Noi

Oct 22, 2009 14:23

I Kennedy, Martin Luther King, Gandhi.
Gli anni sessanta, il movimento per i diritti civili, le marce per la pace.
La memoria di Auschwitz.
Gorbaciov, Clinton, Al Gore, Obama.
L'Africa, il volontariato, un po' di terzomondismo.
La cultura, la comunicazione, un po' di internet.
Il grande cinema americano, il grande cinema italiano, Sordi, Fellini, Mastroianni.
Il jazz, i Beatles, i cantautori.
Il calcio, Italia-Germania 4 a 3, Paolorossi, le figurine.
Il giovane Holden, il Piccolo Principe.
Berlinguer. Pasolini.

Chi vi ricorda quest'elenco? Bravi, proprio lui, Uòlter Ueltroni.
Vi viene da sbuffare o da sorridere amaro a pensarci? Beh, anche a me.
Poi magari avete saputo che Veltroni potrebbe dirigere un film e vi siete messi a sghignazzare all'idea che finirà per metterci dentro tutta sta roba? E come no.

E però, andate un attimo a rileggervelo, quell'elenco. Checciavetedadì? Cioè, a qualcuno può non piacere il jazz, a me per esempio il Piccolo Principe sta sulle palle senza averlo mai letto, ma in coscienza, conoscete un italiano cresciuto tra gli ottanta e i primi novanta e genericamente di sinistra che possa dire di non riconoscersi in gran parte di quella roba là? Che non l'abbia nel suo immaginario? Di più, che almeno una volta non abbia pensato che con quell'immaginario si potesse anche fare politica, che un paese che si riconoscesse di più in quei punti di riferimento sarebbe stato migliore, più civile, più vivibile di quello che ci ritrovavamo?

Ecco, Veltroni in questa idea, anzi in questa ideologia, ci ha creduto, o ha mostrato di crederci, che in politica è uguale. Ha contribuito a costruirla - assieme a un sistema di potere bello solido, naturalmente; l'ha sfruttata, ma soprattutto l'ha incarnata. E guardate che non è che la sinistra italiana negli ultimi vent'anni ne abbia prodotti molti altri, di immaginari, di culture, di ideologie. Abbiamo ammirato D'Alema, abbiamo votato Prodi, ma siamo stati Veltroni. Nessuno si senta offeso.

Poi abbiamo scoperto che quella roba non bastava a fare politica. Non bastava a vincere le elezioni, né a far fuori Berlusconi, né a cambiare i palinsesti televisivi. Nemmeno a riempire le buche sulle strade di Roma, forse. Ora quell'elenco ci sembra un'accozzaglia di luoghi comuni vuoti e un po' ridicoli. Che Guevara e madre Teresa. Cani randagi, cammelli e re magi.

Uòlter no, Uòlter sembra non essersene accorto. Neanche di aver perso, sembra essersi accorto. Peggio, nun ce vo' sta', è rancoroso, lui che ha sempre grondato mitezza da tutti i canini. È il capro espiatorio ideale, lo zimbello perfetto. Per carità, se li merita tutti gli sghignazzi. Ce li meritiamo.

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