[Marvel, fanfiction] - Dreamland parte 2

Jul 02, 2010 14:33

Dreamland (parte 2 di 2)
 fan-dom: Marvel, Alpha Flight (AU)
personaggi: Alpha Flight in generale (Jean marie baubier, Jared Korbo, Narya, Elizabeth Twoyoungmen, James Hudson (clone), Louis Sadler Jr. , più altri membri del team nominati in generale), Regina dei Sogni
rating: G Challenge: 333 challenge @ comics_italia
Prompt: sogno
Conta: ben oltre le 500, questo è certo :)
note: ok, tecnicamente, seppur parecchio vecchio, questo lavoro è inedito, perchè, nonostante stessi scrivendo un'ongiing di Alpha Flight (credo che questi dovessero essere gli episodi intorno al 40-44) per una serie di motivi ho smesso di scrivere, ehm, pubblicare, e così, questo arco narrativo è rimasto nel cassetto (almeno, credo. sono abbastanza certa di non averlo pubblicato da nessuna parte. non che io ricordi, almeno). volevo scrivere qualcosa su SOGNO , ma non avevo ispirazione, poi mi è venuto in mente questo arco narraiutvo ceh avevo lì, nel cassetto, bello e pronto, e zac! ecco fatto! siate compassionevoli, quetsa robetta è stata scritta ancora prima che civil war usicsse in America! (questo lo so, perchè volevo chiudere la serie e riaprire con omega flight in concomitanza con 'omega flight che era uscita ai tempi dell'immediato post civil war...)
Comuque, note essenziali da sapere per capire questa storia:
1)Alpha Flight non lavora più per il governo canadese, ma è divenuto un gruppo indipendente, i cui membri, di tanto in tanto, fanno da tutor a giovani con super-poteri;
2)Louis Sadler Jr è un mutante con super-poteri. no, non era il suo, di cavallo, ad averli i poteri. (Seconda Serie di Alpha Flight. ho pietà della marvel.)
3)Walter langowsky ha lasciato il gruppo dopo essere stato di nuovo posseduto da Tanaraq, stavolta però, nel tentativo di liberare le altre Bestie attraverso uno squarcio nel multiverso, ha quasi distrutto l'intero multiverso. Tra i vari caduti nella lotta, la sua compagna, una telecineta di nome Sophie (nome in codice Obscurity), che, seppure non amasse più Walt, era rimasta al suo fianco nella speranza ceh i snetimenti che lui ancora provava per lei lo mantenessero attaccato alla sua umanità
4)mmm.... credo sia tutto...


Alpha Flight: Dreamland -Time to get down (parte 3)

Montreal,Community Hight School (o ciò che appare…)
“Mi auguro che tu abbia ragione Liz, sugli altri intendo, e che tu riesca a risvegliarli. Non so cosa potremmo fare da soli.”
“Se è per questo, non so nemmeno cosa potremmo fare con loro. Per ora sto andando avanti per ipotesi, in base a quello che conosco e ricordo della Regina. Potremmo impegnarci e cercare di svegliarci, certo, e forse potremmo anche riuscirci. Bada bene,ho detto forse. Ma il punto non è questo. Il punto è che dobbiamo avere la certezza che anche gli altri ne escano fuori, e soprattutto, dobbiamo scoprire cosa quella strega ha in mente per poterla fermare. Quella… creatura è estremamente machiavellica. Adora le macchinazioni, e non mi stupirei se questo non fosse altro che il risultato di un piano iniziato a intessere chissà quando. So che non è molto da super eroi dire una cosa del genere, ma credo che l’unico modo per porre fine alle sue brame sia quello di fermarla… in modo definitivo.”
“E’ davvero così potente… e così malvagia?”
“Ti basti sapere che suo padre era un demone di livello superiore e che l’ha imprigionata in un regno ultraterreno prima ancora che nascesse,e le ha sempre impedito di fuggire. Perché sapeva quanto potente sarebbe divenuta.”
“Il rapporto padre/figlio che ho con mio padre, improvvisamente mi sembra a dir poco idilliaco…”
“c’è poco da scherzare Lou, ora come ora c’è solo da sperare che gli altri si rendano conto di cosa stia succedendo. E soprattutto che se ne renda conto chi, volente o nolente, sta aiutando quella strega a farci questo…”

