I’m not sorry!
Fandom: Supernatural
Beta Reader: 0marazza0
Pairing: Dean/Castiel
Rating: NC17
Genere: Erotico
Warning: Slash, Homoerotic Sex, Sesso Descrittivo
Note: Dopo la puntata 6x10. Dean è arrabbiato e triste, ma forse Castiel ha trovato un modo per tirarlo su.
DISCLAIMER: I personaggi non mi appartengono, purtroppo, ma le loro azioni in questo caso, per fortuna :P, si!
Dean entrò in macchina sbattendo forte la porta.
Da quando erano usciti da quel capannone infernale sentiva il bisogno impellente di sbattere qualcosa.
In realtà lo sentiva da molto prima, per l’esattezza da quando Cass aveva tirato fuori il suo lato da pizza-man del cavolo e aveva sporcato le sue labbra con quelle zozze di Meg.
Girò con rabbia la chiave.
Tra la conversazione avuta con il fratello, o almeno con quel che rimaneva di lui, e ciò che era successo in quel posto, al momento probabilmente neanche picchiare un demone poteva tirarlo su.
Certo se il demone in questione fosse stato Meg; allora forse si..
La macchina sputacchiò fumo dal tubo di scarico ma non diede segno di voler partire.
Dean rigirò la chiave e riprovò, lo fece due volte, poi lasciò la presa e appoggiò le mani sul volante, respirando e cercando di mantenere la calma.
‘Che c’è?’ chiese Sam al suo fianco.
Dean lo ignorò e riprovò a girare la chiave.
‘Andiamo piccola.. non puoi farmi questo.. non ora e non anche tu..’ asserì alla sua macchina ad un passo dal crollo nervoso.
‘Non parte?’ di nuovo la voce del fratello si infilò fastidiosa nel suo orecchio.
‘Mi sembra evidente che no, Sam, non parte..’ rispose esasperato.
‘Quindi, fa qualcosa..’ lo esortò il minore dei Winchester.
Dean si girò a guardarlo indeciso sul prenderlo a pugni, e Sam fece la solita espressione da ‘beh, che aspetti?’ che tanto lo caratterizzava ultimamente.
Il maggiore quasi ringhiò e poi scese dalla macchina, sbattendosi la portiera alle spalle.
Si allontanò veloce e poi alzò le mani e le riabbassò cercando di controllare il suo respiro, chiudendo gli occhi.
Li riaprì di colpo e alzò lo sguardo al cielo.
‘Che cosa vi ho fatto? Si può sapere? Eh? Che cazzo ho fatto per meritarmi questo?’ gridò girando intorno a fissare il cielo azzurro sopra di lui.
Riabbassò il viso e respirò, ingoiando un altro po’ di rabbia.
‘Vaffanculo!’ urlò poi nuovamente al cielo.
‘Dean..’ si sentì chiamare da una voce a lui anche troppo familiare.
Si voltò verso l’angelo, che lo guardava con rimprovero e al tempo stesso preoccupazione.
‘Vaffanculo!’ ripetè questa volta guardandolo negli occhi.
‘Che cosa c’è?’ chiese Castiel mantenendo la calma.
‘Vaffanculo Cas!’ lo guardò sprezzante.
‘Dean..’ lo chiamò di nuovo l’angelo, rivolgendogli il solito sguardo enigmatico.
Il ragazzo si sentì offeso, tradito e ferito, il cuore gli pulsava nel petto e la testa era pesante per la rabbia e la frustrazione che aveva dovuto sopportare fino a quel momento.
‘Che cosa c’è? - chiese a Castiel avvicinandosi a grandi falcate, mentre l’angelo non dava cenno di volersi muovere - Tu mi vieni a chiedere cosa c’è? - Dean era ormai a pochi centimetri da lui - Razza di ignorante e insensibile bambolotto del cielo! Che cosa c’è, chiedi!? Sei diventato ancora più idiota di prima!?’ il tono corroso dall’ira del ragazzo non sembrava turbare il messaggero divino.
