Incredibile, non pensavo di farcela ad aggiornare per questa settimana. °_° Visto che da Venerdì scorso ho una febbrona incredibile (23 Ottobre °_°), e ancora ora non sono guarita. ç_ç Però ormai siamo verso la fine. *_*
E quindi, eccovi un aggiornamento abbastanza leggero dei Carson!
La vacanza fu abbastanza divertente, e tornai a casa molto soddisfatta. A casa mia, appunto. Non me la sentì di andare ad abitare da Hunter, almeno per i primi tempi. Forse perché mi sentivo incapace di convivere con lui quando la ferità era ancora aperta, preferivo aspettare almeno qualche mese. Almeno finché la gravidanza non avrebbe richiesto l’aiuto di qualcun altro. Questo significava due-tre mesi, e poi sarei stata quasi costretta a farlo. Sapevo che prima o poi tutto sarebbe tornato come prima, ma quando lui tentava un contatto con me..sentivo una morsa, non ce la facevo. La morsa diveniva sempre più lieve col passare del tempo, ed un giorno avrei potuto di nuovo sussultare se lui mi avrebbe toccato i capelli. Sapevo che sarebbe stato così.
Questi mesi passarono in fretta, e per quanto mi sentissi pronta solo a metà, presi le mie valigie e mi trasferì da Hunter, con i primi segni di gonfiore.
Aspettai quei tre secondi prima del passo successivo, e poi mi decisi a suonare, peccato che ormai aveva avvertito la mia presenza, sicuramente sentendo le mie emozioni. Captandole (Ana: non è che ha il raggio laser eh °_°) E la porta fu aperta in un battibaleno, mi accolse con un sorriso sinceramente felice, ed io ricambiai amichevole. Prese le mie valigie senza esitare, e mi diede segno di entrare. Mi fermai un attimo a vedere quella che sarebbe stata la ..nostra nuova casa, quindi la sua. Non aveva molte stanze, un soggiorno-cucina, due camere e un bagno. Era abbastanza piccola, ma era sempre meglio di quell’appartamento ed era in un quartiere abbastanza isolato. Pace, per stringere.
Guardai il disco appoggiato sul tavolo, e cercai di leggere dalla posizione in cui mi trovavo, ovvero poco dopo la soglia della porta. Pearl Jam. Ottima scelta, dissi fra me e me.
Dopodiché mi decisi a chiudere la porta e cercare la mia presunta camera.
Sì, avevo chiesto una camera separata, per quanto possa essere duro nei suoi confronti.
Hunter spuntò dal bagno, indicandomi di venire con lui, un po’ impacciata lo seguì.
H: “Devi scusarmi, ma l’unica via per arrivare è il bagno. Spero non sia un problema per te.” Balbettò, grattandosi la fronte, segno che era teso.
“Certo che no” dissi in tono cordiale.
Aprì lievemente la porta e davanti a me si presentò una stanza abbastanza spoglia e vuota.
“Eccola..” disse in un respiro rumoroso Hunter, stropicciandosi le maniche, forse per il freddo o forse per la tensione. Dopotutto a Novembre fa freddo, si sa.
Osservai il letto con le lenzuola appena fatte, il computer disponibile alle prime necessità, e quel insignificante bianco dell’armadio. Mi ci abituerò, serve solo..un tocco di vita qui.
“Mi piace. Qualche abbellimento e sarà molto carina questa stanza.”
Mi rispose con un semplice sorriso, forse un po’ forzato.
Le mie valigie erano state già messe vicino all’armadio, pronte per essere svuotate dei miei pochi averi.
Controllai il cellulare, Barry mi aveva tempestato di messaggi a quanto pare.
“Jay … ma il ferro da stiro dove stai esattamente? B.”
“Jay … oddio … il tostapane è sparito. B.”
“Jay …. cavolo ma dov’è il mio accappatoio, dov’è!? Aiuto. B.”
… non sapeva proprio cavarsela da solo, eh?
Risi fra me e me, e risposi velocemente a tutte le sue richieste. “Allora, il tostapane forse nel sgomberare l’ho ritirato dentro il cassetto, mentre l’accappatoio evidentemente l’hai abbandonato come sempre dietro il lavandino, visto che non l’ho ritirato. Quindi dovrebbe essere a terra in bagno. Il ferro da stiro è nello studio, sulla mensola … apri gli occhi! -.- Vedo che ti piace vivere da solo. <3”
Inviai fermando i risolini, e riposi il cellulare sul letto.
