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[RPF - Hey! Say! JUMP] Yabu/Inoo; Angst, Kidfic, AU, Slash, SAFE; 2767 nihartsmile March 31 2013, 17:21:31 UTC





"Nonno dove stiamo andando?" Chiese una bambina che allegramente si arrampicava sulle rocce dell'altopiano.
"Sono anni che ormai non vengo più qui... Credo ne siano passati ben venticinque o trenta ormai!" Rispose un uomo anziano, affaticato dagli anni.
"Ma che posto è, siamo in un bosco?"
"Esatto! Noi lo chiamavamo il bosco delle camelie dei desideri, è qui che ho visto il mio più grande desiderio sbocciare, fiorire fino a diventare bello e grande e poi... seccare e cadere dall'albero, proprio come fanno le camelie..."
"Come mai parli sempre delle camelie?" Domandò curiosa la fanciulla.
"Nipotina cara... è una storia molto vecchia ma... se vuoi te la posso raccontare, ne sarei davvero felice!"
"Oh sì, ti prego nonno Kota..."

<< La grande guerra era cominciata ormai da un lunghissimo anno e anche il nostro Paese era entrato in conflitto. Essendo di origini irlandese mi stavo dirigendo proprio in Irlanda dai miei nonni per "scappare" dalla guerra.
Era il 7 settembre 1915 e mia madre ed io ci stavamo dirigendo il più velocemente possibile alla stazione centrale per prendere il primo treno che mi avrebbe portato sulla strada per Dublino. Io non conoscevo i miei nonni, mio padre era scappato dalla casa dei suoi genitori per sposare mia madre, donna di umili origini e quando seppero del matrimonio non vollero più vederlo.
Il treno stava per partire, avevamo meno di trenta secondi per salutarci, io sono sempre stato molto vicino a mia madre e doverla lasciare in un posto dove c'è una guerra, da sola, mi faceva sentire colpevole.
Tutto questo è colpa mia, mi devono mandare via solo perché sono un bambino di otto anni.
Questo pensiero mi tormentava spesso, se solo fossi stato più grande, non avrei dovuto dire addio a mia madre.
Salii sul treno e dal finestrino puntai lo sguardo verso di lei: aveva un sorriso malinconico, ma che sapeva farmi rivivere i momenti felici che avevamo avuto insieme. Lei era sempre stata una donna forte, eppure una lacrima le rigò il viso, se l'asciugò e alzò una mano per salutarmi. Il treno partì, ma il mio sguardo non si staccò dalla donna che stava piangendo per la prima volta. La vidi andare da un militare e dire cose come "perché dovete allontanarmi da mio figlio?" oppure "che colpa abbiamo noi cittadini della vostra guerra?" a quel punto tolsi lo sguardo e pensai: mia madre è davvero una donna forte e coraggiosa. Finito questo mio pensiero, uno sparo echeggiò nell'aria, seguito da un silenzio tombale. Vidi la donna che amavo di più al mondo stesa in terra, in una pozza rossa.
Per tutto il tempo, sul treno, non feci altro che piangere e subirmi le prese in giro degli altri bambini. Il viaggio era davvero lungo, tre giorni sul treno, un dirigibile e poi una nave che ci avrebbe portati a destinazione. Bisognava solo sperare che una bomba non ci esplodesse vicino. Incontrammo molte navi tedesche lungo il tragitto, ed in quei momenti la paura saliva alle stelle.
Dopo quasi una settimana di viaggio in acqua eravamo sulla costa irlandese, tuttavia non ero ansioso di arrivare come all'inizio. Mia madre era stata uccisa a causa mia, mio padre, se non era morto, stava uccidendo qualcuno perché era un militare, gli altri bambini mi prendevano in giro perché piangevo e io avevo perso la

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Re: [RPF - Hey! Say! JUMP] Yabu/Inoo; Angst, Kidfic, AU, Slash, SAFE; 2767 nihartsmile March 31 2013, 17:23:05 UTC
parola, la cosa che mi veniva più naturale pensare era: anche i miei nonni mi tratteranno male?
Dopo quasi due mesi mi trovavo a Dublino, alla stazione centrale. C'era molta gente in movimento... >>

