Since You've Gone

Mar 26, 2012 13:37

Anche oggi doppio capitolo, così poi manca solo l'ultimo e il finale! Uaaaahahhhahhhahhahaha! *risata diabolica*
Così poi potrò tediarvi con qualcos'altro XD *fortunelle!*

TITOLO: Since you've gone (ndoa? scusate il dialettismo, ma con sti titoli a casaccio sorge spontanea la domanda)
AUTRICE: Jinny
GENERE: AU scolastica, angst (sennò non sarei io, vi pare?)
GRUPPO: Arashi pincipalmente (ma no!) più un paio di sparsi
PAIRING: Sakuraiba (onesided e tepistiche disastrate), Sakumoto, Aimoto (già parlato di tempistiche disastrate?), Ohmiya, Tackey&Aiba (non so da dove mi sia uscito; ricordi, comunque), Tackey&Tsubasa (ricordi, accennato), Tackey&Ohno (ricordi, accennato) (Così siete psicologicamente pronte e ho la coscienza a posto)
RATING: pg-13
DISCLAIMERS: Avevo quasi concluso le trattative per prendere possesso degli Arashi, ma Johnny si è impietosito ai loro sguardi angosciati e se li è tenuti.
RINGRAZIAMENTI: Harin e Vampiretta che se la sono già sorbita e che mi hanno dato l'ok a postarla XD
NOTE: non si tratta nemmeno di andare a pescare nell'archivio, quanto di uno scavo archeologico, praticamente ... babbabia ...
GIA' POSTATI:  1   2   3   4 5&6   7&8  9&10



La mattina dopo, tutti parlavano a bassa voce, quando lui passava. Sentiva le parole “autolesionista” e “clinica psichiatrica” aleggiare

<< L’hanno visto fermarsi alla stazione della clinica psichiatrica… sua madre è pazza!>> diceva Akanishi, ridendo, fermo in mezzo al cortile. Masaki gli arrivò da dietro

<< E tu ne parli così? Tranquillo? Magari sono pazzo anch’io come lei, che ne sai?>> chiese. Akanishi impallidì, mentre tutti, intorno, iniziavano a ridacchiare.

<< Magari un giorno mi sveglio e decido che mi hai rotto, allora ti ammazzo. Che ne sai? Da come parli di me, sembro davvero una persona pericolosa. Allora… perchè ti metti contro di me?>>

<< Vedete! Intimidazione!>> urlò Akanishi. Alcune persone iniziarono a parlare del fatto che Masaki si tagliasse. Iniziarono a prenderlo in giro. Masaki li guardò, glaciale. Poi guardò Jin

<< Bakanishi. Omae wa moo shindeiru.>>  sibilò. Jin rabbrividì, mentre Masaki si allontanava. Satoshi lo seguì

<< Pranzo, scala antincendio.>> disse Masaki. Satoshi annuì e si divisero.

Masaki si sedette al proprio posto, ignorando gli sguardi e i bisbigli. Ignorando l’occhiata glaciale di Sho. Ignorando l’angoscia che minacciava di tornare. Inspirò e si girò verso Sho

<< Tu vuoi Matsumoto. Io voglio te. Il che vuol dire. Tieniti pure Jun. E’ tanto caro, ma non è il mio tipo. Per quello che riguarda il fatto che tuo padre non sia tuo padre, avresti dovuto parlarmene!>> disse

<< Con tutti i problemi che hai, non mi sembrava il caso!>> disse Sho. La rabbia stava scemando.

<< Almeno avrei pensato a qualcos’altro… non è vero. Sono una frana con i problemi altrui… però… >>

<< Masaki, non possiamo continuare ad essere amici. Lo sai. Non se io ti piaccio. Non se piaci al ragazzo di cui sono innamorato.>>

Masaki si sentì morire. Mantenne l’espressione immobile. Poi sorrise

<< Lo so. Comunque… volevo che lo sapessi. Tutto li. Ganbatte con Mattsun, ne.>>

Sho sorrise. Masaki distolse lo sguardo ed iniziò a seguire le lezioni. Si sentiva strano…

<< Aiba, sei pallido… fai un giro in infermeria. Forse hai ancora la febbre.>> disse il professore. Masaki lo guardò. Poi si alzò e si avviò verso la porta

<< Povero Aiba… ha la febbre…>> lo canzonò uno dei compagni. Masaki gli calciò la sedia talmente forte da mandarlo a cadere nella fila tra i banchi.

