Summer Prompt #6: Sweet home Alabama - OC {Doctor Who}
Era l’estate del 1989 quando conobbi quella ragazza; non particolarmente affascinante, ma dai capelli così biondi da sembrare il riflesso della luce del sole. Mi sorrideva dai suoi diciassette anni, io ero “l’uomo” più grande, il venticinquenne che l’avrebbe introdotta alla vita.
O almeno queste erano le sue parole.
Mi piaceva, oh, diamine, se mi piaceva. Mi piaceva il modo in cui cantava Sweet home Alabama, mi piacevano i suoi occhi scuri, mi piaceva la sua risata travolgente. Nina, questo era il suo nome.
Credevo che avrei passato con lei il resto della mia vita.
Poi vennero gli Angeli.
«Dove mi trovo? Che… che posto è questo?»
«Sei a Traverse City, ragazzo. Nel Michigan.» L’uomo si sporse verso la donna che lo accompagnava, sussurrandole all’orecchio: «Dovrebbero smettere di bere, diventano sempre più pericolosi.»
Sua moglie annuì, convinta.
L’avevo persa per sempre, non l’avrei più potuta trovare: era troppo presto, raggiungere il 1989 sarebbe stato impossibile per chi era precipitato così lontano.
Allora le scrissi. Non una lettera, non un messaggio sul tronco dell’albero sotto cui facevamo l’amore.
Le scrissi una canzone con il mio amico Ronnie: Sweet home Alabama.
O almeno queste erano le sue parole.
Mi piaceva, oh, diamine, se mi piaceva. Mi piaceva il modo in cui cantava Sweet home Alabama, mi piacevano i suoi occhi scuri, mi piaceva la sua risata travolgente. Nina, questo era il suo nome.
Credevo che avrei passato con lei il resto della mia vita.
Poi vennero gli Angeli.
«Dove mi trovo? Che… che posto è questo?»
«Sei a Traverse City, ragazzo. Nel Michigan.» L’uomo si sporse verso la donna che lo accompagnava, sussurrandole all’orecchio: «Dovrebbero smettere di bere, diventano sempre più pericolosi.»
Sua moglie annuì, convinta.
L’avevo persa per sempre, non l’avrei più potuta trovare: era troppo presto, raggiungere il 1989 sarebbe stato impossibile per chi era precipitato così lontano.
Allora le scrissi. Non una lettera, non un messaggio sul tronco dell’albero sotto cui facevamo l’amore.
Le scrissi una canzone con il mio amico Ronnie: Sweet home Alabama.