‘Non capisco perché te la prendi così, ti ho solo chiesto cosa non va.. ti vedo turbato..’ spiegò l’angelo, inclinando leggermente il viso come usava fare per studiarlo meglio.
‘Turbato?! - Dean provò l’impulso di prenderlo a pugni, ma si frenò appena in tempo ricordando l’ultima volta che lo aveva fatto - Turbato! Lui mi vede turbato!’ concluse dandogli le spalle e rivolgendosi a qualcuno di invisibile.
‘Con chi stai parlando?’ chiese Castiel dietro di lui.
Dean sentì il sangue andargli alla testa e si voltò di scatto verso l’angelo.
‘Ma sei davvero così incredibilmente idiota o lo fai solo per irritarmi?’ chiese quasi ringhiando.
‘Non capisco cosa ho detto di male..’ disse semplicemente Castiel.
Dean inspirò lentamente massaggiandosi le tempie, ad occhi chiusi.
Poi sollevò le palpebre e si avvicinò all’angelo.
‘Sono… turbato - la sua voce tremò per la rabbia sulla parola - perché sulla mia cazzo di macchina, che non parte, c’è una brutta imitazione di un robot travestito da mio fratello e perché voi, sfigati cazzoni alati non trovate una cazzo di soluzione per aiutare chi ha salvato il culo di tutti quanti su questo pianeta, in primis a voi stessi!’ puntò il dito al petto dell’angelo, che prima scese con lo sguardo sul suo petto, e poi risalì fino agli occhi inferociti del ragazzo.
‘Parli come se non ce ne importasse, Dean, ti ho già detto che sto cercando..’ ma il messaggero divinò non riuscì a finire..
‘Stai cercando? Stai cercando?! Beh fai più in fretta, chiedi aiuto ai tuoi fratelli nel tempio di questo Dio di cui ancora non si ha certezza e tirate fuori una cazzo di soluzione!’ sbraitò il maggiore dei Winchester senza più preoccuparsi di stare alzando troppo la voce.
‘Dovresti cercare di restare lucido..’ analizzò Castiel, fissandolo con rimproverò.
‘Lucido, eh?…’ Dean sbuffò una risata ironica e amara, e lo guardò con un sorriso forzato.
Poi si girò diretto alla macchina, senza degnare più l’angelo di uno sguardo.
‘Dean..’ cercò di richiamarlo Castiel..
Ma il ragazzo non parve sentirlo, poi si fermò e si girò verso l’angelo del Signore, con lo stesso amaro sorriso in volto.
‘Sai Cass? - chiese retorico - Forse dovresti farti un corso di emozioni umane, prima di passare alla pratica del pizza-man con la prima troietta che ti ritrovi!’ gli consigliò gelido, ingoiando un tocco amaro di tristezza, nel pronunciare quella frase. E dopo uno sguardo veloce tornò alla macchina camminando lentamente.
Castiel osservò il suo protetto allontanarsi, indeciso fino all’ultimo se richiamarlo o meno.
Spulciò nella sua testa tutto quello che in qualche modo potesse aiutarlo a tirare su Dean: un’azione, o anche solo una frase.
Chinò il viso verso l’erba, osservandola nel minimo dettaglio, pensieroso.
Dentro il suo petto il cuore batteva più forte di quando dovesse, e mentre le sopracciglia si incurvarono indispettite, sgranò gli occhi, illuminato.
Rialzò il volto, e osservò la macchina allontanarsi nella polvere.
Forse aveva trovato come aiutare Dean.
Dean appoggiò la birra sul tavolo, ingoiando l’ultimo sorso con più fatica di quanto dovesse aspettarsi.
Si guardò intorno, aspettandosi forse qualcosa, o qualcuno, ma Sam era con Bobby, per fortuna, si ritrovò a pensare, e nessun altro avrebbe potuto esserci a parte forse..
‘Dean..’ Castiel comparve davanti a lui.