<< Prof! Ha… ha visto?!>>

<< Te la sei cercata. Aiba, adesso per favore esci, ok?>>

Masaki annuì ed uscì. Si avviò verso l’infermeria. Vi trovò Akanishi. Aveva un occhio nero

<< che ti è successo?>>

Jin lo guardò, con rabbia

<< Il tuo amico Matsumoto mi ha picchiato. Deve aver imparato a fare a pugni, da ieri… >> disse.

<< Un occhio nero da una checca. Non ci posso credere…>> borbottò. Masaki si sedette sull’altro lettino. Jin lo guardò. Poi abbassò lo sguardo

<< Io… vorrei scusarmi… mi sto comportando davvero male nei tuoi confronti…>>

<< Hai mai pensato a come possa sentirmi?>> chiese Masaki, secco.

<< Beh, era così che volevo che ti sentissi.>> disse Jin. Masaki fece una smorfia. Non ce la faceva. Distolse lo sguardo

<< Senpai…>>

<< Che t’ho fatto?>> chiese Masaki, con un filo di voce

<>

<< Non era già abbastanza così? Il mio ragazzo si è ammazzato, e tanto sarebbe morto per un tumore nel giro di qualche mese! Mia madre tre anni fa ha ammazzato mio padre, e voleva ammazzare anche me, mi chiedo perchè non l’abbia fatto! Mio fratello è morto che aveva solo un anno, perchè io mi sono messo in salvo, ma me ne sono fregato di lui… il ragazzo di cui sono innamorato, è innamorato di un altro! Mia madre… si, è pazza! Sai perchè mi taglio? Lo sai? Ci hai mai pensato?!>> Masaki sentì la propria voce prendere toni isterici. Jin lo guardò. Poi abbassò il viso

<< Senpai… no, non lo so… è una cosa che non concepisco… qualcosa che non capisco… Io…>>

<< Io non ho il diritto di stare così male. Li ho lasciati morire, non ho il diritto di piangere per la loro morte. In qualche modo devo fermare l’angoscia. Però pensavo di averne abbastanza. Pensavo di non dovermi preoccupare, a scuola. Invece… >>

Jin lo guardò

<< Perdonami, senpai… perdonami…>> singhiozzò. Masaki inspirò profondamente. Si morse le labbra

<< Vaffanculo. Lasciami almeno la possibilità di rimanere incazzato per un po’!>> disse Masaki. Jin sorrise

<< Ok…>> disse. Anche Masaki sorrise.

<< Ti spiace se dormo un po’?>> gli chiese poi. Chiuse la tenda e si sdraiò. Si addormentò quasi subito.

E si ritrovò nella casa deserta.  Iniziò a cercare i suoi genitori. Sentì suo padre chiedere perdono. Si precipitò in cucina. Sapeva che sarebbe successo. Doveva fermarla… sentì lo sparo. Sentì la propria voce urlare. Aprì gli occhi. Qualcuno lo teneva sdraiato

<< Calmati, Aiba!>> disse Satoshi. Masaki lo guardò, gli occhi spalancati. Iniziò a respirare normalmente. A smettere di tremare. Si aggrappò a Satoshi. Ma voleva Sho. Chiuse gli occhi.

<< Lo so, non sono Sakurai, ma sono qui, ok?>> disse Satoshi. Masaki annuì, il viso ancora nascosto nella giacca di Satoshi. Satoshi che gli accarezzava i capelli. Che lo stringeva dolcemente…

<< Sembri una mamma…>> disse Masaki.

<< Adesso che hai ammazzato il mio orgoglio maschile, ti senti meglio?>> chiese Satoshi, ridacchiando. Masaki rise. Poi alzò il viso

<< Io non ti sono simpatico. Perché mi aiuti?>> chiese.

<< Perché penso tu debba andare avanti. Lo devi a Takki.>>

Masaki annuì, sorridendo dolcemente.