"Wow nonno! Hai viaggiato parecchio quando avevi la mia età!" Lo interruppe, aiutandolo a salire lungo il sentiero di montagna
"Già, ma non è stato affatto un viaggio di piacere, credimi!" Spiegò Yabu tristemente, ripensando agli anni della sua infanzia. "Bene, siamo arrivati!"
"Che cos'è? Un albero?"
"E' l'albero del drago, chiamato così perché la cima ha la forma della testa di un drago..." Disse, indicando la parte alta della pianta.
"Ora dobbiamo scavare e vedrai che troveremo qualcosa di molto interessante." Continuò, porgendo una pala alla nipote.
"Ok, ma tu continua a raccontare!"
"Bene, dove ero rimasto... ?"

<< Mi guardai intorno per vedere se c'era qualcuno che fosse venuto a prendermi, sperando che avesse un sorriso sulle labbra; ma la realtà è dura: qualcuno c'era, ma con un viso molto severo che non accennava assolutamente ad un sorriso... Era la signorina O'Connors, ovvero la domestica dei miei nonni.
In auto mi raccontò della morte di mia nonna e della partenza di mio nonno... Ero solo. Mi chiese il nome, ma io avevo perso la parola su quel treno, quindi non risposi. Mi chiese se fossi muto e con un cenno della testa risposi di sì, pensando che in quel modo non mi avrebbe fatto più domande.
Arrivammo alla residenza, o meglio, al castello dei miei nonni. Erano persone molto ricche: il palazzo era formato da torri, stanze immense e ricordava il castello di un principe, ma l'attrazione principale di quella reggia, era il giardino, era immenso e ricoperto di alberi di camelie, ce n'erano di tutti i colori, rosa, rosse, gialle... tranne bianche. Un peccato, dato che erano le mie preferite.
Guardando meglio tra gli alberi presenti in quel castello, ne vidi uno con i fiori bianchi ma non era di proprietà dei miei nonni: si trovava dall'altra parte di un muro. Era un albero magnifico, molto alto e con dei fiori davvero grandi. Mi arrampicai sul muro per vederlo meglio: era stupendo, rimasi incantato da quei fiori. Solo dopo qualche minuto mi accorsi che tra quelle meraviglie c'era un bambino, più o meno della mia età, che mi fissava con aria stupita, ma anche impaurita. Era davvero molto carino per essere un ragazzo: aveva gli occhi di un nero profondo, sembrava che ti volessero ingoiare nell'oscurità, i capelli altrettanto scuri che ricordavano le piume di un corvo, mentre la pelle era pallida, lattea, dello stesso colore di quelle camelie dalle quali era circondato. Ad un tratto l'espressione impaurita se ne andò dal suo volto e mi fece un sorriso; poi, con un balzo quasi felino, scese dall'albero e se ne andò.
Chissà se lo rivedrò... ?
Era passato un anno dal mio trasferimento in Irlanda e non avevo ancora conosciuto mio nonno che stava facendo un viaggio di affari in America. La cosa che mi faceva soffrire di più, però, era che non avevo più rivisto il bambino dell'albero delle camelie bianche.
Mancava solo un mese al mio compleanno e volevo fare una grande festa invitando i miei vicini di casa, con la speranza che anche quel ragazzo vi avrebbe partecipato. La signora O'Connors accettò la mia richiesta e si mise a preparare subito gli inviti. Anche se era severa, amava molto le feste e desiderava che venissero svolte nel migliore dei modi, cosa permessa anche dalla grandezza del castello in cui abitavamo.
A causa mia tutta la casa era in gran movimento: le cameriere preparavano i tavoli per la festa in giardino, i cuochi sceglievano le pietanze migliori, la signora O'Connors dava ordini..., io invece, scappavo dal sarto che voleva farmi indossare a tutti i costi un vestito molto elegante che a me non piaceva, simile a quello dei mastri d'orchestra.
Spesso, durante le mie fughe, mi rifugiavo sopra l'albero di camelie bianche, finché una volta, una voce dal basso non attirò la mia attenzione...
"Yabu Kota, giusto?" Spaventato abbassai lo sguardo per vedere chi fosse, sperando che qualcuno non volesse cacciarmi.
"Io sono Kei, Inoo Kei, piacere di conoscerti" Si presentò la figura ai piedi dell'albero.
"Ho saputo che il mese prossimo sarà il tuo compleanno, mi dispiace,

