Credo che molto dipenda dagli obiettivi. Se si scrive in modo smaccatamente amatoriale (quantunque con passione e impegno), diventa difficile aver voglia di spenderci sopra soldi, tranne il minimo sindacale. E poi per quanto riguarda l'editing, non è solo una questione di refusi: gli editors delle case editrici spesso fanno riscrivere interi passaggi, suggeriscono variazioni alla trama, insomma, fanno un lavoro più approfondito (parlo soprattutto di grandi case editrici, non certo delle piccole). Riguardo i lettori, beh, io onestamente non mi sorprendo. In fondo, in mancanza di controprove noi restiamo solo degli scribacchini. Siamo come pittori di strada: c'è che vede un quadro fatto da un artista di strada e lo compra solo perchè costa appena 10 euro, se ne costasse 100 lo ignorerebbe. Però se dovesse comprare un quadro all'interno di una galleria d'arte, 100 euro li spenderebbe tranquillo, anzi, penserebbe di aver fatto un affare. Purtroppo il background ha la sua fondamentale importanza psicologica.
Dici una cosa che penso anch'io: l'intermediario è più importante del contenuto. Vale a dire: un libro pubblicato da una case editrice, possibilmente nota, avrà sempre un potenziale di vendita maggiore rispetto alle autoproduzioni. E non solo per gli investimenti promozionali (che a volte sono pari a zero anche per quel che concerne editori medio-grandi), bensì per quell'aura di fama che riguarda certi nomi. Quelle rare volte in cui confesso a qualcuno di scrivere, l'interlocutore medio mi domanda SEMPRE: "e per chi, per Mondadori?"
Così è, Alex... tutti bravi aggratis, nella migliore delle ipotesi ignorati a pagamento (se non denigrati). Per quanto riguarda me, quando l'opera credo meriti qualcosa di più, a oggi non ho ancora escluso talune possibilità a pagamento (come la conversione in ePub che, fatta casalinga, non mi soddisfaceva). Sulle copertine mi arrangio. Sull'editing è un discorso più complesso. Mi affido ad alcuni validi amici/familiari ma, alla fine, sono sempre io che traggo dai loro suggerimenti quello che credo possa valere. L'unica cosa che veramente denigro a pagamento è la pubblicazione offerta da alcune case editrici (ma si possono davvero chiamare così?) a me sono arrivati a chiedere qualche anno fa fino a 4.000 euro per un mio romanzo, e qui non si tratta più di investire su sè stessi... Comunque, riprendendo un discorso fatto su questi schermi, per me è conclusa la stagione del fuori-tutto gratis. Pur comprendendo che potrebbero rimanere ben pochi lettori...
@Enzo: la tua è una scelta coraggiosa. Io proporrò qualcosa gratuitamente e qualcosa no. In effetti il rischio concreto è quello di perdere lettori a iosa, ma non si può nemmeno "giocare" per tutta la vita. Condivido poi il discorso sugli investimenti: per qualche raccontino senza pretese è inutile disturbare troppe persone, mentre se si pubblica qualcosa di più complesso vale la pena chiedere la collaborazione di chi ne sa più di noi.
Coraggiosa, incosciente, arrogante, spocchiosa, senza sbocchi... non lo so neanch'io, Alex. Mi si leggerà ancora gratis come te, non chiuderò mai del tutto il canale, ma ormai ho optato per un personale giro di vite in questo campo.
Ribadisco che secondo me fai bene. Occorre anche "educare" i lettori alla giusta via, che per me è quella di un equilibrio tra gratuito e pagamento a prezzi friendly. Qualcuno non lo capirà mai. Faremo a meno di lui.
@Glauco: Per me invece tu sei molto bravo. Alcune tue copertine sono assai più belle dei romanzi da libreria, che sempre più spesso si limitano ad acquistare foto in stock. E poi basta vedere come curi anche il tuo sito, ordinato e professionale. Di certo sei un autoprodotto a 360 gradi, e non è poco!
