Tutto inizio’ in Pakistan. Pochi minuti dopo l’ evento si era gia’ quasi sull’orlo di un’escalation nucleare, come fu possibile ricostruire in seguito con una minuziosa ricerca che descrisse minuto per minuto gli eventi, in seguito descritti con una minuziosita e per una volta imparziale fedelta’, dalla commisione internazionale che si occupo’ dell’incidente di Sui nella provincia pakistana del bauchistan.
Un’esplosione gigantesca, l’onda d’urto arrivo’ fino al mediterraneo, avvenne per cause misteriose alle 3:11 locali nella zona industriale di Sui,il maggior centro produttivo di energia del pakistan. Nonostante un’iniziale riluttanza ad ammettere il fatto da parte del governo di karachi, le successive rivelazioni satellitari di un’enorme fallout radioattivo con conseguente nube tossica costrinsero quasi da subito il ministro degli esteri ad ammettere il fatto.
Le prime informazioni che giunsero dal posto sembravano incredibili,parlavano di un livello di distruzione mai visto prima in nessuna occasione sulla terra e nessuna foto del luogo fu diffusa prima di tre giorni, durante i quali il governo pakistano si scaglio’ con violenza inaudita verso i vicini nemici storici dell’india, accusandoli di aver sabotato gli impianti dell’estrazione del gas per provocare il catastrofico incidente. L’india da subito si dichiaro’ estranea alla faccenda, ma appena si diffusero le notizie relative alle radiazioni, la sua posizione si fece estremamente critica. Il pakistan, appena confermate le rivelazioni delle radiazioni presenti nell’area e dopo aver mappato fotograficamente il luogo dell’incidente con dei jet, essendo la zona ancora coperta da una nube tossica che la rendeva oscura alle rilevazioni dei satelliti, mobilito’ le truppe e apri’ i siti missilistici, preparandosi per un contrattacco che avrebbe scatenato la prima guerra nucleare della storia dell’umanita’. Nonostante i tentativi disperati del governo indiano e delle nazioni unite di attendere ulteriori chiarifichiazioni degli eventi, entrambi tesi a supportare comunque la posizione innocentistica dell’india, il pakistan non sembrava voler sentire ragioni, e gli storici annotarono che si arrivo’ a due ore dall’inverno nucleare. Cio che accadde fu infatti cosi’ straordinario che pensare che tutto fosse stato pianificato meticolosicamente fa pensare ad una diabolica astuzia, quasi fuori dalla piu’ assurda immaginazione.
Due ore prima dalla gia’ decisa ora x, fu diffuso su internet un filmato cosi’ sconvolgente che solo la sua incredibilita’ ne fece forse l’unica possibile soluzioe, per quanto assurda, ad una situazione apparentemente irrisolvibile e sull’orlo della catastrofe; un filmato amatoriale di bassissima qualita’, ma che fu all’inizio bollato come “sicuramente autentico”, mostrava delle riprese da un monte che circondava lo stabilimento di Sui in una ripresa notturna. D’un tratto, nel cielo sovrastante la cittadina, quasi dal nulla sembra materializzarsi un’oggetto incredibilmente grande, dalla forma tonda, che dopo pochi secondi dall’apparizione scarica un getto di energia sull’impianto di gas principale, scatendando un’esplosione che poneva fine alla registrazione.
Le reazioni del mondo intero furono di sgomento e di soddisfazione, non appena il pakistan si prese un giorno , in seguito aumentato ad una settimana, per analizzare il filmato e per valutare le conseguenze di una sua ipotetica veridicita’.
Il filmato venne diffuso su internet, e la rete si intaso’ per l’enorme richieste che i vari server vennero a ricevere. Un paio di backbone andarono in tilt, lasciando una parte dell’africa del nord senza collegamenti internet per diversi giorni.
I giorni che seguirono furono panico puro. Nessuno sapeva esattamente cosa fosse successo, le prime analisi del luogo, da parte dell’esercito pakistano coadiuvato da tecnici statunitensi, rivelarono una probabile esplosione di tipo nucleare, di dieci volte superiore a quella di hiroshima. La zona era stata spazzata via, non era rimasto praticamente niente. Sui giacimenti, foto aeree mostravano una depressione di venti chilometri di circonferenza.
Nel frattempo, tecninci di tutto il mondo analizzavano la registrazione senza riuscire a giungere alla conclusione se fosse vera oppure no. La qualita’ era troppo bassa, tuttavia se di falso si trattava, sicuramente era stato fatto ad arte.
Troppi dettagli pero’ coincidevanno, e la spiegazione era anche una comoda versione che per il momento aveva fermato la decisione del pakistan.
