuò ridendo Riida.
Salutati gli altri Jun si diresse verso casa sua. Entrò, buttò le chiavi sul tavolino di fianco la porta, poggiò il suo cappello sulla menzola dove li esponeva gelosamente, e iniziò a spogliarsi per andare a fare la doccia. Passò un’oretta e Jun uscì dalla doccia passandosi la tovaglia bianca attorno alla vita. Si passò una mano tra i capelli tirandoli indietro e si avviò verso la cucina. Si versò un bicchiere di vino italiano e si distese sul sofà perdendosi in alcuni pensieri quando il campanello suonò spaventandolo.
Aprì la porta e gli sobbalzò il cuore.
-Posso… entrare?-
-…Certo…-
Masaki.
-Ehmm.. è tutto in disordine… e scusa se, be si.. sono in asciugamano ma ho appena fatto il bagno-
-Tranquillo, ci sono abituato a vederti in questo stato-
-Sempre diretto e deficiente tu eh…-
-Mi sono pentito, non ho cambiato il mio modo di parlare-
-Che sei venuto a fare qui eh Masaki?- chiese Jun spazientito ma anche felicissimo.
-Parlare con te. Tutto qui…-
-Ah.. ok…-
Gli passò un bicchiere di vino e si sedettero sul sofà entrambi.
-E’ un bel po’ non ci sedevamo così vicini…- azzardò Jun
-Già…e devo ammettere che… mi mancava-
-Capisco…-
-A te, non mancava?- chiese timido Masaki.
-… -
-Scusa… non volevo…-
-Scusa tu… è che … sono ancora un po’… come dire…-
-Tranquillo Jun. Non sforzarti… lo so… e ti chiedo scusa ancora-
Si fissarono per alcuni istanti e il silenzio si faceva sempre più piatto.
-Jun… io…-
-Masaki… io…-
Imbarazzo totale…
Non riuscirono più a dire altro. Erano imbarazzati e a disagio.
Poco dopo Masaki andò via lasciando un Jun ancora più innamorato e sognante di prima.
-Quanto lo amo… dio… mi sento uno stupido ad amarlo così tanto…- si buttò sul letto. Sullo stesso letto dove meno di un anno prima consumava le sue voglie e il suo amore con l’uomo che poco prima era accanto a lui. Si grattò leggermente il petto e continuò a pensare per tutta la notte a Masaki.
Desiderava toccarlo, sfiorarlo, baciarlo. Lo desiderava più di ogni altra cosa al mondo.
Si svegliò il giorno dopo sul tardi, ricordatosi che proprio quel giorno iniziava il loro tour e che era in ritardo. Così corse sul posto di lavoro, chiese scusa a tutto lo staff e iniziò a ripassare tutte le parti.
Mancava pochissimo al concerto. Era emozionato come se fosse stato il suo primo concerto. Tremava, aveva il terrore che qualcosa potesse andare storto.
-Hei Jun! Stiamo aspettando solo te per il tuo solito discorso!- lo chiamò Nino sorridendo.
Tutto lo staff, i ballerini e gli Arashi si accerchiarono abbraccandosi.
-Sono mesi che non faccio il mio discorso di incoraggiamento prima del concerto e devo dire che mi sento un po’ a disagio… volevo chiedervi perdono per avervi abbandonati tutti… -
-Taglia corto MatsuJun!- scherzò Sho che era più teso di lui.
-Ok… dai ragazzi! Mettiamocela tutta anche questa volta! Voglio un concerto memorabile! Il più bello fin’ora! Ora scendiamo sul palco e sfondiamo il mondo! Come solo noi sappiamo fare! Ok?-
-OK!- urlarono tutti
-COMEEE??-
-OOKK!!!- gridarono nuovamente.
-ANDIAMO!-
E così il concerto iniziò.
Delirio assoluto. Migliaia di persone stavano sognando, e gli Arashi erano più magici e brillanti che mai.
L’atmosfera che avvolgeva il Tokyo Dome quella sera era diversa.
Sho ritmava tutti con la sua voce a colpi di rap. Voce calda e sensuale. Mandava in estasi tutti lì dentro.
Nino con la sua voce dolce e i suoi acuti ipnotizzava ogni singola persona.
Satoshi paralizzava per la sua bravura. La sua voce non stonava di una virgola.
Masaki rendeva tutto più allegro e rilassato con la sua voce magica e diversa.
Jun estasiava tutti. La sua voce suadente e a volte ironica rendevano il tutto di una dolcezza unica. Gli arashi erano tornati. Finalmente.
Dopo il delirio e lo scompiglio assoluto era il momento della calma. Jun annunciò la prossima canzone scatenando le urla dei fan.
-E ora, “be with you”-
Dolcemente iniziarono a cantare quella bellissima melodia. Il trasporto era al limite. Sembrava che quella fosse la prima volta che quei cinque eseguissero quella canzone.
Jun stava cantando una delle sue parti quando venne interrotto da Masaki.
Tutto si fermò. Come il tempo in quell’istante. Anche il cuore si era fermato.
Masaki lo stava baciando. Davanti un pubblico mozzafiato. Durante una delle canzoni più suggestive della band.
Lo stava baciando. E non accennava a smettere. Jun chiuse gli occhi arrendendosi definitivamente a quelle labbra e a quel respiro. Si lasciò andare in un abbraccio denso di emozioni fregandosene di ogni persona che li stesse guardando.
Voleva solo le sue labbra. Le stesse che poco dopo gli avrebbero regalato il sorriso più bello e dolce del mondo. Perché si sapeva, il sorriso di Aiba avrebbe potuto fermare una guerra in corso…
-Ti amo Jun. Sta volta davvero-
-Masaki… io…-
-Tu dimmi solo che mi ami-
-Ti amo anche io…-
Si abbracciarono forte, Jun si mise a piangere. Insieme a lui tutti gli Arashi e i ballerini si commossero. Lo staff e il pubblico applaudivano e urlavano.
Era tutto magico. Nino, Sho e Riida si avvicinarono ai due e li strinsero forti a loro.
Un’immagine bellissima e stupenda. Cinque artisti. Cinque amici. Due amanti. Un unico abbraccio. Erano questi gli Arashi. Era questa la magia.
La tempesta aveva ricominciato a soffiare forte. E questa volta davvero, nessuno l’avrebbe più fermata.
N.B. Arashi, grazie d’esistere. ^^