Mi appoggiai anche io sul letto, sembrava morbido quantomeno. Ebbi tempo di elaborare, vivevo con Hunter da quel giorno in poi.
Cercai di rilassarmi, anche se era difficilissimo. Le nubi sembravano più pesanti e noiose del solito. E la nebbia sembrava voler avvolgere la … nostra nuova casa. Nostra. Dovevo abituarmici.
Affondai le dita nelle lenzuola, per cercare quel senso di possesso, ma mi ritrovai a fallire. Mi sdraiai 5 minuti allora, per riflettere. Come si era arrivati fino questo punto? C’era una parte di me, non so quale di preciso, che non riuscì a scavalcare tutti quei numerosi ostacoli, quelle difficoltà a volte troppo grandi, e cadde senza riuscire ad alzarsi, mentre gli altri correvano come frecce saltando agilmente tutti gli ostacoli.
Ed ora che quella parte aveva attirato l’attenzione, era essa l’ostacolo?
Buttai un occhio sulla mia valigia, e scorsi una foto mai vista prima, appoggiata sulla valigia, forse apposta per farsi notare nel momento giusto.
Aiko che strapazzava la testolina di Barry, mentre lui cercava di afferrarla per i fianchi. Grande amicizia, mi chiedo avrebbe potuto qualcosa di più.
Proprio sotto a questa simpatica fotografia c’era una foto del matrimonio di Crystal e Alex. Li guardai, erano estasiati, eccitati, e sicuramente quel giorno segnò qualcosa di nuovo, di luminoso, un tatuaggio indelebile, che nessuno avrebbe mai voluto togliere.
Sorrisi fra me e me, erano felici, erano tutti quanti felici. Mi ritrovai a pensare ad Hunter, eravamo l’unica coppia in quello stato. Da una parte, lui non voleva trasportarmi, lasciare che il rischio intrepidi il nostro amore, ed io non mi esponevo.
Avrei voluto essere felice, avrei voluto che mio figlio … o mia figlia, possa vivere in una famiglia serena. Se non avremmo fatto quel passo tutto sarebbe rimasto intatto come ora.
Quando ci saremmo decisi a rischiare?
Abbandonai la foto di colpo, e mi rialzai subito. A mani conserte mi avvicinai alla finestra.
Cadevano molte foglie dall’albero, sentì ogni foglia avvicinarsi a me, in qualche modo. Una fece un giro su se stessa, cadendo su un’altra foglia, appena precipitata.
Era caduta, era caduta addosso all’altra foglia, e ora vagavano insieme, le vedevo muoversi, attaccate, inseparabili.
Nessuna soffriva il peso dell’altra, e alla fine..si appiattirono al suolo, ancora insieme.
Non riuscì più a vedere nient’altro, e mi accasciai di nuovo sul letto.
Hunter aprì la porta lievemente, e mi scorse lì.
“Tutto bene?” disse con tono preoccupato.
Non risposi, mi limitai a fissare il soffitto. Dovevo abbattere quel muro, dovevo…fare qualcosa di azzardato. Ed ero sicura che era compito mio buttarmi.
Mi alzai di scatto, con lui che mi fissava ancora più preoccupato di prima.
Accellerai il passo verso di lui e lo avvolsi in un bacio.
Appena staccai le mie labbra dalle sue, riaprì gli occhi. Lui mi guardava in un modo inaspettato, sembrava in disaccordo con quella azione.
“Ti sei sforzata.” Disse serio.
“C..cosa?”
“Ho sentito lo sforzo mentre ti buttavi su di me. Non deve essere un obbligo, lo sai.”
“Infatti non è un obbligo, e neanche uno sforzo. “ dissi anche io seria a quel punto. “Ma devo fare questo passo … perché … desidero la nostra felicità. Possiamo essere felici, ma devo fare quel passo. Devo..scavalcare quell’ostacolo.”
Lui mi guardò comprensivo, e io mi avvinghiai al suo collo, mentre lui mi accarezzava la testa.
Rimanemmo così per una manciata di minuti, avvinghiati in silenzio.
Mormorai qualcosa in quel momento tanto pacifico, “Non mi rifarai più del male, vero?”
Lui non era sorpreso dalla domanda, e come se dovessimo sussurrare per non farci sentire, mi rispose. “No.”
Poi, ci staccammo quasi contemporaneamente.
Sapevo che Hunter non mentiva, non era mai stato nella sua indole mentire. E non faceva promesse inutili, lo conoscevo.
