Waitin' 4 summer - parte 2

May 27, 2009 19:33

Lo sto baciando da una buona mezz’ora, sdraiato al suo fianco sul nostro solito letto. E’ assurdo come non ci stanchiamo mai di esplorare l’uno la bocca dell’altro, sebbene io all’inizio avessi schifo della cosa.

lo sento ridere e mi scosto.

-Ok- dice semplicemente, diventando tutto rosso.

-Ok?- chiedo.

Lui annuisce lievemente.

-Posso vederti nudo?- chiedo di nuovo, incredulo.

-…A patto che sia tu a spogliarmi- sussurra.

Non ci credo. E mi viene quasi da sorridere come un idiota.

Mi porto su di lui, mentre continuo a baciarlo. Fortunatamente è domenica e non ha addosso la divisa, così è più rapido e facile da spogliare.

Gli sollevo la maglietta e lui mi aiuta a togliersela sollevando le braccia.

E’ molto magro, come me.

Ma ha un corpo più maturo del mio.

Ampie spalle bianche, un collo lungo e fianchi strettissimi, quasi da donna.

Mi prende le mani con  le sue e le avvicina all’inizio dei suoi pantaloni, invitandomi a continuare.

Senza farmelo ripetere, con un solo gesto gli abbasso e sfilo sia i pantaloni che i boxer neri, perdendo il respiro. E chissà se ne tornerò mai più in possesso?

Lui tiene gli occhi chiusi e le labbra un po’ aperte, respirando già velocemente.

Finalmente posso fargli quello che voglio.

Gli faccio divaricare un po’ di più le gambe infilando la mano nel punto più caldo del suo corpo.

Caldo.

Adoro sentirlo sospirare di piacere.

Continuo ad accarezzarlo mentre lui cerca il mio viso, lo prende tra le mani e mi bacia, mordendomi e succhiandomi il labbro inferiore.

Sento la sua mano scendere, cercare i miei fianchi, infilarsi sotto l’elastico dei miei boxer, afferrarmi deciso… gemo nel nostro bacio, disperato.

Le sue lunghe dita si di me.

Rilascio sul suo petto nudo, guardandolo negli occhi, e poco dopo mi raggiunge anche lui, tenendomi stretto in un abbraccio, liberandomi della maglietta e dei pantaloni.

Continuiamo così, finché non siamo troppo stanchi e non ne possiamo più.

Sono le quattro del mattino.

-Jun, ti amo- lo bacio ovunque, ad occhi chiusi.

-Grazie, Kazu- sospira, sorridendo.

***

-Hai sentito?-

-No, cosa?-

-Pare che Ninomiya e Matsumoto si frequentino!-

-No, assurdo!-

-Ma sì, invece! Non li vedi che sono sempre insieme? Dicono che escono insieme la sera-

-E vanno…-

-Li hanno visti nel solito quartiere. Si tenevano per mano…-

Con lo sguardo incenerisco la frangetta orrenda della ragazza che sta parlando, molto indiscretamente, a qualche centimetro da me. Un po’ strano che non mi abbia notato.

Ma ora per fortuna abbassa imbarazzata lo sguardo e si allontana con le sue amiche, lasciandomi in pace. Rivolgo lo sguardo verso il giardino al di là della finestra.

Fa davvero caldo.

Come se fosse un crimine tenere per mano la persona che amo…

Sospiro, appoggiandomi al banco.

Jun sembra guardare nella mia direzione, farmi un breve cenno.

-Scusa- lo sento dire, finita la rampa di scale che porta alla terrazza.

Chiudo la porta e lo guardo, senza capire.

-Se hanno cominciato anche con te…- chiarisce, spostando lo sguardo.

-Che ci vuoi fare…- sospiro, alzando le spalle. Gli sorrido.

Non voglio vederlo così giù di morale per un motivo di così poco conto. O almeno… è di poco conto per me. L’importante per me non è mai stato quello di avere una buona reputazione a scuola.

-E poi le cose, più si complicano, più si fanno interessanti- sussurro fra me e me.

Lui mi guarda sollevando perplesso un sopracciglio.

-Sei una persona strana…-

-Può darsi-.

***

Le voci non smettono.

Così come gli sguardi fastidiosi che ormai mi sono stufato di ricambiare tanto da far lacrimare gli occhi dell’altro. Sono perfido, ma dopo un po’ la cosa diventa stancante.

Jun invece che tranquillizzarsi è sempre più teso, e questa è l’unica cosa che mi disturba.

Possono dire quello che vogliono su di me, ma lui… devono lasciarlo in pace.

