Fandom: Killing Stalking
Personaggi: Yoon Bum
Genere: introspettivo
Avvertimento: spoiler per l’ultimo capitolo
Parole: 277
Note: M12, prompt “cancro”.
Sangwoo è come un cancro. È nato come un pensiero insolito, dentro di lui. Un pensiero dal comportamento di una cellula malfunzionante che non seguiva le istruzioni della propria stessa natura. E poi quel pensiero è cresciuto, si è moltiplicato, si è alimentato di sé stesso. Con ogni serata in cui Yoon Bum si masturbava sul letto, stringendo le coperte con forza, il pensiero di Sangwoo cresceva, e più ci pensava più il pensiero diventava grosso occupando spazio dentro di lui.
E poi il pensiero ha viaggiato nel suo corpo. Ha percorso le sue vene lasciando tracce di sé nei respiri, fra le dita, nello stomaco, nei suoi occhi. Sangwoo è un cancro che compiva metastasi ad ogni pensiero, ad ogni sguardo che Yoon Bum riusciva a rubargli.
È cresciuto, si è cibato dei suoi desideri e del suo tempo, è diventato un grumo contorto appollaiata nel piccolo petto di Yoon Bum, troppo piccolo per contenere tutte quelle idee malformate, in un corpo troppo fragile per poter uccidere la massa tumorale, o anche solo per poterla affrontare.
Ogni volta che Sangwoo lo toccava, la massa pulsava con forza, dolorosamente; ogni volta che lo piegava e lo penetrava, la massa pulsava rilasciando qualcosa dentro di lui, forse veleno. In fondo, era un assemblaggio di cellule sbagliate.
Sangwoo è diventato un cancro così grande da invadere anche i suoi pensieri confondendosi fra essi, pian piano è diventato un cancro che Yoon Bum ha imparato persino ad amare.
E Yoon Bum non ce la fa, ad odiarlo, quando il pensiero e il ricordo di Sangwoo finiscono per togliergli. Dopotutto, non ha molto senso odiare un cancro per il suo essere cancro.
Fandom: Free!
Personaggi: Nagisa/Rei
Genere: fluff, slice of life
Avvertimenti: missing moment, pwp
Parole: 407
Note: M12, prompt "sagittario"
“Ho buone notizie! Avrai tanta fortuna, Rei-chan.”
Rei sospira, guardando i riccioli biondi coronare la testa di Nagisa mentre, con evidente concentrazione, fissa i fondi di tè rimasti nella sua tazza e giunge infine ad una conclusione dopo minuti di consultazione. Il suo sguardo vaga per la stanza, seguendo il sentiero di libri, manga e vestiti sporchi gettati alla rinfusa nella sua solitamente immacolata stanza. Eppure ormai ci ha fatto l’abitudine - non esiste una situazione in cui Nagisa si trovi in una stanza senza mandare tutto sottosopra.
“Davvero?” Chiede, in tono piatto, appoggiando la guancia al palmo della mano.
Nagisa alza lo sguardo, sbatte le palpebre e installa un broncio offeso sul suo viso tondo e morbido.
“Davvero! Ho studiato queste cose, sai.”
Rei sbuffa, roteando gli occhi ma, puntando il dito su un foglio riempito di costellazioni, Nagisa continua con convinzione, “sei un Sagittario, e stando alle mie mappe questo mese sarà ottimo per te.”
Rei sbadiglia, convinto che per quanto possa essere superstizioso e lasciarsi trasportare dalla fantasia, sicuramente l’astrologia e la fiducia nell’oroscopo saranno solo un gioco per Nagisa.
“Okay, va bene. Adesso però apri il libro,” Rei taglia corto, indicando il libro chiuso di algebra.
E questo sembra sortire un effetto immediato: Nagisa si agita, puntando ai fondi di tè con più convinzione.
“No, ascoltami! Avrai tanta fortuna, ma… ma fai attenzione, potrebbe succederti qualcosa di pericoloso!” E poi sembra esitare. “Beh, non lascerei che ti succeda qualcosa di male, però… però c’è sempre la possibilità! Non sottovalutare il potere del destino!”
Finalmente, Rei sorride, scuotendo ancora la testa.
“Forza, dai, apri quel libro,” insiste, muovendosi un po’ più vicino, e poi sussurra la suo orecchio, “quando finiremo i compiti ti darò un bacio.”
E immediatamente Nagisa diventa tutto rigido, voltando la testa per fissare lo sguardo in quello di Rei.