Il ragazzo fu lì lì per trasalire, ma poi si limitò a guardalo male, appoggiandosi con il corpo al tavolo dietro di sè.
‘Ora cosa vuoi, Cass? Portarmi un’altra buona notizia o l’ennesima puntigliosa analisi psicologica del mio stato emotivo?’ chiese sardonico guardandolo in tralice.
L’angelo decise, dopo averlo squadrato attentamente, di ignorare la domanda.
‘Ho pensato molto a quello che mi hai detto.’ Esordì poi, mentre Dean aspettava ancora una risposta.
Il ragazzo alzò un sopracciglio sorpreso, guardandolo con un misto di divertimento e fastidio.
‘Ma dai?’ chiese poi, ironico.
‘Si..’ rispose semplicemente Castiel, avvicinandosi a lui.
Dean lo guardò incuriosito.
‘E cosa avresti concluso?’ domandò poi, alzando gli occhi al cielo, quasi annoiato.
‘Penso di aver trovato un modo per aiutarti..’ spiegò semplicemente l’angelo del signore.
‘Aiutarmi? - Dean lo guardò inclinando la testa verso il basso, divertito - A trovare l’anima di Sam?’ chiese poi, diventando di colpo serio.
‘No..’ cominciava a stancarsi delle risposte insoddisfacenti e misere del messaggero divino.
‘E allora a far cosa Cass?’ domandò esausto.
‘A superare il momento di tristezza e rabbia che ti senti dentro..’ l’angelo appoggiò una mano all’altezza del cuore di Dean, e il ragazzo per istinto si tirò indietro, scivolando di lato.
Alzò le braccia davanti a se, a mo di protezione.
‘Cosa pensi di fare, guarirmi con il tuo tocco angelico!? - chiese sulla difensiva - No grazie, preferirei qualcosa di più concreto che possa aiutarci con Sam..’ asserì, mentre Castiel studiava ogni suo movimento con gli occhi azzurri del suo tramite.
‘Dean..’ lo chiamò, guardandolo leggermente indeciso sul da farsi.
‘Smettila doi ripetere ‘Dean, Dean, Dean’! Smettila di chiamarmi con quel tono a ‘non fare il bambino’! Se hai bisogno di qualcuno con cui giocare allora trovati Meg e divertiti con lei!’ sbottò il ragazzo, voltandosi verso il muro.
‘Non mi interessa giocare con Meg..’ disse lentamente l’angelo dietro di lui.
‘Davvero? Non sembrava mentre eravamo rincorsi dagli animaletti da compagnia di Crowley!’ commentò acido Dean.
‘Dean..’ lo chiamò nuovamente Castiel, e il ragazzo fece per girarsi e mandarlo al diavolo di persona, quando si trovo sbattuto contro il muro.
Una fitta di dolore lo colpì alla schiena, e quando riaprì gli occhi, si trovò l’angelo a pochi centimetri dal suo viso.
‘Che cazzo stai facendo Cass?’ chiese appoggiando la braccia sulle spalle di Castiel e tentando invano di allontanarlo.
‘Smettila di parlare, Dean..’ l’angelo inclinò la testa, assottigliando lo sguardo, e il ragazzo si ammutolì, trovandosi immerso nell’azzurro acceso degli occhi di quest’ultimo.
Poi, in una frazione di secondo, le labbra morbide di Castiel si premettero contro le sue.
Inizialmente Dean spalancò gli occhi, sorpreso, poi pian piano le palpebre si appesantirono, e la sua bocca si schiuse, accogliendo la lingua calda dell’angelo.
Mugolò nel bacio, mentre sentiva l’insicurezza di Castiel sfiorarlo piano, alleggerì la spinta sulle sue spalle, e anzi, si attaccò al trench beige, attirandolo di più a se. Le loro lingue battagliarono prima nella bocca di uno, e poi dell’altro, rincorrendosi e intrecciandosi in una danza di gemiti insicuri.
Si staccò da lui, solo per riprendere fiato, lo osservò allontanarsi leggermente e, ancora con gli occhi chiusi, respirare ciò che restava del bacio, sulle sue labbra.