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Re: [RPF - Hey! Say! JUMP] Yabu/Inoo; Angst, Kidfic, AU, Slash, SAFE; 2767 nihartsmile March 31 2013, 17:25:46 UTC
ma io non potrò essere presente..."
Era cresciuto molto ma era anche diventato più magro. Era proprio lui, il ragazzo delle camelie bianche.
"Mi hanno detto che non puoi parlare... peccato, altrimenti avremmo potuto fare delle belle chiacchierate..."
"I- io, in realtà p... posso par- rlare.." Sussurrai balbettando a causa del troppo tempo passato senza pronunciare nulla. Era la prima volta che qualcuno in Irlanda sentiva la mia voce.
"Allora perché non parli con nessuno?" Chiese curioso.
"Non lo so... Ho paura... forse..." Spiegai.
Mi sorrise gentilmente "Allora facciamo così: parlerai solo con me, come se la tua voce fosse il nostro piccolo segreto, ok?"
Rimasi in silenzio, ammaliato da quel sorriso che sembrava non voler lasciare le sue labbra. Se in un primo momento avevo pensato che quel bambino era carino, dovevo ricredermi, era meraviglioso!
"Comunque, per curiosità, quanti anni fai?" Continuò.
"Nove!"
"Nove? Io ne ho undici, pensavo fossi più grande di me..." Disse, sussurrando l'ultima parte come se stesse riflettendo.
"P- Perché non puoi venire alla mia festa?" Domandai, ritornando al discorso precedente.
"Mio padre non mi fa uscire perché sono malato, posso solo stare in giardino ad ammirare questo bellissimo albero di camelie bianche..." rispose, spostando gli occhi da me ai fiori che mi circondavano.
"Sai, è l'unico con i fiori bianchi da queste parti. Mio padre dice che finché vivrò lui continuerà a fiorire... ma io non ci credo..."
"Chissà, magari è vero..." Sussurrai, fissandolo negli occhi.
"Mah... adesso però devo rientrare, non posso stare fuori a lungo..." Disse, voltandosi verso le governanti della sua dimora che lo stavano cercando.
"Se vuoi..." Continuò prima di andare, notando la tristezza nei miei occhi "possiamo vederci domani alla stessa ora..."
"Per me va bene!" Annunciai felicemente "A domani allora!" >>

"Ti piaceva quel ragazzo nonno?" Alle parole della nipote Yabu iniziò a ridere imbarazzato, rimuovendo l'ultimo pezzo di terra.
"Ti dico solo che sembrava un angelo..." Rispose, afferrando qualcosa dalla buca appena fatta.
"Bene, abbiamo trovato quel che cercavamo!"
"Cos'è, un quaderno?" Domandò la bambina, afferrando l'oggetto.
"Esatto..."
"Wow, dentro c'è una camelia bianca! Chi te l'ha data?" Chiese curiosa.
"Un passo alla volta! Fammi continuare la storia..."