“Posso averne uno adesso?” Bisbiglia, avvicinando il viso, ma Rei scuote la testa con il suo sorriso che si fa vittorioso, allontanandosi.
“No. Prima finiamo, prima avrai il tuo premio.”
Nagisa arriccia le labbra, e sembra esitare per qualche momento, forse elaborando un piano per avere quello che vuole in anticipo, ma poi sospira spostando la sua mappa del cielo, e apre il libro dove aveva messo il foglio di carta con le formule da applicare.
“Che noia, Rei-chan.”
Rei sorride, passando un attimo le dita fra i suoi capelli morbidi prima di decretare la loro pausa dallo studio ufficialmente conclusa.
Fandom: Killing Stalking
Personaggi: Oh Sangwoo
Genere: angst
Avvertimenti: missing moment, spoilers per l’ultimo capitolo
Parole: 533
Note: M11, prompt “la morte”
“Morirai nel modo più doloroso.”
Quelle parole sono risuonate come un eco innaturalmente insisitente per anni, nella sua testa, di notte, nel buio. Sono tornate a visitarlo così spesso da diventare un sottofondo trascurabile fra il casino dei suoi pensieri mischiati in una matassa impossibile da sbrogliare. L’hanno rivisitato ogni volta che si guardava intorno, in camera sua, echeggiavano nella sua testa ogni volta che Yoon Bum lo guardava con lo sguardo sanguinante eppure pieno di amore, che lo supplicava di smettere. Quelle parole sono diventate parte di ogni sua azione, per quanto tentasse di nasconderle, di scappare.
“Sangwoo, amore, vieni da me.”
Sussulta, sorpreso, cercando di guardarsi attorno ma i suoi occhi sono coperti, bendati. Forse sono bruciati pure quelli, forse le sue orbite sono rimaste vuote.
La voce dolce della mamma rimbomba eppure sembra essere anche vicina, così vicina che potrebbe essergli accanto, sul letto, mentre il suo corpo grida, la sua pelle ricorda la sensazione delle fiamme, e le urla di dolore che sembrano tornare da ieri sembrano risuonare di nuovo, dai minuti di calore mortale che l’hanno avvolto fino a fargli davvero pensare che sarebbe morto lì, con la mamma a sorridere coi suoi occhi amorevoli posati su di lui.
“Vieni qui, Sangwoo. Forza, vieni dalla mamma.”
Chiude i pugni con violenza, ciò che resta delle sue unghie si incastra nei palmi spellati delle sue mani, e apre la bocca.
Bum.
La sua voce esce roca dalla gola, chiama e non sente risposta.
Bum. Bum. Bum.
Ogni richiamo che si fa più forte, ogni nota nella sua voce che diventa sempre più disperata. Dov’è finito? Dov’è? Bum, perché non rispondi?
Non sente nessuna voce, non sente rispondere nessuno. Bum, continua a chiamare, Bum, aiutami. Stai un po’ con me.
Ma la voce di Yoon Bum non arriva mai. Sente solo i rumori al di fuori della sua stanza, eppure sono rumori sconosciuti, di gente che vivrà e non si ricorderà di lui. Di gente che più che odiarlo dimenticherà che sia mai esistito, esattamente come hanno dimenticato la mamma e il papà.
Mamma- Bum!
Finalmente un nuovo suono si unisce al rumore di fondo, un suono di passi che strisciano e si avvicinano, un suono che dev’essere reale perché non è nella sua testa.
Bum!
“Bum! Bum!” Chiama ancora, tentando di muovere le mani, eppure i suoi muscoli sembrano immobilizzati. Il suo corpo sembra stanco, forse per tutto quel gridare.
“Taci, una buona volta!” Abbaia una voce che non conosce, una voce raggrinzita. Una voce che non è quella di Yoon Bum.
“Bum, B-!” Ripete, rapidamente, con il cuore che prende a battere con forza, rapidamente, ma la sua voce sparisce contro qualcosa che copre il suo viso fino a togliergli il respiro, e Sangwoo urla più forte, urla Bum, Bum, e la voce di Bum non arriva mai.
Ha perso. Dopo qualche secondo, la sua voce si ferma, i suoi muscoli si rilassano.
“Vieni da me,” sente dire così vicino a lui che quella voce potrebbe essere dentro la sua testa, in ogni sinapsi. E poi dopo anni, finalmente chiude gli occhi, sconfitto, giacendo inerme con le braccia aperte mentre finalmente accetta l'abbraccio.
Va bene, mamma. Sto arrivando.