Castiel schiuse gli occhi, appannati dal piacere, e a quel punto Dean perse il controllo delle sue azioni.
Attirò a se l’angelo, e invertì le posizioni, facendo cozzare la schiena e la nuca di questo con il muro, e investendo le sue labbra con un bacio infuocato, mentre infilava un ginocchio tra le sue gambe e stringeva con una mano i capelli, e con l’altra la vita del compagno.
Castiel mugolò nel bacio, facendo scivolare una mano dietro la nuca del ragazzo.
Dean sentiva il cervello andare in corto circuito. Neanche immaginava lontanamente cosa si potesse provare a baciare un angelo ma ora il suo corpo era pervaso da una calda corrente continua che si snodava dal suo cervello e colpiva con forza il cuore, spandendosi poi nel corpo e facendogli diventare le gambe molli.
Si chiese se anche l’angelo stesse provando queste sensazioni e si staccò da lui, per riprendere fiato e guardarlo negli occhi.
Lo sguardo profondo di Castiel lo fece quasi sussultare, era un azzurro intenso e a Dean parve addirittura più scuro del solito, come se fosse stato annegato nella passione di poco prima, mentre poteva sentire il petto dell’angelo alzarsi e abbassarsi velocemente contro il suo.
Lo teneva imprigionato al muro e non era intenzionato a spostarsi.
Appoggiò un bacio prima su una guancia dell’angelo e poi sull’altra, scendendo subito dopo sul collo mentre sentiva il compagno inclinare la testa per lasciargli più spazio..
‘Dean..’ respirò Castiel affannato, ed era un ‘Dean’ diverso da tutti quelli che erano venuti prima, il ragazzo poteva sentirlo anche solo dall’effetto che gli aveva fatto alla bocca dello stomaco sentire il suo nome pronunciato così dalle labbra dell’angelo.
Il maggiore dei Winchester aprì il trench beige dell’angelo facendolo scivolare sulle sue spalle ma non lo tolse del tutto, incatenando l’amante con le braccia dietro la schiena, mentre slacciò la cravatta e la camicia appoggiando una serie di baci bollenti lungo tutto il petto.
Castiel sentì la cravatta scivolare via e ansimò ancora, sopraffatto da quell’onda anomala di sensazioni forti che lo aveva caricato dal momento in cui le labbra di Dean avevano toccato le sue.
Socchiuse gli occhi e rovesciò le testa all’indietro, sbattendo la nuca contro il muro e chiamando il nome del suo compagno.
Dean soffiò una risata all’altezza del suo petto e poi si tirò su sorridendo.
‘Così ti fai male!’ disse poi attirando l’angelo verso di sé e baciandolo di nuovo.
Il movimento permise a Castiel di liberarsi dal la scomoda posizione in cui Dean lo aveva costretto con il suo stesso trench e d’impulso spinse il ragazzo sul letto.
‘Uoh! - sbottò il maggiore dei Winchester sentendo di colpo il letto morbido sotto di se, e vedendo un veloce Castiel avventarsi su di lui - Piano Cowboy!’ disse poi mentre l’angelo gli tirava velocemente su la maglietta, fiondandosi a saggiare il suo petto.
Lo lingua di Castiel scorse sui suoi addominali e poi una scia di baci raggiunse la sua cintura, mentre lui chiudeva gli occhi respirando e ansimando in un turbine di bollenti emozioni.
Sentì l’angelo armeggiare con la sua cintura e riaprì gli occhi alzandosi ad afferrarlo per riportare le loro labbra a contatto e ribaltare le posizioni.
Continuò a baciarlo sentendo il compagno mugolare e attirarlo sempre di più a sé. Si sollevò da lui, togliendosi la maglietta con un movimento veloce e poi scese a slacciare la cintura dei pantaloni di Castiel mentre gli occhi dell’angelo seguivano ogni suo movimento, e il suo respiro accellerava sempre più.