<< Hey, è ora di pranzo. Andiamo a mangiare, ti va?>>

<< Non ho fame…>> disse Masaki

<< Ma io si.>> disse Satoshi. Masaki sorrise  lo seguì. Incrociarono Sho, che li squadrò, freddissimo

<< Cambi idea in fretta, a quanto pare.>> disse a Masaki.

<< Sakurai, vedi di piantarla un po’. >> disse Satoshi, scaldandosi subito.

<< Ah, beh, dopo due settimane che il suo ragazzo era morto, già mi guardava, figuriamoci, adesso che mi viene dietro da due mesi…>>

Satoshi alzò il braccio, pronto a colpire Sho, ma Masaki lo fermò. Si avvicinò a Sho e lo schiaffeggiò. Sul suo volto non c’era espressione. Sho rimase bloccato. Terrorizzato da quel viso.

Masaki si girò e si avviò verso la terrazza. Satoshi guardò Sho

<< Hai intenzione di ammazzarlo? O vuoi torturarlo per vedere quanto regge prima di esplodere? Gli hai detto che deve stare lontano dal ragazzo che ti piace. Gli hai detto che se gli piaci non potete più essere amici. E adesso fai il geloso? Cerca di avere un minimo di coerenza! E… se non si aggrappa a te, lascia che si aggrappi a qualcun altro. Da solo non ce la può fare. Lo sai benissimo.>> detto questo, anche Satoshi si allontanò. Raggiunse Masaki sulla scala. Lo strinse a sé. Masaki tremava.

<< Senpai… io… non ce la faccio più…>> mormorò. << Sta andando tutto male e… voglio solo nascondermi ed aspettare che le cose tornino a posto, perchè non riesco ad affrontare tutto… io…>>

<< Masa… non arrenderti…> singhiozzò Satoshi. Masaki lo guardò

<< Perché piangi, scusa?>> chiese. Satoshi si asciugò gli occhi

<< Non lo fai tu…>> si giustificò. Masaki rise.



Un mese e mezzo dopo, apparvero le scritte. Masaki rimase impietrito. Tutta la sua vita sui muri della scuola. Anche quello che non sapeva nessuno… Beh, qualcuno sapeva… Si girò verso Satoshi, che sembrava essere sul punto di esplodere, rosso in volto, la mandibola contratta, una vena che gli pulsava sulla tempia. Guardò Sho e Jun, ormai una coppia, pallidi e sconvolti. La contrazione ritmica della mano di Sho era sintomo di rabbia. Rabbia feroce. Jun teneva gli occhi spalancati, incredulo. Kazunari si girò verso Masaki

<< Senpai… che… che significa quello?>>

Masaki lo guardò. Kazunari non sapeva nemmeno nulla. Si strinse nelle spalle. Poi guardò Akanishi, che impallidì e fece per fuggire. Masaki lo raggiunse in quattro lunghi passi, lo prese per il davanti della giacca e gli sbatté la schiena contro il muro. Jin sostenne il suo sguardo per circa un centesimo di secondo.

<< Che credi di fare, Akanishi?>> sibilò Masaki

<< Non ho fatto tutto da solo…>> si difese Jin. Masaki mollò la presa. Si sentiva improvvisamente strano. Sentiva le voci di tutti bisbigliare le cose che c’erano scritte. “Non ha salvato suo fratello” “Sua madre è impazzita per quello”

Masaki si girò e ripercorse il viale della scuola. Sentì un professore chiamarlo, ma lo ignorò. Sentì di nuovo la voce dell’insegnante alzarsi, ma la ignorò ancora. Iniziò a correre, cercando di seminare l’angoscia. Cercando di non pensare a nulla. Inciampò e cadde. Rimase fermo a terra, scosso dai singhiozzi. Sentì delle mani tirarlo a sedere. Trovò un rifugio in delle braccia forti, sentì voci chiamare il suo nome, ma non riusciva a rispondere. Tutto quello che riusciva a fare era urlare, e piangere.

Sho guardò gli altri. Masaki aveva pianto per tre ore consecutive. Ora dormiva, rannicchiato tra le sue braccia.

<< Mi si sono informicolate le gambe…>> disse, in un soffio. Jun tese le braccia

<< Passalo a mamma.>> disse. Gli altri ridacchiarono. Sho si spostò, mentre Jun prendeva delicatamente Masaki tra le braccia.

