Titolo: L’erba cattiva
Fandom: DC Comics - Lovvoverse
Beta:
namidayumePersonaggi:
Clara Jonson,
Michelangelo AsaroRating: Pg
Conteggio Parole: 439 (FDP)
Disclaimer: I personaggi della storia ci appartengono, ma tanto non ci lucriamo, quindi chissene. \o/
Note:
• Corre l’anno 2018, Clara e Michi sono entrati da un po’ nell’Injustice League, iniziando a farsi strada nella criminalità cittadina, e io li shippo il perché di questa fic ve lo spiego alla fine. XD
L’erba cattiva
I veleni sono allineati in piccole boccette colorate, a seconda della funzione. Clara impiega diversi minuti a sistemarle con cautela negli scomparti della valigetta, assicurandosi che ogni tappo sia ben fissato, che non possano urtarsi tra di loro, che il suo lavoro sia perfetto fino all’ultimo.
Quando finisce alza gli occhi verso Michelangelo, che ha atteso paziente in fondo alla stanza e lo richiama. Lui annuisce, va verso di lei e appoggia una mano sul coperchio, chiudendolo con uno scatto.
«Bene,» comincia, coprendo il rumore metallico prodotto dalla serratura, «domani ti porterò il tuo compenso.»
Nightshade fissa attentamente i suoi gesti, il modo in cui raccoglie la valigia e l’appoggia in verticale sul pavimento, con mille tintinnii di vetro che accompagnano il gesto. La sua mente è fissa su quelle bottigliette, sugli effetti che ogni distillato possiede, sulla morte e il dolore che appena una goccia di quei composti può causare. Sa che non dovrebbe, sa che il suo compito è da considerarsi concluso, ma non può comunque evitare di chiedere: «A cosa serviranno?»
Deglutisce, mentre il ragazzo aggrotta la fronte e abbassa lo sguardo, con un sorriso amaro che è un po’ di scherno, ma non solo. «Non deve interessarti quello che succede dopo,» dice, esattamente come Clara aveva previsto. «Il tuo lavoro è produrli e venderli, il resto non ti riguarda.»
Lei annuisce, torturandosi le mani, tuttavia il pensiero, l’insistente rimorso di coscienza, non accenna ugualmente ad abbandonarla. «Hai ragione,» concorda, ma il suo tono di voce non è per niente convincente come aveva previsto.
Michelangelo le legge addosso tutte quelle insicurezze. Appoggiando i palmi delle mani sul tavolo, si sporge verso di lei. «Come ti chiami?» chiede.
La domanda la lascia per un momento confusa. L’istinto, il primo, il più difficile da controllare, è rispondere Clara Jonson, come ha fatto per una vita intera, ma lo sguardo dell’altro le dice che non è quello che vuole sentire. «Nightshade,» afferma, quindi, per poi ripetere a voce più alta: «Il mio nome è Nightshade.»
Michelangelo annuisce soddisfatto, poi riprende: «Nel lavoro che facciamo non c’è spazio per sensi di colpa o sentimentalismi. Deve interessarti solo il tuo obiettivo e basta, il resto non conta.» Si rimette dritto e raccoglie la valigetta, preparandosi ad andare. Prima di voltarsi aggiunge con un vago sorriso: «E poi, solo degli esseri umani verranno danneggiati da questo. Niente che ti riguardi.»
L’affermazione la stupisce, ma appena per un istante. Mentre il ragazzo abbandona la stanza, Nightshade si dice che non c’è niente di sbagliato in quello che ha fatto, niente che può danneggiarla, niente per cui provare colpa. In fondo, riflette, degli esseri umani ha smesso di importarle già da diverso tempo.
Il perché di questa fic:
La cosa che mi ha sempre fatto amare Michi e Clara e il loro rapporto è il fatto che, di base, svolgono un percorso simile: vanno da persone generalmente “innocenti” (Michi, per quanto mafioso, fino ai diciotto anni ha comunque fatto la vita da ragazzo normale - che sapeva cose strane, ma normale; non aveva ucciso nessuno, non aveva rubato, non aveva fatto una pigna di niente XD al massimo aveva minacciato qualcuno di far arrivare papino, ecco) ad inserirsi a pieno ritmo nella malavita cittadina, anche di un certo calibro. Il processo, per forza di cose, è stato in Michelangelo più rapido - soprattutto perché è arrivato negli USA con il bisogno di ‘mettersi in mostra’, se vogliamo, di dimostrare il suo valore -, mentre Clara ha avuto bisogno di più tempo, ha avuto più dubbi. Michelangelo, all’interno dell’Injustice League, è stato uno dei pochi che capiva il suo dubitare e che l’ha aiutata a lasciarsi quelle incertezze alle spalle. ò_ò Quindi ecco, la fic - che volevo scrivere da tipo il 2009 e ci sono riuscita ora, eh, sappiatelo XD - nasce dall’intento di mostrare un po’ questo aspetto. ♥ E dal fatto che li amo molto entrambi, sì, anche quello.