Tornò su per baciarlo di nuovo, con passione, mentre appoggiava le mani sul materasso e pigiava un ginocchio sul cavallo di Castiel: sentiva la sua eccitazione crescere oltre quei pantaloni troppo spessi e costrittivi.
Prese l’angelo per il busto tirandolo su e lasciando che il trench scivolasse lungo le sue braccia, e una volta che l’indumento ricadde sul letto, scomposto e stropicciato, il messaggero divino strinse le braccia attorno al busto nudo dell’amante, senza smettere di baciarlo.
Dean lo continuò a tenere sollevato di peso, spingendosi con lui verso la testiera del letto e quando fece appoggiare il suo amante angelico a questa, si staccò da lui respirando affannato e guardandolo negli occhi.
Poi lo squadrò da vicino sorridendo.
‘Sei ancora un po’ troppo vestito..’ osservò mentre Castiel inclinava la testa di lato fissando ora i suoi occhi ora le sue labbra gonfie, come fossero il suo cibo preferito.
Dean si allontanò leggermente dall’angelo, lasciandolo seduto con la schiena appoggiata alla testiera del letto.
Castiel gemette deluso e lo osservò mentre slacciava gli ultimi bottoni della camicia.
Prima che Dean potesse finire con una mano lo attirò nuovamente a sé, e le dita del ragazzo si fecero molli mentre l’angelo gli regalava un altro bacio mozzafiato.
Slacciò a fatica l’ultimo bottone della camicia per poi tornare più vicino possibile al suo amante, sentendo la sua eccitazione, ora davvero troppo costretta da pantaloni, pulsare decisa.
Castiel non sembrava intenzionato a smettere di baciarlo.
La camicia di quest’ultimo ora gli copriva leggera solo le braccia e, mentre Dean si staccava a malincuore da lui per slacciarsi del tutto i pantaloni, l’angelo la fece scivolare sul letto, lanciandola in un punto imprecisato della stanza e continuando a guardare il ragazzo davanti a sé, ipnotizzato da ogni suo movimento.
Dean si accorse che lo osservava, si tolse i pantaloni e i boxer avvicinandosi a lui e baciandolo leggero, mentre con le mani faceva scorrere via anche i suoi ultimi indumenti.
L’angelo respirò velocemente attirandolo nuovamente a sé, e mentre le loro eccitazioni si sfiorarono sentì una scossa elettrica che lo fece tremare. Alzò lo sguardo al soffitto annaspando mentre Dean gli baciava il collo, facendo poi scorrere le labbra sul suo pomo d’adamo, con una lentezza esasperante.
Il ragazzo lo fece scivolare sotto di sè senza smettere di baciarlo ovunque, e Castiel incontrò i suoi occhi verdi accesi di passione.
‘Cass.. - lo chiamò socchiudendo gli occhi preoccupato - stai bene? Sei sicuro che vuoi continuare?’ gli chiese accarezzando dolcemente la sua guancia.
L’angelo si guardò intorno spaesato, nel turbine di emozioni realizzò che Dean temeva di averlo spaventato e allora gli allacciò le braccia dietro il collo trascinandolo in un bacio intenso. Sentì le loro eccitazioni sfiorarsi ancora e gemette nel bacio respirando a fondo l’odore del compagno e allacciando per istinto le gambe attorno alla sua vita per permettere a quel contatto di ripetersi.
Quando Dean staccò le labbra dalle sue, le braccia dell’angelo ricaddero ai lati, i suoi occhi appannati lo guardavano colmi di eccitazione, e il suo petto si sollevava sempre più veloce.
‘Lo prendo come un sì..’ ridacchiò il ragazzo e poi lo studiò soddisfatto mentre con una mano scendeva lungo il suo fianco in una languida carezza.
Si sollevò leggermente dall’amante angelico e quando allontanò le loro eccitazioni lo sentì gemere contrariato.
‘Devo prepararti. Non voglio farti male..’ spiegò mentre con una mano accarezzava le sue natiche.
