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the Headshot (roleplay) misako93 November 14 2014, 22:19:46 UTC


Cominciava ad avvicinarsi quella strana finestra nella notte in cui tutto si faceva stranamente nitido. I posacenere sui tavoli straripavano di cenere e mozziconi spenti, i bicchieri di whiskey annacquato giacevano abbandonati sul bancone, le ballerine iniziavano a prendersi pause più lunghe, si abbandonavano a movimenti più lenti e sensuali, e a quell'ora Ilya faceva le sue giocate più ardite. Una mano giocata a quell'ora poteva farlo diventare l'uomo più ricco del tavolo, o ridurlo sul lastrico, ma quando contare le carte gli veniva facile quanto il respiro prima di tirare il grilletto, giocare il tutto e per tutto contro compagni di gioco che sapevano usare i tuoi stessi trucchi era da solo uno speciale tipo di seduzione. Ma quella sera non aveva veramente tempo per tentare la fortuna.

Se era sceso all'Headshot quella sera era stato in via del tutto eccezionale. Il pub funzionava come una sorta di zona franca per quelli come lui, per cui non era così strano che un sacco di gente del giro preferisse discutere lì i dettagli del lavoro con i propri clienti, in un'atmosfera rilassata davanti ad un buon bicchiere di whiskey; ma Ilya odiava mischiare lavoro e vita personale.

Era già abbastanza brutto che la gente scherzasse sul fatto che la puttana più famosa del quartiere fosse la segretaria personale del cecchino più rinomato della stessa zona. L'unico motivo per cui aveva permesso a Svetka di diventare il tramite ufficiale tra sé e i suoi clienti era solo perché la sua reputazione da sola la metteva al sicuro: non mettevi le mani addosso alla sorella di Ilya Vasilich se non eri disposto a pagarne il prezzo, che fosse una manciata di carta moneta o del piombo in mezzo agli occhi. Oltretutto, era ottima pubblicità per entrambi. Il loro sistema binario di clientela era efficientissimo; Svetka riceveva i clienti di entrambi, e se c'era qualche incarico per Il'ya lei gli riferiva i dettagli quando passava dal locale per la partita di poker serale. Le loro uniche condizioni erano pagamento in anticipo e in contanti, per i servizi di entrambi.

Il loro metodo di assunzione era così di routine che la busta bianca era stata una completa sorpresa. Era arrivata semi-seppellita in un enorme mazzo di rose rosse, e sarebbe stata gettata via insieme a tutti gli altri bigliettini degli ammiratori di Svetka se dall'involto non fosse caduto fuori una mazzetta di banconote spessa un dito. Su un cartoncino color panna dall'aria costosa, tracciate in inchiostro rosso scuro da una mano elegante, c'erano le parole: "Headshot, 2am. Il coniglio è sempre in ritardo, e non paga mai in anticipo."

Aveva avuto una mezza idea di ignorare il messaggio, fingere di non averlo mai nemmeno ricevuto, ma più lo rileggeva e più si convinceva che lasciare perdere quell'incarico sarebbe stato pericoloso. E poi c'erano tutti quei soldi, che erano chiaramente solo una parte del compenso finale. Voleva davvero andare a ficcarsi in un casino che valesse tutto quel denaro?

Apparentemente sì. La curiosità aveva sempre la meglio sul suo istinto di autoconservazione.

Aveva indossato il suo completo migliore, una camicia scura e la cravatta verde, per fare una buona impressione, ed era sceso intorno alle dieci, giusto il tempo di farsi una mano con la compagnia per rilassarsi un minimo prima del misterioso incontro.

Era un martedì, e il martedì dalle undici all'una, con lo spettacolo speciale delle ragazze, la compagnia che si radunava sotto al palco tendeva ad essere più numerosa e chiassosa del solito. C'erano sempre un sacco di facce nuove: a volte erano malavitosi o colleghi da altri quartieri della città - individuare un sicario in mezzo alla folla era uno dei suoi passatempi preferiti, insieme al gioco d'azzardo - ma a volte erano semplici sprovveduti che si erano infilati nel pub alla ricerca di buona birra, un ambiente caldo e belle ragazze su cui sbavare.

Il tema di quella sera era il burlesque; Ilya dal suo solito tavolo nell'angolo aveva passato tutta la sera a contare le carte con un occhio e a guardare il palco e gli avventori con l'altro. Di sicari quella sera ce n'erano almeno sei, ma nessuno di loro era particolarmente interessante.

