Feb 19, 2011 23:41
Sto finendo di vedere la prima stagione di questo telefilm trasmesso in America dalla TNT (LOL! Se potessi ci farei l'abbonamento a questo canale) ma, stranamente, ancora non riesco a decidere se mi piace o meno. Cioè, lo sto guardando, un paio di episodi a sera, e quindi non mi fa schifo, per lo meno. Ma in generale o una serie mi prende da subito o non mi prende affatto: con X-Files, Twin Peaks, ER, NYPD, Criminal Minds, CSI, NCIS, Southland è stato così a prima vista, perchè nel pilot già c'erano tutte le caratteristiche per le quali sapevo avrei amato tutta la serie (sì, poi ER e CSI sono scadute moltissimo, ma semplicemente perchè i produttori hanno allungato il brodo più del dovuto).
Leverage non è male, è godibile e si lascia guardare ma, per una serie di ragioni, non mi convince ancora del tutto.
La trama: un ex agente assicurativo, fregato dalla sua stessa compagnia assicurativa (che non gli pagò le spese per le cure mediche del figlio piccolo, che alla fine morì), un po' per caso si ritrova a capo di una banda composta da quattro ladri, ciascuno con una sua specializzazione: c'è quella speecializzata in truffe, quella in scassinamenti, l'hacker e quello che mena le mani. Insieme decidono di fondare una società, la "Leverage", con l'intento di aiutare le persone che sono state truffate, raggirate o che hanno subito dei torti e per le quali la legge non fa nulla. Se la trama vi provoca un senso di deja-vu, tranquilli, è successo anche a me, perchè mi ha ricordato molto da vicino la storia di A-Team (il telefilm, mi raccomando, che quell'obrobrio di film uscito l'anno scorso sto cercando di rimuoverlo dalla memoria). Pensateci: anche Hannibal & soci aiutavano chi "aveva un problema che nessun altro può risolvere" (cit.) elaborando piani fantasiosi e mettendo in piedi ingegnose truffe ai danni del mavivente di turno. In Leverage non ci sono le stesse sparatorie ed esplosioni di A-Team, ma per il resto trovo ci siano molti punti in comune. Alcuni punti in comune secondo me li ha anche con "Mission:Impossible" per via dei congegni futuristici che utilizzano e per il fatto che riescono a intrufolarsi ovunque senza mai farsi scoprire. Possiamo quindi dire tranquillamente che non è l'originalità il piatto forte di questa serie. Un punto a suo favore, tuttavia, lo gioca il fatto che, a differenza di molte altre situazioni cinematografiche che coinvolgono dei disonesti truffati, i dosonesti non sono degli sprovveduti, nè degli idioti e spesso, a loro volta, cercano di truffare o sabotare la squadra. Perchè, in fondo, battersi contro dei dementi non è divertente.
Il cast non è malvagio; ovviamente Timothy Hutton spadroneggia su tutti: è la mente che elabora le idee e ha sempre uno o più piani di riserva, è colui che contatta e sceglie i clienti e, sicuramente, è l'attore migliore. Gli altri attori non li conosco molto bene, ma i loro personaggi sono resi spesso in maniera troppo macchiettistica: Parker, la scassinatrice, è mezza psicopatica fin da bambina (ha fatto fuori i genitori adottivi facendo saltare per aria la casa col gas perchè il padre le aveva portato via per punizione un coniglio di peluche) con delle paranoie assurde (ha paura dei cavalli perchè una volta ha visto un cavallo uccidere un clown, peccato che quando ci viene mostrato il ricordo scopriamo che si tratta di un tizio mascherato da cavallo...); Sophie pensereste sia bipolare, perchè quando recita sul palcoscenico o ai casting di qualche spot è pessima, mentre se deve truffare qualcuno diventa la persona pià credibile della terra; Hardison, l'hacker, praticamente è in grado di usare qualsiasi programma per fare qualsiasi cosa; Spenser batte a mani nude una decina di uomini armati di pistole (perchè a lui le pistole non piacciono). Tutto questo crea sicuramente un'atmosfera buffa e leggera, ma va sicuramente a discapito della credibilità sia del personaggio sia dell'azione in sè.
Alcuni casi sono interessanti e ti tengono incollata al video, altri sono decisamente noiosi e banali ("Two horses job" e "Miracle job" mi hanno fatto quasi addormentare) e così la serie prosegue tra alti e bassi.
In America ha una media di 4,5 milioni di telespettatori, che non è male per una tv via cavo (e soprattutto considerando che in America l'offerta tv è molto più diversificata della nostra ed è difficile avere picchi altissimi di spettatori). Ovviamente non siamo ai livelli di "The Closr", che macina 8 milioni di spettatori a puntata, però quella è dichiaratamente la punta di diamante della TNT.
Alla terza stagione, che devo ancora riuscire a recuperare, Leverage annovera tra le guest star Elisabetta Canalis: potrebbe essere il motivo per smettere di seguire questa serie, LOL!
Invece sto letteralmente adorando "SouthLAnd" (e ho pure fatto il callo alle riprese un po' da mal di mare), perchè è totalmente diversa dagli altri polizieschi: SouthLAnd cerca di essere il più fedele possibile alla realtà dei fatti, gli attori indossano lo stesso equipaggiamento dei veri agenti di polizia, giubbotto antiproiettili compreso e le riprese sono effettuate prevalentemente nei quartieri della città (anche in quelli controllati dalle gang e ad alto tasso di criminalità), le storie sono tratte da veri casi trattati dalla polizia. In definitiva cerca di offrire uno sguardo, il più autentico possibile, su quello che sono chiamati ad affrontare circa 9.000 agenti di polizia che sorvegliano una città di 4 milioni di abitanti su 1.200 chilometri quadrati, dal triplice omicidio, alla sparatoria tra gang messicane alle chiamate-spazzatura (dio, in America chiamano la polizia per qualsiasi stupidaggine). La serie ha ricevuto commenti molto positivi da più fronti - e in genere i recensionisti da quelle parti sono piuttosto spietati - è stata riconosciuta valida... e ancora oggi non si sa se la TNT la rinnoverà per una quarta stagione e la cosa mi manda fuori di testa! E' vero, la squadra dei detective ha subito diverse defezioni, prima Tom Everet Scott e poi Kevin Alejandro (che ha preferito continuare a recitare in True Blood O_o) e poi i tre che si sono succeduti al fianco di Regina King... sì, quello è stato un male, perchè non ti dà la stabilità, che è la cosa di cui lo spettatore ha maggiormente bisogno in un telefilm. Ma la parte che segue l'apprendistato di Ben Sherman e l'evoluzione del suo rapporto con John Cooper funziona alla grande. Uh, e un plauso a chi ha deciso di rendere il personaggio di Cooper gay, il mio lato yaoista approva in pieno! E poi è il primo gay televisivo che vedo che non è una caricatura. E' gay, sì, ma l'essere gay non è una caratteristica che lo definisce o che lo rappresenta, è semplicemente un elemento naturale della sua persona. E questo lo rende autentico (nonchè terribilmente slashabile XD). Comunque, con tutte le cose che ci sono ancora in ballo e che sicuramente non si risolveranno da qui alle tre puntate che mancano alla fine della stagione, se non lo rinnovano per almeno una quarta stagione, sarebbe proprio un delitto. Perchè la mia anime nera e pessimistica mi dice che ci sono altissime probabilità che questo avvenga?
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