‘Sei pronto?’ chiese in un sussurro guardando l’angelo con gli occhi appena socchiusi.
Castiel annuì deciso e quando il dito di Dean lo penetrò strinse le lenzuola con le mani.
All’inizio sentì solo dolore e fastidio, ma quando il ragazzo cominciò a muovere il dito dentro di lui, piccole intense fitte di piacere lo invasero dal bacino, finchè non si sentì gemere senza controllo, e quando il ragazzo aggiunse il terzo dito si sentì scuotere da un’improvvisa e potente ondata di piacere.
Si aggrappò ancora di più al lenzuolo, con le braccia lungo i fianchi.
‘Di più.. di più..’ gemette senza controllo scuotendo la testa, che ora gli sembrava leggera come un palloncino gonfiato ad elio, e chiuse gli occhi.
Sentì le dita di Dean uscire da lui, e non potè evitare di mugolare contrariato, me poi sentì il corpo dell’amante coprirlo e qualcosa di umido sfiorare la sua entrata.
Aprì gli occhi trovando quelli verde intenso dell’amante fissi nei suoi.
‘Sei sicuro di volerlo fare?’ chiese preoccupato il ragazzo, nonostante il fiato spezzato rendesse evidente il desiderio che aveva preso anche lui.
Castiel gli circondò il collo con le braccia attirandolo a se e baciandolo lentamente, si fermò a succhiare prima il labbro inferiore e poi quello superiore e poi si allontanò solo leggermente, annegando i suoi occhi azzurri in quelle pozze verdi.
‘Fallo Dean..’ disse sfiorando le sue labbra ad ogni parola, con il tono basso che tanto lo caratterizzava, reso ancora più roco dall’eccitazione.
Il ragazzo non se lo lasciò ripetere e affondò in lui con un’unica spinta decisa.
Castiel strizzò gli occhi buttando la testa all’indietro e stringendo i denti, mentre il dolore esplodeva in lui.
Dean non si mosse, aspettando che l’amante si abituasse a lui, e gli baciò le palpebre e il viso, sperando di distrarlo..
Poi lentamente cominciò a spingere, e sentì i muscoli dell’angelo rilassarsi.
Quando le labbra di Castiel si schiusero lasciando scivolare fuori un gemito roco di piacere puro, Dean aumentò le spinte, e l’angelo si allacciò a lui, aggrappandosi alle sue spalle grandi e cercando la sua bocca.
Il ragazzo gli abbracciò il busto senza smettere si spingersi dentro di lui e lo baciò con forza e con passione.
Castiel sentì poi una scossa di piacere immensamente più grande di quelle che aveva sentito prima e rovesciò la testa all’indietro gemendo ad alta voce il nome dell’amante.
Il ragazzo lo chiamò allo stesso modo aumentando l’intensità delle spinte e infine vennero insieme urlando l’uno il nome dell’altro.
La stanza venne invasa da una luce luminosa e chiara per un istante e poi Dean ricadde esausto sul corpo dell’angelo.
Si appoggiò al suo petto mentre entrambi cercavano di rallentare il loro respiro.
Castiel respirò profondamente con gli occhi sbarrati cercando di riordinare i pensieri nella sua testa.
Per un’ora la guerra, Raphael e tutti quei problemi erano spariti e il mondo si era limitato a Dean, a quello che Dean faceva e a come lo faceva maledettamente bene. E questo mondo non gli era mai sembrato così perfetto e completo.
‘Meno male avevo gli occhi chiusi, angioletto..’ lo risvegliò dai suoi pensieri la voce ironica del ragazzo, che, ancora leggermente affannato, aveva sollevato il viso e lo stava guardando intensamente.
‘Mi dispiace..disse l’angelo senza sapere bene cosa dire, e scostando gli occhi da lui, imbarazzato.
‘A me no..- asserì Dean sollevandosi all’altezza del suo viso e poi appoggiandogli un bacio sulle labbra - Non mi dispiace proprio per niente..’