Da qualche parte,nella realtà.
Nel suo letto, un bambino, forse nemmeno ancora adolescente, dorme. I suoi sogni non sono come quelli che aveva un tempo, popolati da terribili mostri,creature sovraumane malvagie e alieni desiderosi di conquistare la terra. Dopotutto, Tommy non è più piccolo. No,ora è cresciuto, e certe cose non le teme più. Sa che non gli possono accadere. Il fatto che non abbia più incubi non significa però che i suoi sogni siano divenuti meno strani, o meno reali. A volte nemmeno si rende conto che non siano sogni, a volte crede di aver davvero a che fare con la realtà. Altre volte, pensa di avere delle sorte di visioni. Ma tutto questo a Tommy Gibson non importa, perché i suoi sogni sono tranquilli, sono belli, popolati da una bellissima fata dai capelli color del mare e dall’abito come il tramonto, che con lui e con le creature magiche che popolano il suo regno (perché la bellissima fata è anche una principessa, orfana dei sovrani suoi genitori) gioca, parla, passa il tempo. Forse Tommy è troppo cresciuto anche per questo, ma non gli importa. Questo sogno è troppo bello per rifiutarlo, per non volerlo fare più, e così, mentre la madre entra in camera sua per vedere che dorma e spegnere la luce
Sul suo comodino, che rigorosamente lui dimentica sempre accesa, il piccolo si gira su un fianco, facendo un leggero sospiro, ed è allora che cambia posizione il pendente in legno appeso al laccio nero che porta al collo, una sorta di collana tribale che nessuno rammenta da dove provenga. Un pendente in legno che sembra proprio un piccolo totem…
Da un’altra parte, in un locale, un ragazzo più grande di Tommy, sui 18, o forse più, anni, dai corti capelli biondo-castani, appuntiti da una buona dose di gel, vestito con una maglietta nera piuttosto larga e con scritte bianche, jeans sdruciti, scarpe da ginnastica slegate e catene al posto della cintura, osserva il gruppo hard-rock sul palco suonare la cover di una canzone che gli pare di già conoscere,ma che remigata in questo modo non sembra riconoscere appieno, e mentre sorseggia una birra direttamente dalla bottiglia, incurante, tutto sommato, di cosa gli accede intorno. Forse non è vera incuranza la sua, ma disinteresse nei confronti di un mondo -e di persone - che altro non hanno fatto che prendersi gioco di lui, dandogli sogni e illusioni, speranze da coltivare che all’apparir del vero altro non si sono dimostrate che bugie, inganni, prese in giro… Martin vorrebbe usare altri termini, certe volte, ma al momento non gli importa, perché sta solamente restituendo ciò che la vita gli ha riservato, con tanto di generosi interessi. E mentre lui si massaggia le tempie che da giorni,forse settimane, gli dolgono, con un mano sfiora il laccio di cuoi che nasconde sotto la t-shirt, un laccio a cui è appeso un ciondolo in legno, un piccolo totem, di cui non ricorda la provenienza,ma da cui non riesce a separarsi. E intanto la band continua a suonare la canzone che non riesce a togliersi dalla testa…
What goes around just comes around this is the sound it’s time to get down...
What goes around just comes around this is the sound it’s time to get down ...
What goes around just comes around this is the sound it’s time to get down...
What goes around just comes around this is the sound it’s time to get down ... just time to get down... it’s time to get down... it’s time to get down...it’s time to get down...it’s time to get down...it’s time get down...*
E qualcuno, da qualche parte, osservando i due ragazzi, si compiace dei risultati che sta ottenendo, e pensa che sì, può prendersi il lusso di accelerare le cose, perché le pedine sono ormai alla sua mercede, e tergiversare potrebbe solo dare altro tempo ad Alpha Flight di prendere le sue precauzione per fermarla, ancora una volta. E la Regina dei Sogni non vuole questo. La Regina vuole la vendetta. Vuole la libertà. Vuole un nuovo regno da plasmare a suo piacimento. Un nuovo regno da torturare come più le piace. Perché è questo ciò che lei ama, il perverso piacere che si prova nel vedere qualcuno soffrire e implorare pietà. Così, ancora una volta, la creatura umanoide protende la sua mano artigliata lontano da sé, per allontanare quella sfera con cui ha attentamente analizzato, osservato e pianificato ogni cosa. Ancora una volta, compiaciuta, si alza dal suo trono e si avvicina alla balconata di palazzo, e osserva compiaciuta l’esterno. Il compiacimento, una cosa che da molto tempo non provava più…un sentimento di cui aveva ormai quasi dimenticato il significato. Ma mentre assapora a pieni polmoni l’aria di quel luogo di magia, fuoco, pietra e cenere, non può che provare quel sentimento, perché presto la trama che da anni intesse con calma andrà a termine, presto lascerà il suo mondo e potrà finalmente stringere in una morsa di potere e terrore l’amata-odiata Terra. Presto tutto finirà, pensa mentre di nuovo assapora l’aria solforosa, presto tutto inizierà. La Regina osserva per l’ultima volta il suo regno, quello che per lei, quando era molto più giovane, era un parco giochi, e ricorda ancora una volta ciò che l’ha portata a questo punto…

