Titolo: “Sono le due facce della stessa Medaglia”
Fandom: RPF 30 Seconds to Mars
Rating: Rosso
Genere: Erotico (obviously)
Note: Slash, lemon, selfcest
Personaggi: Jared Leto and Jared Leto
Note: Sto battendo il mio fottuto record personale di storie in una sola giornata, mi sto stimando alla grande!XD
Sempre in lode al
p0rnfest#4, questa FF è nel fandom dei nostri amatissimi 30 Seconds to Mars per il prompt “Selfcest - The Kill”. Spero che non sia una schifezza (come dico sempre)!X3
Non riesco a smettere.
Non smettere.
Non potrò continuare per sempre.
Sì che potrai.
“Sono le due facce della stessa Medaglia”
Sei così bello che prima o poi mi ucciderai.
Lo so.
Sei anche un fottuto arrogante.
So anche questo.
Dimmi che mi vuoi.
Ti voglio, ti voglio così tanto che sarei disposto ad ucciderti per stare con te.
Allora prendimi e smettila di urlarmi contro.
Jared non se lo fece ripetere, lo prese, lo sbatté contro lo specchio mandandolo in frantumi, i frammenti di vetro caddero a terra riflettendo migliaia di volte la loro immagine, Jared Leto e Jared Leto a confronto, che si fissavano con un odio, con un ardore che spaccava l’anima, la trapassava e la violentava senza riguardo.
Lo baciò con foga strappandogli il respiro, mordendogli le labbra e vezzeggiando la sua lingua con proposte indecenti che accettò senza preamboli, si lasciò trascinare in un lungo gioco umido e caldo che si approfondiva sempre di più, gli lucidò il palato succhiando i suoi ansiti, gli infilò le mani nei capelli neri fino a tirarli, fino a fargli male, fino a costringerlo a mettersi in una posizione che gli lasciava scoperto il collo, su cui Jared affondò i denti facendolo urlare di uno strano mix di pudore, lussuria, dolore e voluttà. Passò la lingua sul segno del morso come per farsi perdonare, Jared si aggrappò alle sue spalle fremendo, poi fu il suo turno di prenderlo, lo spinse con forza e lo fece cadere sul letto di schiena, lo raggiunse e si sdraiò su di lui, di nuovo erano faccia a faccia, specchiandosi l’uno negli occhi identici dell’altro, si aggredirono di nuovo le labbra senza darsi il tempo di riprendere fiato, solo di iniziare a spogliarsi sfacciatamente, mani che si intrufolavano sotto le camicie, che strappavano bottoni, che toccavano la pelle nuda bruciandola solo col calore della propria libidine, presto si ritrovarono mezzi nudi a stretto contatto, a cercarsi e odiarsi a vicenda.
Sei una puttana.
Lo sei anche tu.
Jared ribaltò le loro posizioni, gli tenne bloccati i polsi sopra la testa con una mano, mentre con l’altra gli graffiava la linea mediana del torace, scendendo fino al ventre, fino a solleticare l’ombelico per qualche languido secondo, e poi risalire il suo corpo e andare a seviziare i capezzoli, Jared tentò di divincolarsi ma l’altro non glielo permise, gli morse il labbro inferiore trasformandolo poi in un bacio passionale, mentre le sue dita continuavano a traviarlo senza vergogna, sentiva i suoi sospiri spezzati contro il petto, i suoi ansiti soffocati dall’orgoglio, Jared si stava lentamente sciogliendo sotto di lui come una bambola di pezza.
Si divisero quel poco che bastava perché i loro sguardi si incontrassero, avevano il viso arrossato e il fiato corto, pelle contro pelle, madidi di sudore, e caldo, tanto caldo che sembrava voler gridare qualcosa di osceno alle orecchie di ognuno.
Accavallò le gambe quando Jared sopra di lui gli spinse un ginocchio tra le cosce, i suoi muscoli si tesero, lucidi e sodi, inarcò la schiena emettendo un gemito, cercò di liberarsi, Jared glielo concesse, cogliendo l’occasione per strappargli di dosso la camicia e spogliarlo integralmente, lasciandolo completamente nudo sotto di sé.
Sei bellissimo.
Lo so. Anche tu lo sei.
Lo so.
Si strinsero in un abbraccio famelico, animalesco, strusciandosi selvaggiamente, lottarono tra labbra e corpi finché anche Jared non fu denudato del tutto, affondarono tra le lenzuola rosso sangue tra baci e graffi, tra sospiri e gemiti incontrollati.
Ti detesto.
Io ti amo.
Anch’io ti amo.
Anch’io ti detesto.
Jared lo bloccò sotto di sé con le spalle, lucidandogli la lingua con la propria, affondando sempre di più, ansimando sotto le sue mani esperte che sapevano benissimo dove andare per alzare il piacere a dismisura, non voleva che lo cogliesse impreparato, non voleva che fosse lui ad aver ragione su di lui. Anche se sapeva che sarebbe sempre stato così.
Portò la mano tra le sue cosce, Jared represse un gemito improvviso, gliele dischiuse con un riguardo insolito, con una calma inaspettata, lo deflorò con lentezza, Jared si irrigidì per un attimo, serrando gli occhi, faceva male, faceva talmente male che era la cosa più eccitante che avesse mai provato in vita sua. In vita loro.
Jared lo baciò di nuovo iniziando a spingere, senza troppa delicatezza né troppa foga, si dondolò gradualmente piantando le unghie nel lenzuolo, lentamente anche Jared cominciò ad assecondare le sue mosse muovendosi all’unisono con lui, e prima che potesse rendersene conto il tempo aveva iniziato a dilatarsi all’infinito, facendo sì che quel peccaminoso gioco di sensi diventasse torbido, intenso, viscerale, finché non risvegliò in un lui una marea di sensazioni che credeva morte, finché non gli strappò un urlo di vero godimento, si arrese, aprì le gambe e lasciò liberamente che Jared lo possedesse come meglio preferiva, avanzando in lui sempre più con forza, esplorando zone che gli restituirono un piacere inumano ad ogni impulso, che gli fecero battere il cuore cento volte più veloce, che lo fecero sentire uno strumento di piacere per se stesso, era folle, così folle da essere magnifico, talmente folle da essere perfetto.
Non riesco a smettere.
Non smettere.
Non potrò continuare per sempre.
Sì che potrai.
Ansimò implorante aggrappandosi al polso di Jared quando questi aveva solo sfiorato un punto decisivo, il centro nevralgico del suo intero organismo, chiuse gli occhi lasciandosi trascinare all’inferno, in quel maledetto inferno di piacere in cui sapeva che non avrebbe mai dovuto mettere piede, eppure ormai c’era, e non ne sarebbe mai voluto uscire; Jared sfregò il viso contro il suo in preda ad un’identica passione travolgente, si persero all’unisono negli stessi gemiti inarrestabili finché il desiderio non arrivò a scontrarsi violentemente con il proprio limite, scatenando un’ondata di piacere allo stato puro che li accecò nello stesso interminabile istante, fu eterno, fu come unirsi fin nell’anima, mischiarsi assieme e non riuscire più a capire dove iniziasse e dove terminasse, un orgasmo potente che li distrusse e li fece rinascere nello stesso istante.
Sei mio.
Sono tuo.