autore:
inomuirorating: G
genere: preludio a qualcosa di romantico...
avvertimenti: nessuno
personaggi: Xaldin e Demyx
claim: Xaldin/Demyx
tema: #40 occhi
breve riassunto: “possibile che non ci fosse un modo normale per avvicinare quel tipo?!”
-
Occhi - Vittoria
- Tema
- Vino
- Anima
- Sapone
- Attesa
- Gita
- Gioco d'azzardo
- Mani
- Inferno
- Città
L'uomo è inginocchiato al centro del cortile, tre lance alla sua destra e tre alla sua sinistra. Tiene gli occhi chiusi mentre il primo soffio di vento si alza, sollevando le due lance più esterne che si dispongono una di fronte all'altra, come tenute da uomini in posa di combattimento. Scattano in avanti, le lame si incrociano provocando scintille e la battaglia comincia, un serrato susseguirsi di affondi e parate, finte e attacchi improvvisi, con il solo limite dell'aria in cui si muovono. Dopo pochi minuti altre due lance si uniscono al combattimento, che sembra divenire più caotico, le armi si rincorrono spinte dalla corrente in una danza sfrenata, in scatti e fulminei cambi di direzione, ma la confusione è solo apparente e tutto è tenuto sotto un controllo preciso al millimetro, alla minima variazione di pressione e velocità... o quasi.
Le ultime due armi si sollevano e l'uomo aggrotta appena la fronte. Un quantitativo di variabili impossibili da calcolare, l'unica possibilità è percepire, nelle orecchie e sulla pelle, come con un altro senso sufficientemente acuto da permettergli di seguire la posizione e i movimenti di tutte le armi, di guidarle anche senza vedere come se fossero le sue braccia e le sue gambe. Sei arti in più, ed il vento come ossa e muscolo.
Dal punto in cui il ragazzo si trova, appollaiato sul davanzale di una delle finestre, l’uomo sembra al centro di un uragano. Sta fermo dove l’aria è quasi immobile, una brezza appena sufficiente a smuovergli i capelli… ed ad un passo di distanza un tornado che solleva la polvere e rimbomba contro le alte pareti del cortile interno al castello. Demyx osserva le lance inseguirsi e combattere come animate di vita propria, e fa un sospiro rassegnato, appoggiando la testa contro lo stipite di pietra. Come immaginava, non ne ha il coraggio. Eppure sembrava il piano perfetto… cosa c’era di più naturale che un novellino come lui, ritenuto dagli altri otto membri dell’Organizzazione genericamente incapace di rappresentare una minaccia per esseri più combattivi di un topo, chiedesse aiuto per allenarsi ad un suo superiore particolarmente abile nel combattimento? Con i numeri 2, 5 e 8 via in missione la scelta più logica era il lanciere…
Figuriamoci. Nella migliore delle ipotesi lo avrebbe ignorato, oppure si sarebbe semplicemente arrabbiato con lui… e perché poi?
Due lance si scontrano, una manda la lama dell’altra a sbattere contro il muro con una violenza sufficiente a spaccare la pietra. Ah già, poi c’è anche la possibilità che Xaldin accetti e decida di prendere l’allenamento sul serio. Demyx guarda i frammenti venire immediatamente spazzati via dal vento e deglutisce. No, non è il caso di rischiare.
Possibile che non ci fosse un modo… normale di avvicinare quel tipo?! Un “ciao, come va?” (ok, un “buongiorno signore, come sta?”, meglio ricordarsi della gerarchia che tutti gli altri tenevano in così alta considerazione) nei corridoi? Magari un cordiale invito a non sforzarsi per tenere sempre quell’espressione arrabbiata stampata in faccia, ad una postura un po’ più rilassata… Demyx si appoggia un po’ più comodamente e visualizza i diversi tipi di spiedino in cui potrebbe essere trasformato se provasse davvero a fare un’uscita simile, e ridacchia tra sé. Certo che in quel posto si finiva per trovare divertimento nelle cose più assurde… o non trovarlo più in nulla. Lui preferisce di gran lunga la prima possibilità. Comunque, questo non risolve i suoi problemi, allora, come appropinquarsi a Mister Incazzatura Perenne…
Ci mette qualche istante a notare che le sue orecchie non sono più riempite dal fischiare del vento. Abbassa lo sguardo in tempo per vedere le lance allinearsi alle spalle del loro padrone, e Xaldin aprire gli occhi e guardare in alto, verso di lui. Gli occhi chiari incrociano quelli blu elettrico, che da calmi, pieni della chiarezza della battaglia, stanno già vertendo verso la solita ombra arrabbiata, e prima di potersi trattenere, prima di poter decidere che è meglio, molto meglio, aprire un portale e sloggiare all’istante, Demyx ha già sollevato la mano a salutare con un sorriso.
“Ciao! Come va là sotto?” esclama in tono cordiale
Xaldin lo guarda con un sopracciglio sollevato. Sembrerebbe interdetto, oltre che irritato, ma probabilmente è solo un’impressione.
“Ti da fastidio se resto un po’ a guardare?” continua Demyx.
“Potresti fare cose più utili” dice l’uomo, sprezzante, e si alza in piedi, richiamando le lance intorno a sé per iniziare una nuova serie di figure.
Non è un invito, ma non è un no, e nemmeno l’ordine di andarsene, o almeno non un ordine diretto, così Demyx sorride e si siede più comodo, con le gambe penzoloni, non più mezzo nascosto. E’ un inizio.
TBC...