[Fanfic] A walk in the park

Jan 04, 2012 10:58

Titolo: A walk in the park
Fandom: DC Comics - Lovvoverse
Beta: namidayume
Personaggi: Tim Drake, Mar’i Grayson, James Gordon Jr., Pamela Isley
Rating: Pg
Conteggio Parole: 1.158 (W)
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Note:
• Allora, questa cosa, sostanzialmente, nasce dalla mia voglia sfrenata di giocare con un Batman, un Robin, un Gordon e il villain di turno. XD Perciò niente, non ha chissà che importanza canonica per il Lovvo, ma ne ha tanta per il mio personale gaudio. Tra l’altro, Nami era tipo un secolo che cercava di farmi scrivere su Tim e Gordon e con questa fic sono finalmente riuscita a smettere di farmela sotto (\o/) e a scrivere un po’ di loro. Risente da morire della mia rilettura di No man’s land e del rinnovato amore per Pam. ♥
• Canonicamente parlando, btw, è inserita verso la metà/fine del 2018 e si basa sul fatto che i veleni che Claruccia vende iniziano un bel po’ a circolare e vengono usati dalla mafia per i propri scopi. Pam non è affatto entusiasta della scelta di Clara, perché sa benissimo che finirà col mettersi in pericolo, ma allo stesso tempo non le fa mai mancare il suo affetto e la sua protezione. ♥ Ovviamente tutti questi meccanismi interni al Parco e l’identità della gente che gira intorno a Poison Ivy sono sconosciuti all’esterno.
• La pianto di blaterare! \o/
• Ma prima vorrei aggiungere che se morissi scrivendo di Batman!Tim, morirei felice.
• Il titolo è rubato alla DC, precisamente all'arc dei Detective Comics #751/752, ambientato subito dopo No man’s land. Sì, giusto nel caso in cui i millemila riferimenti non fossero abbastanza.


A walk in the park

«Scoperto qualcosa?»
Gordon lo osserva con un ghigno pieno di scetticismo, come se non si aspettasse di ricevere chissà che informazione. Tim non ha ancora capito perché abbia accettato di fornirgli quei campioni di sangue, ma ha la sensazione che lo stia mettendo alla prova o usando per scopi personali. Vorrebbe poter non collaborare con lui, eppure non ha alternativa.

«Noi scopriamo sempre qualcosa, commissario,» replica Robin, le mani appoggiate sui fianchi e un ghigno furbo sul viso.

«Ah sì, bambina? Allora fatemi vedere cos’avete,» è la pronta risposta dell’uomo, mentre sposta lo sguardo su Batman, tradendo una leggera impazienza.

Impassibile, Tim gli allunga le provette contenenti i campioni, analizzati alla caverna qualche ora prima. «Scopolamina e aconitina,» comincia, «si trovano nelle--»

«Piante,» lo interrompe il detective, prendendole, «lo so.» Continua a sorridere mostrandogli quanto poco l’abbia impressionato, mentre affonda una mano nella tasca del cappotto e tira fuori il pacchetto di sigarette. «Quindi?» domanda, accendendone una. «Come ci sono finite nel sangue di questa feccia? Diamo ragione a chi dice che c’è una nuova Poison Ivy in città?»

Batman scuote la testa. «Ne dubito, ma se è così lo verrò a sapere.» Estrae un rampino dalla sua cintura e lo lancia sul tetto opposto, imitato da Mar’i che, con una capriola, salta sulla balaustra.

«E come pensi di fare, ragazzo?» chiede ancora il detective, la canzonatura nel tono sottile, ma evidente.

«Ho i miei metodi,» sibila Tim, lanciandosi nel vuoto.

Robin si ferma un momento in più, guardando indietro verso Gordon. «Dovresti davvero iniziare a fidarti di lui, sai?» lo ammonisce; non attende nessuna risposta prima di lanciarsi a sua volta.

*

«Se vuoi puoi rientrare prima,» le dice Batman, quando atterrano nella strada deserta. «Qui credo di potermela sbrigare da solo.»

«Non esiste!» replica la ragazza, quasi scandalizzata di fronte a tale prospettiva. «Non mi perderei una visita al parco per niente al mondo.»

Tim annuisce, accennando un piccolo sorriso, poi le raccomanda di stargli vicino e si avvia verso uno dei muri di cinta, scavalcandolo senza difficoltà insieme a Robin.

Il Robinson Park di notte sembra qualcosa di straordinario, estraneo, quasi sovrannaturale. È certo di non averlo mai visto così bello e rigoglioso, prima che Poison Ivy vi si insediasse, e nemmeno così tranquillo. Il silenzio è assoluto, cristallizzato, eppure non affatto preoccupante; nel momento in cui un ramo scricchiola e un leggero fruscio di foglie riempie l’aria, come scosse da un improvviso soffio di vento, Batman sa che non sono più soli.

Si immobilizza, voltandosi verso la fonte di quei suoni proprio mentre la figura di Pamela Isley si staglia contro lo sfondo di alberi. «Oddio, è bellissima,» soffia fuori Mar’i, abbandonando per un momento la sua postura di difesa.