Flashback. Molti secoli prima, il Reame dei Sogni…
Il suo nome è Zhilla Char. È un demone, di un tipo molto particolare. Lei è quello che i maghi chiamano “succubus”, una creatura che visita gli esseri viventi nei loro sogni, e che di essi si nutre. Notte dopo notte, cammina nel reame dei sogni per trovare l’energia onirica di cui necessita per sopravvivere. E’ una creatura fredda e astuta, ma non abbastanza, perché il desiderio maggior nutrimento l’ha spinta in un territorio proibito: il reame del demone Incubo, colui che nefasta con la propria presenza il riposo degli umani. Incubo è una creatura in cui sono riposti i peggiori istinti di coloro che l’hanno generato e che contribuiscono a mantenerlo in vita. Perché Incubo è nato all’inizio dei tempi, e vivrà fino alla fine di essi, fino a che un solo essere umano sarà rimasto sul pianeta. Ed è a causa della sua natura che Incubo non può che provare un desiderio,mentre scorge la giovane donna che cammina ai bordi del suo regno. E quella cosa, ciò che pervade il suo intero io, che lo brucia anima e corpo, si chiama desiderio. Un desiderio forte, un desiderio violento. Ed è così che lui fa Zhilla sua. Per lui, in quel momento, è come se lei non fosse lì, come se stesse giocando con un oggetto. Lei non è nulla, è giusto un passatempo. Un passatempo che non è degno della sua attenzione per nemmeno troppo tempo. Così, come improvvisamente si è avventato su di lei, così la libera dalla sua presa, e sogghignando la guarda. E con un gesto della mano, apre un varco e la getta al suo interno,mentre lei tenta con tutte le sue forze di opporre resistenza, come prima, mentre tenta di ribellarsi al destino che egli vuole scrivere per lei e mentre, piangendo, continua a piangere chiedendo perché.
“Perché? Perché nel momento in cui sei divenuta mia, io ho impiantato in te il mio seme. Seme demoniaco. E sapendo come sono io, posso ben immaginare come nostro figlio potrà essere. Perciò, non averne a male,ma preferisco eliminare la concorrenza sul nascere…”
“lurido maledetto bastardo…”
“sei troppo buona… su, fossi in te non sarei così arrabbiata. Dopotutto potrei ucciderti, ma non voglio farlo, perché, dopotutto, è mia la creatura che tu ora aspetti. Quindi mi limiterò ad esiliarti in uno dei mie reami, un reame da cui né tu né il piccolo potrete fuggire. Quindi non capisco perché tu sai tanto arrabbiato, dopotutto ti lascio vivere! Oh, aspetta, è vero…dimenticavo che i le madri demoni si dissolvono nel momento in cui danno alla luce i loro piccoli… accidenti, un vero peccato che tu sia destinata a morire, nevvero?” .
In quell’ istante, la donna perse la presa, e venne inghiottita dal vortice. Arrivata in quel mondo, tentò in ogni modo di uccidere il bambino che portava in sé, ma sempre quella creatura, che già aveva un profondo potere, riusciva a fermarla. Fu così che prese una decisione. Zhilla accettò quella creatura, ma attraverso i suoi poteri costituì con essa un legame che avrebbe dovuto spingere il nascituro a rincorrere la vendetta una volta abbastanza forte…
Venne infine il momento, e la donna diede alla luce il figlio che tanto temeva. Nell’istante in cui la creatura vide la luce per la prima volta, la madre, in un lampo di fuoco, sparì nel nulla, e la creatura neonata venne soppiantata da una copia esatta di chi l’aveva generata. Forse persino più bella. Ella osservò il mondo che la circondava,ed emise un pensiero. Un desiderio. Voleva un palazzo, e dei servitori. Mai avrebbe immaginato che questo desiderio si sarebbe potuto realizzare. Ma così fu, perché nel momento stesso in cui aveva formulato quel desiderio, esso era divenuto realtà.
“Posso plasmare questo luogo come più voglio. Tutto sommato, non credo che odierò mio padre per questo…”
Passarono i secoli. E colei che aveva scelto come nome Regina dei Sogni era divenuta stufa del suo regno, perché ormai aveva esaudito ogni suo desiderio. Fu provvidenziale l’arrivo di uno sciamano, che le svelò l’esistenza di un altro regno, il luogo da cui egli proveniva. Fu così che lei diede all’uomo istruzioni per quello che lui credeva essere un rituale per ottenere la pioggia,mentre in realtà era il modo in cui lei sarebbe potuta giungere nel regno terreno. Stava già assaporando la vittoria, quando il suo “messo” morì, colpito da un guerriero. Tutto le fu chiaro quando la sagoma di suo padre le apparve innanzi, malvagio e severo.
“Sono spiacente, figlia mia, ma nessuno può permettersi di mettersi fra me ed i miei obbiettivi. Sappi perciò che puoi provare quanto vuoi, ma io ti fermerò ogni volta. “
“Ti odio padre, e un sappi che un giorno riuscirò a vendicarmi di te,costi quel che costi…”
Altri secoli passarono, e la Regina sentiva quel suo regno sempre più come una prigione. Ma un giorno, intravide nel suo regno creature che non erano di sua creazione. Andando contro la sua natura perversa, decise di non far loro nulla,ma di osservarle e di ascoltarle. Ma soprattutto, decise di sfruttarle per i suoi scopi. Ma purtroppo, anche quelle creature si erano accorte di lei, e soprattutto del pericolo che essa poteva rappresentare per il loro mondo. Fu per questo che gli umani portarono nel suo regno Alpha Flight. Fu allora che impiantò loro i semi psichici che in seguito le avrebbero permesso di sconfiggerli, una volta uscita dal suo regno senza che essi se ne rendessero minimamente conto. Alla fine, però, riuscirono ad averla vinta, e la rimandarono nella sua gabbia dorata. Una gabbia dorata da cui non aveva più provato a fuggire. Una volta ancora combatté contro di loro, nel suo regno, e una volta arrivò addirittura a divenire loro alleata, nel combattere contro Joshua Lord. Ma lo fece solamente nel proprio interesse. Si diceva che aveva tutto il tempo che voleva,che lei era eterna, mentre i suoi nemici non lo erano. Ma ora, i suoi nemici erano deboli. Con i membri del gruppo deboli, isolati, sconfitti per ciò che era accaduto loro negli ultimi mesi, le pareva il momento migliore per agire. Un’altra occasione non si sarebbe potuta più ripetere, perciò doveva approfittarne, doveva far presto, perché le cose potevano cambiare da un momento all’altro.
Fu così che usò la sua mente per effettuare una scansione alla ricerca di chi poteva essere utile ai suoi scopi. E trovò quello che desiderava. Due giovani menti,molto influenzabili, che sarebbero state ben liete di aiutarla. E che per di più, erano legate ad Alpha Flight. Che sapore dolce avrebbe avuto la vendetta!
Fine Flashback

Avvicinandosi al suo trono, la fredda e marmorea Regina riflette ancora una volta sulla sua scelta,e ancora una volta con fredda determinazione , machiavellica come non mai,la analizza. Thomas Gibson,un giovanissimo dreamlord. Un mutante con la capacità di operare sui sogni. Capace di rendere reali i suoi o influenzare quelli degli altri. I membri di Alpha Flight Aurora e Obscurity lo avevano trovato, e Sciamano aveva bloccato i suoi poteri. O almeno così credeva, perché senza saperlo egli era ancora sotto la sua influenza, grazie ai semi piantati anni or sono. Appena aveva visto il ragazzo, aveva deciso di approfittarne, e aveva fatto in modo che il nativo bloccasse solo parte dei suoi poteri, per la precisione quelli che permettevano la manifestazione fisica del sogno. In questo modo, non avrebbe dato troppo nell’occhio, e lei avrebbe potuto controllarlo a suo piacimento…
E poi c’era il piccolo, fragile Martin Gerard. Un ex membro di Alpha Flight, faceva parte del programma di addestramento delle nuove leve. Aveva combattuto con loro in un paio di missioni, niente di più. Era un ragazzo deluso dalla vita e dalle situazioni, dal mondo. Da alpha flight. E per di più, poteva aprire portali. Il genere di potere che le faceva comodo. Giovani menti fragili…cosa c’era di meglio, per lei? Attraverso i sogni, li aveva contattati, e aveva dato loro il totem magico che portavano al collo. E attraverso i sogni aveva continuato a contattarli e influenzarli. Per Tommy era una bellissima fata, una principessa che stava con lui in un mondo magico e incantevole. In realtà, aveva visitato il giovane in sogno per sfruttare le sue capacità oniriche. Grazie ai semi psichici che aveva impiantato negli “eroi” in vari momenti in cui erano entrati in contatto, era riuscita a intrappolare in una sorta di “sogno collettivo” i suoi nemici; il piccolo aveva inconsapevolmente eseguito gli ordini della Regina/Fata, e aveva plasmato quel sogno, facendoli cadere sempre più sotto il suo controllo. Un controllo che però sembrava vacillare…per questo la Regina teme che il tempo stia stringendo,prendendo in mano la sua sfera si appresta ad assumere il controllo sul giovane “mastro di porte”, come le piace chiamarlo, anche se trova che il nome affibbiatogli dai suoi odiati nemici fosse adeguato,in questo caso. “Getaway” significa infatti “via di fuga”. Ed è questo ciò che lui sarà, la sua via di fuga. Volente e nolente. “E’ giunto il momento - esclama sorridente mentre sfiora la sfera, sussurrando subito dopo al globo celeste parole che nessuno sarebbe capace di udire con normali sensi - adesso sarò finalmente libera.”

