I’m happy you’re alive
Fandom: Supernatural
Beta Reader: 0marazza0
Pairing: future!Dean/future!Castiel
Rating: NC17
Genere: Erotico, WhatIf, Malinconico, Angst
Warning: Slash, Homoerotic Sex, Linguaggio esplicito
Note: E se la soffiata sul diavolo non fosse stata corretta? E se alla spedizione fossero sopravvissuti solo future!Dean e future!Cass?
DISCLAIMER: I personaggi non mi appartengono e non ci guadagno nulla.
Castiel osservò ancora una volta quello che un tempo era il suo protetto con il capo chino e in ginocchio davanti al corpo senza vita di Risa.
Socchiuse gli occhi: nonostante fosse ancora stordito, un po’ dalle anfetamine e un po’ dal rumore degli spari continui di prima, capiva che Dean questa volta rischiava davvero di crollare.
‘Dean - si rialzò a fatica, barcollando leggermente - dovremmo andare..’ concluse appoggiandogli una mano sulla spalla.
L’uomo si voltò a guardarlo, il volto solcato dalla rabbia e dalla rassegnazione.
A colui che un tempo era stato il suo angelo quasi dispiacque non vedere neanche l’ombra di una lacrima.
Quella maschera di marmo un giorno si sarebbe spezzata. E più resisteva. Più rischiava di sbriciolarsi dolorosamente da un momento all’altro.
Si guardarono per quello che parve un minuto eterno, in cui gli occhi azzurri annegati nelle droghe e nella disperazione si fusero con il verde spento dal troppo dolore..
Dean sospirò e chiuse gli occhi per un attimo, poi allungò una mano verso il volto della ragazza e chiuse le sue palpebre con una mano.
Lo sguardo terrorizzato di Risa sparì e Castiel fu percorso da un brivido osservando le due lacrime che erano sfuggite al suo controllo pochi attimi prima che la morte la colpisse.
‘Andiamo..’ esordì poi deciso il cacciatore tirandosi su.
Castiel fece scivolare via da lui la mano, e cercò di stargli dietro, barcollando leggermente.
Quando arrivarono alle scale Dean si voltò a guardarlo, e poi sollevò la pistola davanti alla sua faccia.
Lui sgranò gli occhi ma non disse niente.
Non si sentiva contagiato, ma sapeva che parlare non sarebbe servito.
Sussultò chiudendo gli occhi quando sentì lo sparo partire dalla pistola di Dean.
Ma poi si rese conto che non aveva preso lui.
Li riaprì tremando un po’, forse per la paura, o forse per la droga rimastagli il circolo.
Sentì un corpo cadere dietro di se e si voltò di scatto, notando un individuo accasciato poco lontano da lui.
‘Non hai contratto il virus, e non posso permettermi di perdere ancora uomini..’ sentì le parole glaciali dell’uomo dietro di lui trapassarlo e fu quasi sicuro che gli avessero fatto più male di qualsiasi pallottola lo avrebbe potuto colpire.
Gli stette dietro a stento, tenendosi un po’ al vecchio corrimano e un po’ al muro e quando raggiunsero l’auto si accasciò sul sedile rovesciando la testa all’indietro, esausto.
Dean mise in moto restando in silenzio, e anche Castiel non era per niente interessato ad iniziare una qualche discussione: sapeva quanto l’uomo fosse suscettibile e non aveva energie per reagire, non al momento almeno.
‘Se continui così ti ammazzo io, prima che lo possano fare quelle cazzo di puttanate di cui ti fai in continuazione..’ ringhiò però il cacciatore facendolo sobbalzare, a metà del tragitto.
Castiel sospirò, appoggiando la testa al vetro, visibilmente troppo stanco per un qualsiasi altro movimento.
‘Pensavo avessi smesso di lamentar..’ cercò di rispondere con pazienza..
‘Non ci provare! - Dean alzò la voce e l’angelo esiliato dal cielo aprì gli occhi per guardarlo, senza veramente spaventarsi - Ho bisogno che tu sia lucido!’ concluse infine visibilmente colmo di rabbia repressa.
Castiel lo guardò scostando la testa, studiandolo tranquillamente e poi sospirò di nuovo, tornado ad osservare il paesaggio fuori.
‘Come vuoi tu..’ disse infine. Non aveva la forza di discuterne davvero e Dean non era la sua balia.
‘Non sto scherzando Castiel..’ puntualizzò il leader della resistenza.
Il diretto interessato tornò con gli occhi su di lui, interessato più al fatto che avesse usato il suo nome intero, dopo tanto che non lo faceva, che a ciò che stava dicendo.