Tuttavia, immaginare alieni in procinto di invadere al terra era quasi piu’ pericoloso che credere alla colpevolezza dell’india. I satelliti non avevano registrato nulla, ma neanche un lancio di missili da parte di nessuno stato, quindi da un lato la posizione dell’india era tranquilla. Dall’altro, alcuni studiosi confermarono che una testata tattica poteva essere portata in un tir nelle vicinanze della centrale, per generare un massacro simile.
Il pakistan sposo’ immediatamente questa teoria, anche se il filmato era indubbiamente scomodo, soprattuto per la sua difficolta’ di essere confutato.
Poi, un’osservatorio della guyana francese , confermo’ di aver rilevato dei fenomeni atmosferici “strani” e anche un paio di anomalie la notte dell’”attacco”, che sembrarono per un’attimo la fonte di conferma che tutto il mondo in quel momento stava aspettando. Il presidente degli stati uniti, forse nel tentativo di far sbollire la situazione, dichiaro’ lo stato di emergenza nazionale e proclamo’ lo stato di guerra verso un nemico che ancora non era stato identificato, ma che si era certi che esistesse. Due giorni dopo, alle 9:11 ora dell’east coast, scoppio’ il vero inferno. Imbeddato nel filmato dell’esplosione, era stato inserito un virus che sfruttava una fino ad allora sconosciuta falla di windows; il virus in realta’ si limitava a contattare un sito , o meglio una serie di siti, per dwonloadare un virus piu’ grande, di circa 300k. Il download era fatto a poco a poco, in maniera da non essere scoperto, quando il sistema era in idle, e colpi’ in pochi giorni il 40% degli utenti windows. Una parte del virus si occupava della sua diffusione, entrando nelle rubriche e autospedendosi a tutti gli utenti, contagiando con serie di varianti, utenti di sistemi operativi diversi. Si arrivo’ a calcolare che il numero di utenti finali infettati fu prossimo all’80%. Il virus era mutante, e in’un primo momento dormiente. Rimase in incubazione per una settimana, cosa che a posteriori fu considerato un rischio immenso tuttavia non fu comunque scoperto se non a danno avvenuto.
Alle 9:11 dell’east coast, il traffico di internet subi’ un collasso. Le macchine infette impazzirono e iniiziarono ad inviare infinite richieste di servizio a predefinite pagine internet, in maniera da mandare in collasso parziale la rete.
Ogni ora cambiavano area, obbiettivo , nodi, portando le richieste ad intasare prima una parte e poi l’altra del mondo. La potenza di tale attacco fu tale che fu quasi impossibile diffondere via rete una qualsiasi cura o soluzione. La danimarca spense tutto il giorno seguente all’incidente, altri stati decisero di tenere duro fino alla scoperta di quelloche stava succedendo. La rete stava collassando, ma il peggio stava succedendo dietro le quinte. Il virus, infatti , aveva una triplice funzione. Da una parte si occupava di intasare la rete, dall’altra creava una grid che sfruttava la potenza di calcolo che riusciva a raccogliere per decriptare con brute force una serie di siti predefiniti, dall’altra permetteva un’accesso remoto alle macchine infette.
Fu scoperto in seguito che un’ufficio a san francisco, con 300 terminali e trecento operatori, aveva coordinato e sfruttato questa parte dell’attacco.
La peculiarita’ del virus, era quella di andare a intasare aree di internet diverse dalle aree su cui gli hacker di san francisco stavano lavorando, quindi, mentre da una parte del mondo si preoccupavano di far funzionare il tutto, dall’altra c’era una parte che ancora funzionava ma che non capiva come avrebbe fatto a difendersi in caso di un’attacco cosi’ massicio sulle proprie linee.
Il mondo era in panico: da una parte il probabile attacco di qualche ipotetico alieno, dall’altro una sventata guerra nucleare, dall’altra ancora un’interruzione nelle comunicazioni mondiali che aveva in pochissimo tempo gia’ causato miliardi di dollari di danni.
Il governo degli statu uniti propose al terzo giorno di scollegare tutto. Si stavano accorgendo che qualcosa non li convinceva. Fu riconosciuto uno schema nell’attacco ad intasamento, e riuscirono a confermarlo con abbastanza anticipo da isolarne gli effetti per il prossimo turno che avrebbe colpito gli stati uniti. Alle 0100 staccarono tutti i collegamenti col resto del mondo, per poi riattaccarli un’ora dopo, e riuscirono ad evitare un blocco dei server che era verso di loro indirizzato.
Nel frattempo, si pote’ analizzare meglio il virus, e le sue due ulteriori caratteristiche lo resero ancora piu’ pericoloso di quanto non fosse stato considerato all’inizio. Il grid in quei giorni, il piu’ grande mai collegato fino ad allora, aveva utlilizzato la sua infinita potenza di calcolo per craccare una serie di siti predefiniti. La lista completa non e’ mai statao diffusa, ma i risultati sono tuttora visibili, ed e’ facile immaginare cosa possa aver stuzzicato chi ha progettato l’attacco. La sua ultima potenzialita’ come trojan fu sfruttata per obiettivi mirati, si calcola che in quei tre giorni, dodicimila computer furono violati completamente, acquisendone i diritti di amministratore nelle reti interne.