<< Sembra un gatto, quando fa così…>> disse Satoshi. Kazunari si limitava a guardarlo. Poi serrò la mandibola

<< Voglio ammazzarli tutti. Dal primo all’ultimo.>> disse

<< Lo vogliamo tutti, Nino.>> disse Sho. Masaki si mosse leggermente. Aprì gli occhi. E ricominciò a piangere. Singhiozzando sommessamente, questa volta. Aveva esaurito le forze. Strinse la mano di Satoshi, mentre con l’altra mano si copriva gli occhi. Jun gli accarezzava i capelli. Sho gli stringeva una spalla, e si mordeva le labbra per evitare di piangere anche lui. Masaki si riaddormentò quasi subito

<< Siete qui…>> disse uno degli insegnanti, arrivando di corsa.

<< Non ci siamo mai mossi…>> disse Kazunari, con aria innocente. L’insegnante li guardò. Poi guardò il viso arrossato di Masaki, gli occhi che, anche se chiusi, risultavano gonfi. Il tremito che lo scuoteva anche se stava dormendo

<< Quando si sveglia, portatelo a casa. Io vado a chiamare i suoi… Akanishi e la sua dannata ghenga non la passano liscia! Già lo odiavo quel ragazzo!>> detto questo, l’insegnante scomparve

<< Yamada sensei è simpatico.>> disse Satoshi

<< Yamada sensei  ha tentato di ammazzarsi tre volte, quand’era al liceo, per atti del genere da parte dei compagni. Sa come si sente Masa.>> disse Jun

<< E tu come le sai queste cose?>>

<< Mia madre era la sua fidanzata, al liceo. Lo conosce.>> disse Jun, con un’alzata di spalle << Quando le ho parlato di Masa, l’ha inquadrato subito. E ha chiamato Yamada sensei. >>

Gli altri annuirono.

<< Dobbiamo portarlo a casa. Prima che gli altri escano da scuola.>> disse Satoshi.

<< Che mi vedano pure. Che vedano che sto impazzendo come mia madre.>> mormorò Masaki, aprendo gli occhi.

<< Tu non stai impazzendo, Masa. Stai solo piangendo. Non l’hai fatto quando avresti dovuto, e si è accumulato tutto. Prima o poi doveva succedere. Io te l’avevo detto.>> disse Satoshi. Masaki si morse le labbra. Poi scoppiò di nuovo in singhiozzi

<< Portatemi a casa…>> supplicò. Sho lo aiutò ad alzarsi e tutti cinque si avviarono verso la casa dei Takizawa. La signora Takizawa li accolse con te fumate. Strinse a sé Masaki, che non riusciva a calmarsi. Lo sentì tremare forte. Lo strinse di più

<< Ma-chan…>> lo chiamò. Masaki la guardò

<< Gomen… non riesco a smettere..>> singhiozzò.

Gli altri sorrisero. Masaki, dopo un po’, si addormentò di nuovo. Sho lo prese e lo portò al piano di sopra. Venne seguito dagli altri tre. Masaki aprì gli occhi solo un attimo. Li vide. Tutti li. Preoccupati per lui. Sorrise dolcemente

<< Credo che domani starò a casa… però… venite a portarmi i compiti, sennò rimango indietro.>> disse. Si sentiva esausto, ma più leggero. Gli altri gli sorrisero. Poi uscirono. Jun si fermò sulla porta

<< Senpai… scusami… alla fine… Sakurai senpai mi piace davvero…>>

<< E’ giusto così. Solo una cosa. Ho un’alta considerazione di te, ma questo non toglie che se lo fai soffrire, ti spacco la faccia.>> disse Masaki. L’enorme sbadiglio che lo colse mentre lo diceva, tolse un po’ di pathos alla frase, ma Jun non ci fece caso. Sorrise a Masaki, che sorrise a sua volta e si mise a dormire.

p: tackey&ohno, p: tackey&tsubasa, g: arashi, p: tackey&aiba, p: sakumoto, p: aimoto, r: pg-13, p: sakuraiba, gnr: angst, p: ohmiya, gnr: scolastica, gnr: au

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