Enchanting Sinner
ANOTHER STORY ABOUT NARCISSA BLACK MALFOY,
CREATED FOR THE WRITING COMMUNITY FANFIC100_ITA
99° parte - Notizie da Hogwarts
Fandom: Harry Potter
Personaggio principale: Narcissa Black
Prompt: 061. Inverno
Rating: Verde
Disclaimer: Narcissa Black e tutti i personaggi citati in questa storia appartengono a J.K. Rowling.
Big Damn Table:
http://narcissamm.livejournal.com/801.html L'oscurità stava calando con un freddo mordente, e Narcissa dovette affrettare il passo. La candida coltre di neve scricchiolava sotto i suoi piedi mentre imboccava il vialetto che conduceva verso casa.
Si era dovuta recare a Diagon Alley per acquistare una pozione curativa, poiché la febbre di Lucius non accennava a diminuire e lei cominciava seriamente a preoccuparsi per la sua salute.
Sollevò un attimo lo sguardo al cielo cupo che pareva schiacciare il mondo contro la terra gelata. Poi, coi fiocchi di neve che mulinavano al vento e danzavano leggeri attorno a lei, Narcissa spalancò il pesante portone ed entrò nell'atrio del castello. Si sfilò velocemente il pesante mantello di lana e, nel frattempo, gettò uno sguardo sul vassoio d'argento posto sul tavolino: era carico di lettere, messaggi e inviti. Narcissa afferrò la posta dal vassoio e si diresse in fretta ai piani superiori.
Trovò Lucius sveglio, seduto sul letto e avvolto in calde pellicce.
"Come ti senti?" domandò Narcissa, avvicinandosi a lui.
"Come al solito", rispose l'uomo. Il respiro gli usciva a fatica. "Credi sia vaiolo di drago? Mio padre aveva avuto una febbre simile a questa prima di... morire".
"Stai tranquillo. Se fosse stato vaiolo di drago avresti contagiato anche me", lo rassicurò Narcissa. Gli tastò la fronte e, sentendo che scottava ancora, prese un panno intriso d'acqua fredda e lo applicò sulla sua pelle febbricitante. "Ho preso una pozione che dovrebbe farti stare meglio", disse poi, alzandosi per prendere la fiala magica appena acquistata. Conteneva una sostanza densa e bianca, dall'odore intenso e pungente.
Annusandola, Lucius si sentì bruciare gli occhi. "Mi rifiuto di bere questa schifezza".
"Adesso fai i capricci come un bambino? Nemmeno Scorpius si comporterebbe così", ribatté Narcissa in tono severo, mentre gli versava delicatamente l'intruglio tra le labbra.
Lui fece una smorfia disgustata. Ma quando, poco dopo, Narcissa accostò la guancia alla sua, la sentì più fresca. La febbre stava già calando, per fortuna!
"A proposito di Scorpius..." borbottò Lucius. "Come mai non ha ancora scritto? Aveva promesso che lo avrebbe fatto non appena arrivato a Hogwarts".
"Sono arrivate alcune missive", disse Narcissa, ricordandosi delle lettere che aveva trovato al suo arrivo. Andò a passarle in rassegna, e quando vide una busta col sigillo di Hogwarts le sue mani divennero così agitate che ebbe difficoltà ad aprirla. "Eccola! Ha scritto!" esclamò trionfante, tirando fuori un foglio che pareva fremere di sua spontanea volontà.
Lucius si mise ben comodo, sollevandosi coi gomiti sui cuscini. "Avanti, leggi!"
Narcissa aveva un sorriso che andava da un orecchio all'altro mentre scorreva con lo sguardo la familiare calligrafia di suo nipote. Cominciò a leggere le dilette parole di cui tanto aveva bisogno... parole speciali, come la persona che le aveva scritte.
"Carissimi nonno e nonna", esordì, ad alta voce. "Scusate se non ho scritto prima, ma i miei primi mesi qui a scuola sono stati pienissimi. Ho preso lezioni di volo su scopa, ho imparato a trasfigurare gli oggetti, a farli levitare, e un sacco di altre cose interessanti... ma credo che la mia materia preferita sarà Pozioni".