Nel Sogno…
Jared Corbo siede sulle gradinate circostanti la pista si atletica della scuola, e osserva i compagni vivere la loro quotidianità. Jean Paul sta correndo come non mai, sembra davvero un fulmine. Walt si sta allenando su una campo da rugby poco distante, riesce a vederlo chiaramente mentre impartisce ordini e schemi ai compagni di squadra, mentre mette fuori gioco gli avversari. Non c’è da stupirsi che i Chigago Bulls lo sponsorizzino, concedendogli la possibilità di proseguire gli studi. Probabilmente lo potrebbe fare anche senza di loro, però: Walt è un vero genio, specie nelle materie scientifiche, troverebbe di sicuro qualcuno disposto a dargli una borsa di studio. Certo però che i Chicago Bulls pagano molto meglio…Walt non ha ancora 20 anni, e l’anno successivo,passato ai professionisti, avrà un contratto con cifre a sei zeri. Niente male davvero,per un ragazzo della sua età. Jared sposta lo sguardo, e vede Jeanne Marie a bordo campo. Sta facendo il tifo per il suo ragazzo. È molto felice, e di tutto cuore, è certo di non averla mai vista così felice. Jared osserva di nuovo la scena, e poi un’altra volta ancora,e infine si mette le mani sul viso, come se fosse un po’ addormentato e non riuscisse a svegliarsi del tutto. Il mondo intorno a sé è strano. Sono strani i suoi amici, è strana la sua ragazza, è strano lui. Sa che qualcosa non va,ma non riesce a focalizzare cosa sia. Sa solo che in cuor suo sa che Isabelle ha ragione. Il suo sguardo si posa su Sophie,che intravede mentre cammina,per andare a una lezione, probabilmente. Poggia la testa su un gradino, si sdraia sulle gradinate,mentre incrocia le braccia e alza gli occhi verso il cielo, e si rende conto che non ricorda più quando ha dormito per l’ultima volta. Chiude gli occhi per farlo, ci prova con tutte le sue forze, perché vuole farlo. Perché non vuole pensare a nulla. Ed è allora che sente come una voce che lo chiama. Gli sembra che lo abbia già fatto, sì, ne è sicuro, lo aveva già fatto,ma l’aveva ignorata. Ma ora è troppo forte perché non le dia retta. Si sente chiamare per nome. Sente qualcuno dirgli di svegliarli. E’ una voce femminile, si concentra, cercando di ricordare a chi essa appartenga. Ma alla fine, a riportarlo alla realtà, è una voce vera. La voce di Liz Twoyoungmen.
“Ehi Corbo, tutto a posto?” Jared si alza dal suo posto, serio in viso, e osserva la giovane con il suo ragazzo. Tutti e tre hanno lo stesso sguardo. Rabbia, tenacia, determinazione, forza. Jared si sposta, scende dalle gradinate, e va per il sentiero su cui poco prima era passata la sua ragazza. Si appoggia alla griglia che lo percorre in quel tratto, delimitando il campo da tennis, e con le mani in tasca si guarda le punte dei piedi come farebbe qualunque altro ragazzo depresso. Quando Liz e Lou gli si avvicinano, alza un poco lo sguardo da terra,ma non li guarda negli occhi, bensì getta lo sguardo in un’altra direzione, quella in cui aveva visto la sua ragazza scomparire,come se volesse … o cercasse…di vederla ancora. Poi, finalmente, inizia a parlare, a rispondere a quella domanda che sembrava così semplice…
“Sophie è morta tra le mie braccia. E io ho ucciso Tanaraq.”
Segue un attimo,interminabile, di silenzio. Poi Jared, con quella determinazione che ha imparato a sfoggiare, pone lo sguardo, duro, sui compagni. “dove siamo e cosa è successo”
“Credo che sia stata la Regina dei Sogni a farci questo”. La risposta non viene, come ci si potrebbe aspettare, né da Liz né da Lou. A rispondere alla domanda di Jared è stato Jim Hudson. O meglio: Jim Kylie. Alle sue spalle, con la loro stessa determinazione, Jeanne Marie. I tre li osservano, non sanno se stupiti o cos’altro. Non avrebbero mai immaginato che sarebbero riusciti a svegliarsi da soli. Per questo la domanda di liz sorge spontanea. “Come avete fatto a uscire dall’illusione?”
“Non ci sono mai stato,a dir la verità. Cioè, ero qui ma sapevo che non era reale. Non so, deve essere per via del fatto che ho studiato tutte quelle cose orientali…chiamatelo un trucco jedi, se volete… poi Sophie aveva parlato una volta di una mia naturale capacità di difesa dagli attacchi psichici… - Jim fa una breve pausa, prendendo un sospiro - Il fatto è che volevo capirci un po’ di più, e quando mi è sembrato di arrivare ad una conclusione, ne ho parlato con Jeanne Marie, e non so come ha capito anche lei che era tutto falso…”
Liz osserva un attimo i compagni, pi prende la parola, conscia di dire ciò che pensano tutti. “Bene, a quanto pare siamo gli unici a sapere cosa stia succedendo… direi che è il momento di riprenderci le nostre vite.”

