Per chi ama scrivere, come me, lo scrivere in sé è, piuttosto spesso, una necessità. Inventare storie, trovare le parole adatte per raccontarle, creare personaggi e farli interagire tra loro è qualcosa che facciamo da sempre, noi che scriviamo, che ci viene naturale come mangiare e dormire.
Però è anche vero che, per mille che scrivono, uno solo lo fa come attività principale, nella propria vita. Per tutti gli altri, me compresa, la vita vera è fatta di scuola o di lavoro, di famiglia, amici, fidanzati e/o figli, routine anche bellissime (la mia vita vera è una vita piena), e la scrittura diventa a volte solo un passatempo mentale prima di addormentarsi. È difficile trovare la lucidità, la concentrazione e il tempo di sedersi davanti al computer (o davanti a un quaderno bianco) ogni giorno per scrivere una storia. Ci vuole molta costanza per scrivere qualcosa che valga la pena di essere letto e dieci minuti a settimana non bastano. A volte non bastano neanche due ore la sera, perché dopo dodici ore passate in ufficio, le forze mentali non ci sostengono.
Però a volte ci sono storie che ti scoppiano dentro all’improvviso. Storie che come una caramella di rigiri nella testa da mesi, magari anni, assapori con la lingua l’involucro duro, immaginando solo il sapore che vi sarà all’interno, e poi, un giorno come tanti altri, senza alcun motivo, il dente infrange la scorza dura e nella tua bocca si riversa il succo molle, irresistibile, inimmaginabile del contenuto.
In questi casi non si può far altro che assecondarlo e sedersi a scrivere. Se la storia è potente, creerà per te mille momenti di ispirazione suprema, quei dieci minuti tra la pasta che bolle e l’acqua della doccia basteranno per un intero nuovo paragrafo, e non vi sarà bisogno, il giorno dopo, di rileggere tutto per entrare di nuovo nell’atmosfera, perché la storia continuerà ad andare avanti nella tua testa in ogni momento della giornata.
Ecco, questa enorme premessa per dire che sì, una nuova storia è scoppiata nella mia testa e non mi abbandona, ormai da un mese circa. Una storia che nasce nella mia testa un paio di anni fa, della serie: “Come sarebbe bello se qualcuno avesse l’ispirazione e la costanza per una storia così”, perché io non immagino mai delle short facili, no, per me si tratta sempre di long da trenta capitoli, dieci nuovi personaggi, una guerra inter-mondi, almeno tre fazioni, cattivi che poi diventano buoni e buoni che sembrano buoni ma poi sono cattivi, storie d’amore qui e lì, insomma, una roba che bisognerebbe scrivere solo quella per qualche anno. E quindi niente, me l’ero rigirata nella testa per un po’, ne avevo parlato con qualcuno (credo
kuruccha), e poi basta.
E invece, complice la visione di Battlestar Galactica di questo periodo, e la lettura di Stephen King, che mi sta ispirando molto quanto a strutture narrative, eccomi qui.
Ho trovato la forma adatta a me per questa storia; forse, fossi stata un’autrice prolissa, capace di immergersi completamente nella propria storia, avrei potuto partorire milioni di parole, come ad esempio fa
Ellephedre nella sua bellissima saga. Ma io no, ora non posso scrivere una cosa così, perché non ne ho il tempo e la capacità; tuttavia questa storia mi chiama, quindi ho optato per capitoli brevi, molta azione e poche riflessioni, poche presentazioni e spiegazioni e una trama che si porta avanti da sola e ci penserà poi, a spiegare bene cosa sta succedendo. Bisogna prenderla così, con un po’ di fiducia iniziale.
E poi, a ben pensarci, questo è Avatar: non sappiamo nulla di questo mondo, quando Sokka e Katara trovano Aang nell’iceberg e solo pian pianino la realtà si svela, in piccoli episodi da venti minuti. Pensate alla bellezza di Iroh, la sua disperazione personale svelata solo molto dopo, il suo riscatto finale nella battaglia di Ba Sing See. Se fin dall’inizio ci avessero raccontato di Lu Ten, non avrebbe avuto il suo fascino, non trovate?
Ecco, la mia fanfic sarà così: fandom Avatar, capitoli brevi, un nuovo mondo da esplorare, domini da scoprire. Un’idea folle e galattica, nel vero senso della parola.
Comincerò ben presto a pubblicarla ma, come sempre, preferisco portarmi un po’ avanti nella stesura, per non rischiare di terminare l’ispirazione e lasciare una storia incompiuta. Se tutto procede, comincerò a pubblicare i capitoli a Gennaio 2017, uno a settimana, e così ci faremo compagnia tutto l’anno. Che ne pensate?
(Sto ancora cercando il titolo, di questa storia, ma quando l'avrò ne farò ovviamente una tag, così sarà facile da seguire).