Titolo: Just smile for me
Fandom: Hey! Say! JUMP
Rating: nc-17
Genere: fluff, Au
Pairing(s): Yamajima
Wordcount: 2012
fiumidiparolePrompt: Amare un professore
Disclaimer: I fatti narrati non si basano su avvenimenti reali e sono senza scopo di lucro. I personaggi non mi appartengono ed io non intendo in alcun modo offenderli o dare una rappresentazione vera del loro carattere.
Note: scritta per la tabella 10love di
contestmania Introduzione: Se mi chiedessero di disegnare l’amore, probabilmente rappresenterei un sorriso.
an: Momento di mancanza di ispirazione :'(
Se mi chiedessero di disegnare l’amore, probabilmente rappresenterei un sorriso. Non uno qualsiasi, sia chiaro, ma il suo sorriso; quel sorriso in grado di rendere felici gli altri, in grado di illuminare il giorno, in grado anche di far soffrire se rivolto a qualcun altro.
Lo vidi per la prima volta dopo quasi un mese di assenza da scuola. A quanto sembrava, il nostro insegnante di matematica era andato in pensione e lo aveva sostituito un tirocinante, il che significava che aveva più o meno solo due anni in più di noi. Quando mi vide sorrise stupito, probabilmente era sorpreso di vedermi per la prima volta fra i banchi di scuola.
“Nakajima-san, vero?” Chiese. Era basso, molto più basso di me, sicuramente non sembrava più grande, anzi, se non fosse per il fatto che mi avessero detto che era il nostro insegnante, lo avrei scambiato per il fratellino di qualcuno. Eppure, c’era qualcosa in lui che mi attraeva. Il suo sorriso.
“Io sono Yamada-sensei, ho saputo che hai frequentato corsi privati mentre non c’eri-“
“Corsi intensivi, i miei genitori preferiscono che io segua materie più difficili di quelle che spiegano qui…” Lo interruppi, sorprendendolo, probabilmente non gli avevano riferito che i corsi che frequentavo erano di qualche grado superiore alla norma.
“I tuoi compagni di classe parlano molto di te, devi essere davvero popolare” Continuò il discorso mentre ci dirigevamo in aula.
“Famiglia benestante, bell’aspetto… sì, sono molto popolare, non lo pensa anche lei, sensei?” Risposi, sorridendo maliziosamente all’ultima domanda, fissando il più basso che arrossiva leggermente.
“Ha davvero due anni più di me?” Domandai ironicamente ridendo, aprendo la porta, lasciandolo dietro di me.
La prima impressione che ebbi di quell’insegnante non era ottima, era distratto e goffo, motivi che lo rendevano popolare sia con le ragazze che con i ragazzi, ma c’era quel sorriso che restava nella mia mente, impedendomi di concentrarmi sulla lavagna, non che avevo davvero bisogno di quelle spiegazioni.
Fin da piccolo avevo sempre frequentato corsi avanzati, avevo capacità intellettive sopra la media proprio per questo non avevo molti amici. Decisi di frequentare la scuola quando iniziai le medie, con l’accordo di frequentare anche gli altri corsi.
Per questo motivo mi assentavo facilmente da scuola, ed in parte, avevo molti amici a causa di ciò.
“Senesi, c’è qualcosa che vorrei chiederle” Gli dissi quando gli altri studenti avevano lasciato l’aula.
“Dimmi pure Nakajima-san, c’è qualcosa della spiegazione che non ti è chiara?” Chiese, sistemando le sue cose nella valigetta.
“Più o meno, volevo sapere se ha un amante, Yamada-sensei…” Domandai, facendolo arrossire.
“N - no, perché… perché me lo chiedi?”
“Volevo sapere se la persona che si innamorerà di me era libera oppure no…”
Mi guardò stupito dopo aver riflettuto momentaneamente su quello che avevo appena detto.
“I - Innamorami di te?” Chiese
“Naka… Nakajima-san, cosa stai-“ Prima che potesse finire la frase lo baciai, poggiando le mie labbra sulle sue per una frazione di secondo.