-Kazu, forse… è meglio se non camminiamo assieme per i corridoi-

-Forse preferisco che facciamo la strada separati-

-Non… non parlarmi durante i cambi dell’ora-

Lo squadro, finalmente, dopo l’ennesima pretesa inutile.

-Io faccio quello che mi pare!- sbotto.

Jun si irrigidisce, poi tira fuori il suo solito sguardo arrabbiato.

-Guarda che lo dico anche per te!- mi grida.

-Tu hai i complessi, Jun! Rilassati!- esclamo.

Poi mi viene una brillante idea e lo prendo per mano, trascinandolo verso la porta che dà alle scale, dalla terrazza al terzo piano.

-Che fai???- chiede lui, terrorizzato.

Gli sorrido e rispondo, semplicemente: -Gliela facciamo vedere…-.

Non avevo mai notato quanta gente popola i corridoi durante gli intervalli.

Facendo un breve calcolo ci saranno… circa 25 alunni per classe. Ogni corridoio ha in totale 10 classi (più 2 bagni). Dei 250 studenti che ne risultano ce ne saranno come minimo tre quarti sul corridoio. E noi ci siamo girati tutti e tre i piani!

Fianco a fianco e mano nella mano.

Totale: circa 600 paia di occhi sgranati che ci guardano passare senza dire una parola.

Silenzio assoluto nel pieno di un corridoio.

Non faccio che ridere, mentre Jun mi tiene la mano tanto stretta che quasi mi blocca la circolazione. E’ bellissimo, così imbarazzato.

-Credo che morirò…- lo sento sussurrare tra i denti.

-Non si muore mai di vergogna. E poi la potrei prendere come un’offesa-

-Perché?- mi chiede, all’improvviso preoccupato, mentre una ragazza, da qualche parte, soffoca un grido disperato.

-Perché sembra che ti vergogni a tenere per mano me, che sono il tuo ragazzo- spiego, facendo finta di essere irritato.

-Oh, no, Kazu! Scusami!- esclama, lasciandomi la mano per stringere il braccio attorno ai miei fianchi, trascinandomi verso di lui.

Altri gridolini, sbuffi, risate.

Siamo quasi arrivati alla fine del secondo corridoio.

Non mi lascio sfuggire l’occasione e lascio che la mano ora libera si riposi appoggiandosi sul suo morbido sedere. Ridacchio nel vederlo sussultare.

Ehi, quella non è la ragazza frangettata dell’altro giorno?

Una volta sorpassata, mi giro a guardarla e le faccio l’occhiolino.

E’ quasi incredibile sentirsi così padroni di sé stessi in una situazione del genere.

La mia mano ci sta tanto bene in quella posizione che, una volta usciti in giardino e al riparo da ulteriori sguardi, viene raggiunta dall’altra.

-Sei davvero esplicito- mi commenta Jun, dopo un bacio veloce sulle labbra.

-Tu non sai che piacere si prova a palparti sotto gli occhi di tutti-

-Ah, davvero?- fa lui, e infila subito le mani nelle tasche posteriori dei miei pantaloni della divisa.

Poi mi guarda, ride.

-Siamo degli eroi, adesso?-

-No- dico, non potendo fare altro che scuotere la testa -Ma tu sei finalmente più tranquillo-.

***

L’atmosfera a scuola è finalmente respirabile.

Se qualcuno si avvicina lo minaccio di baciare Jun in pubblico.

Se provano soltanto ad aprire la bocca potrei anche arrivare a stuprare il mio ragazzo su un tavolo dell’aula professori.

-No, grazie. Preferisco che tu mi tenga fuori da questi tuoi piani geniali. Uno mi è bastato- dice tranquillamente Jun finendo di bere la sua bibita dell’intervallo.

-Oh, avanti… è che non hai il coraggio- lo punzecchio un po’, alzandomi insieme a lui.

La terrazza tranquilla della nostra scuola è immersa nella calura estiva.

Fra un po’ inizieranno le vacanze e io e Jun potremmo passare tutti i pomeriggi insieme. Magari andare al mare.

Stiamo per aprire la porta delle scale quando sentiamo delle voci provenire da un’ala della terrazza che non occupiamo mai. Ci scambiamo uno sguardo sorpreso e, quasi avessimo pensato la stessa cosa, andiamo a sbirciare.

Appoggiati al muro dietro cui siamo nascosti ci sono due ragazzi che si baciano.

Uno dei due non fa che ridere e l’altro lo guarda sorridendo, ascoltandolo tranquillo.

-Ne? Ne? Shochan, che ne pensi?- esclama l’iperattivo, aggrappandosi al collo dell’altro e facendo quasi le fusa.