<< Il mese del mio compleanno arrivò in fretta e tutti i giorni continuavo a vedere Kei sotto l'albero delle camelie bianche. Ogni giorno lui era sempre più bello, ma anche più debole, chissà, magari la sua malattia era più grave di quello che pensassi... Lui aveva detto di avere solo la salute cagionevole e quindi stava sempre a casa a causa dell'influenza, ma questa dura pochi giorni, allora perché Kei non guariva? Era la domanda che mi tormentava ogni volta che lo vedevo così debole e triste; forse non vuole farmi preoccupare... Ma avevo troppa paura di perderlo per chiedergli certe cose. Se stava male, era meglio non farglielo pesare, come faceva mia madre ogni volta che avevo l'influenza...
Il mio compleanno fu una noia mortale, almeno per me... Non conoscevo nessuno, lo avevo fatto solo per invitare Kei, ma lui non venne. Comunque sia, lo avrei rivisto il giorno dopo alla solita ora, al solito posto. Ero quello che pensavo quando mi sentivo solo e che ogni volta che ero triste mi tirava su di morale, ma quando ci incontravamo... ero infelice, perché lui stava male ed il tempo che passavamo insieme era davvero breve.
Che mi sia innamorato di lui? ... Sono solo un bambino, è impossibile...
Passarono i giorni e Kei era sempre lì, ad aspettarmi per parlare di qualcosa, o semplicemente per stare a fissarci in silenzio con l'imbarazzo di non sapere cosa dire... Mi bastava vedere il suo sguardo per sentirmi pronto ad affrontare i problemi del mondo, anche la guerra.
Un giorno io e la signorina O'Connors andammo a fare una scampagnata in montagna, più che per una scampagnata andammo perché lei voleva farmi vedere qualcosa.
Prendemmo un sentiero circondato da enormi alberi, tutti uguali, erano grandi e belli, di un verde intenso. Mi sembrava di esserne avvolto. La natura mi dava un senso di libertà e mi faceva sentire bene.

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Re: [RPF - Hey! Say! JUMP] Yabu/Inoo; Angst, Kidfic, AU, Slash, SAFE; 2767 nihartsmile March 31 2013, 17:29:52 UTC
Arrivati al centro del bosco l'atmosfera cambiò. Il sentiero da una linea si trasformò in un cerchio e non c'erano alberi intorno, se non uno al centro, che non era come gli altri, era un albero di camelie bianche con la cima a forma di testa di drago e in basso una scritta: l'albero del drago dei desideri, chi esprime un desiderio lo vedrà avverare.
La signora O'Connors mi disse di esprimere un desiderio e che questo, come diceva la scritta, si sarebbe avverato. Pensava che volessi rivedere mio nonno, ma il mio desiderio fu ben diverso: non voglio separarmi da Kei.
Mi sbrigai ad andare a casa per andare all'appuntamento sotto all'albero, ma quel giorno, lui non si presentò, né il giorno seguente e nemmeno quello dopo ancora.
Passarono settimane e settimane, ma Kei non si fece più vivo.
Che sia peggiorata la sua malattia?
Era il pensiero più doloroso e triste che mi veniva in mente.
Dopo quasi un mese, due uomini vennero a farmi visita e mi pregarono di andare con loro. Io, piuttosto impaurito, accettai la loro proposta, non sapevo dove volessero portarmi e rimasi sorpreso quando mi fecero entrare nel cancello della casa di Kei.
Mi portarono all'interno e dopo una serie di scalinate mi ritrovai nella sua stanza.
Lui era sul letto, senza forza, con un sorriso triste, la pelle più bianca del solito... Ora, sembrava proprio una camelia bianca.
Mi avvicinai piano per non dargli fastidio, mi sedetti vicino al suo letto e lui, a forza, mi prese la mano e mi diede una camelia bianca; dopo di che, con voce tremante, cominciò a parlare.
"Questo fiore ti farà ricordare di tutti i momenti felici che abbiamo passato insieme, e non pensare a come sto adesso, ma pensa a vivere la tua vita, Yabu Kota e sappi che io-" Prima ancora che potesse finire la sua frase interrotta da colpi di tosse, la sua mano si indebolì ed i suoi dolcissimi occhi di quel nero così profondo si spensero... l'angelo era tornato al suo luogo naturale.
Passarono giorni e settimane strazianti. Ogni notte avevo incubi terribili ed ogni giorno restavo chiuso in casa senza mangiare né bere. L'unica cosa che volevo era rivedere Kei, dirgli dei sentimenti che provavo per lui ed ascoltare la fine di quella frase inconclusa. Avevo espresso il desiderio di non separarmi da lui, ma l'unica cosa che mi restava era un'inutile camelia bianca, ma anche se era inutile, non sapevo liberarmene, era la mia ossessione, ma anche il mio incubo.
Passarono anni, e pian piano ricominciai ad uscire dalla mia stanza, a mangiare e persino a parlare, sempre però con un'espressione malinconica.
Decisi di tornare nel mio Paese dopo la notizia della morte di mio nonno. Ormai la grande guerra era finita da molto. Salutai per l'ultima volta il mio angelo e seppellii la camelia bianca sotto l'albero del drago dei desideri all'interno di un quaderno, così che finalmente avrei fatto volare via l'angelo anche dai miei ricordi.
Tornai a casa, ma pochi anni dopo scoppiò un'altra guerra mondiale, dove conobbi tua nonna. Aveva gli stessi capelli neri, gli stessi occhi profondi e la stessa pelle pallida. Assomigliava così tanto a Kei nonostante fosse una donna che me ne innamorai a prima vista... >>