Restò in silenzio.. continuando a studiarlo.
Poi Dean accellerò di colpo, e sbattè le mani sul volante con forza.
‘Dannazione!’ urlò poi, frenando mentre Castiel si aggrappò alla maniglia della porta per non capitombolare in avanti, contro il vetro della jeep.
L’uomo scese dall’auto sbattendo la porta e calciò tutto quello che gli venne a tiro, continuando ad urlare.
Il compagno guardò comprensivo, senza muoversi, socchiudendo gli occhi mentre gli si stringeva il cuore.
Aspettò che si calmasse leggermente e poi scese dalla macchina.
Dean si appoggiò con i gomiti alla portiera, incassando il collo e sussurrando l’ennesimo ‘maledizione’.
Appoggiò la fronte al vetro, sospirando, visibilmente ad un passo dal tracollo psico-fisico.
Castiel si avvicinò a lui appoggiandosi alla macchina, e allungò una mano verso la sua spalla, indeciso fino all’ultimo se toccarlo fosse una buona decisione, quando improvvisamente Dean si girò e gli afferrò il polso.
Sussultò sorpreso, ma quando l’uomo lo attirò a se e si accasciò fra le sue braccia, si rilassò e accarezzò piano la sua testa.
Non disse niente, si limitò a restare fermo nella sua posizione mentre i singhiozzi scuotevano il suo amico e le lacrime, per troppo tempo trattenute, bagnavano la sua camicia leggera.
Dean tremava, scosso dal pianto, e Castiel lo abbracciò d’istinto per stringerlo ancora di più a sè.
Poi piano piano l’uomo si calmò, e lui allontanò le braccia dalle sue spalle possenti.
Quando sollevò lo sguardo su di lui, il volto era bagnato di lacrime ma l’espressione era la stessa, rigida e composta, di sempre.
Castiel sospirò guardandolo con una punta di rimprovero nelle iridi chiare.
Dean non distolse lo sguardo da quello dell’angelo ribelle, poi raddrizzò le spalle e lo prese per la camicia, sbattendolo contro l’auto.
Il cacciatore sentì l’amico lamentarsi ma non se ne curò, premette forte le labbra sulle sue, mangiando anche il sussulto sorpreso che seguì a questa sua decisa azione.
Castiel aveva spalancato gli occhi, stupito, e non aveva avuto neanche la prontezza di reagire. Certo, anche se avesse voluto, non avrebbe sicuramente potuto respingerlo: era più forte di lui, e non era drogato.. o debole..
Sentì la lingua dell’uomo forzare l’accesso alla sua bocca e la dischiuse insicuro, mentre il suo corpo veniva pressato ancora di più sulla jeep.
Il leader della resistenza lo baciò con foga, affamato di contatto, e poi si staccò per guardarlo intensamente.
Castiel aprì gli occhi trovandosi quelli di Dean a pochi centimetri. Neanche ricordava di averli chiusi, i suoi, ma si sentiva frastornato.. più dal bacio che da tutte le droghe ingerite prima.
‘Tu riprovaci, e io ti ammazzo..’ gli soffiò Dean sulle labbra, affannato, guardando da vicino prima i suoi occhi azzurri ancora sorpresi e poi le sue labbra gonfie.
Si allontanò da lui e rientrò in macchina.
Castiel rimase ancora un po’ a fissare il vuoto, poi lentamente girò intorno alla jeep e si sedette al posto del passeggero.
Non dissero nulla per tutto il viaggio. L’angelo ribelle teneva lo sguardo fisso sulla strada, ancora con gli occhi leggermente sbarrati, e con il cuore che pulsava accellerato nel suo petto.
Arrivarono al campo e nessuno chiese nulla. Per fortuna… si ritrovò a pensare Castiel.
Chuck rivolse a lui e a Dean un’occhiata rassegnata e poi scosse la testa, tornando ad occuparsi dei soliti problemi di cibo e prodotti igienici.
L’angelo caduto si diresse verso la sua capanna, scostò la tenda di perline e fece un sorriso forzato alle ragazze sedute sul suo pavimento, che alla sua entrata sollevarono lo sguardo e gli sorrisero smettendo di parlare.
Si avvicinò al tavolo allungando una mano fino al bicchiere. Si accorse che stava tremando. Ma non se ne curò più di tanto.
Con l’altra mano sollevò la bottiglia di assenzio versandolo piano della tazza, tremante.
Una ragazza si appoggiò dietro di lui, fece scorrere le braccia intorno alla sua vita e lo baciò sul collo, salendo fino all’orecchio.
