[Inoobu] don't judge me, I'm just in love with you

Jul 31, 2013 21:14

Titolo: don't judge me, I'm just in love with you
Fandom: Hey! Say! JUMP
Rating: pg-12
Genere: fluff
Pairing(s):  Inoobu
Wordcount: 1678 fiumidiparole
Prompt: Amare il proprio migliore amico.
Disclaimer: I fatti narrati non si basano su avvenimenti reali e sono senza scopo di lucro. I personaggi non mi appartengono ed io non intendo in alcun modo offenderli o dare una rappresentazione vera del loro carattere.
Note: scritta per la tabella 10 love di contestmania
Introduzione:  Vi è mai capitato di avere paura del giudizio delle persone?

Inoo POV

Vi è mai capitato di avere paura del giudizio delle persone? Personalmente non mi è mai importato molto, sono cresciuto con la convinzione che per essere felici bisogna prima di tutto soddisfare se stessi, anche se in questo modo risultiamo ridicoli agli occhi degli altri. Ne ero convinto, eppure c’era quel giudizio che temevo, il pensiero di quell’unica persona. Yabu Kota, mio amico fin dalle elementari. Il classico bel tipo amato da tutta la scuola, professori compresi, non eccellente in fatto di voti, ma il suo carattere attivo ed espansivo era amato da veramente tutti. Come una persona tranquilla e non amante dello “svago” come me sia diventata sua amica è ancora un mistero, siamo sempre stati insieme, siamo cresciuti guardando gli stessi cartoni nella stessa stanza. Ripensandoci ora, in un primo momento ero anche io “attivo ed espansivo” come lui, crescendo però, ho completamente dimenticato come si può essere spensierati e allo stesso tempo ho anche dimenticato cosa si prova ad essere vicino a Kota.
La nostra amicizia si è indebolita quando Kota, al primo anno di liceo, si è trovato una ragazza. I sentimenti che ho provato allora mi fanno capire che il nostro rapporto, per me, non era basato sull’amicizia, ma su sentimenti più profondi.
Mi sono innamorato del mio migliore amico, ma di certo non potevo rivelare i miei sentimenti… Cosa avrebbe pensato? Cosa avrebbe provato? Cosa sarebbe successo alla nostra relazione? Ci siamo allontanati, ed in qualche modo andava bene così…
Nell’ultimo anno di liceo, Kota era riuscito ad ottenere la fama mentre io l’inutile ruolo da rappresentante di istituto.

No one POV

“Le vacanze estive si stanno avvicinando, ma non per questo dovete smettere di studiare! Ricordate che ci sono gli esami!” Tentava di dire inutilmente l’insegnante, ma la classe aveva smesso di fare silenzio dal suono della campanella che annunciava la pausa pranzo.
“Anche oggi esce dall’aula…” Dichiarò Hikaru, un amico di Yabu, guardando Inoo oltrepassare la porta.
“Eravate davvero amici voi due? Sembrate così estremamente diversi!”
Kota sorrise, lanciando a sua volta un’occhiata alla porta.
“Chissà, forse era solo un sogno…”
Si alzò dal suo banco dirigendosi verso un particolare luogo.
Kei lasciava sempre l’aula all’ora di pranzo, lo faceva sin da quando era piccolo. Non importa se fosse il più bravo dell’intero istituto, la scuola e le persone che ne facevano parte lo soffocavano, da quando poi la relazione con Yabu era arrivata a dei semplici saluti, non aveva motivo di restare in quella classe.
Si rifugiava sul tetto, il luogo dove il cielo sembrava più vicino, ma al contempo più lontano.
“Di nuovo qui rappresentante?” Si sentì dire “Non starà sfuggendo ai suoi doveri”
Voltò la testa in direzione della voce, ritrovando il suo vecchio amico che si avvicinava lentamente verso di lui.
“Yabu… non sarai tu che stai sfuggendo agli incarichi?”
Il più grande sorrise “Che vuoi dire?”
Kei si alzò, leggermente infastidito dal fatto che era stato disturbato durante la sua pausa.
“Sei calato molto nella classifica scolastica, i tuoi voti sono appena sufficienti!” Disse, poggiando la schiena al muro.
“Quindi ti preoccupi per me?” Rispose l’altro, imitando la posizione assunta dal più piccolo.
“Non dovrei?”
“Pensavo avessi smesso… Da quando hai cominciato a chiamarmi con il mio cognome…” Inoo sospirò, allontanandosi dal ragazzo più grande, dirigendosi verso la porta delle scale.
“ti ho fatto qualcosa, Kei?” Chiese Kota, facendo fermare l’altro ragazzo.
“Qualcosa?”
“Beh, prima eravamo molto amici, adesso a malapena ci guardiamo in faccia… e temo che sia colpa mia…” Disse, fissando la schiena immobile dell’amico.
“Non pensarci troppo Yabu, non è colpa tua…” Rispose, lasciando poi la terrazza.