"Non ami la nonna, nonno?" Chiese la nipote sorpresa.
"Ma che domande fai? Certo, ma la persona che ho sempre amato e che continuerò ad amare è Kei, questo non può cambiare e non cambierà mai..." Spiegò Yabu, sedendosi ai piedi dell'albero per riposarsi, sentendo la stanchezza che stava prendendo il sopravvento.
"Se lo viene a sapere la nonna!" Lo rimproverò la bambina, facendolo sorridere.
"Comunque, nonno Kota, non pensavo avessi avuto un passato così triste..." Constatò, sedendosi accanto al nonno.

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Re: [RPF - Hey! Say! JUMP] Yabu/Inoo; Angst, Kidfic, AU, Slash, SAFE; 2767 nihartsmile March 31 2013, 17:30:29 UTC
"Per curiosità, nonno, se dovessi esprimere un desiderio adesso, quale sceglieresti?"
"Ora?" Kota parve pensarci appena, chiudendo gli occhi mentre poggiava la testa contro il tronco dell'albero.
"Anche se sono vecchio e stanco, il cuore è sempre lo stesso, per questo non ho dubbi sul mio desiderio. Vedi nipotina, gli esseri umani sono come le camelie: sbocciano, crescono fino a diventare bellissime, seccano e poi cadono dagli alberi; io sto per cadere dall'albero ormai, per questo non mi dispiacerebbe esprimere questo desiderio..." Si sistemò meglio contro il tronco, restando sempre con gli occhi chiusi.
"Il mio ultimo desiderio è..."
"Nonno?" Lo chiamò la bambina, senza, tuttavia ricevere risposta.
"Nonno? Nonno? Allora qual'è il tuo desiderio? Nonno, rispondimi! Nonno!!?" Continuò a chiamarlo
"Mamma! Il nonno sta male!" Gridò, attirando l'attenzione dei suoi genitori che lentamente li stavano raggiungendo.

<< Il mio ultimo desiderio è: vieni a prendermi, angelo mio! Questa volta il cielo ha ascoltato la mia richiesta, esaudendo questo desiderio che era fiorito negli anni all'interno del mio cuore. In fondo, tutto ciò di cui necessitavo, erano gli anni della mia infanzia, perché solo riavendoli indietro avrei potuto dire i miei sentimenti a Kei, perché sì, ne ero innammorato, totalmente, e mi ci vollero ottanta anni per capire che dietro ad un petalo di quella camelia bianca era scritto il seguito di quella frase incompiuta che Kei stava cercando di dire prima di morire "Ti amo" vi era riportato con un pennarello, sbiadito con il tempo. Una semplice frase che mi fece lasciare questo mondo con un sorriso e la consapevolezza che il mio angelo mi stava attendendo. >>

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