Castiel si scosse da quel contatto muovendo la testa, infastidito, ma comunque le sorrise. Sapeva che doveva farlo.
Poi sentì le tende di perline scuotersi di colpo e la ragazza lasciare la presa su di lui, voltandosi sorpresa e, percepì, anche spaventata.
‘Tutte fuori, ora! - tuonò Dean, e le ragazze non se lo fecero ripetere due volte - Ed è meglio se non vi fate vedere per un bel po’!’ aggiunse il cacciatore.
Castiel ridacchiò, versando più assenzio nel bicchiere, senza girarsi a guardare il suo leader.
Appoggiò la bottiglia sul tavolo e si girò, appoggiandosi con il sedere ad esso, sorrise guardando Dean.
‘Cosa c’è adesso? Vuoi farmi la ramanzina anche sul sesso libero?’ chiese sarcastico portandosi il bicchiere alla bocca.
Lo osservò sottecchi, stordito dal profumo di assenzio che si sollevava dal bicchiere, e si perse per un attimo in quel verde, acceso, sembrava, di rabbia.
Il cacciatore lo raggiunse in due falcate e colpì con una manata decisa il polso che teneva il bicchiere. Questo si andò a frantumare a terra, mentre un Castiel, decisamente stupito, si massaggiava il polso.
‘Sei completamente ammattito? Hai forse contratto il virus?!’ gli disse poi arrabbiato guardandolo intensamente.
‘Pensavo di essere stato chiaro su droghe e simili abitudini da cestinare!’ sbottò Dean ignorando le sue domande.
L’angelo ribelle lo guardò esterrefatto, questa volta davvero indeciso se arrabbiarsi o scoppiare semplicemente a ridere.
Lo fissò per un interminabile momento con la bocca socchiusa e poi abbassò il capo, sorridendo tra sé e sé.
‘Ora dacci un taglio, Dean, per favore!’ sbuffò ridacchiando e tornò a guardarlo.
Gli si spense il sorriso sulle labbra quando notò che il cacciatore sfoderava uno sguardo deciso e furente al tempo stesso.
‘Basta. Cas. Ora hai finito.’ Scandì l’uomo fissandolo nelle iridi azzurre.
‘Ok - Castiel alzò le mani in segno di resa, sorridendo leggermente - OK, ho finito.. - indietreggiò annuendo e poi fece per voltargli le spalle - .. di vivere..’ sussurrò infine dando quasi definitivamente la spalle al leader.
Sentì Dean sospirare, più che un sospiro gli parve però un grugnito e quando fece per rigirarsi verso di lui per mandarlo definitivamente a quel paese si trovò sbattuto -di nuovo- al muro.
‘Dean adesso hai davvero..’ neanche ebbe tempo di pensare alla fine della frase che l’uomo lo stava già baciando con rabbia, con foga, con forza, pigiando le labbra ruvide sulle sue.
Castiel si sentì le gambe molli e la testa leggera, i suoi polsi erano pigiati dalle mani di Dean contro il muro e nonostante la sua confusione mentale si accorse che l’uomo aveva posizionato una gamba tra le sue.
Il cacciatore forzò le sue labbra dischiudendole e rincorse la sua lingua, l’angelo caduto chiuse gli occhi e mugolò nel bacio tentando di liberare i polsi, ma l’uomo invece aumentò la pressione su questi e su tutto il suo corpo.
Voleva toccarlo, aveva aspettato quel momento troppo a lungo per non poterselo godere fino in fondo; aveva osservato Dean crescere, crollare, rialzarsi, maturare e trasformarsi in quell’uomo senza speranza senza dire nulla, semplicemente assecondandolo perché voleva farlo. Aveva dato le sue ali per seguirlo e lo avrebbe rifatto ancora mille e mille volte; perché lo amava. Da sempre, nonostante lo nascondesse bene, nonostante questo sentimento così forte restasse intrappolato sotto le lenzuola e fra le gambe di tutte quelle ragazze insignificanti, lui lo amava, intensamente come solo un angelo, per quanto caduto, poteva fare.
Poi Dean si allontanò da lui, lasciandolo contro il muro, i suoi polsi scivolarono lungo la parete e lui chinò il volto guardando il pavimento, senza la forza di dire o fare nulla.
Sentì le perline dell’ingresso muoversi e chiuse gli occhi, stringendo forte le palpebre come se volesse tenere quel dolore che si spandeva nel suo cuore, imprigionato al di la di esse.
Dean non uscì dalla sua capanna per due giorni.
Gli uomini portavano dentro cibo e acqua e una volta addirittura un demone.
Castiel lo aveva sentito urlare di dolore, e aveva buttato giù un altro bicchiere di vino.
