Pirateria, eBook, rivoluzioni di mercato

Dec 12, 2008 10:06





"Olivennes", nome che dice poco ma che in Francia è diventato lo spauracchio degli smanettoni di internet. Olivennes sta per Denis Olivennes, manager parigino già capo di Canal Plus ed ex boss di Fnac, che ha messo in piedi un disegno di legge contro la pirateria on line già passato al Senato francese con una maggioranza schiacciante (297 voti contro 15 ). Cosa prevede? Per chi scarica illegalmente musica e film dal web saranno guai. I passi sono tre: le prime due volte che si viene "beccati" l'intestatario della connessione internet verrà avvisato con un avvertimento ufficiale del tipo;: attento, sappiamo cosa fai. Se il pirata torna a più miti consigli tutto a posto, ma se è recidivo scatta il terzo e ultimo passo: la sospensione della connessione internet per un periodo che va da un mese a un anno.
E’ probabile che il testo passerà anche alla Camera e quindi diventi legge in Francia. Olivennes da buon intellettuale parigino ha fornito anche una piattaforma culturale alla battaglia del governo contro la pirateria, scrivendo un libro "La gratuità è un furto. Quando la pirateria uccide la cultura" (Libri Scheiwiller, 14 euro) in cui accusa la strana alleanza tra no global e sostenitori del libero mercato selvaggio, entrambi favorevoli alla totale deregolamentazione del web e all’accesso gratuito alle risorse on-line. Con questa misura i francesi contano di ridurre il fenomeno dell'80%.
E in Italia? Il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi ha recentemente mostrato molto interesse per “una strada di comunicazione e persuasione che necessita di regole chiare e a volte dure” (così Bondi in un intervento alla Festa del cinema di Venezia). Per la forma che potrebbe prendere una legge in Italia c’è ancora da aspettare, ma il fatto di coinvolgere gli operatori nel sistema di “avvisi” all’utente che fa un uso illecito della sua connessione è per il ministro una direzione “difficilmente modificabile”. C’è invece chi si oppone a una linea rigida e propone invece l’idea di un copyright flessibile, come l’organizzazione Creative Commons (se n’è discusso insieme al presidente di Siae, Giorgio Assumma, in un convegno a Milano organizzato da Reti).

(fonte: milionidieuro)

E’ l’interessante spunto da cui parte un articolo de “La Stampa”. Provocatoria, in questi giorni, è stata una frase di Denis Olivennes, direttore del Nouvel Observateur ex capo di Fnac: «Il peer-to-peer è l’ultima forma di pirateria, che danneggia gravemente tutta l’industria dei contenuti».
D’accordo con questa tesi, ad esempio, Gian Arturo Ferrari, capo dei libri Mondadori, che sostiene diplomaticamente che «i libri gratis sono utopia, la funzione editoriale di tramite tra autore e pubblico è insostituibile»….«Altrimenti sarebbe il caos, comunicare è fatica. Internet è un torbido mare in cui non ti trova nessuno».
Di diverso parere Marco Calvo, fondatore dell’Associazione Liber Liber: «Oggi Internet consentirebbe un crollo del costo della cultura altrettanto significativo, se non fosse per le resistenze controproducenti (meno cultura, meno mercato) dei grandi editori».
E gli scrittori, cosa ne pensano? Sentite Tracy Chevalier, best seller per La ragazza con l’orecchino di perla: l’editoria online riduce gli scrittori a «non poter più scrivere».

(fonte: La Stampa)



L'allarme degli editori

Giro d'affari da 3,7 miliardi di euro, 581 mila titoli commercialmente vivi, 2.900 case editrici. Sono questi i numeri che disegnano il perimetro del settore librario in Italia nel 2007: un mercato che, seppur ancora in crescita, ha mostrato però segni di cedimento. Nei primi mesi del 2008 infatti le vendite hanno registrato un calo dello 0,1% a marzo e del 3,4% ad aprile. Non solo: resta il fatto che gli italiani leggono poco e che il numero dei lettori si sta progressivamente riducendo.

Continua inoltre il rallentamento del commercio di libri abbinati a quotidiani e settimanali, che diminuisce del 7,5%, e si conferma la tendenza che vede le catene librarie dominare lo scenario della distribuzione.Secondo i dati presentati ieri a Milano dall'Aie (Associazione italiana editori), il fatturato dell'industria libraria in Italia lo scorso anno è passato da 3,670 miliardi a 3,685 miliardi di euro, con una crescita solo dello 0,4% rispetto al 2006.Del totale, 1,4 miliardi di euro circa provengono da libri di varia per adulti e ragazzi, venduti nei canali trade (libreria di catena editoriale e non), attraverso la grande distribuzione, nelle librerie on-line, in edicola e a mostre e saloni del libro. Ai quali si devono aggiungere i testi scolastici di adozione, che hanno raggiunto quota 716,3 milioni di euro (con una crescita del 1,5%), per un valore pari al 19,4% del mercato complessivo del libro. È cresciuto nel 2007 anche il settore dei libri per ragazzi, che ha registrato un fatturato pari a 137,2 milioni di euro (+2,5%) e che rappresenta il 9,8% delle vendite dei canali trade (il 3,7% del mercato complessivo).
 Per quanto riguarda la distribuzione, la libreria tradizionale sta cedendo il posto alle catene e ai multistore, che rappresentano circa il 31% dei punti vendita, con una crescita particolarmente significativa di quelli nei centri commerciali e negli aeroporti. Su circa 2 mila negozi che vendono libri, infatti, 609 appartengono a catene editoriali e della distribuzione, 92 a catene a gestione familiare.
Lo scorso anno il numero dei lettori di almeno un libro non scolastico nell'arco dei 12 mesi è calato dell'1% (per un totale di 24 milioni di persone), passando dal 44,1% (rispetto a tutta la popolazione italiana con più di sei anni di età) al 43,1%.

