Negli ultimi giorni vi ho parlato, forse annoiato, con le "dritte" ricavate da due libri che si occupano di scrittori esordienti. Spero che qualche informazione possa esservi tornata utile, anche giusto per farvi un'idea di ciò che pensa chi effettivamente nel mondo dell'editoria già ci lavora.
Dopo avervi appunto esposto i commenti e i pensieri di terze persone, vi rubo ancora pochi attimi per dirvi l'idea che mi sono fatto io.
Idea che già c'era, ma che a volte si dimentica (volontariamente o meno) per concentrarsi sulla scrittura, perdendo un po' di vista tutto quello che viene dopo: la ricerca di un editore, la ricerca di un pubblico.
- In primis mi pare di aver capito che la qualità media degli esordienti si sta parecchio alzando. Questo lo dicono tutti gli editori di cui ho letto le interviste. Se prima c'era davvero un romanzo ogni mille che valeva il prezzo della carta su cui era stampato, ora forse ce n'è uno su cento, o anche uno su cinquanta. Parlo del lavoro "grezzo", quello che arriva nelle redazioni per essere valutato, non quello già in libreria.
- I lettori italiani sono i meno assidui dell'intera Unione Europea, e anche agli ultimi posti tra i paesi non del terzo mondo. Le vendite dei libri sono stabili, o in diminuzione, eccezion fatta per quelli acquistati in rete. Certo questo non è un buon presupposto per chi si propone di lavorare a un "prodotto" che ha appunto un mercato traballante.
- Facendo lo scrittore non si campa. Non che avessi dubbi in proposito, ma ora mi son tolto anche le eventuali utopie. In Italia saranno al massimo 20 gli scrittori che vivono con la loro arte. Mi sembra improbabile che un esordiente entri a far parte di questo gotha...
- L'Editoria a pagamento non sarà "il Male", come la Ognibene sottolinea più volte, ma di certo non è una soluzione che inseguo. Attenzione: non biasimo chi lo fa, anche perchè vuol dire che ha investito soldi in un sogno. Però la cosa non rientra nei miei piani...e nemmeno (non più) il Print on Demand. Voglio provare qualcosa di più e, se non ci riuscirò (cosa facile), ne trarrò le giuste conseguenze. Forse allora sì potrei dedicarmi all'ippica...
- Il consiglio di cercarsi un autore già affermato come "padrino": eh, già bella cosa, per chi ha il carattere per farlo. Io un paio di ottimi scrittori li conosco (per farla breve: quelli con cui ho lavorato per l'antologia "
Gli Occhi dell'Hydra"), ma non potrò mai e poi mai andare da uno di loro e dire: "senti, passeresti il mio manoscritto alla tua casa editrice?". Mi sembra una cosa...boh, ingiusta. Un approfittarsene. Insomma, non mi piace tanto, come idea.
- La promozione. Questa sì. Oltre a lavorare quotidianamente sulla mia scrittura, devo continuare a farla conoscere sulla rete. EBook e forum tematici di scrittura mi sembrano buoni canali. Magari un domani anche qualche rivista...
- Piedi per terra: non è affatto detto che i risultati verranno, a dispetto della fiducia e dell'impegno. E' un campo artistico difficile e inflazionato. Io credo di avere storie interessanti da raccontare, ma questo non risolve i mille problemi che mi si presenteranno davanti.
Ho finito di rompervi l'anima...