Dalla sera in cui Dean lo aveva baciato, l’odore dell’assenzio gli faceva stringere lo stomaco.
Poi un giorno l’angelo ribelle prese una decisione e superò la tenda di perline che lo divideva dal resto del mondo, rivolse un’occhiata superficiale alle ragazze che si zittirono mentre passava e camminò sicuro verso Chuck, che lo guardò sorpreso, smettendo subito di parlare con l’uomo che aveva al fianco.
‘Stai bene?’ chiese insicuro il profeta una volta che l’amico fu davanti.
‘Si.. voglio portare io da bere e da mangiare al nostro leader se permetti.’ Dichiarò con la voce leggermente tremante, si disse, per colpa di tutto quel vino rosso.
‘Mmmh ok.. ma sei sicuro di stare bene, le ragazze.. loro non..’ l’uomo di fianco a loro, che osservava Chuck parlare con Castiel, si girò a lanciare un’occhiata alle ragazze sorridendo sornione.
‘Si loro non sono più venute da me, non è un problema, ora dimmi dove trovo da bere e da mangiare per Dean..’ sospirò l’angelo caduto massaggiandosi una tempia.
Chuck gli indicò un vassoio appoggiato sul muretto appena prima della casa del loro leader e Castiel si diresse a passo veloce agguantandolo e camminando verso la sua destinazione.
Cercò di non inciampare, era ancora annebbiato ma ormai questa situazione lo accompagnava un po’ ovunque, ci aveva fatto l’abitudine.
Ridacchio tra sé e sé ripensando al Dean del passato che gli chiedeva se era ‘strafatto’ e alla faccia che aveva fatto alla sua risposta.
Entrò senza bussare, notò che Dean, il suo Dean, stava sdraiato su un fianco, dandogli le spalle, sul letto a lato della stanza.
‘Non ho sentito bussare..’ grugnì il cacciatore visibilmente irritato.
‘Questo perché non ho bussato.’ Rispose sardonico sorridendo.
Dean scattò in piedi, voltandosi e guardandolo con rabbia.
‘Che cazzo ci fai qui?’ chiese poi alzandosi in piedi.
‘Ti ho portato da mangiare, orso.’ Gli spiegò pazientemente appoggiando i viveri sul tavolo.
‘Vattene via! Immediatamente!’ scandì Dean indicando la porta.
‘Un grazie sarebbe stato più gradito.. comunque non ho intenzione di andarmene, neanche se me lo ordini tu.’ Sbuffò guardandolo con aria di sfida.
L’uomo colpì il tavolo facendo tremare il vassoio e poi si diresse veloce verso di lui.
Castiel lo osservò tranquillo, senza farsi spaventare, e aspettò che fosse a pochi centimetri da lui senza vacillare neanche un secondo.
‘Vattene via..’ ripetè digrignando i denti il leader della resistenza.
Si osservarono attentamente per un minuto, con le sopracciglia corrugate e poi Castiel chiuse gli occhi e sbuffò.
Fece per girarsi e aprire la porta quando si sentì tirare indietro e sbattere sul tavolo.
-Oh, il tavolo, questa volta, almeno qualche cosa di innovativo- pensò roteando gli occhi e sibilando leggermente per il dolore.
Sentì il corpo di Dean coprirlo e arrivare a pochi centimetri da lui, lo guardò negli occhi aspettandosi il terzo bacio senza reagire. Il cacciatore, chino su di lui, osservò prima le sua iridi azzurre e poi le su labbra.
Castiel respirava leggermente affannato, sulla bocca del suo leader.
‘Hai bevuto.’ Constatò semplicemente Dean, tornando con gli occhi carichi di rabbia sui suoi.
‘Si..’ ammise senza preoccupazione l’angelo ribelle, guardandolo con sfida e sollevando il mento.
Dean si rialzò leggermente tenendolo comunque premuto sul tavolo.
Lo guardò con un misto di disgusto e rabbia e Castiel si sentì il petto stretto in una tenaglia di ferro.
Non lo aveva mai guardato così.
‘Hai passato gli ultimi due giorni rinchiuso qui dentro come un orso. - Ingoiò a vuoto senza smettere di guardarlo negli occhi.. - Non sono io quello da biasimare. E grazie alla tua ultima scenata isterica le ragazze non sono più venute da me.’ Sbottò infine contro il leader della resistenza, fissandolo rabbioso.
‘Quindi hai bisogno del sesso.. bene.’ Dean si slacciò i pantaloni mentre Castiel si sollevava con il busto guardandolo senza capire.