*[To get down, Fatboy Slim Mix, performed & written by Timo Maas, produced for Hope Menagement, ® 2001,Perfecto & Mushroom Records]

Alpha Flight: Dreamland - Svegliarsi la mattina (parte 4)

“Bene, a quanto pare siamo gli unici a sapere cosa stia succedendo… direi che è il momento di riprenderci le nostre vite.” Questo è ciò che ha detto liz Twoyoungmen nel momento in cui la realtà è apparsa limpida a coloro che nella realtà sono membri dell’ex gruppo governativo noto come Alpha Flight. La giovane nativa americana sfiora immediatamente la gemma rossa posta al centro del suo diadema di argento, socchiudendo gli occhi e concentrandosi il più possibile sul suo obbiettivo: quello di svegliare i suoi compagni di squadra, riportarli a casa per poter trovare il modo di fermare chiunque abbia fatto loro questo. Liz fa ciò che già molti anni prima aveva fatto: risveglia coloro che non solo combattano al suo fianco,ma che anche ogni giorno, ora sono al suo fianco. Liz, nel pensare questo,mentre pratica il suo incantesimo, è stupita, perché sa che fino a poco tempo pensava a sé solamente come allo “sciamano” del gruppo, un ruolo che aveva deciso di intraprendere solamente per rispetto a suo padre, alle suo origini. Una cosa di cui lei stessa non era convinta. Ma adesso,mentre pensa a portare a casa quelle persone, sa che quelle persone non sono solamente i suoi compagni, ma anche i suoi amici. La sua famiglia. Qualcuno a cui lei deve assolutamente dare il suo aiuto. Deve dare loro il 100%. Se facesse di meno, sa che non sarebbero loro a criticarla. Sarebbe lei stessa a farlo.