L’altro, “Shochan”, si limita a stringerlo in un abbraccio e annuire.

Vedo Jun al mio fianco sorridere e lo sento stringermi la mano che mi ha appoggiato sulla spalla.

-Oh!- esclama uno dei due, notandoci.

Subito Jun abbassa lo sguardo, mentre io esco dal nostro nascondiglio.

-Siete i due dell’altro giorno!!!- esclama tutto felice l’iperattivo, indicandoci.

Io annuisco, prendendo la mano di Jun perché si faccia avanti.

-Mi piacete tantissimo!!!- pigola quello -Io sono Aiba Masaki, sarei felicissimo di essere vostro amico! Perché siete davvero belli e mi piace il vostro modo di fare!- dice senza mai prendere fiato. L’altro, dall’aria molto più tranquilla, ridacchia e con un lieve cenno della testa si presenta come Sakurai Sho.

-Il mio uomo!- aggiunge fiero Masaki.

-Ninomiya Kazunari al vostro servizio- dico.

So che Jun preferisce presentarsi da solo.

Si muove alle mie spalle, circondandomi il collo con le braccia, avvicinando la guancia alla mia e dichiarando: -Io sono Matsumoto Jun e lui è il MIO Nino-.

Non l’avevo mai visto geloso.

-Nino?- sorride Sakurai.

-Odio quando mi chiami così…- sussurro, passandomi una mano sulla faccia.

Aiba corre dal mio ragazzo e in un balzo me lo stacca di dosso per abbracciarlo a sua volta.

Jun vorrebbe sprofondare di vergogna.

-Sei bellissimo, Matsumoto Jun! Diventiamo amici?-

-Ahh…-

-Masa, lascialo stare- lo richiama Sakurai prima che Aiba mi strozzi la dolce metà.

Sono ragazzi strani.

Non credevo assolutamente che nella nostra scuola ci fossero due ragazzi belli come Jun. Ma soprattutto è ironico che siano… come noi due. Poi ci si chiede che cosa succede a questo mondo!

-Anou…- ci richiama una voce alle nostre spalle, mentre Jun ha iniziato titubante a parlare con Sakurai e Aiba gironzola scodinzolando attorno ai due.

Un ragazzo se ne resta indeciso sul da farsi con in mano un grosso quaderno di fogli da disegno, un astuccio di colori, un pennello. Ha i capelli tutti scompigliati e spessi occhiali tondi.

-Ohno-kun?- chiede Sakurai spaesato.

-Volevo trovare un posto tranquillo dove disegnare, ma…-.

***

Sakurai, o meglio Sho (abbiamo deciso insieme di chiamarci per nome), è uno studente del terzo anno, come Masaki e Satoshi (Ohno) ed è forse il più intelligente di tutta la scuola.

Non a caso è sempre primo nelle graduatorie degli esami di fine trimestre.

E’ abbastanza alto, muscoloso e Masaki dice che possiede il sedere più perfetto del mondo.

Riguardo a Masaki… lui e Sho si sono conosciuti al corso di fotografia e si sono quasi subito messi insieme. Io personalmente credo che sia successo semplicemente perché Masaki è difficile da sopportare e (nonostante Sho sia uno molto paziente) alla lunga non vorresti fare altro che legarlo, bendarlo e zittirlo con un pezzo di scotch sulla bocca… diciamo che non mi hanno negato il fatto che la loro prima volta si è svolta più o meno in questi termini.

Masa è alto, magrissimo, con lunghi capelli mossi e un perenne, dolcissimo sorriso.

Satoshi è… strano.

Si è unito al nostro gruppo per puro caso e ancora non sappiamo quello che pensa. Perché è effettivamente difficile indovinarlo dal suo viso: ha sempre un’espressione come se pensasse ad altro, come se fosse sempre sulle nuvole.

Adora dipingere.

Ha proposto più volte al mio ragazzo di fargli da modello, ma ho sempre rifiutato fermamente.

Jun è mio. Ed in particolare Jun NUDO è mio.

Ci incontriamo solitamente durante gli intervalli o nelle ore buche o la sera dopo i corsi dei club. Sulla terrazza del nostro primo incontro o sulle panchine del giardino.

A volte mi fermo a rifletterci e mi stupisco di come io sia cambiato in così poco tempo e come devo tutto questo all’aver conosciuto Jun. Un tempo non avrei mai passato i miei intervalli con altre 4 persone. In generale non avrei mai avuto 4 amici.

Non avrei neanche mai messo piede in un love hotel, quando ora è la base segreta per eccellenza, o palpato un coetaneo del mio stesso sesso in luogo pubblico.