Kota ci aveva provato, aveva fatto di tutto per ricostruire la loro amicizia, ma ogni giorno che passava, Kei si allontanava.
A creare l’occasione fu la loro insegnante di matematica, Kota infatti, negli ultimi tempi, aveva cominciato ad andare male ad ogni test, non che non fosse un bravo studente, semplicemente la voglia di studiare era sparita, negli anni precedenti aveva sempre studiato con Kei, da quando avevano smesso di parlare Kota aveva anche smesso di studiare. Per questo l’insegnante chiese al rappresentante di aiutare Kota negli studi e quest’ultimo non fu mai così felice di una decisione di un insegnante.
Guardò la porta della casa di Kei per circa cinque minuti prima di suonare, gli mancava quel leggero batticuore che sentiva prima di toccare il pulsante del campanello, quell’emozione che sarebbe poi esplosa guardando il ragazzo sorridente che gli apriva la porta. Quella volta, tuttavia, il ragazzo non era per niente sorridente.
“Kei-chan, dovresti sorridere un po’ di più, sai!?” lo prese in giro, togliendosi le scarpe prima di raggiungerlo in soggiorno.
“I tuoi genitori?” Chiese poi, notando la casa troppo silenziosa.
“Viaggio d’affari” Si limitò a rispondere. I genitori di Kei lavoravano all’estero, quindi erano raramente in casa, per questo Kei stava quasi sempre a casa sua.
“Beh potevi venire da me invece di stare tutto solo…”
“Posso badare a me stesso” Disse ancora brevemente, aprendo i libri di matematica.
“Perché non studi?” Chiese dopo qualche minuto il più piccolo, senza distogliere lo sguardo dal libro.
“Lo sto facendo!”
“Parlo in generale!” Lo rimproverò “Eri fra i primi cinque studenti migliori mentre adesso sei finito tra gli ultimi, perché?”
Kota sorrise osservando lo sguardo preoccupato del più piccolo.
“Forse perché non ho più un bravo insegnante”
“Puoi farti aiutare dalle tue ragazze…”
Dopo quella frase calò un profondo silenzio.
“Non ho una ragazza” Spiegò Kota, sorpreso.
“Tranquillo, non è che mi interessi saperlo…” Replicò l’altro.
“Davvero, non ne ho una da ormai un anno, credo…”
“Ti ho detto che non mi interessa” Ripeté il più piccolo, infastidito.
“Però c’è qualcuno che mi piace…”
Quelle parole fecero male a Kei più di quelle che il più grande aveva usato per dirgli che aveva una ragazza il primo anno delle superiori.
“Non lo voglio sapere…” Sussurrò, cominciando ad agitarsi.
“Mi piace da molto tempo, ma è solo da un anno che me ne sono accorto”
“Yabu smettila, dobbiamo studiare”
“-Però, questa person-“
“KOTA BASTA!” Urlò Kei, alzandosi, con un’espressione irritata sul viso.
“Vado a prendere qualcosa da mangiare, prova a fare l’esercizio 6” Concluse Kei, lasciandolo solo in sala.
Yabu fissò il libro sul tavolo pensieroso, sorridendo malinconicamente “Almeno mi ha chiamato con il mio nome…” Sussurrò a sé stesso, cominciando poi a fare l’esercizio che gli era stato assegnato.