Winniper, lago Winniper (regione di Manitoba).
Jared Corbo si sveglia nel suo letto. Si alza, il respiro affannato,il sudore cala dal suo intero corpo, i capelli castani mantidi. Cerca istintivamente al suo fianco. Non controlla se ci sia qualcuno. Controlla che quel qualcuno non ci sia, perché adesso sa, ne ha la certezza: quello era solo un sogno, non è più un ragazzino, e chi amava non è più al suo fianco. Perché quel qualcuno è morto. Jared subito infila sul petto nudo una maglietta, e ancor più velocemente indossa un paio di jeans sdruciti scoloriti e un delle scarpe da ginnastica. Non ha ancora allacciato le scarpe, lo sta ancora facendo, quando esce dalla sua stanza e corre giù dalle scale,dove è certo ci siano già tutti gli altri.
“Ehi, allora,ci siamo…” Jared vorrebbe aggiungere qualche parola, vorrebbe fare delle domande. Non lo sa nemmeno lui. Di certo, lo spettacolo lo lascia senza parole, come lo sono gli altri, che si trovano tutti sul pianerottolo dell’ingresso della casa, distrutta, ricostruita e ora sul punto di essere di nuovo distrutta. Perché davanti a loro c’è il responsabile del loro viaggio onirico, colei che ha ben più di un motivo per volerli fuori dai piedi. Davanti a loro c’è la Regina dei sogni. Ha un look diverso da quello che aveva quando l’avevano incontrata tempo fa, e credono anche di immaginare il perché. La Regina che avevano incontrato allora li combatteva,se era il caso, ma adesso… adesso non intende sporcarsi le mani con loro, non li ritiene degni. Non più. Una volta, forse, lo avrebbe fatto. Ma guardandola negli occhi, osservando il suo compiacimento, capiscono ogni cosa. Non li combatterà, perché è convinta di averli già vinti. Per lei sono nullità, zero. Vermi.
La Regina, col lungo abito di pizzo dall’ampio scollo e le spalline sulle braccia, la gonna dall’ampio strascico e dal profondo strappo, sandali neri dal tacco alto, cammina statuaria verso di lei, bianca, i lunghi capelli verdi mossi sciolti, il viso incorniciato dalle ciocche e dal diadema. Si pone davanti a loro 5, protendendo in avanti un braccio. Il destro. Li indica con la sua fredda mano artigliata. Li osserva tremare tutti. Tutti, tranne Liz, perché lei la conosce, sa che non è invincibile, che l’ha già sconfitta e lo farà ancora. Sorride quando il suo sguardo si pone su di lei. Perché ha deciso, la combatterà. Lei sarà la sua preda. Fa un gesto, al suo fianco appaiono i suoi soldati. I suoi amati soldati, i suoi burattini. Pronti alla battaglia. Pronti anche a essere distrutti per la loro sovrana.
“Spero siate felici di rivedermi - dice loro emettendo una fragoroso, sinistra risata - perché io lo sono. Non avrò la soddisfazione di combattere contro la vera Alpha Flight ma contro questa brutta copia, ma credetemi, meglio di nulla.”
“ti abbiamo sconfitta una volta. Lo faremo ancora, se necessario. Ti rispediremo nel tuo mondo…” Liz è determinata come non mai. Conosce quella creatura, sa di cosa possa essere capace. non le permetterà di averla vinta.
“mi rispedirete nel mio mondo? E allora? Tornerò,lo sapete,è quello che faccio sempre. E se non vi fermerò stavolta, lo farò la prossima, o quella dopo ancora, e ancora e ancora…fino a che non ce la farò. E poi - aggiunge dopo una brevissima pausa - la mia piccola vittoria l’ho già avuta. Guardate qua chi è stato ad aiutarmi? Già, proprio loro…”
Gli sgherri della strega si spostano, mostrando coloro che stavano celando fino a un attimo prima. Un bambino e un ragazzo, imbambolati, lo sguardo nel vuoto, ceruleo.
“Mio dio…quello è Getaway… Martin… era uno di noi…ci ha aiutati diverse volte… diceva di voler essere un eroe, voleva gli insegnassi a esserlo,perché…?” Jared conosceva quel ragazzo. Gli piaceva, lo voleva aiutare. Forse perché gli ricorda suo fratello, e la colpa di non aver mai fatto abbastanza,non come lui voleva,continua a perseguitarlo.
E’ invece Jeanne Marie a riconoscere l’altro ragazzo. Non lo aveva mai visto di persona, ma dopo quella missione aveva controllato i file per saperne di più,per capire meglio con chi lei e Sophie, che all’epoca si odiavano cordialmente, avevano avuto a che fare. “E quello è Thomas Gibson. E’ il dreamlord che Sciamano aveva “addormentato”. Ero convinta fosse privo dei suoi poteri.”
“Eccola la sua vendetta, ci mette contro coloro che noi abbiamo aiutato, addirittura uno dei nostri. Non le importa se ora ci sconfiggerà o meno, a lei basta averci fiaccati così.” Jim non faceva parte di Alpha Flight, all’epoca in cui il gruppo l’aveva incontrata. Ma è sempre stato un uomo previdente, che amava sapere il necessario su eventuali nemici. Lei è una di loro. E non ha punti deboli. “purtroppo per noi,debbo dire che ha ragione. Non esiste modo di sconfiggerla una volta per tutte, possiamo solo mandarla a casa”.
Ognuno di loro vorrebbe proporre un piano, tentare di trovare il modo di bloccarla, fare qualcosa, ma non hanno tempo, perché i guerrieri della Regina si avventano su di loro, mettendoli fin dal principio in evidente svantaggio numerico.
Una schiera di creature si gettano su Jared, che copre il suo intero corpo con il suo scudo, nella speranza che tenga, maledicendo,per una volta, il giorno in cui ha perso la capacità di mantenerlo sempre attivo. Nello stesso, tenta il più possibile di plasmarlo a mo’ di armi: arieti, lance, e tutto il campionario. Sembra però inutile, perché ogni volta che una delle guardie cade, ne arrivano delle altre, più forti e fresche della precedente.
Aurora cerca di fare lo slalom tra quelle che la attaccano, e a coloro che non riesce a sfuggire, lancia uno dei suoi “lampi” di luce. Una volta, senza il fratello, non avrebbe potuto farlo, adesso ne è capace. Grazie al caro Walt, che recise il legame che le impediva di accedere a questa capacità da sola e che al contempo le diede la capacità di utilizzare questo suo “dono” anche da sola. Allora lo fece perché le divergenze con Jean Paul sembravano inconciliabili, enormi. Lui le rinfacciava ogni sorta di cosa, inclusa la storia con Walt (la verità, di cui nessuno era a conoscenza se non Walt e lui stesso, era che il suo fratellino aveva una cotta per il suo ragazzo ed era geloso, ma non lo voleva ammettere. Non lo avrebbe mai ammesso, difatti lei lo aveva capito da sola). Non è che lei non lo avrebbe voluto fare,solo che ora pensa che avrebbe fatto meglio a farlo per altri motivi,e non per una sciocca bega sentimentale.
