Recensione: Chi l'ha vista? (di Norma Rangeri)

Feb 19, 2008 22:58




Chi l'ha vista? Tutto il peggio della TV da Berlusconi a Prodi (o viceversa)
di Norma Rangeri
Editore: Rizzoli
Pag. 314, euro 17.00

Sinossi
Norma Rangeri guarda la televisione per ore e ore ogni santo giorno, e non salva quasi nulla di ciò che vede. Prende così il via un racconto che ripercorre, attraverso la cronaca, le omissioni e le deformazioni del tubo catodico, le rivoluzioni e le restaurazioni italiane, dall'esplosione di Tangentopoli all'implosione dei partiti tradizionali, dall'ascesa politica di un tycoon televisivo come Berlusconi all'irruzione delle guerre mondiali nel salotto di casa. Una specie di storia (molto personale) della televisione italiana degli ultimi 15 anni.

Commento
Ogni tanto mi permetto il lusso e l'onore di recensire anche qualche saggio, pur non essendo il mio campo di competenza. "Chi l'ha vista", di Norma Rangeri, è entrato nella mia lista di libri da leggere per due motivi: curiosità ed esigenze di scrittura. Infatti ho la mezza intenzione di scrivere qualcosa che ha a che fare in parte con questo mondo, perciò il bisogno di documentarsi comincia a farsi sentire.
Questo libro è una precisa disamina della disastrosa, disastrata e terribile televisione italiana, pubblica e privata, con un occhio di riguardo sul periodo fine prima repubblica-seconda repubblica.
La Rangeri è una giornalista esperta e puntigliosa. Le sue simpatie politiche (che non coincidono esattamente con le mie) non le impediscono di scrivere un saggio storico-sociologico sagace, ficcante e tragicamente ironico. 
La nostra televisione è davvero pessima, lo sappiamo tutti, ma leggerne i motivi così ordinatamente archiviati in circa 300 pagine fa quasi venire i brividi.
Si parte dai giornalisti-zerbini a servizio di questo o quel potente (anchorman berlusconiani, direttori di rete ulivisti, telekabul e il giustizialismo mediatico), per poi passare a Vallettopoli, alla soubrettine stupide spuntate dal nulla e finite "misteriosamente" in programmi di prima serata. Un viaggio-incubo nella TV che spettacolarizza terribili omicidi, come Cogne, Garlasco, Novi Ligure. Chi di voi non ricorda i terribili plastici della casa di Cogne proposti da "Porta a porta"?
Non solo, la Rangeri ci ricorda anche la seconda guerra del golfo trasformata in una sorta di Risiko asettico, quasi divertente, coi giornalisti che muovono pedine su mappe cartografiche senza mostrare gli orrori del fronte, a cui vengono dedicati pochi secondi di cronaca.
E poi, ecco la bella e spaventosa cronaca del primo "tele-governo" italiano, il primo di Berlusconi, dove la campagna elettorale fu principalmente affidata ai "cavalli di razza" di Mediaset: Mike Bongiorno, Iva Zanicchi, Sandra Mondaini e via dicendo. 
La Rangeri rivela senza pesantezze i meccanismi complessi che hanno portato a questo fenomeno, una vera novità nel mondo politico italiano, che da allora ha cambiato tutto (in peggio?)
Non dimentica nemmeno la "TV del dolore", dei vari Cucuzza, De Filippi, Carrà. E' agghiacciante vedere come certi programmi siano in grado di anestetizzare il pubblico di cultura medio-bassa, indotto più a preoccuparsi dei "casi umani" di "Carramba che sorpresa" che non di quanto accade nel mondo (o al loro vicino di casa!)
Completano il tutto alcune agevoli mini-cronistorie di "leggendari" anchorman, come Santoro, Funari e Emilio Fede.
Forse il lavoro della Rangeri soffre in alcuni parti di faziosità (per capirci, contro il centrodestra), ma qualunque lettore di qualsiasi credo politico non potrà fare altro che ammettere lo schifo raggiunto dal mass media preferito dagli italiani, totalmente asservito al potere che, in fondo, non è poi così litigioso come vorrebbe apparire, bensì coalizzato in una strenue difesa di Casta e interessi comuni.
Non solo: il saggio ci fa anche capire la reale potenza mediatica di questo mezzo, diventato la vera arma ideologica. Un certo dottor Goebbels l'aveva immaginato tempo fa...

Da leggere, se cercate qualcosa in argomento.

Voto: 7

riflessioni, politica, saggi, televisione, recensioni, scrittura

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