Sul viso della donna compare un piccolo sorriso di compiacimento, prima che, compiendo qualche passo in avanti per lasciarsi illuminare dalla luce, la sua espressione torni fredda e impenetrabile. «Perché sei venuto? Non è accaduto nulla nel parco, di recente,» domanda all’uomo. Non dice Batman, nessuno dei vecchi villain di Gotham lo chiama Batman, non ancora, ma a Tim non dispiace fino in fondo se si tratta di un segno di rispetto per Bruce.

«Non nel parco,» concorda, «fuori.» Le racconta delle tracce di veleni vegetali trovati nei corpi di criminali da quattro soldi, veleni di cui lei è la massima esperta, dell’ipotesi, che cova già da qualche tempo, di qualcuno - un’allieva, forse? - che sta seguendo i suoi passi, l’uno dopo l’altro.

Un’emozione indefinita che passa negli occhi di Pamela lo convince di avere ragione. «Se si tratta di qualcuno nel parco dovresti dirmelo. L’accordo era che non ci sarebbe stata nessuna attività criminale, qui.»

«L’accordo era che non ci sarebbe stata nessuna attività criminale da parte mia,» lo corregge la donna, avanzando fino a fronteggiarlo. «E io non ho fatto niente. Mi hai capito? Niente,» continua.

Robin riprende la sua posizione difensiva, pronta a scattare in avanti al primo segno di minaccia, ma la mano di Tim che si stende in avanti ad impedirle di reagire la fa tornare immobile. «Ti credo,» afferma Batman, «ma se si tratta di un membro della tua comunità--»

«Li tengo al sicuro,» lo interrompe Ivy, brusca. «Li tengo al sicuro quando scappano dalle loro case, quando hanno necessità di cibo, rifugio, amore, quando là fuori non riescono più a trovare quello di cui hanno bisogno. Pensi che voglia vederli in pericolo? Pensi che mi faccia piacere se uno di loro decide che questo non gli basta più e mette a rischio la sua vita?» Si interrompe e respira a fondo, riacquistando la calma. «Non posso essere responsabile delle loro scelte, tesoro. Mi ci è voluto tempo per capirlo, ma ora so che non posso.»

Tim sostiene il suo sguardo, leggendo nei suoi occhi una leggera delusione, ma è Mar’i a parlare per prima. «Per quel che conta, Miss Isley, sta facendo un ottimo lavoro,» sorride, suonando quasi rassicurante. «Ho incontrato alcuni di loro, a volte, durante la ronda. Sono felici.»

Pamela accenna un altro sorriso, che non riesce, però, a cancellare le linee di preoccupazione sulla sua fronte. Batman annuisce impercettibilmente e si avvia verso il muro che hanno scavalcato. «Scoprirò di chi si tratta, lo sai?» afferma, senza voltarsi.

«Farai del tuo meglio, ne sono certa,» replica la donna. «Dopotutto è per questo che mi sei sempre piaciuto.»

L’uomo non dà segno di averla sentita, scomparendo oltre la recinzione. Robin le rivolge un ultimo saluto cordiale e poi lo segue.

*

Gordon non si aspetta nessun risultato, lo capisce solo guardandolo, e il suo orgoglio brucia appena nel sapere di dover dargli ragione. «È qualcuno del parco,» annuncia, rispondendo alla sua silenziosa domanda. «Ma ancora non so chi.»

«Lo immaginavo,» ribatte l’uomo, stendendo appena le labbra in un ghigno attorno alla sigaretta. «Dovremmo buttarla fuori una volta per tutte, non capisco perché nessuno se ne sia già occupato.»

«Stai scherzando?» interviene Robin, confusa. Salta a sedere sul parapetto e aggiunge: «Lei non ha fatto nulla.»

James alza un sopracciglio e sposta lo sguardo su Batman. «È pulita,» conferma quello, «non abbiamo ragioni per accusarla di alcun crimine.»

L’altro emette uno sbuffo incredulo, facendo cadere la sigaretta consumata e pestandola con il tallone. «Allora chi accusiamo?» domanda rialzando lo sguardo.

«Gli uomini morti,» comincia Tim, «avevano dei rapporti con le famiglie mafiose degli Asaro e dei Mandragora. Partiamo da lì.»

«Non è importante chi ha fabbricato il veleno, commissario, ma chi gliel’ha effettivamente dato,» spiega Mar’i, quasi con ovvietà. «Del resto ci occuperemo noi.» Si mette in piedi e, ad un gesto dello zio, è la prima a saltare giù dal tetto.

Batman si ferma un momento indietro. «Lascia fuori Poison Ivy da questa storia,» si raccomanda, la minaccia nel tono fin troppo evidente agli occhi attenti di Gordon.

L’uomo si porta una mano alla fronte mimando un saluto militare. «Agli ordini, Pipistrello,» lo schernisce. Tim decide di far finta di nulla e svanisce oltre la balaustra.

cronologia: 2017/2022, autore: cialy, pg: pamela isley, pg: james gordon jr, * fic, pg: tim drake, pg: mar'i grayson, verse: lovvoverse

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