Jim e Lou afferrano ciascuno un bastone di legno delle tende. Jim, più a suo agio con questo genere di cose, rompe il suo a metà, contro il ginocchio sinistro. Metà per mano, inizia a farli ruotare, come se fossero delle armi da combattimento degli antichi samurai. Distrae così il nemico,prendendolo alla sprovvista quando lo colpisce, quando lo getta a terra, quando si sposta così velocemente che i suoi avversari non se ne rendono nemmeno conto, e finiscono per colpirsi a vicenda.
Lou manda a sbattere contro i muri più avversari possibili. Alcuni li colpisce forte e deciso col bastone,ad alcuni lo usa per fare una sorta di “sgambetto”, altri ancora usa il suo potere per farli levitare nell’aria e mandarli a sbattere contro le mura della villetta. Altre volte è il ragazzo a dover andare in aria per evitare di essere colpito. Forse perché non fa troppa attenzione,troppo preso da chi gli sta intorno. La squadra,certo,ma Liz in particolare. Liz…il suo cuore ha sobbalzato la prima volta che l’ha vista, quando lei ha usato i suoi poteri taumaturgici per curare le abrasioni che si era procurato combattendo contro un pazzo armato di pistola.
Liz continua a evocare tutti gli incantesimi che consoce. La sua voce diventa sempre più fievole, mentre il nemico si fa sempre più forte. Vorrebbe fare di più,ma questo, purtroppo, è il suo massimo. Questo si ripete, questo ciò che crede. Ma si sbaglia. Le basta osservare i suoi compagni per capirlo. Per percepirlo. Aumenta il suo potere a dismisura, la “radiazione” che il suo corpo emette polverizza tutti gli avversari che le si ponevano innanzi. Ma nemmeno questo basta, perché la Regina evoca altre creature, mandandole contro di lei, contro di loro. E il combattimento ha nuovamente inizio. Ognuno riprende le proprie posizioni, tentando di avanzare verso il loro vero avversario. Ma sembra tutto inutile. Perché ogni passo avanti che fanno,ne fanno altri due indietro. “non mi arrendo - ripete Liz scatenandosi, stavolta sul serio - non mi arrenderò, né ora né mai. Se ce l’abbiamo fatta una volta…possiamo farcela un’altra!” Liz stessa sembra trasmutare, avvolta da una luce incredibile che si espande dalla sua gemma mistica. La struttura inizia a muoversi, come per le scosse di un sisma, i vetri si infrangono, le creature iniziano a dissolversi, mentre la giovane erede degli Sciamani urla disperatamente, per il terrore e per il dolore. Perché come è grande la sofferenza, è grande anche la paura,perché Liz non sa cosa stia facendo, sa che è la cosa giusta da fare. Si sacrificherà, se necessario, come altri prima di lei, come altri faranno dopo di lei. Ormai si sente rassegnata, pronta a incontrare i suoi antenati e coloro che ha conosciuto. Non sa se ciò che sta facendo avrà successo. Non sa se servirà a qualcosa. Fosse anche solo utile a dare alla sua nuova famiglia un po’ di tempo in più, allora sarà già stato utile.
La Regina la osserva atterrita, incapace di agire. Non capisce da dove stia attingendo tutta questa forza, da dove questo potere provenga. Talisman era forte, lo deve riconoscere, ma non così. E presa da queste riflessioni, non si rende conto del resto che accade intorno a lei. Non si accorge che un’esile figura di giovanissima donna, dagli occhi bianchi privi di iride, come lei, e dai capelli lungi fino al bacino, rossi come il fuoco e mossi, è apparsa alle sua spalle. Né si è resa conto che quella donna, vestita come qualunque altra ragazza della sua età, che libra a diversi centimetri da terra, ha fatto un incantesimo a Gerard. Solo quando l’evocazione della Luce di Agamotto ottiene il suo pieno risultato, causandole un terribile dolore fisico, incontrollabile, capisce cosa sta succedendo, ma allora,mentre a terra si contorce per il dolore, è troppo tardi. Perché il giovane ragazzo, prima di svenire, apre un varco per Liveworld, e Jared estende, con il potere rimastogli, il suo campo, fino a generare una sorta di onda d’urto che colpisce la Regina e la rimanda, attraverso il varco, nel suo mondo d’origine.
“Ora basta Elizabeth, puoi anche smetterla…” la figura si posa a terra e si avvicina a Liz, sfiorandola, colpendola con lo stesso incantesimo fatto a Getaway. Liz cade a terra, stremata, di nuovo sé stessa “stai tranquilla. La luce di Agamotto provoca dolore a coloro che possiedono le anime contro cui la rivolgo,ma principalmente serve a tranquillizzare e ridare energia a coloro su cui viene utilizzata.” La rossa sorride, felice, mentre la nativa si riprende pian piano e si alza dalle sue ginocchia, su cui fino a un attimo prima posava il capo.
“Ananym?” Liz è estremamente stupita nel vedere colei che ha innanzi. Di tutti,mai avrebbe immaginato che sarebbe stata lei a venire loro in aiuto.
“La sola e unica Witchfire esistente. Grazie alla mia telepatia ho avvertito che avevate bisogno di aiuto, e mi sono teletrasportata qui all’istante.”
“Credevo che… - Liz si ferma un attimo, si corregge prima di dire qualcosa che potrebbe scatenare il alto oscuro - demoniaco dell’ex alphana - non sapevo che avessi simili poteri.”
“Bugiarda - dice mentre muove con la telecinesi i ciondoli-totem dei ragazzi fino a farli giungere nelle sue mani, che chiude a pugno, per riaprire pochi istanti dopo, con gli oggetti lignei ormai polverizzati dalle fiamme che scaturiscono dalle mani - pirocinesi e telecinesi. E non far finta di nulla. So che lo sapevi. Ricordo tutto. Incluso il mio caro papà Belasco che mi voleva trasformare nell’essere supremo del multiverso. Cosa in cui, per inciso, era quasi riuscito.”
“Tu… ricordi?”
“OH sì! Finalmente ricordo tutto. Credo che il segreto fosse che dovevo ricordare da sola, senza lo zampino di papà che prova a controllarmi come…come l’altra volta. Una volta ricordato, sono scesa a patti con me stessa e il mio passato, accettandomi per quello che sono, et voilà, il gioco è fatto!”
“Ma questo non spiega cosa tu faccia qui.”
“Ho avvertito che avevate problemi, e ho deciso di intervenire. Ciò che ho fatto… ciò che farò… è il mio modo di chiudere i conti col passato. Dovevo molto a Alpha Flight, soprattutto a tuo padre, loro mi hanno liberato dall’influenza di mio padre, rendendomi nuovamente umana.- Mentre Ananym parla,la struttura intorno a sé inizia a cambiare, a mutare, e dalle macerie, grazie al potere della ragazza di manipolare la materia a livello molecolare,sorge nuovamente la splendida casa che vi era in precedenza -direi che ora siamo pari. perciò, se non vi dispiace, prima di riportare da dove vengono questi due ragazzini,utilizzerei la Luce su di voi, suggerendovi di tornare nelle vostre stanze a riprendervi per bene. Ho idea che stavolta non sarà un sogno per nulla agitato…”