Ingenuamente voletti credere alla sua promessa, forse perché io stessa ne avevo bisogno, forse per il bene di entrambi.
Mi rallegrai quindi di quella risposta, e chiesi cosa ci sarebbe stato per pranzo. Dato che la mia pancia aveva deciso che era il momento di protestare.
Nel giro di tre settimane Jayden cominciò a dormire con Hunter , e la coppia man mano che passava il tempo sembrava tornare ai vecchi tempi. Quasi, diciamo. Hunter arrossiva come sempre al primo complimento di Jayden, e lei rincominciava a saltellare per i viali nelle passeggiate con il suo amore.
La pancia comincò a farsi evidente, ed era inutile nascondere ai vicini e a amici la gravidanza, ma tutti furono molto contenti che questa coppia tanto idilliaca ai loro occhi finalmente potesse avere un bimbo.
Mi alzai impietrita, qualcosa aveva interrotto il mio sonno. Sentivo scorrere nelle vene quel fantastico bisogno.
Mi misi seduta come se mi fossi svegliata da un incubo, con lo sguardo stralunato. Come un robot, mi voltai verso un Hunter dormiente. Gli presi il braccio in modo diretto e brusco, tanto che lui sobbalzò per il contatto, svegliandosi appunto.
“Dio mio, che succede Jay?” disse assonnato.
“Yogurt. Fragola. SUBITO.” Dissi come se avessi visto un alieno davanti a me.
Hunter fece uscire un lamento, per poi affondare nel cuscino sinceramente stanco. “Subito..” mormorò con un tono sciupato.
Lo guardai con un temperamento poco felice, “Hunter muovi il culo da questo letto. AAAAAAA. Voglio il mio yogurt, SUBITO.” Dissi alzando di un tono la voce.
Mi guardò un attimo impaurito, e per addolcire la richiesta aggiunsi un “Per favore” angelico.
Lui rispose chiudendo gli occhi affranto, e finalmente si decise ad alzarsi.
Peccato che tornando Jayden abbia già cambiato idea.
“Emh…tesoooro…non mi va più lo yogurt.” Disse con sguardo angelico.
Hunter senza aggiungere parola se non una rapida occhiata a fianco a lui, tirò fuori un pacco di patatine. fritte. Naturalmente mi illuminai all’istante, e le presi con aggressività, per poi divorarle in cinque minuti.
“Su su, ora è tempo di lavorare!” gli dissi, per incitarlo a prepararsi per andare in negozio.
Lui mi guardò con quelle occhiaie, che cominciavano a diventare evidenti, e andò in bagno per ripulirsi dalla nottata precedente.
Nel cammino esclamai un “Hai sempre e comunque un bellissimo sederino, quello è impossibile sciuparlo.”, lui a quelle parole si girò di scatto verso di me con sguardo malizioso, e gattonò sulle mie lenzuola. Anche se, ad un passo dalle mie labbra, lo fermai.
“Eh no, ho le labbra unte.” e continuai “ma stasera si potrebbe fare qualcosa..” dissi guardandolo a mia volta con sguardo seducente, per quanto ci riuscissi.
Sembrò funzionare, e con un sorriso stampato in faccia corse in bagno, per poi uscire, un tantino in ritardo.
Inutile dire che Hunter era un buon compagno durante la gravidanza, e io non pretendevo molto!
Jayden: “Ma! Sono solo 12! 12 Frittelle! E’ un piatto misero! Avevo chiesto ad Hunter un bel piatto pieno di frittelle!”
(Ana: O____O E NON TI BASTANO 12 FRITTELLE? MA WOW. O__O CHE COSA C’E’ LI’ DENTRO? °_°)
Saranno state le frittelle o chissà che cosa, ma un pop mi travolse appena mi alzai dal tavolo. Fu una sensazione strana, un improvviso gonfiamento del ventre, tanto che rimasi un attimo stupefatta.
Mi svegliai quando Hunter mi scrollò e mi buttò un bicchiere d’acqua fresca addosso.
“Jay…stai bene?”
“Mmmh.” Risposi con tono assonnato. Cosa cavolo era successo?
“Quante volte ti ho detto che non ti devi affaticare?!? Ora fila a letto, su!”
“Ma cosa dici” esclamai alzando la voce, “Non mi sono affaticata!” dissi
“Come no.” Mi rispose seccato, prendendomi per il braccio, e aiutandomi ad alzarmi.
“Ti porto le frittelle a letto, ma tu non ti muovi da lì!” aggiunse con tono autoritario.
