Metti una sera a Copenhagen

Mar 10, 2004 06:09

Metti una sera a copenhagen,
una di quelle sere in cui il freddo e' pungente a stare fermo, ma che appena fai due passi ed il sangue entra in circolo ti viene da chiederti come mai in altri posti con temperature ben piu' alte, nonostante il riscaldamento muscolare piu' intenso che puoi pensare di fare, nonostante l'ammassarsi di maglioni sotto la giacca, nonostante le sciarpe, i berretti e i fottutissimi guanti pelosi, faccia molto piu' freddo a casa tua che in questa landa nordica cosi' vicina al polo.
metti una sera che ti capita di fare alcune cose che non facevi da tempo, metti che nel farlo hai pure la fortuna di essere circondato da un amico, un buon conoscente, una nuova amica ed un perfetto sconosciuto.

metti che dopo una giornata di lavoro neanche troppo intensa, ti capita di andare a fare un giro soli per il gusto di farlo, osservando rapito i negozi che chiudono ad orari assurdamente prematuri, mentre ti permetti di scattare qualche foto alla citta' mentre il sole si congeda e lascia dietro di se pallidi ricordi sotto forma di raggi, con colori che si vedono dalle tue parti solo in alcune giornate particolarmente memorabili, in autunno.
metti che nonostante l'attesa fuori dalla porta per circa 20 minuti riesci ancora a mantenere il buonumore, e che qualche minuto di calore casalingo riportano la tua voglia di vivere al massimo, pronto per uscire ed affrontare la serata.
metti che sali su un taxi tanto e' in conto spese, vai a raccattare il tizio che e' un buon conoscente, forse quasi un'amico, ed assieme algi altri due vi dirigete verso il ristorante.

metti che il ristorante si trova a christiania, che glie' un bel posticino, non solo per la liberta' anarchica che si respira nonostante la decadenza un po' demode' che puo' risultare quasi fuori luogo (ma tanto siamo in danimarca, e in quanto paese nordico siamo abituati ad accettare un liberismo di piu' ampio respiro rispetto alla terronica italia, ma d'altronde il papa ce l'abbiamo solo noi).
metti che con il buon conoscente che col passare della serata diventa sempre piu' amico si va a fare spese, metti che ci si veda con gli altri dentro il ristorante e metti che la sorpresa che ti coglie quando entri li dentro e' cosi' piacevole da farti dimenticare per qualche secondo dove ti trovi.
metti che il legno da sempre ha un che di caldo e mangiare in un posto pieno di travi di legno, col caldo tepore che si apprezza solamente quando fuori fa un freddo cane aumenta a dismisura il tuo piacere, metti che ti siedi e che neanche l'arrivo del quinto tizio, sconosciuto ma con un che di familiare (assomigliava sinistramente all'amico di truman nel film truman show) riesce a rovinare l'amosfera piacevolmente rilassata che e' scesa fra di noi.

metti che dopo un po' si scopre che anche all'interno di questo ristorante, stranamente caro anche per gli standard nordici nonostante la sua locazione popolare, ristorante frequentato da manager in cravatta, ragazzini pseudoricchi, famiglie con pargoli a carico che scorrazzano liberamente fra le gambe dei camerieri abituati a tali digressioni dal sofisticato (ah ah) galateo nordico , si applicano le stesse regole liberitarie che hanno reso famoso questo strano parco in tutta europa, e metti pure che a mo di aperitivo decidiamo di provare quella nebbiolina purpurea immortalata dal piu' grande ed eclettico chitarrista di tutti i tempi. metti che sale la fame, che e' cosa buona e giusta, metti che dopo tutto cio' il cibo e' pure molto buono, e che si lascia mangiare con una leggiadria incredibile per un pezzo di carne si tanto grosso.

metti che finita la serata mangereccia, ci sia pure una coda, programmata in anticipo ma sbagliando i numeri, e che si deve andare a cercare un biglietto, visto che da li a poco avrebbero suonato nientepopodimeno che i Jet, nascente band finto rockettara che aggiunge al panorama rock solamente qualche strumento in piu' suonato in maniera maldestra. metti che la fortuna e' dalla nostra, e nonostante il tutto esaurito (danese, quindi vuol dire che si vende un numero di biglietti effettivamente equivalenti alla capacita' del locale, anzi, visto che la sicurezza arriva prima di tutto, si lascia abbastanza spazio per farsi i cazzi propri e non venir sommersi da ascelle putride e collanine d'oro spesse come un dito) si riesce a trovare un biglietto sborsando poche corone in piu' del prezzo di botteghino, e metti che entrando ci si ritrova in un set di un film d'altri tempi, con l'atmosfera spalmata nei muri, nelle sedie, nelle birre che si bevono e nelle ragazze discinte che ti ricordano che la maggiore eta' e' un requisito necessario per evitare la galera in caso di processo.

metti che dopo qualche altro assaggio di nebbiolina propedeutico per una migliore fruizione del concerto imminente lascia un'umore davvero rilassato, e metti che nonostante riamanga solo con lo sconosciuto per una mezzora rimango rinfrancato dalla sua pacatezza, dalla sua normalita' assoluta, in un'ambiente (lavorativo) in cui se non fai carriera e se non hai girato per il mondo sei una mezza merda, metti che davvero dopo un'attimo di snobismo mi rendo conto della normalita' della vita o dell'eccezzionalita' dell'ingiustizia del sistema di human resources che da' opportunita' a me che sono una mezza sega e lascia al palo gente magari in gamba ma che non ha il "profilo" giusto. metti che poi ci si alza, perche' stanno per cominciare gli stands, band di supporto piu' che degna, che nonostante un paio di pezzetti a meta' strada fra i birds e i ragazzi che suonano sotto il mio garage, riescono a tirarti fuori un paio di pezzi con la giusta energia e il senso ipnotico.

metti che nonostante il gigante che decide di pogare durante una canzone che non era per niente pogereccia, riesci pure a salvare i piedi e a riportarli a casa tutti interi, proprio mentre i derelitti finiscono la loro scaletta, metti che sopporti anche il cambio di palco da parte degli sfigati del music business, i cantanti falliti e i suonatori sfortunati che si riciclano come uomini di palco, metti che alla fine, finalmente, arrivano sti cazzo di jet, che a te non frega manco un cazzo, ma tanto e' uguale perche' la serata e' cosi' bella che potrebbero suonare anche i pantera o i judas priest che riusciresti a divertirti comunque.

metti che i jet non sono davvero un granche', nonostante il cantante ce l ametta tutta, conquella sua scapigliata pettinatura che ricorda un'oasis degli esordi, e che qualche pezzo e' pure passabile, alla fine.
metti che tutto cio' lo condividi con uno dei tuoi migliori amici, qui quasi mai menzionato ma che ha reso la serata ben piu' piacevole di quel che potresti mai descrivere con quattro (piu' o meno) parole messe in croce, lo stesso celebrato qualche post fa, e che concludi la serata, nonostante la stanchezza, come dei fratelli da lungo tempo divisi ad impazzire dietro ad una tastiera mentre dei negroni si contendono una palla per buttarla virtualmente dentro un canestro,
metti che tutto cio' e' perfettamente in grado di rimetterti in pace con la vita, il mondo e la recente stanchezza e nervosimo dovuti ad una casa che sembra allontanarsi invece di avvicinarsi.
metti tutto cio' assieme,ed avrai una bella serata a copenhagen, dove il freddo e la birra si fanno compagnia, le ragazzine incuranti di entrambe leggiadre si muovono per la strada, ed il tempo passa con quella sua incredibile ed inarrestabile cadenza.
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