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Re: the Headshot (roleplay) misako93 November 14 2014, 22:21:01 UTC
A parte la ragazza con la ciocca azzurra; era chiaro che fosse del mestiere perché solo qualcuno abituato ad appostarsi per ore era in grado di tenere quel tipo di postura, rilassata ma pronta all'azione. In realtà aveva attirato la sua attenzione principalmente perché, oltre ad essere molto attraente, indossava un vestito da cocktail di un giallo estremamente vivido, che faceva a pugni con i suoi capelli biondi e con la sua carnagione chiara. Era un crimine nei confronti dell'alta moda, ma lo portava con tale disinvoltura che non faceva altro che renderla più attraente.

Stava chiaramente aspettando qualcuno, e questo qualcuno era in ritardo; aveva ordinato un gin e tonic intorno a mezzanotte, ma non l'aveva mai toccato, e il ghiaccio si era sciolto quasi completamente. Aveva rifiutato qualunque tentativo di abbordaggio da parte degli altri avventori, e aveva trascorso le ultime due ore a sfogliare qualcosa nelle profondità dei suoi AR-glasses.

Per un breve momento aveva pensato che fosse lei, il misterioso mandante, ma non avrebbe avuto senso; perché assumere un sicario, quando chiaramente si avevano le capacità per occuparsi da soli del lavoro? Forse per non sporcarsi le mani, certo. Tuttavia, non aveva niente che la identificasse come l'autrice di quelle parole scarlatte, per cui Ilya aveva abbandonato la teoria.

Erano ormai le due passate, secondo il vecchio orologio dal vetro opaco che stava sopra il bancone. Il locale si era fatto piuttosto quieto, a eccezione del tipo rumoroso che aveva passato la serata ad applaudire tutte le volte che una delle ragazze gettava via un indumento. Qualcuna delle ragazze come al solito era rimasta ad intrattenere i clienti fuori orario; Svetka di solito non serviva sul palco, diceva che succhiare cazzi nei bagni le dava meno ansia da prestazione, ma non era raro che Luisa e Annabelle si accapigliassero per conquistare il palco per un esibizione da solista. Erano entrambe bellissime e sensuali quando ballavano e si spogliavano, ma ad essere onesti le risse che precedevano le loro esibizioni attiravano più clienti delle performance stesse.

"Ragazzi, io lascio," disse, buttando le carte sul tavolo. Il cliente era in ritardo, e se c'era una cosa che Ilya odiava era la mancanza di professionalità. Gli era impossibile concentrarsi sul gioco, con l'irritazione che gli faceva andare a fuoco le budella. "Per me stasera finisce qui."

Un coro di proteste si alzò dal tavolo, ma Ilya si limitò a raccogliere le vincite della serata e ad ignorarli. Aveva bisogno di un drink. Si sarebbe fatto due dita del suo scotch preferito, si sarebbe lagnato un po' con Clarissa e poi se ne sarebbe andato a casa, a finire di ritoccare i dettagli dell'assassinio a Philadelphia della settimana successiva, per farsi passare il sangue amaro.

Si alzò e si diresse al bancone, facendo un cenno alla ragazza con la ciocca blu alla sua destra, che lo ignorò completamente. Pazienza. Probabilmente anche lei era scazzata per il suo appuntamento andato in fumo. Non poteva biasimarla.

Aveva appena finito di ordinare il suo drink, quando un gran fragore di vetri rotti risuonò alle sue spalle. Si voltò di scatto, con i nervi a fior di pelle per la frustrazione e la mano sulla pistola, ma la fonte del casino era solamente un deficiente che aveva urtato Stella, facendole cadere una pila di bicchieri mentre passava con il vassoio.

Guardandolo meglio, si accorse che era il tizio degli applausi; da in piedi era molto più alto di quanto all'inizio avesse pensato. Lo tenne d'occhio mentre faceva le sue scuse alla cameriera imbarazzata, e mentre la aiutava a raccogliere i cocci. Aveva lo strano aspetto di qualcuno che fosse entrato all'Headshot tentando di vestire la parte, ma che si fosse rassegnato a vecchie abitudini: indossava un gilet di tweed scuro aperto su una maglietta viola con una scritta in nero, e aveva un cappotto lungo ripiegato su un braccio. Aveva il sorriso facile di uno che era abituato a parlare un sacco e i movimenti fluidi di qualcuno che aveva anni e anni di addestramento sul groppone. Uh. Forse non era solo un cliente casuale. Magari era un professionista alla ricerca di clientela. Non che fossero affari suoi. Non gli interessava avere concorrenza.