Era passata una settimana da quel bacio, ed anche per questo periodo scolastico avevo trovato il mio intrattenimento. Ogni volta che il mio sguardo si incrociava con quello di Yamada-sensei, infatti, passavo maliziosamente la lingua o le mani sulle labbra, facendolo arrossire. Era piuttosto divertente.
“Yuto-kun, ti va di venire di uscire con me?”
Capitava spesso che ricevevo lettere d’amore o appuntamenti per qualche confessioni e capitava altrettanto spesso che io ne accettassi una.
Vidi passare Yamada-sensei insieme ad uno studente, si sorridevano l’un l’altro, quando poi si accorse della mia presenza interruppe quel sorriso, sostituendolo con uno sguardo preoccupato.
“Perché no” Risposi alla ragazza.
Osservare un sentimento nascere è qualcosa di meraviglioso, anche se, io ho forzato un po’ i tempi, ma non potevo farne a meno, il sorriso di quell’insegnante mi causava qualcosa di fastidioso nel cuore, mentre lo sguardo che indossava mentre osservava Kumito-chan, la mia ragazza, che mi stava tutto il tempo appiccicata e che mi portava il cibo, era così allettante.
“Nakajima-san, può rimanere dopo la lezione, ho bisogno di parlarle” Mi chiese. Era passato un mese e mezzo dal bacio e ancora continuavo a prenderlo in giro fissandolo intensamente o solo leccandomi le labbra mentre Kumito -chan mi imboccava.
“Cosa c’è sensei, non ha capito qualcosa sulla lezione?” Lo presi in giro, sedendomi sulla cattedra, accanto a Yamada.
“Nakajima-san, puoi smetterla di fissarmi durante la lezione?” Chiese infastidito, senza tuttavia incrociare i suoi occhi con i miei.
“Perché sensei? Le dà fastidio che uno studente la guardi mentre spiega? Allora credo che ha sbagliato lavoro!” Continuai a canzonarlo, avvicinandomi al suo volto.
“Oppure ogni volta che la guardo le riviene in mente quel bacio?” sussurrai a pochi millimetri dalle sue labbra, fissando i suoi occhi che adesso guardavano i miei, spaventati.
“Pe… Perché mi hai b - baciato, Nakajima-san?” Chiese facendo lunghi respiri.
“Senza un motivo particolare…”
“Per te è normale baciare le persone?”
“Sto con una ragazza senza un motivo particolare, lei sa che potrei non frequentare le lezioni di questa scuola, mi annoio ad ascoltare cose che io ho fatto alle elementari, questo è il modo che ho per divertirmi…”
Continuai, senza muovermi da un centimetro.
“E poi c’è il suo sorriso sensei…”
“Il mio - il mio sorriso?” Domandò “Cos’ha che non va?”
“Non dovrebbe mostrarlo a chiunque…”
“P - Perché?”
Sorrisi, leccandomi le labbra.
“Altrimenti avrà una punizione!” annunciai prima di baciarlo, molto più passionatamente della prima volta.
“Nakajima-san, ferma - ah!” Provò a dire, ma lo fermai mordendogli il lobo dell’orecchio, passando poi al collo, lasciando un marchio poco sotto la mascella, staccandomi poi dal professore con un sorriso trionfante.
“A domani sensei” Dissi, passando distrattamente una mano sulla leggera erezione che si era formata sotto i pantaloni, lasciandolo poi da solo in classe.
“Sensei, cosa le è successo?!” Gridarono gli studenti riferendosi al cerotto che il più grande portava al collo.
“Niente di che, solo un graffio” Rispose. Stava per sorridere, ma fermò l’azione sul nascere, cominciando la lezione.
Era quasi il tramonto quando tutti lasciarono la classe, tutti tranne me e Yamada.
“Nakajim-“
“Yuto-kun!”
Sorrisi a Kumiko, lanciando uno sguardo al volto ferito di Yamada, che si sorprese quando baciai la ragazza proprio davanti ai suoi occhi.