L’uomo lasciò la cintura pendere slacciata dai pantaloni e si avvicinò cominciando ad armeggiare con i jeans dell’ex angelo.
Questo però reagì, lo spinse via guardandolo visibilmente scioccato, e si rialzò dal tavolo velocemente,
‘Cosa c’è Cas, sempre sesso è, giusto? E poi lo so che lo vuoi.. lo so - si avvicinò a lui sorridendo - da come mi guardi, mi hai sempre guardato.’ Dean fece scorrere un dito sulla guancia di Castiel, accarezzandogli leggero la barba rasa.
‘Smettila subito Dean.. - gli disse guardando il pavimento ma senza allontanarsi - non sono qui per sostituire nessuna Risa o Jane che sia..’ sputò infine fuori senza pensare.
Sentì la mano di Dean fermarsi sul suo viso ma non lo tornò a guardare.
Il cacciatore restò per un secondo immobile e poi lo spinse sul letto.
‘Non sono io quello che necessita del sesso, Cas!’ lo rimproverò e in un attimo fu su di lui.
‘Smettila!’ l’angelo caduto alzò la voce, e le braccia, cercando di spingerlo lontano.
‘Non lo sto facendo perché mi manca Risa!’ tuonò ancora Dean immobilizzandogli i polsi sul petto e spingendosi fra le sue gambe.
‘Smettila!’ urlò Castiel, insicuro se volersi far sentire dagli altri o no.
‘Lo faccio perché voglio farlo! - il cacciatore si accasciò sul suo petto, tremando - Voglio farlo con te…’ sussurrò con la voce rotta.
L’angelo ribelle respirò affannato osservando il soffitto con gli occhi sgranati; sentì la presa di Dean sui suoi polsi scemare fino a liberarlo completamente.
L’uomo aveva la testa appoggiata sul suo petto, ansimava e sembrava scosso dai singhiozzi, e poi improvvisamente abbracciò il suo busto annusandogli il petto.
Castiel lo osservò e poi appoggiò la mano sulla sua nuca.
‘Mi dispiace..’ disse poi piano, cercando di calmarlo, sapeva bene perché Dean era in quello stato.
‘L’ho uccisa..’ sibilò il cacciatore..
‘Non è colpa tua..’ lo consolò sentendosi stringere di più.
‘Invece sì, l’ho portata io alla morte.. fidandomi delle parole di un demone, vi ho portato tutti alla morte..e lo sto ancora facendo..’ osservò mentre i singhiozzi scemavano.
‘Lei sapeva bene a cosa andava incontro, tutti lo sapevamo. Lo abbiamo scelto. Per te. Perché ci fidiamo di te.’ Dichiarò infine Castiel sospirando.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti, e poi Dean si sollevò da lui, arrivando ad osservarlo dall’alto.
‘Sono contento che tu non sia morto..’ gli confessò infine.
Castiel gli sorrise e poi lo attirò a se, baciandolo e avvolgendo le braccia intorno al suo collo.
Si baciarono a lungo, mentre Dean scendeva con una mano tra le sue gambe, slacciandogli i jeans.
Castiel sospirò forte nel bacio quando la mano dell’uomo superò i suoi boxer andando ad abbracciare la sua intimità, e poi rovesciò la testa all’indietro, ansimando, mentre l’amante gli lasciava una scia di baci bollenti sul collo.
Chiamò il nome del compagno quando le attenzioni della sua mano si rivolsero alla sua entrata e gli accarezzò il petto sotto la maglietta, saggiando con i polpastrelli gli addominali e le piccole cicatrici sul suo petto.
Si aggrappò con le braccia a lui mentre il compagno gli spingeva uno, due e infine tre dita dentro, per prepararlo e cercò disperatamente la sua bocca per soffocare un urlo quando si sentì invadere dal suo sesso pulsante.
Dean spingeva in lui e il suo cervello era tempestato da scosse di piacere che neanche le droghe più pesanti gli avevano mai fatto provare, che neanche il sesso con mille ragazze gli avrebbe mai dato.
Quando il cacciatore si svuotò dentro di lui, urlando il suo nome, e toccando il suo punto più interno, la scossa di piacere fu tanto grande e intensa da lasciarlo senza parole, con solo dei respiri profondi e accelerati, e una sensazione di bagnato sul ventre.
Boccheggiò frastornato e non potè sopprimere un mugolio soddisfatto quando le labbra di Dean coprirono ancora le sue, baciandolo con passione.
Strinse le braccia attorno al collo del suo amante, senza urgenza di farlo allontanare.
Aveva trovato la sua nuova droga, e, questa volta, intendeva goderne il più a lungo possibile.