Riguardo al love hotel… il nostro nido d’amore. Qualche giorno fa abbiamo permesso che i nostri nuovi amici vi entrassero e lo conoscessero.

Il “luogo sacro” è stato violato per la prima volta. Ma sia a me che a Jun andava bene così… ora abbiamo qualcuno con cui condividerlo.

-E così è su questo letto che…- inizia Masa, ma Sho è diventato velocissimo a colpirlo leggermente sulla testa appena prima che dica una stupidata.

In più Toshi, appena dopo, gli risistema meticolosamente i capelli.

Io per tutta risposta mi abbasso verso Jun, già comodamente seduto sul materasso e lo bacio dolcemente. La cosa scatena sempre la stessa reazione da parte di Masa: ci salta addosso e, coccolandoci alla sua maniera, grida per interminabili minuti “Kawaiiiii” come una ragazzina.

Durante tutto il pomeriggio di quella domenica restiamo sdraiati sul letto, tutti assieme a chiacchierare.

Parliamo sempre e di quasi qualsiasi argomento.

E la cosa è stranissima, perché sia io che Jun siamo persone perlopiù taciturne e preferiamo passare le ore a baciarci o fare… altro, piuttosto che parlare. Invece, con loro… è quasi naturale.

C’è stato anche un momento in cui Masa e Ohno insistevano per vestire Jun da infermierina sexy. Lui è abilmente riuscito a non venirne coinvolto. E io ho scoperto che, in realtà, la trovavo un’idea più che ottima.

A scuola il nostro gruppo è ormai universalmente conosciuto.

La cosa davvero ironica è che, essendo noi 5, sostanzialmente, i ragazzi più belli di tutto l’istituto, le ragazze hanno ripreso segretamente ad adorarci ed ammirarci. Ci ho guadagnato in fan, si potrebbe dire.

Nessuno ci disturba più, né parla male di noi.

La cosa ci importa pochissimo, in quanto ora abbiamo più di una certezza.

Ma la più importante è che ora siamo amici, e passeremo sicuramente le vacanze estive assieme.

***

-Okinawa…-

-Improbabilissimo. Non ho tutti quei soldi-

-Sendai?-

-Un po’ più probabile, ma… che ci vai a fare a Sendai?-

-Fukuoka, forse…-

-Improbabile per me. Troppo lontano-

Sbuffo.

Non ce la faremo mai a trovare il posto giusto.

Il caldo estivo ci opprime anche qui sulla terrazza, nell’unico punto di ombra.

Siamo tutti sdraiati supini, intenti a guardare le nuvole che viaggiano lente nel cielo, mentre decidiamo la meta per le vacanze.

Finalmente si alza la voce del mio ragazzo, qui al mio fianco.

-E una semplicissima spiaggia di Chiba? Ho alcuni amici lì… vado a fare surf-.

-Io sono di Chiba!- esclama Masa tutto contento.

-Per me è ok. Non ci metto molto col treno- dice Ohno.

Anche Sho è d’accordo.

-E tu?- mi chiede Jun, girandosi a guardarmi.

Attendo un attimo.

-Chi sono questi tuoi amici?-.

Tutti scoppiano a ridere.

-Le camere per l’albergo le prendiamo doppie!-

-Ma poi ne resta sempre fuori uno!-

-Io posso prendere una singola…-

-No, Toshi! Ribellati a questa distinzione!-

-Ha ragione Masa (per una volta)… Toshi sta in camera con noi-

-Veramente…-

-Ma quando voi vorrete fare quelle cose…-

-Io dovrò assistere?-

-…-

Jun rotola delicatamente verso Satoshi e lo bacia sulle labbra, chiudendo gli occhi.

-Nessun escluso- dichiara poi, facendomi l’occhiolino.

-Giusto- dico; prendo e bacio Sho, il primo in linea d’aria.

-Però ora io ne sto rimanendo fuori!- sbotta Masa, ma subito Jun lo tira per la camicia della divisa e, assieme a Satoshi, inizia a coprirlo di piccoli e dolci baci.

Scoppiamo tutti a ridere.

-Wow…- commenta Satoshi una volta ripreso fiato, perso fra tutti i baci che abbiamo continuato a scambiarci.

Finalmente Jun ritorna fra le mie braccia e mi sorride, appoggiando il viso sul mio petto. Lo stringo forte, ridacchiando ancora.

-Siamo pazzi…- sospira Sho, mettendosi di nuovo sdraiato. Subito Masa lo raggiunge, specificando: -Siamo unici!-.

-Originali…- annuisco.

Jun ci guarda uno ad uno, sorride.

-Vi voglio bene, ragazzi. Non vedo l’ora che inizino le vacanze estive!-.

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