Le vacanze estive erano cominciate, ma non per Kota, costretto ancora ad andare a casa di Kei per ripetizioni, non che la cosa gli dispiacesse…
“Che ne dici di andare al mare?” Chiese al ragazzo più giovane che lo evitava.
“Potremmo divertirci sulla spiaggia” Cercò di convincerlo.
“E poi magari andare alla ricerca di qualche ragazza…”
A quella frase Kei gli lanciò un’occhiata glaciale che lo fece sospirare.
“Ok, l’argomento ragazza è off-limits” Sussurrò, sorridendo. “Allora possiamo andare alla ricerca di qualche bel… ragazzo?”
Kei si alzò di scatto, chiudendo il libro degli esercizi “Per oggi abbiamo finito, puoi andare a casa” Sussurrò, dirigendosi in cucina a bere un bicchiere d’acqua.
Kota lo fissò. Si era stancato di quel comportamento freddo che il più piccolo aveva nei suoi confronti. Gli mancavano quei sorrisi innocenti dedicati solo a lui. Si alzò e si diresse in cucina e senza pensarci due volte afferrò Kei e lo trascinò fuori casa.
“Che stai facendo!?” Gli urlò contro, cercando di liberarsi.
“Un appuntamento!”
“Cosa?!”
Kota sorrise continuando a stringere la mano del più piccolo, con la speranza che niente avrebbe potuto rovinare quel giorno.
“Beh? Dove andiamo?!” Chiese dopo cinque minuti di cammino Kei.
Yabu si guardò intorno alla ricerca di qualcosa di avvincente da fare.
“Cinema, che ne dici?”
Inoo non fece neanche in tempo a rispondere che si ritrovò seduto su una poltrona nella sala.
“Davvero originale…”
“Ssshh!!” Sussurrò il più grande, finendo per ritrovarsi troppo vicini l’un l’altro, posizione troppo difficile da sopportare per Kei che si voltò dall’altra parte, arrossendo.
Il film si concluse senza troppe chiacchiere, così come la cena. Ogni volta che Kota cercava anche solo di sfiorare il più piccolo, quest’ultimo si allontanava, gesto che Yabu non poteva fare a meno di notare.
La serata si concluse davanti casa di Inoo.
“Ciao!” Salutò il più piccolo, affrettandosi ad aprire la porta.
“Mi odi così tanto?” Chiese Kota, avendo ormai finito ogni speranza che il loro rapporto tornasse come quello di una volta.
Kei sorrise, per la prima volta dopo due anni Kota aveva rivisto il suo sorriso ed era più bello di quel che ricordava.
“Ti odio da morire” Disse, fissandolo negli occhi.
“Ti odio perché vuoi a tutti i costi che la nostra relazione torni come quella di una volta, incurante di ciò che provo io!” Spiegò tristemente.
“Non sarà mai come prima, Kou!”
Al suono di quel nomignolo con cui solo Kei poteva chiamarlo, il cuore di Kota cominciò a battere più velocemente.
“Non giudicarmi, ti prego, sono solo innamorato di te…”
Detto ciò, Kei si avvicinò al più grande, poggiando poi le sue labbra su quelle dell’altro. Era sbagliato, lo sapevano entrambi, erano entrambi ragazzi ed erano migliori amici, eppure, in quel momento, sembrava la cosa più giusta.
Inoo si aspettava che il più grande si sarebbe allontanato dal suo tocco, ma al contrario afferrò la testa di Kei, approfondendo il bacio, avvicinandolo al suo corpo. Entrarono in casa, continuando a baciarsi fino a raggiungere il letto del più piccolo, dando vita alla loro passione.

“Da quanto?” Chiese il più grande, abbracciando Kei quasi addormentato.
“Da quando mi hai detto che avevi una ragazza, quindi dal primo liceo… Tu?”
“Più o meno dallo stesso momento…”
Kei lo fissò incredulo “Ma se dopo hai avuto altre sei relazioni!”
“Cinque!!” Replicò l’altro
“La supplente di educazione fisica!”
“Ma lei è durata solo una settimana, non conta!”
Sorrisero entrambi, scambiandosi poi un dolce bacio.
“Perché non me lo hai detto allora?” Chiese il più grande, fissandolo intensamente negli occhi.
“Avevo paura…”
“Di concludere la nostra amicizia? Beh, non che poi sia andata diversamente…”
“No, non di questo…” Spiegò Kei, distogliendo lo sguardo da quello del ragazzo, anche se la loro vicinanza rendeva quest’azione difficile.
“Avevo paura di come mi avresti giudicato, di cosa avresti pensato… Non capita tutti i giorni che il tuo migliore amico ti confessa che è innamorato di te insomma…”
Kota sorrise baciandogli il naso. “Non importa, l’importante è che siamo qui adesso…” Concluse, riprendendo a baciarlo ovunque, facendo ridere Kei
“Ancora?!” Esclamò, stanco.
“Ancora? Kei, non ne avrò mai abbastanza!” Concluse, dandogli un altro bacio, riprendendo poi quel che aveva iniziato a fare.

::challenge: 10love, -pairing: inoobu

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