(fonte Yahoo Finanza)




Il futuro degli ebook

Durante l'ultima fiera del libro di Francoforte, infatti, l'e-book è stato al centro dell'attenzione e - secondo un recente sondaggio - il 70% degli editori si dice pronto a passare al digitale e il 40% crede che entro dieci anni le vendite dei libri elettronici supereranno quelle dei testi tradizionali.
Il direttore della fiera tedesca, Joergen Boos, si è sbilanciato dicendo che "i nuovi lettori hanno creato le condizioni per fare del lettore di e-book un prodotto di massa".
E perfino diversi gruppi ambientalisti sposano la causa dei libri elettronici che potrebbero salvare la vita di moltissimi alberi.

Antonio Tombolini, fondatore e amministratore di Simplicissimus Book Farm, società che si occupa di e-book in Italia spiega:
"Gli e-book hanno avuto una falsa partenza agli inizi degli anni 2000.
Ma ora c'è l'inchiostro elettronico, l'e-Ink, una rivoluzione tecnologica che sta rilanciando questo mercato. L'e-Ink 'vive' all'interno di quasi tutti gli e-book di ultima generazione. Si tratta di una tecnologia che manda in pensione - per i libri elettronici - gli schermi a cristalli liquidi (Lcd). Un cambiamento di non poco conto visto che i monitor Lcd, emettendo luce, affaticano la vista mentre l'inchiostro elettronico sfrutta la luce ambientale, riflettendola. Ciò fa sì che i nuovi e-book si comportino come i libri tradizionali: non abbagliano i lettori e possono essere letti in qualsiasi condizione a patto che ci sia una fonte luminosa. I loro monitor, inoltre, non vengono 'oscurati' dalla luce del Sole come avviene con gli schermi Lcd."
Un altro fattore determinante per la diffusione degli e-book è ovviamente rappresentato dai contenuti.
E anche qui, le cose stanno cambiando in meglio.
L'editore britannico Random House, per esempio, pubblicherà entro dicembre 1.000 nuovi titoli sia per Sony sia per la libreria online Waterstone's : di questi il 50% saranno novità e il 50% da catalogo. I negozi on line iniziano dunque ad avere un magazzino di discrete dimensioni: Amazon ha 185 mila titoli e Waterstone's 150 mila.
Nonostante questo periodo di rinascita degli e-book, ci sono ancora alcuni aspetti da chiarire che ancora possono frenare il boom. Il primo riguarda la ritrosia di molti editori a mettere a disposizione in formato digitale i propri libri: la paura è che i titoli vengano copiati e distribuiti gratuitamente su Internet.
"Ma gli editori si devono rendere conto che i titoli vengono comunque scaricati illegalmente. Qualche tempo fa ho fatto un piccolo esperimento: sette dei dieci titoli della top ten italiana delle vendite erano scaricabili dalla Rete. Significa che c'è una domanda non intercettata da chi potrebbe rispondere in modo legale. Negli Usa gli editori hanno cominciato a comprendere il fenomeno, imitando l'industria musicale: quando iTunes ha cominciato a vendere brani tutti si sono chiesti perché, visto che erano già scaricabili gratis. Eppure la mossa si è rivelata vincente. Bisogna che gli editori si convincano a rilasciare i diritti. Tra tutti gli editori il mondo della scolastica è il più ostile: il formato elettronico deve essere venduto a un prezzo inferiore rispetto al cartaceo".

(articolo di Federico Ferrazza e Tiziana Moriconi)

Non molto aggiungo, tanto tutto è già stato detto, o quasi...
Già vi immagino:

- c'è chi dirà cheb"il libro cartaceo ha un fascino insostituibile";
- e chi "il lavoro di controllo di un editore tradizionale garantisce qualità";
- ma anche chi sosterrà che "gli ebook sono un simbolo di libertà";
- oppure una "ribellione contro la tirannia di un mercato stagnante";

Io concordo un po' con tutti e dico solo che più scelta c'è meglio è.
Ben venga qualsiasi cosa in grado di abbassare i costi della cultura. Come non scarico più illegalemente musica su eMule perchè trovo comodo e onesto comprarla su iTunes, mi auguro presto una rivoluzione del genere anche nel campo dell'editoria (italiana, perchè all'estero è già in corso).

riflessioni, p2p, ebook, vendite dei libri, attualità, editoria, polemiche, scrittura

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