“Yuto-kun, c’è il professore!” Sussurrò la ragazza.
“Va tutto bene, vai avanti, ti raggiungo a casa tua” Replicai, guardandola uscire sorridente.
“Perché fai questo?”
“Era una punizione sensei…” Dissi, avvicinandomi alla figura minuta che si teneva il cuore con una mano.
“Punizione?”
“Lei ha coperto il segno che le ho lasciato” Continuai, toccando il cerotto sul collo.
“Non posso farlo vedere a scuola!” Replicò.
“Quindi non lo ha nascosto perché non mi ama…” sussurrai sorridendo.
“Non è quello che… cioè, noi siamo professore e studente e tu mi stai costringendo a-“
“-fare cose che non vuoi fare?” Continuai la sua frase, avvicinandomi ancora di più al bel volto.
“Allora non farò niente sensei, faccia tutto lei…” Sussurrai, facendogli percepire il calore del mio alito sulle sue labbra.
“Mi dica lei cosa fare…” Continuai.
“La…” Disse, abbassando lo sguardo.
“Cosa?” Replicai sorridendo.
“Lasciala…” Riprese, fissando nuovamente i miei occhi.
Sorrisi, prendendo il telefono e digitando un numero.
“E’ finita, sei noiosa…” Dissi, attaccando poco dopo il telefono.
“E adesso sensei?”
“A - adesso… beh…”
“Io avrei un’idea sensei…” Proposi, facendolo sedere a gambe aperte sulla cattedra.
“L’altra volta me ne sono andato lasciandolo un po’ in difficoltà, vorrei rimediare…” Sussurrai, guardandolo con occhi tristi.
“N - N - Nakajima-kun!”
Gli baciai il collo mentre le mie mani accarezzavano gli addominali percepibili sotto la camicia.
“Ma deve spogliarsi lei, sensei, non vorrei che mi accusasse ancora che faccio cose che lei non vuole che io faccia!”
Yamada deglutì con forza, abbassando gli occhi, cercando di nascondere il rossore mentre si sbottonava la cintura.
“Cosa devo fare sensei?”
Chiesi, osservando come le punte delle sue orecchie assumevano un colorito sempre più intenso.
“Le… leccami…”
Mi abbassai, sistemando le sue gambe sopra le mie spalle, lasciando poi scorrere la lingua sulla sua punta, ascoltando come si lamentava mentre lo prendevo in giro.
“Nakajima… di più…”
Sussurrò guardandomi.
“Come desidera” Dissi prima di succhiare tutta la lunghezza, ascoltando i vari gemiti che riempivano l’aula diventata ormai buia.
Aumentai il ritmo quando mi afferrò la testa, tirando leggermente i capelli mentre gridava il mio nome, sempre più forte, fino a rilasciare tutto nella mia bocca.
Lo osservai riprendere fiato per qualche secondo.
“Yamada-sensei, il mio nome è Yuto, la prossima volta mi chiami così…” Sussurrai, leccando la sostanza rimasta sulle mie labbra, pronto a lasciare la stanza.
“Yu - Yuto-kun” Mi fermò, facendomi voltare verso di lui.
“Io… penso di non averne abbastanza…” disse, imbarazzato.
“Ti va di venire a casa mia…”
Arrivammo dopo solo cinque minuti, cominciammo a baciarci, a toccarci, fino ad arrivare in camera.
“Sense-“ Mi zittò con un dito sulle labbra, seguito da un casto bacio.
“Ryosuke” Sussurrò, indicandomi di chiamarlo con il suo nome.
“E si da il caso che io sia il più grande qui…” Continuò, sistemandosi sopra di me, iniziando a spogliarmi baciando ogni centimetro della mia pelle, fino ad arrivare all’inguine, baciando anche quella parte.
Si sistemò con l’apertura sopra il mio membro, facendolo entrare lentamente, completamente, cominciando poi a molleggiare dopo un secondo di pausa.