L’unica soluzione, e fu abbastanza chiaro per tutti, era quella di spegnere tutto.
Scollegare la rete,mentre si cercava di risolvere la crisi. Diversi centri avevano scoperto dopo il primo giorno che il virus aveva piu’ di un uso e si riusci’ anche a ricomporre il suo collegamento al filmato. Era ancora troppo presto per vedere tutto lo schema , ma gia’ si incominciava a evidenziarne la trama. Nessuna di queste fonti venne pero’ presa tanto seriamente da apportare cambiamenti alla strategia mondiale, in completo panico. L’economia era paralizzata, miliardi furono bruciati in pochissimo tempo, sistemi critici che non riuscivano ad accedere a banche dati fondamentali per il loro utilizzo, ospedali in confusione totale in attesa di essere riconvertiti per un uso in lan, invece che supportati da una connessione internet, sistemi di controllo completamente inutilizzabili. Tutto fu fermato. Poi arrivarono le prime notizie degli hackeraggi riusciti, e il mondo tremo’.
La geniale intuizione di uno sconosciuto programmatore finlandese permise alla fine di rintracciare l’ufficio da cui era partito l’attacco, e fu quella la prima linea di azione veramente efficace che fece iniziare la fine della crisi. Un’azione degli swat catturo’ tutti i presenti, erano in 67 al momento dell’irruzione, i rimanenti duecentotredici furono in seguito catturati e processati come nemici del genere umano.ciononostante, il gruppo di hacker ebbe l’ultima parola, dato che il virus , prima di autodisattivarsi, spirando lascio’ un messaggio di rivendicazione del gruppo, con la facca del capo di al quaeda che invitava l’intera popolazione umana a liberarsi dal giogo americano.
A tutt’oggi i danni sono incalcolabili, come incalcolabili sono la conta della perdita di vite umane, dato che e’ difficile stabilire perfettamente se la catena degli eventi abbia iniziata col black out totale avesse avuto a che fare con la morte di tanti invidivui. Furono stimate comunque piu’ di ottocentocinquantamila morti dirette, dovute ad incidenti, incendi, esplosioni , black out .
I morti dell’incidente di Sui furono circa trentacinquemila, praticamente tutta la popolazione del villaggio. Non fu recuperato nessun superstite dell’area.
I giorni seguenti, la rete fu riattivata settorialmente ,dopo una scansione globale dei sistemi ed un’accesso alla rete che venne autorizzato solo sotto controllo militare.gli hacker avevano avuto accesso a siti normalmente impenetrabili, crittografati a 256 bit ma che furono scardinati dalla potenza combinata dei computer in grid. Le tre maggiori carte di credito internazionali dovettero cessare l’attivita’, e infine si fusero e rientrarono nel mercato con milioni di cause aperte che andarono nella maggior parte dei casi in perdita. Stessa sorte, anche se lievemente migliore per via dei depositi fisici di cui molti istituti erano in possesso, accadde per le banche.
Nei mesi seguienti alla crisi, si registro’ il piu’ alto numero di suicidi della storia scritta dell’umanita’.
Fortunatamente, gli obbiettivi piu’ pericolosi quali i comandi dei reparti missili stici statunitensi, non furono bersagliati, anche se una simulazione successiva dimostro’ che anche se fosse successo, sarebbero riusciti a sventare il tentativo di attacco; diversi analisti hanno avanzato l’ipotesi che tali obbiettivi non fossero mai nei piani dei guerriglieri, che preferirono concentrare il loro attacco su obiettivi piu’ facili da penetrare ma con conseguenze egualmente letali.
Rimane da valutare l’effettiva efficacia dell’attacco, se il gruppo terroristico sia riuscito o no nel suo intento, e, a dire il vero, rimane ancora principalmente oscuro il vero obiettivo dell’azione, la piu’ grande ed elaborata azione terroristica di tutti i tempi, sicuramente, ma probabilmente incompiuta. Nei dettagli trovati in seguito alle perquisizioni, e’ chiaro che il piano fosse finalizzato a qualcosa che non e’ stato raggiunto, ma non e’ stata ancora stabilita la vera natura di tale obiettivo.
rimane invece avvolto dal mistero la lista completa dei dati rubati dalle operazioni trojan. si sa solo che durante due giorni, circa 6 petabyte di dati sono stati trasferiti ad indirizzi vari in uscita dall ufficio di san francisco. sia il contenuto che la destinazione di tali dati sono coperti da segreto militare.