Aggiungo... (scrittori suicidi SPA)

Feb 14, 2008 19:00




Visto che ieri ho iniziato un discorso (penso) interessante, lo finisco oggi con un'altra considerazione-sfogo, così da assicurarmi che i miei nemici abbiano da sparlare a vita.

Di cosa parlo? Della tendenza suicida di molti scrittori italiani (o, per meglio dire, ex aspiranti tali con già diversi fallimenti alle spalle). Negli stessi blog che puntano il dito sulla presunta "mafia" di cui parlavo ieri, si ha la bella tendenza a gettare letame sugli autori italiani... in quanto italiani! Scusate il gioco di parole.
Una delle cose che più mi fanno incazzare è leggere frasi del tipo: "la fantascienza in Italia fa cagare". "L'horror italiano è dilettantesco". "Il thriller italiano è ridicolo". Come se il genotipo dato dal luogo di nascita conferisse un'intrinseca incapacità di scrivere dei buoni romanzi (di genere, o meno).
Tutto questo discorso è merda.

Non esistono bravi scrittori anglosassoni, svedesi o spagnoli, o pessimi scrittori italiani, messicani o norvegesi.
Esistono bravi scrittori e pessimi scrittori. Punto.
Ora, io non so esattamente come siano le "blog-community" di scrittori non italiani, ma temo che questa tendenza all'auto-denigrazione sia del tutto caratterizzante del tipico piangina bianco-rosso-e-verde, che ama puntare il dito e non fare nulla per cambiare le cose.

Se si vuole amplificare l'idea che scrittore italiano=schifo, va bene, però non aspettatevi poi che editori (e lettori) decidano di puntare su noi esordienti, preferendo l'ennesima ristampa del 42esimo romanzo di Dan Brown al posto di proporre un Mario Rossi sconosciuto.
Ovviamente le opinioni di una decina di blogger anti-nazionalisti (perdonatemi il termine) non influiscono più di tanto sulle strategie editoriali, ma è decisamente un brutto segnale.

Ma davvero, signori "esterofili", credete che tutti gli italiani fanno così schifo? Siete così certi di leggere certi libri con spirito imparziale? O comunque già non vedere l'ora di pubblicare la vostra bella recensione asserendo che un romanzo fa cagare e che lo scrittore dovrebbe fare altro nella vita?

Ammettiamo anche che sia così, ovvero che i romanzieri italiani siano scadenti per tara genetica. Quale soluzione proporreste, esimi esterofili? La negazione preventiva di un contratto editoriale a chiunque sia nato nel nostro paese? Un corso di scrittura a New York? La riscrittura del romanzo in inglese?
Io di idee e suggerimenti non ne trovo mai, tra queste critiche. Solo propositi distruttivi, a volte denigratori. Denunce di pubblicazioni tramite aiuti "mafiosi" (appunto) o addirittura di palese incapacità nel valutare da parte degli editori.

Tutto merda, dunque?

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