Narcissa rise. Le pareva quasi di vedere Scorpius e di sentire la sua voce, mentre leggeva la sua lettera. "Oggi sarei dovuto andare alla mia prima gita a Hogsmeade, ma poi ha cominciato a nevicare ed è stato tutto rimandato. Odio l'inverno". Fuori, il nevischio tamburellava sui vetri delle finestre, appesantiva i rami degli alberi, ricopriva le aiole di un altro strato di ghiaccio. Quello era un inverno piuttosto rigido, considerò Narcissa con un sospiro. Sperava tanto che il tempo migliorasse, cosicché Scorpius potesse venire a trovarla per le vacanze di Natale.
"Sarete felici di sapere che ho stretto moltissime amicizie da quando sono qui. Non so perché, ma sono molto popolare tra i miei compagni. Forse è merito della targa d'oro appesa all'ingresso del castello, che dice grazie alla famiglia Malfoy per aver contribuito economicamente alla ricostruzione di Hogwarts dopo la Grande Battaglia".
Narcissa udì suo marito sbuffare e dire: "Come se lo avessimo fatto di nostra spontanea volontà!"
Lei scrollò le spalle e riprese la lettura: "Ad ogni modo, c'è qualcuno che è persino più popolare di me. Si chiama Al, ed è davvero un tipo forte. Siamo diventati abbastanza amici, anche se siamo in Case diverse e siamo spesso in competizione..."
Narcissa s'interruppe. Rilesse quel passaggio altre due volte, sentendosi pervadere da una strana sensazione di allarme.
"Al? Chi diamine è Al?" chiese Lucius, imbronciato.
"Non ne ho idea", mentì lei. In realtà, aveva il sospetto che Al non fosse altro che il diminutivo di Albus Severus Potter. Ma non ne fece parola con Lucius - non voleva di certo fargli risalire la febbre! E poi non era possibile che un Malfoy avesse stretto amicizia con un Potter. Era un'idea assurda, assolutamente da escludere...
Schiarendosi la voce, Narcissa ricominciò a leggere: "Presto ci sarà il ballo d'inverno ed io non so ballare. Una vera seccatura! Sia io che Al abbiamo ricevuto un sacco di inviti dalle ragazze... ma, sfortunatamente, l'unica ragazza che piace a me ha già un accompagnatore per il ballo".
Ancora una volta, Narcissa s'interruppe. Incredula, strinse la lettera fra le dita, stropicciandola.
"Che c'è? Cos'altro dice?" domandò Lucius.
Lei sbirciò suo marito e, con fare indifferente, ripiegò la lettera. "Niente di importante... ci saluta e promette di venire a trovarci per Natale". E nel frattempo pensava: Povero Lucius! Non potrebbe mai sopportarlo. Impazzirebbe di rabbia se sapesse quel che c'è scritto in questa lettera... No! Non dovrà mai leggerla.
Lucius aggrottò la fronte, sforzandosi di sollevarsi dal letto. "Tu mi nascondi qualcosa, Narcissa!" ringhiò, con le gote arrossate e i capelli madidi di sudore. "Dammi quella busta".
Narcissa si portò accanto al letto. Approfittando della momentanea debolezza del marito, lo spinse giù con una mano costringendolo a sdraiarsi sui cuscini. "Mio caro", gli disse, rimboccandogli le coperte. "La febbre ti sta facendo delirare. Non sai quel che dici! Devi riposare".
Sentendosi un po' in colpa, nascose la busta nella tasca del proprio vestito e si avviò verso l'uscita della stanza, ignorando le rabbiose proteste di Lucius. Nella sua mente, le parole di Scorpius continuavano a vorticare facendole dolere la testa...
"... l'unica ragazza che piace a me ha già un accompagnatore per il ballo. Mi vergogno a parlarvi di lei, perciò vi dirò solo che è bellissima e che si chiama Rose. Rose Weasley".
Con tutte le ragazze esistenti al mondo, doveva proprio infatuarsi di una testa rossa dal sangue sporco? Proprio di una Weasley? Possibile che Draco non avesse insegnato nulla al proprio figlio?
"Quando Andromeda lo saprà scoppierà a ridermi in faccia", si disse Narcissa, appoggiandosi alla porta della camera da letto. "Dirà: ecco quel che vi meritate. Vi sta proprio bene!" In effetti, c'era qualcosa di paradossalmente divertente in tutta quella faccenda. Qualcosa che fece piegare le labbra di Narcissa in uno storto, rassegnato sorriso.