Epilogo uno. Liveworld
La Regina si sveglia nuovamente nel suo regno, in preda al dolore e alla rabbia più neri. L’hanno fatto di nuovo. L’hanno di nuovo fermata. Stavolta, è stato troppo. La prossima volta colpirà più duro, la prossima volta…
“temo, figlia mia, che non ci sarà una prossima volta…” la donna si volta, scorgendo il volto del suo più grande nemico. Il suo creatore. Il creatore del suo regno. Suo padre. Incubo.
“tu…maledetto…come osi mettere piede qui, nel mio regno? Qui il mio volere è legge!” questo avrebbe voluto dire,ma non ha potuto farlo. Perché a metà frase, era scomparsa, tramutata in polvere portata via dal vento
“Il tuo potere era legge finché esistevi. Ma io ho creato questo luogo, qui il mio volere ha la precedenza. Speravo che allora avessi imparato. Mi sbagliavo. Solo per questo ho dovuto desiderare che tu non potessi più ricomporti, come so avresti potuto fare. Mi spiace,figlia mia,ma ti saresti dovuta accontentare dei sogni.” E così dicendo, si volta, e dopo pochi passi sparisce nel nulla,avvolto dalla polvere.

Epilogo due.Winniper, lago Winniper (regione di Manitoba).
“nella mia vita ne ho fatto tante di idiozie, davvero. I casini sono sempre stati il mio forte. Nessuno è mai stato migliore di me, nel cacciarsi nei guai. Ma tu lo sai. Nessuno mi conosce come te. Tu hai visto una parte di me che nessuno aveva visto prima. Hai capito cose di me che nessuno aveva compreso. Hai scavato in me come nessun altro. Stare con te… era liberatorio. Forse perché eravamo simili. Arroganti. Freddi. Distanti. Prevaricatori. Egomaniaci. Egoisti. Non che fossimo così. Così volevamo apparire. Forse per non soffrire, non lo so. Sono sempre stata una persona complicata, lo sai. Io non ho superato i miei difetti. Tu sì. Ho visto che persona meravigliosa diventi giorno dopo giorno. Lo avevo visto già allora. Al nostro primo incontro, eri così diverso…non avrei mai immaginato che ci sarebbe stato un tale cambiamento,in te,in così poco tempo. Dici che il merito è mio. Che io ti ho spinto a cambiare. Io non credo. Penso che in te ci fossero già i semi del cambiamento, anche perché ricordi come è iniziato tutto, no? E’ iniziato tutto per ripicca. E me ne dispiace. Ti ho sottovalutato, come persona. E ho fatto male. Questo è stato il mio primo errore… sottovalutarti. Usarti,illuderti è stato il secondo.
Ma poi tu sei cambiato. E io ho permesso che le cose cambiassero, tra di noi. E’ stato il mio terzo errore. Avvicinarci troppo. Anche se sapevo che non potevamo. Non dovevamo. Ma non ho potuto farne a meno. E’ successo in fretta, questo nuovo errore. E sapevo che sbagliavo. Ma per quanto possa sembrare strano o impossibile, non riuscivo più a fare a meno di te. Di noi.
Adesso arriva il quarto errore. Qui ci sono io che ti faccio soffrire,mentendoti, dicendoti che ti stavo solo usando. Sapevamo tutti come era iniziata, cioè così. ma sapevamo altrettanto bene cosa era successo nel frattempo. Quindi bugie e sofferenze…siamo a quattro. Anzi, facciamo valere ogni cosa per sé; bugia errore quattro, provocarti inutili sofferenze errore cinque.
Poi c’è l’errore sei - io che ti nascondo cosa sta succedendo conscia che però presto ci arriverai - e il sette, io che continuo a stare con lui, sotto al tuo stesso tetto. Poi ci sarebbe l’ottavo errore, ovvero io che mi lascio usare dagli altri e non lotto per ciò che voglio (noi) ma mi faccio comandare. Meglio: mi lascio usare. Perché quello era essere usati. Non omettiamo il nove - io che sono così stupida da non capire cosa accade a lui e gli permetto di portarci via ciò che più desideravamo tutti. In poche parole: ho permesso che un bambino - un bambino? Il nostro bambino! - venisse ucciso da quella… quella Bestia. Mi spiace. Sì, so che serve a nulla,dirlo,che non tornerà indietro, che il passato non si cambia e che sono stata fin troppo brava nell’elencare tutte le mie stronzate…ma spero di avere a che fare con una persona che, oltre al grande cuore che hai, sia anche abbastanza matura da cercare di capirmi, come hai sempre fatto, e sappia andare oltre gli sbagli che ho fatto. Ora ho finito, ho detto quello che dovevo, e spero che, anche se addormentato, tu abbia ascoltato, perché non avrei il coraggio di ripetertelo un’altra volta…”
Jared Corbo si sveglia nel suo letto. Una strana sensazione di dejà vu. Ricorda cosa è successo, così,nonostante il respiro affannato,il sudore che cala lungo il suo intero corpo, dai capelli castani mantidi al petto nudo, non si alza. Non cerca istintivamente al suo fianco. Non controlla se ci sia qualcuno. Non controlla nemmeno che quel qualcuno non ci sia, perché adesso sa, ne ha la certezza,che quello era solo un sogno, che chi amava non è più al suo fianco. Perché quel qualcuno è morto. Solo allora fa presa sul letto per alzarsi, facendo forza con il braccio proprio alla sua destra. E solo allora si accorge che si è sbagliato, che non è solo. La sua mano sfiora quella di una persona che ben conosce. Seduta sul letto, con le ginocchia abbracciate, jeans e polo nera. Avrebbe dovuto capirlo subito… il suo profumo… il suo Dior… è inconfondibile. Lui la guarda, sorride. Non lo aveva più fatto da quel giorno.
“Tutto quel mio discorsone…di quasi 600 parole…serviva perché volevo una risposta. Ora,potresti smetterla con quel sorriso ebete e darmela? So che quest’ultima parte non depone a mio favore, ma dico davvero, hai un sorriso ebete. Mi fai venire voglia di rimangiarmi tutto. Bè, non tutto. Solo la parte in cui ti elogio.”
“Questo sorriso ebete è perché adoro i bei sogni, e stavolta non me ne frega nulla. Stavolta non voglio più svegliarmi.”
“Sarebbe il tuo modo di dire: sì, hai fatto degli errori, ma possiamo, anzi dobbiamo, ricominciare?”
Jared non le risponde con le parole. Non subito, almeno. Prima si china verso di lei e la bacia con passione, le mani sfiorano il collo dalla pelle chiara di lei e quelle di lei sulle di lui spalle. “Significa che mi manchi, e che vorrei che tutto questo fosse vero, perché rifarei tutto da capo. No, non lo farei… ma inizierei di nuovo, con te, da dove eravamo rimasti. Perché il passato non si cambia, certo, ma potremmo costruire un nuovo futuro, insieme. Avevamo perso un figlio,ma avremmo potuto averne altri… sarebbe stato bellissimo. Saremmo stati degli ottimi genitori. Saresti stata una madre meravigliosa, e io… mi sarebbe piaciuto vedermi come padre.”
Jared lascia la presa, si corica di nuovo, rassegnato, con un sentimento che spiazza dalla felicità all’infelicità nel giro di un attimo e viceversa, certo che sia stato solo un sogno. Poi sente la sveglia, e torna alla realtà.
“Quindi stiamo ufficialmente insieme?”
Jared si volta. E al suo fianco, lei c’è. Ancora. “non era un sogno…sei.... Sei vera…” non sa nemmeno se la sua sia un’affermazione o una domanda.
“così sembra”
“sei tornata…per restare?”
“così sembrerebbe.”
“All’improvviso ho una tremenda voglia di tornare a riposare “le dice spegnendo la sveglia e rimettendosi a letto, al suo fianco , abbracciandola, mentre lei appoggia la testa sulla spalla di lui.
“Sì, credo anch’io che sia una buona idea.”
“Mi sei mancata, lo sai?”
“lo so. Anche tu,sai? Jared? “
“Dimmi”
" ti amo."
"lo so. Ti amo anch’io."

*marvel: comics, marvel: regina dei sogni, marvel: naryamarvel: james hudson clone, marvel: jared korbo, *marvel: fanfiction, marvel: elizabeth twoyoungmen, marvel: louis sadler jr, autore: little firestar, marvel: alpha flight, marvel: jean marie baubier

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