Titolo: The End is Here
Fandom: BBC Sherlock
Pairings: Sherlock Holmes/Jim Moriarty, accennato Sherlock Holmes/John Watson
Parte: 1/1
Rating: NC-17
Beta reader: Nessuno
Warning: Rapporti tra due uomini, velatissimi riferimenti all'incesto, bondage, frustini
Conteggio Parole: 869
Disclaimer: Non possiedo BBC Sherlock e tutto questo non è mai successo.
Avvertenze: La pubblicazione di questo racconto in altra sede, senza il consenso dell'autrice, è assolutamente vietata.
Note:
1. Fanfiction scritta per la
Sherlock Week per la giornata dedicata a Sherlock&Jim. Ecco, io non so questa ff dove volesse andare a parare, volevo solo vedere se riuscivo a scrivere su Sherlock senza necessariamente infilarci Sherlock e John, in più avevo questo plot in mente... così c'ho provato. La fanfiction ben presto ha cominciato ad andersene per fatti suoi ed è diventata molto più wrong di quanto avessi inizialmente pensato. Scusatemi.
Ad ogni molto è un'esperimento, tornerò presto a scrivere Sherlock/John cicciopucciose.
2. I Commenti Sono Sempre Amore. Quindi, per favore, perdeteci 5 secondi se leggete xD.
- E dimmi, Sherlock, lui lo sa?-
Il cuoio del frustino sfiora il suo petto nudo, lo risale e lo accarezza: è una pressione minima, quasi impercettibile, che evita le zone più sensibili, ma la sola sensazione del materiale contro la sua pelle basta a farlo sospirare.
- Chi?-
Moriarty ride, quella sua risata di scherno capace di fargli desiderare di ucciderlo a mani nude, quella risata che, come una pellicola, sembra avvolgerlo e quasi soffocarlo.
- Ma come chi, Sherlock?! Il tuo dolce, leale e fiducioso dottore! Lo sa che ti piacciono certe cose, eh?-
Il frustino è sul suo collo adesso; Sherlock cerca di tendersi per aumentare il contatto tra il suo corpo e l'oggetto, ma le corde con cui è legato gli impediscono di muoversi, sfregano contro la pelle sensibile dei polsi e delle caviglie e il dolore ha un sapore così dolce: Sherlock sospira e si lascia di nuovo andare contro i cuscini, mentre apre gli occhi per osservare l'altro.
Moriarty è completamente vestito: indossa il suo solito completo nero e tiene una mano in tasca mentre l'altra regge il frustino; il bastardo gli sorride, sorride continuamente durante i loro “incontri”, dal momento in cui Sherlock entra nella stanza al momento in cui ne esce, barcollando e dolorante.
Sembra che non sappia far altro che sorridere.
Sorridere e torturarlo in modi così sottili e fantasiosi che il solo pensiero basta a far desiderare a Sherlock di potersi toccare.
- No, immagino di no, immagino non sappia nulla delle tue perversioni. Neanche il tuo caro fratello lo sa, vero?-
Qualcosa nello sguardo di Sherlock deve essere cambiato, perché Moriarty gli si avvicina all'improvviso e lo guarda fisso negli occhi, il suo respiro caldo contro le sue labbra, il suo sguardo folle ed allucinato che si riflette nel suo.
- Ma non mi dire! Non sarà mica stato il buon Mycroft ad iniziarti a certe pratiche? Chi l'avrebbe mai immaginato... voi Holmes avete tanti di quegli scheletri nell'armadio che persino per un professionista come me diventa difficile scoprirli tutti. -
- Va all'inferno!-
Moriarty si allontana da lui e con lui anche il frustino: Sherlock reprime un gemito e lo segue con lo sguardo.
- Non mi piace il tuo atteggiamento, Sherlock, non costringermi a diventare cattivo.-
Passano alcuni lunghissimi, snervanti momenti, prima che Moriarty gli si avvicini di nuovo: quando gli accarezza la guancia con il frustino, Sherlock lo guarda dritto negli occhi, reggendo il suo sguardo anche quando Moriarty gli infila una mano tra i capelli e tira, costringendolo ad avvicinare di più il suo viso a quello dell'altro.
- Adesso farai tutti quello che ti dirò o ti giuro, e tu sai benissimo che non scherzo, che ti lascerò legato qui. E mentre tu sarai impegnato a trovare un modo per liberarti, andrò a fare una visitina al tuo caro dottore e gli racconterò tutto dei nostri piacevoli incontri. Con gustose prove fotografiche naturalmente, sono certo che gli piaceranno da morire. -
Sherlock chiude gli occhi per un attimo e sospira: l'idea che John possa scoprire questo lato di lui, questa parte della sua persona di cui gli sembra non potersi liberare, che sembra una maledizione che pesa su di lui da sempre, è abbastanza per farlo capitolare.
Annuisce appena e sente Moriarty ridere di nuovo.
- Leccalo. -
Sherlock apre gli occhi quando sente il frustino contro le labbra.
- Su, da bravo. -
Il sapore del cuoio gli si spande in bocca e Sherlock deve resistere alla tentazione di voltare la testa: Moriarty sospira e per la prima volta il suo sorriso viene sostituito da un'espressione vogliosa e felina.
- Irene aveva proprio ragione, sai? Viene quasi voglia di mangiarti vivo, piano piano, un pezzo per volta, per far durare più a lungo l'estasi che deve dare sporcare la tua bella pelle candida di sangue. -
Allontana per un attimo il frustino dalla sua bocca per colpirlo sulla guancia, abbastanza forte da fargli provare una scarica di piacere che gli provoca un gemito basso e gutturale, al quale Moriarty reagisce con una risata soddisfatta.
- Terrei il cuore per ultimo naturalmente. O forse lo manderei al tuo John. Non ho ancora deciso. -
Sherlock riprende a leccare il frustino, con gli occhi di Moriarty sempre puntati su di lui: lo guarda mentre si lecca le labbra, mentre sospira, mentre si passa pigramente una mano sul gonfiore che ha tra le gambe.
Quando glielo infila con più forza in bocca, Sherlock deve fare appello a tutto il suo autocontrollo per trattenere i riflessi della sua gola: c'è un piacere così terribilmente perverso, primordiale, doloroso nell'essere completamente nelle mani di Moriarty, nel lasciare che l'altro gli faccia tutto quello che vuole, nel dolore sempre più intenso che le corde che sfregano contro la pelle gli provocano, nell'umiliazione che subisce.
Moriarty gli toglie il frustino di bocca e Sherlock respira di nuovo liberamente, mentre l'altro lascia scorrere l'arnese umido della sua stessa saliva sul suo petto.
- Sei stato bravo, molto, molto bravo. -
La voce di Moriarty è un sussurro crudele ricoperto da una patina dolce e carezzevole.
- Adesso... -
Sherlock lo osserva mentre inizia a spogliarsi.
- Facciamo sul serio. -