come un bardo mi muovo in questo mondo, tralasciando i dettagli della cultura per adattarli all'avventura corrente.
ignoro i messaggi del master e stupidamente dimentico le lezioni apprese, non ricordando mai al momento giusto la formula magica adatta all'occasione, anche se son sicuro che in passato la conoscevo, perdio, ed ora mi tocca reimpararla daccapo. ma d'altronde la magia e' cosi' che funziona, la impari e dopo un po', sia che tu la usi sia che tu non la usi, ti passa dalla mente, viene dimenticata ed in un attimo c'e' il vuoto , nessun ricordo ad aiutare i poveri mortali a qualche piccolo stratagemma.
la magia esiste, e su questo non ci sono dubbi.
fui iniziato all'empatia, ma in quanto pratica non convenzionale, rimane anch'essa relegata in un baratro di misconoscenze che tanto si accomunano con il rito magico. e in quanto tale, soggetta alle stesse impietose regole di memoria a breve termine.
per me almeno. i veri maghi sanno mantenere un refresh costante delle loro conoscenze, e raramente si trovano in difficolta' perche' hanno dimenticato la formula magica.
ma d'altronde il bardo e' un mezzo mago, un mezzo ladro, un mezzo guerriero ed un mezzo mistico. di tutto un po' , un calderone che raccoglie un po' di tutto ma il meglio di niente, lasciando i dettagli, l'arte, da parte. per concentrarsi in un'accozzaglia di conoscenze o abilita' che alla fine portano poco costrutto.
pochi bardi hanno raggiunto la soglia dell'eccellenza, se lo han fatto hanno dovuto per forza di cose abbandonare le molteplici strade che di solito si cercano di portare avanti contemporaneamente, concentrandosi in una o al massimo due, solitamente attigue o pertinenti.
il piu' grande bardo fu un'uomo del rinascimento, anche se la gilda mi avvisa che in realta' non era un bardo, bensi' un mago con un sacco di interessi ed un talento enorme, quindi c'e' poco da volersi comparare a lui. la gilda stessa rifiuta tale archetipo, non e' cosi' che funziona: nello statuto e' ben chiaro che l'eccellenza in tutto e' impossibile da raggiungere, che il bardo per definizione non e' un multiclasse con tutti i livelli al massimo. no.
il bardo naviga fra le pieghe della sua esistenza, raccattando un po' di qua e un po' di la, con alta capacita' di adattamento, una buona disposizione al sociale, indispensabile per raccogliere informazioni e stracci di arti magiche, destrezza necessaria per uscire da alcune situazioni scomode e quella giusta dose di coraggio che permette di scegliere con criterio che approccio usare per districarsi dalle situazioni piu' disparate.
al contrario del tuttologo comune, il bardo e' anche uomo d'azione, fisico per quanto possibile e per quanto permesso dal rigido statuto della gilda, deciso ed ispiratore, quando non colpito dalle frequenti crisi depressive che ammorbano la sua vita. ma d'altronde, questo prototipo di artista fallito, con poco talento per l'innovazione e con l'alta tendenza a prendere in prestito cose altrui (siano queste storie, incantesimi, oggetti, vite od esperienze) e' un personaggio prezioso, inusuale, bizzarro, che puo' tirare fuori dal cilindro il proverbiale coniglio, anche se spesso, nel farlo, fa intuire il trucco. non e' un vero prestigiatore.
il bardo ha la passione per le storie, anche se tende a saltare il significato intrinseco per concentrarsi sulla narrazzione, sui discorsi, sulle idee, perdendosi di fatto il succo e la parte artistica delle storie, ma come un bibliotecario, prende, cataloga, memorizza, per quanto possibile, sempre pronto a raccontare affabulando, tentando di imitare, se ne vale la pena, l'originale narratore, ripercorrendone i ritmi e riutilizzando le stesse parole, le battute, le pause. i la memoria, che tanti problemi a volte crea nel far ricordare le magie, qui in genere e' completamente al servizio dello sciovinismo del bardo, che spesso riesce a recuperare dalla sua vasta biblioteca, la giusta parola o la giusta citazione. spesso, pero' i collegamenti sono mancanti. il bardo non e' un vero tuttologo.
il bardo, fondamentalmente, e' un'indeciso. e' pavido, pauroso, insicuro, e per vincere questa sua insicureza, con la classica legge del contrappasso della personalita', ricerca una platea, dove potra' finalmente ricevere le conferme alle sue insicurezze, anche se non saranno mai abbastanza, e anche l'applauso piu' lungo non verra' mai pienamente apprezzato. una volta raggiunto l'apice, con fare anche un po' fastidioso, cerchera' di scrollarsi di dosso la popolarita' e il rispetto appena guadagnato, appena vinto, appena vissuto.
