È prestissimo, dall’orizzonte sale una luce argentata e sembra che voglia piovere per il modo in cui le nuvole sono grigie e basse sopra Milano; l’aria è umida, appiccicosa come sabbia sulla pelle bagnata, ma Alessandro striscia un po’ più vicino a Luca sul letto e nasconde il viso nell’incavo tra il suo collo e la spalla. Luca si agita appena, brontola qualcosa d’inintelligibile che probabilmente era una bestemmia e poi si accartoccia su se stesso, strizzando il cuscino con una mano. Alessandro è sveglio, però, e decide di non essere stato abbastanza fastidioso. Preme un bacio a labbra aperte sulle nuca di Luca, leccandolo piano, e gli si sposta addosso, in modo da potersi strusciare tutto contro la sua schiena. Fa scivolare un braccio attorno alla sua vita, poi, tirandolo indietro, la sua pelle accaldata e umida contro la propria, e si sporge a baciargli l’angolo della mandibola, una guancia, fin dove arriva su tutto il viso. Luca mugola di nuovo, cerca di sfuggire alla presa delle sue braccia e per un attimo riesce a mettere cinque centimetri d’aria tra il proprio corpo e quello del fratello; non dura molto, perché Alessandro si riappropria immediatamente di lui, della sua vicinanza, e decide di lasciargli un succhiotto sul collo, rosso e vistoso e suo. Luca si sveglia completamente a sentire lo schiocco delle sue labbra sulla pelle, e la prima cosa che fa è tirargli una gomitata nelle costole perché, Dio santo, fa un caldo boia e lui stava dormendo così bene. «Ahio, amore, non essere manesco,» ridacchia Alessandro, contro le vertebre in rilievo tra le sue scapole, e Luca sente la sua voce riverberarglisi nella cassa toracica, fino al cuore, come se fosse un concerto, come se Alessandro fosse su un palco e lui giù a morire d’amore per lui, e si sveglia un po’ di più. «Stavo dormendo,» brontola, immusonito, e si volta verso di lui, allungando un braccio sul cuscino oltre la testa di Alessandro e lasciando che lui lo baci un po’ come gli pare, aperto e umido e tranquillo, come un buongiorno tre ore in anticipo sulle sue normali abitudini. «Lo so che stavi dormendo,» canzona Alessandro, direttamente sulle labbra. «Il punto è che stavi dormendo tutto nudo e non abbastanza vicino al tuo fratellone.» «Non sono nudo,» si lagna Luca, debolmente, perché è vero, ha i boxer addosso. Alessandro ride contro la sua spalla, perché in effetti a lui basta che Luca si tolga gli occhiali da sole in una mattina di primavera per poter dire che è nudo. «Dai. Lasciami dormire, Ale, ti prego. Devo andare in studio presto, domani.» «Devo andare in studio presto, domani,» lo scimmiotta Alessandro, e Luca è stanco, stanco davvero, altrimenti l’avrebbe già soffocato col cuscino, o preso a calci nelle palle, o spintonato giù dal letto, o una qualsiasi combinazione delle tre possibilità. «Guarda che è già domani.» «E peggio ancora!» sbuffa lui, e Alessandro, stronzo, ride. Luca chiude gli occhi, caccia un lamento lunghissimo e si volta su un fianco, di faccia ad Alessandro, accoccolandosi contro di lui a dispetto del caldo, dell’umidità, delle mani di suo fratello che subito si stringono alla sua vita, una si ferma alla base della sua schiena e l’altra che comincia a disegnargli cerchi distratti tra le spalle. Neppure un attimo dopo, dal nulla, Luca si riaddormenta.
Quanto mi erano mancati questi due ;O; Twinna, ti voglio tanto bene <3 E li amo, li amo, li amo XD Sono di un tenero micidiale, Ale è un rompipalle meraviglioso e fossi stata in Luca avrei fatto la stessa identica cosa (pensare di prenderlo a calci nelle palle e poi arrotolarglisi addosso, sì XDD)
Alessandro è sveglio, però, e decide di non essere stato abbastanza fastidioso. Preme un bacio a labbra aperte sulle nuca di Luca, leccandolo piano, e gli si sposta addosso, in modo da potersi strusciare tutto contro la sua schiena. Fa scivolare un braccio attorno alla sua vita, poi, tirandolo indietro, la sua pelle accaldata e umida contro la propria, e si sporge a baciargli l’angolo della mandibola, una guancia, fin dove arriva su tutto il viso.
Luca mugola di nuovo, cerca di sfuggire alla presa delle sue braccia e per un attimo riesce a mettere cinque centimetri d’aria tra il proprio corpo e quello del fratello; non dura molto, perché Alessandro si riappropria immediatamente di lui, della sua vicinanza, e decide di lasciargli un succhiotto sul collo, rosso e vistoso e suo.
Luca si sveglia completamente a sentire lo schiocco delle sue labbra sulla pelle, e la prima cosa che fa è tirargli una gomitata nelle costole perché, Dio santo, fa un caldo boia e lui stava dormendo così bene.
«Ahio, amore, non essere manesco,» ridacchia Alessandro, contro le vertebre in rilievo tra le sue scapole, e Luca sente la sua voce riverberarglisi nella cassa toracica, fino al cuore, come se fosse un concerto, come se Alessandro fosse su un palco e lui giù a morire d’amore per lui, e si sveglia un po’ di più.
«Stavo dormendo,» brontola, immusonito, e si volta verso di lui, allungando un braccio sul cuscino oltre la testa di Alessandro e lasciando che lui lo baci un po’ come gli pare, aperto e umido e tranquillo, come un buongiorno tre ore in anticipo sulle sue normali abitudini.
«Lo so che stavi dormendo,» canzona Alessandro, direttamente sulle labbra. «Il punto è che stavi dormendo tutto nudo e non abbastanza vicino al tuo fratellone.»
«Non sono nudo,» si lagna Luca, debolmente, perché è vero, ha i boxer addosso. Alessandro ride contro la sua spalla, perché in effetti a lui basta che Luca si tolga gli occhiali da sole in una mattina di primavera per poter dire che è nudo. «Dai. Lasciami dormire, Ale, ti prego. Devo andare in studio presto, domani.»
«Devo andare in studio presto, domani,» lo scimmiotta Alessandro, e Luca è stanco, stanco davvero, altrimenti l’avrebbe già soffocato col cuscino, o preso a calci nelle palle, o spintonato giù dal letto, o una qualsiasi combinazione delle tre possibilità. «Guarda che è già domani.»
«E peggio ancora!» sbuffa lui, e Alessandro, stronzo, ride. Luca chiude gli occhi, caccia un lamento lunghissimo e si volta su un fianco, di faccia ad Alessandro, accoccolandosi contro di lui a dispetto del caldo, dell’umidità, delle mani di suo fratello che subito si stringono alla sua vita, una si ferma alla base della sua schiena e l’altra che comincia a disegnargli cerchi distratti tra le spalle. Neppure un attimo dopo, dal nulla, Luca si riaddormenta.
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E li amo, li amo, li amo XD Sono di un tenero micidiale, Ale è un rompipalle meraviglioso e fossi stata in Luca avrei fatto la stessa identica cosa (pensare di prenderlo a calci nelle palle e poi arrotolarglisi addosso, sì XDD)
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