Chiama Mulder e Scully, meglio di quelli del CICAP, che non brillano mai per particolare simpatia.
Riguardo al resto, esterni un po' quelle perplessità che faccio anche mie, e alla fine non esistono nemmeno risposte valide. Si va un po' a spanne, cercando di usare il buonsenso, e sperimentando.
Nel mare delle autoproduzioni come sappiamo c’è di tutto e sta diventando una sfida trovare quelle valide in mezzo a tante cose decisamente approssimative. Se la tecnologia mette a disposizione di tutti strumenti validi sia per la grafica che per l’impaginazione o la generazione di testi (spesso in forma del tutto gratuita) non è comunque in grado di supplire ai deficit formativi degli autori, per non parlare di un certo livello di spocchia che si trova con allarmante frequenza nella Rete
( ... )
@Angelo: una parvenza di professionalità servirebbe appunto a distinguere gli spocchiosi dilettanti dagli scribacchini con qualche potenzialità. In effetti quello delle autoproduzioni è un mare magnum di schifezze, con la differenza però che il materiale reperibile è gratuito, e quindi si impara presto a fare una cernita. Credo molto nella legge della jungla: chi ha delle potenzialità emerge, cosa che invece nell'editoria tradizionale non succede poi spesso.
Comments 22
Riguardo i lettori, beh, io onestamente non mi sorprendo. In fondo, in mancanza di controprove noi restiamo solo degli scribacchini. Siamo come pittori di strada: c'è che vede un quadro fatto da un artista di strada e lo compra solo perchè costa appena 10 euro, se ne costasse 100 lo ignorerebbe. Però se dovesse comprare un quadro all'interno di una galleria d'arte, 100 euro li spenderebbe tranquillo, anzi, penserebbe di aver fatto un affare. Purtroppo il background ha la sua fondamentale importanza psicologica.
Reply
Vale a dire: un libro pubblicato da una case editrice, possibilmente nota, avrà sempre un potenziale di vendita maggiore rispetto alle autoproduzioni. E non solo per gli investimenti promozionali (che a volte sono pari a zero anche per quel che concerne editori medio-grandi), bensì per quell'aura di fama che riguarda certi nomi.
Quelle rare volte in cui confesso a qualcuno di scrivere, l'interlocutore medio mi domanda SEMPRE: "e per chi, per Mondadori?"
Ok, sono andato definitivamente OT.
Reply
Per quanto riguarda me, quando l'opera credo meriti qualcosa di più, a oggi non ho ancora escluso talune possibilità a pagamento (come la conversione in ePub che, fatta casalinga, non mi soddisfaceva).
Sulle copertine mi arrangio. Sull'editing è un discorso più complesso. Mi affido ad alcuni validi amici/familiari ma, alla fine, sono sempre io che traggo dai loro suggerimenti quello che credo possa valere.
L'unica cosa che veramente denigro a pagamento è la pubblicazione offerta da alcune case editrici (ma si possono davvero chiamare così?) a me sono arrivati a chiedere qualche anno fa fino a 4.000 euro per un mio romanzo, e qui non si tratta più di investire su sè stessi...
Comunque, riprendendo un discorso fatto su questi schermi, per me è conclusa la stagione del fuori-tutto gratis. Pur comprendendo che potrebbero rimanere ben pochi lettori...
Reply
Reply
Mi si leggerà ancora gratis come te, non chiuderò mai del tutto il canale, ma ormai ho optato per un personale giro di vite in questo campo.
Reply
Qualcuno non lo capirà mai. Faremo a meno di lui.
Reply
Reply
Reply
Reply
Riguardo al resto, esterni un po' quelle perplessità che faccio anche mie, e alla fine non esistono nemmeno risposte valide. Si va un po' a spanne, cercando di usare il buonsenso, e sperimentando.
Reply
Reply
Reply
Leave a comment