che forse al bardo piaccia piu' un'altro ruolo? d'altronde non e' un'artista, e non ricerca le stesse conferme che l'artista ricerca, no, la sua e' forse la vera natura umana ridotta alla statura umana. un'insoddifazione cosi' ad ampio raggio, che stimola allo stesso tempo, come da tempo immemore l'insoddisfazione fa agli esseri umani, spingendolo ad espolare tutto l'esplorabile, e, una volta finito e raggiunte le colonne d'ercole, oltrepassarle, senza magari capirle, ma tante' che il traguardo deve essere sempre qualche chilometro piu' in la.
cantore dell'esistenza umana, senza peraltro averla vissuta completamente, al limite immaginata, costruita goffamente a tavolino, perche' l'empatia che tanto sarebbe d'aiuto, e' una magia che usa raramente, perche' spesso la sua mente e' distratta da altre piccole magie, da altre piccole storie, magari contraddittorie, ma tanto nel calderone c'e' un sacco di posto, c'e' un sacco di spazio, anche se in realta' fose non e' cosi, forse c'e' un limite a quanto un bardo sia in grado di utilizzare. o forse il limite e' il mio. sono un bardo di basso livello, troppo poco coraggioso per non vivere a lungo e troppo stupido per riuscire a crescere di livello in maniera organica, come suggerito dalle gilde. si procede quindi in maniera erratica, piu' attratto dal nuovo, dal diverso e dall
'intuizione della genialita' per concentrarsi sullo stimolo che la genera, su cio' che muove tutto cio' e su cio' che ne e' la vera essenza e natura.
razza infame, quella del bardo. inutile.insoddisfacente. benche' odi gli specialisti, i monoclasse, a volte li invidia, constatando la sua totale inconcretezza.
impossibili i paragoni, se non con altri bardi, ma anche li, complice il mio basso livello, e' un'altra battaglia persa, un'altra fonte di rabbia e rancore per il genere umano.
e per essere un bardo, sono anche un bardo riuscito male. con le caratteristiche al limite della definizioen della mia classe, quelle appena necessarie per far si che la gilda avesse accettato la mia domanda di affiliazione, forse anche un po' sotto i requirements. ma tante'. in piu' son goffo. che e' un po' una contraddizione per un bardo, ma a volte serve uguale, visto che il fine e' sempre lo stesso, distrarre, spostare l'attenzione, anche se a dire il vero l'insoddisfazione rimane, visto che so che le cose andrebbero fatte in'unaltra maniera.
maestro delle toppe, delle soluzioni raffazzonate, inquanto bardo di basso livello a volte ricorro a mezzucci, misinterpretazioni di me stesso e del mio ruolo.
delirio di incongruenze, sognatore, disertore ed anarchico per natura. mi piace cosi'. forse alla fine e' la mia forza, forse dovre lasciare la gilda, fare finalmente una scelta ed imboccare con entusiasmo una sola strada, ma non lo faro' mai, perche' oltre all'indecisione, rimane forte il desiderio di sorprendere , eccellere in tutto, anche se alla fine non si riesce ad eccellere manco in una cippa di minchia. curioso come l'odio viscerale per la parola "mediocre" sia in realta' cosi' spesso accomunabile al livello delle mie performance. mediocre cantore, mediocre scrittore, mediocre mago, mediocre acrobata, mediocre ladro, mediocre guerriero, con varie di queste capacita' che raccattano un giudizio cosi' insoddisfacente piu' per la generosita' dello scrittore che per un'effettiva valenza reale (lo scrittore onesto direbbe mediocre cantore, mediocre scrittore, pesssimo mago, acrobata e guerriero, mediocre ladro).
siamo cio' che appariamo. e il bardo e' cangiante, cosi' bravo e cosi' impegnato ad essere multiforme che ha da tempo perso la cognizione di se stesso, per sostituirlo con questo melting pot, questo brodaglia insipida che non vale nulla presa tutta assieme, anche se alla fine ha un suo perche' a seconda della faccia che il dado rotolando mostra, se la circostanza e' quella giusta.
forse piu' disonesti del dovuto, ma si potrebbe arguire che c'e' di peggio, che alla fine i cretini di ogni eta' sono molto piu' in basso nella scala evolutiva, e la mancanza di una scelta di vita non debba per forza di cose essere considerata negativamente. non e' un caso se i bardi esistono da tempo immemorabile, anzi, probabilmente un bardo un po' piu' dotato diede inizio ad un sacco di cose , tra cui forse l'arte stessa.
rimaniamo soli con noi stessi, mai convinti dell'onesta' altrui, perche' impossibilitati ad essere onesti con se stessi, non perche' si abbia paura di farlo, ma perche' proprio per natura, il nostro io piu' profondo e' cosi' radiclamente soggiogato dalla nostra classe di appartenenza, da diventarne un tutt'uno.
vorrei tanto riuscire a ricordare i sogni che faccio di notte.