“Yuto… ah…” Sussurrava, lasciandomi senza fiato; quella era la scena più erotica a cui avessi mai assistito in diciotto anni di vita.
“Ryosuke” Sussurrai, muovendo i fianchi per spingermi ancora più in fondo all’interno del più grande, ascoltandolo ansimare e gemere di piacere quando raggiunsi la parte più sensibile.
Invertii le nostre posizioni, e cominciai a spingermi sempre più in fondo e sempre più velocemente, concentrandomi su quel punto che gli faceva gridare il mio nome senza vergogna, dedicando la mano all’erezione trascurata, fino a fargli raggiungere l’orgasmo, imitandolo poche spinte dopo.
“Yuto, perché mi hai baciato?”
Chiese dopo che ci eravamo fatti la doccia e sistemati nel letto.
“A causa del tuo sorriso… quella mattina non hai fatto altro che sorridermi, pensavo fossi interessato a me, ma invece hai cominciato a sorridere a tutti… mi ha dato davvero fastidio!” Confessai, arrossendo mentre Yamada rideva di gusto.
“Ma alla fine ho avuto ragione, no? Ti sei innamorato di me…” Dissi, prendendolo ancora in giro, ma al contrario di una negazione, arrossì intensamente
“Sì, mi sono innamorato di te…” Confessò, arrossendo sempre di più.
“In realtà mi ero innamorato a prima vista, quel giorno in cui ti ho visto a scuola avevi un aspetto così fantastico che non ho potuto fare a meno di sentire il mio cuore battere sempre più velocemente, quando mi hai detto che mi sarei innamorato di te, non potevo che non darti torto, ma poi hai cominciato a farmi tutte quelle cose e ti sei anche fidanzato, pensavo che mi stavi prendendo in giro..."
Disse, nascondendo il viso sotto le coperte, cercando in ogni modo di nascondersi da me.
"Ryo-chan... come fai ad essere così infantile se sei un insegnante?" Chiesi ridendo, afferrando il corpo minuto fra le mie braccia, stringendo la sua schiena contro il mio petto, stringendo la sua schiena contro il mio petto.
"Yamada Ryosuke, ti amo..." Sussurrai, baciandogli poi i capelli in un gesto affettuoso prima di allentare la presa per permettergli di voltarsi.
"Ti amo anche io!"
Annunciò baciandomi.
"Ryo-chan, posso chiedere un altro round?" Domandai poi, sistemandomi sopra di lui.
"Ancora?"
"Sempre"
"ma ci siamo appena fatti la doccia!" Cercò di ragionare
"Bene, così avrò modo di farmi coccolare in acqua ancora una volta!" Sorrisi, ricominciando a baciarlo ovunque fosse possibile.
"Il tema del disegno che dovrete rappresentare è 'l' amore' " Annunciò il professore di arte.
Sorrisi osservando la tela vuota.
Se mi chiedessero di disegnare l’amore, probabilmente rappresenterei un sorriso. Non uno qualsiasi, sia chiaro, ma il suo sorriso; quel sorriso in grado di rendere felici gli altri, in grado di illuminare il giorno, in grado anche di far soffrire se rivolto a qualcun altro.
Quel semplice sorriso che adesso è riservato solo per me, che mi osserva dai vetri dell'aula, salutandomi dolcemente con una mano prima di dirigersi verso la classe che avrebbe avuto la fortuna di passare del tempo in sua presenza.
Osservai il disegno concluso prima di lasciare l'aula al suono della campanella che annunciava l'inizio dell'ora di matematica, la mia materia preferita.
Mentre mi allontanavo potevo sentire gli studenti che riflettevano se il mio dipinto rappresentasse Yamada-sensei o qualcun altro, ma nessuno avrebbe scoperto la verità. Il nostro amore era il nostro piccolo segreto, la nostra fonte di felicità, anche se, in fondo, mi divertivo parecchio a prendere in giro il più grande ogni volta che mi si presentava l'occasione, ed in fondo, so per certo, che anche lui si divertiva.