[Sherlock BBC] It was a good day

Nov 09, 2012 13:01

Titolo: It was a good day
Fandom: Sherlock BBC
Personaggi: Sebastian Moran, John Watson
Rating: PG13
Avvertimenti: Slash
Conteggio parole: 701 (fiumidiparole)
Riassunto: Ha l’impressione che dall’indomani, le cose andranno meglio. Ne ha l’assoluta certezza.
Note: Scritta per la solita raccolta Johnstian e per 500themes_ita, prompt: 83. Contando gli anni.Dietro questa fic c'è una cosa che si chiama TERRORE PURO. Ma è ancora presto perché voi possiate capire perché. Quindi intanto godetevi la lettura.


X Maggio 2015

John sorride leccandosi le labbra, mentre la porta del bagno cigola e si chiude alle sue spalle con un suono leggero. Si sfila la maglietta mentre si avvicina allo specchio, la stoffa che sfrega contro la punta del suo naso provocandogli un brivido fastidioso che corre fino alla testa.
Con un sospiro si piazza davanti al lavandino, dandosi un'occhiata prima di prepararsi per andare a letto - maggio sta mangiando i giorni a grandi bocconi, lasciando scivolare il tempo sul dorso della sua lingua; il freddo dell'inverno appena passato, rigido come non ricordava da anni, sta lasciando lentamente spazio a giornate più tiepide, che finalmente non lo fanno tremare quando scopre la pelle.
Inspira piano, lasciando agli occhi il tempo di guardarsi; è qualcosa che fa ogni giorno prima di andare a letto, osservare i segni degli anni che passano, di ciò che non c'è più e che resteranno comunque onnipresenti finché non chiuderà gli occhi per l'ultima volta. Il suo torace è costellato qua e là da segni di un colore diverso da quello naturale, la cicatrice sulla spalla che spicca sulla pelle resa chiara dal tempo.
Riesce a vedere una storia dietro ognuno di essi. L'Afghanistan troneggia sempre sul suo corpo come sulla mente, ma ormai è diventato un ricordo offuscato, una presenza tiepida e quasi confortevole ripiegata con accuratezza in fondo al cuore.
Ha il gomito macchiato di bianco, ricordo delle prime volte in cui suo padre si armava di tutta la pazienza del mondo e gli teneva il sellino per non farlo cadere a terra, quando si era messo in testa di imparare a ogni costo ad andare in bicicletta, fallendo miseramente.
Qua e là, lungo i fianchi, i segni ripetuti e leggeri di cadute su cadute - è Sherlock che lo stringe per una manica e lo obbliga a correre finché le sue gambe non lo reggono più e cade, sentendo l'asfalto strappargli i vestiti e ferire la carne. Ci passa sopra le dita, sono quasi impercettibili, o forse sono i suoi polpastrelli troppo ruvidi, troppo rovinati perché possa sentirne la differenza.
Poi ci sono gli altri.
C’è una bruciatura sul collo, piccola e tonda, una macchia scura appena sotto l’orecchio, dove la carne si piega per seguire la mascella. Il segno di una cucitura grossolana sul fianco destro risalente a due anni fa.
C'è il segno evidente e ancora fresco di un coltello che ha premuto con troppa forza sulla sua carne, all'altezza della clavicola destra. Scivola rapidamente dalla parte opposta, affinandosi nel pressi del cuore - sembra uno spillo arrossato pronto a pungolarlo costantemente, a ricordargli della causa della sua esistenza, e ironicamente scaldargli il cuore quando mancherà la compagnia, e passerà le giornate da solo con un libro sul grembo.
“Muoviti, o non ti aspetto.”
È la voce di Sebastian che passa attraverso i muri della loro camera da letto per solleticargli le orecchie. Si volta verso la porta e sorride più apertamente, storcendo il naso come se lui potesse vederlo. Apre il rubinetto e si riempie le mani d’acqua, affondandovi il viso e fremendo di piacere sentendo il fresco penetrargli nella pelle.
Tre anni volano in un battito di ciglia.
Si asciuga il viso e pensa, guardandosi allo specchio, che forse è giunta davvero l’ora di abbandonare la zavorra che si porta addosso in mare aperto, e ricominciare a vivere.
Quando esce dal bagno, vede una massa di capelli rossicci sbucare da sotto le coperte, il profilo del naso di Sebastian che affonda nel cuscino morbido. Sente il leggero rumore del suo respiro, e gattona sul letto, vedendolo addormentato.
Non lo ha aspettato.
Si china sulla sua fronte, poggiandoci le labbra screpolate. Sebastian mugola appena, storcendo il naso infastidito. John scuote la testa e scosta le coperte, stringendosi all’uomo mentre si copre fino alla fronte.
Vale la pena lasciarsi indietro tutto per tenere lui. Vale la pena salutare Sherlock e lasciargli un unico spazio nel cuore per lasciar entrare qualcun altro che è lì, che respira e lo tocca, e lo fa sentire vivo come s’è sentito nel periodo migliore della sua vita.
“Buonanotte.” sussurra sulla pelle di Sebastian, poggiando la testa sul cuscino e chiudendo gli occhi.
Ha l’impressione che dall’indomani, le cose andranno meglio. Ne ha l’assoluta certezza.

2012, fandom: sherlock bbc, pg13, personaggio: sebastian moran, !500themes_ita, personaggio: john watson, !fanfiction

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