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Re: the Headshot (roleplay) misako93 November 14 2014, 22:22:50 UTC
Clarissa appoggiò il bicchiere pieno di scotch e ghiaccio sul bancone di fronte ad Ilya, e lui la ringraziò con un sorriso, che lei accettò con un occhiolino prima di rivolgersi al cliente subito alla sua destra. Il tizio degli applausi. Uh. Non lo aveva nemmeno sentito arrivare. Addestramento, definitivamente.

Lo sentì fare il suo ordine. "Per me Scotch, dolcezza. Oh, e senza ghiaccio," aggiunse, come un ripensamento. "Non ne avrò bisogno, quando si sarà rotto tra noi due," concluse, sorridendo. Ad Ilya.

Oh, buon Dio del cielo. Non stava davvero succedendo.

"Sembri un tipo interessante. La tua cravatta si intona perfettamente coi tuoi occhi, lo hai fatto apposta?" continuò l'uomo, appoggiandosi al bancone e insinuandosi con nonchalance nel suo spazio personale.

Prima che Ilya riuscisse a scuotersi dall'imbarazzo e dal disagio che lo stava paralizzando, prima che riuscisse a formulare un rifiuto che non comportasse un calcio in una zona delicata o un proiettile nello stomaco, la porta del locale si aprì, lasciando entrare l'umida aria di Novembre, il rumore della pioggia scrosciante e una figura femminile avvolta in un soprabito nero, il viso seminascosto dal cappello.

Uno strano silenzio calò sul pub, mentre l'intero locale osservava la donna che varcava la soglia e attraversava la stanza con passi lenti e determinati in direzione del bar, accompagnata discretamente da due uomini in completo nero subito dietro di lei. Il rumore dei suoi tacchi sul legno del pavimento sembrava essere l'unico suono nella stanza.

Percepì la ragazza in giallo e il tizio di fianco a lui irrigidirsi, nella periferia del suo campo visivo; la donna continuò ad avanzare verso il bar finché non venne a trovarsi proprio davanti a loro.

Si sfilò cappello e soprabito, che affidò ad uno dei suoi uomini, e poi i guanti. Indossava un elegante completo tre pezzi grigio a righine, con una gonna stretta che le arrivava fin sotto il ginocchio e un orologio da taschino nella tasca del gilet. La camicia che indossava sotto il completo, le unghie, il rossetto e la suola delle sue scarpe dal tacco vertiginoso erano tutti color scarlatto.

I guanti bordati di pelliccia di coniglio. L'orologio. Il rosso. Il ritardo.
Era lei, il misterioso mandante.

Rivolse loro un sorriso brillante, reso ancora più luminoso dalla sua carnagione scura e setosa.

"Miss Hutchcraft. Mister Toft. Mister Kosmov. E' un piacere fare la vostra conoscenza. Ho una proposta per voi."


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Re: the Headshot (roleplay) lisachanoando November 14 2014, 22:58:38 UTC
> SVETKA BEST PERSONAGGIO E V E R NEL MONDO
> TOFT/KOSMOV OTP DEFINITIVA
> HUTCHCRAFT U PRETTY PIECE OF EYECANDY
> QUESTE ART SONO DIVINE
Liz out

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Re: the Headshot (roleplay) misako93 November 14 2014, 23:13:01 UTC
8D quella puttana di mia sorella è bellissima <3 *copre sorellina d'oro e di gioielli*

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Re: the Headshot (roleplay) dr_j0nesy November 15 2014, 10:32:51 UTC
toft/kosimov è l'otp pure di Toft, ma mi sa che non sa da fare *maledetti eterosessuali.
[btw grazie per il commento sulle art :3]

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Re: the Headshot (roleplay) lisachanoando November 15 2014, 10:36:20 UTC
Ma di quei due ne parlavo anche ieri privatamente con la Misa e chiacchierando si diceva: il generatore dice che il pg deve essere eterosessuale, non che non può andare a letto con un uomo \oooooooo\~ #loopholes

(Da admin queste cose non dovrei dirle in pvt, tantomeno pubblicamente, ma la mia mancanza imbarazzante di professionalità è cosa notoria.)

[Prego, sono tutti complimenti meritatissimi :3]

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