E si può intuire che non era l’unico episodio lievemente spiacevole durante la gravidanza, …come possiamo intuire che Jay causava dei problemini non indifferenti ad Hunter…
“Vede? Un computer così potrebbe essere adatto al suo stile di vita, semplice e funzionale.” Disse Hunter con sguardo professionale.
“Uh, sì sì. Mi piace il modello, per favore, mi metta qualcosa di non troppo complicato.”
“Le metterò un Basic, così non avrà problemi.” Rispose Hunter annuendo all’operaia-cliente.
Una voce femminile rimbombò nello studio. “Uuuh tesoro! Non mi avevi detto di avere un aggeggio simile, quanto brilla *__*”
Hunter sentendo quelle parole, stralunò gli occhi.
“Emh…mi scusi signora, ma c’è un’emergenza. Torno subito, lei può anche dare un’occhiata più da vicino al..al modello. “ disse cominciando ad ansimare, per poi sviare subito la signora.
“Amooore, non toccarloo!” urlò fuggendo dalla stanza.
Appunto, episodi come questo sono all’ordine del giorno. E non sempre tutte le marachelle di una Jayden a casa dal lavoro venivano scoperte da Hunt..
“Shhh, state zitti! Hunter non deve sapere che sono qui!” dissi sussurrando al presunto “pubblico”.
Ana: Come ti nascondi te non si nasconde nessuno >_>
“Che…che cosa? Dici che non sono neanche capace di nascondermi?!’” dissi con gli occhi lucidi.
Ana: Oh no. °_° Ora rincomincia con la cantilena. x_x
“Aaaaaaa, sono proprio una persona inutileeee!” dissi alzando la voce nelle lacrime.
Ana: ..-_- mi auguro che la gravidanza finisca presto, gli ormoni la stanno sballando. >_>
Jay: Sono pro..pri…*ronf ronf*
Ana: Ma Jayden. °_° Non ha senso addormentarsi DAVANTI ad un letto. O_O Potevi resistere due secondi e sdraiarti. >_>
Peccato che il piccolo “sonnellino” durò poco, interrotto da una telefonata inaspettata.
Aiko: “Hey Hey Jayden! Come sta la mia futura mamma?”
J: “Oh..Aiko! Bhe, solita routine quotidiana. Pisolini…mangiare….creare disguidi ad Hunter.”
A: “Ahahah, almeno fa un po’ di movimento nel starti dietro, si era decisamente appisolato negli ultimi tempi!”
E partono le chiacchere.
Aiko aveva preso la ricorrenza di chiamare Jay ogni due settimane per essere aggiornata, mentre la sorella, Crystal la chiamava praticamente ogni giorno. Anche perché la povera Jay tutto il giorno a casa si annoiava un pochino eh! Meno male che c’erano i suoi amici, che avrebbe fatto senza di loro?
Ma torniamo alla vita da “ragazza col pancione”..
La nostra protagonista si commuoveva persino per un film poliziesco! Lasciamo stare quelli romantici o drammatici, Hunter cercava di farglieli evitare il più possibile, ma fermarla era quasi impossibile.
Jay: “Ti ..ti rendi conto? Aaaaa, hanno ammazzato Reese! Nooo aaaaa!”
Hunt: “Lo so..lo so… Jay siediti.”
Tirai su col naso e guardai Hunter negli occhi per qualche secondo, “Come fai a sopportare tutto questo? Insomma, sono proprio barbosa” ed altre lacrime inondarono il mio viso.
“Non è vero. E poi ricordati! Questi piccoli episodi finiranno in bellezza, con l’arrivo di un bambino!” disse accarezzando il pancione.
Mi asciugai le lacrime con il polso, e ci risedettimo per finire il film.
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E finalmente…in una calda giornata d’autunno, Jayden diede alla luce il tanto bramato bambino.
J: “Ahiaaaaa, accidenti! Se sapevo che faceva così male non l’avrei fatto questo maledetto bambino! Aaaaaa.”
Urlò come indemoniata.
H: “Mantieni la calma. Respira. S….sdraiati, chiamo…chiamo un dottore.”
J: “NON C’E’ TEMPO. CAVOLO.”
H: “Oddio oddio.”
Non si capiva chi era più in ansia fra i due.
Il dottore arrivò dieci minuti dopo, ed aiutò Jayden a far uscire il bambino.
Diamo il benvenuto a Gregory Alexander Carson! Comunemente chiamato Greg. :P