Titolo: Di cuscini, docce e materassi
Fandom: Harry Potter
Rating: Nc17
Avvertimenti: porn, slash
Wordcount: 1456
Note: Boh. *rotola*
“Merlino benedica chiunque abbia inventato i cuscini!”
Sirius, stravaccato a pancia in giù sul suo letto, strofinava vigorosamente il viso sul guanciale emettendo versi compiaciuti.
Remus ridacchiò posando la cartella coi libri nel suo baule: avevano due ore buche, James seguiva Babbanologia - che, stranamente, era frequentato da una certa Evans - e Peter era in Sala Comune a litigare con il compito di Storia della Magia; gli altri compagni di stanza erano dispersi, quindi erano soli.
“Sono distrutto, Moony.” Cominciò ad agitarsi “E questa divisa è scomoda.”
L’animagus cominciò a slacciarsi i pantaloni e poi la camicia, sfilandoseli e gettandoli ai piedi del letto.
Il lupo mannaro deglutì.
Per la cronaca i loro letti erano l’uno affianco all’altro; Remus, davvero, cercò di issarsi sul letto, girarsi dall’altro lato e fissare il muro e - Sirius aveva le spalle larghe, i muscoli delle braccia appena accennati dall’allenamento di Battitore, i capelli lisci e neri lunghi abbastanza da sfiorargli il collo, che si fondeva elegantemente con la schiena in quel momento rilassata, leggermente abbronzata per i primi raggi caldi dell’anno, e poi - Remus deglutì di nuovo e più sonoramente.
Poi c’era il fondoschiena di Sirius, che in quel momento era coperto solo dalla stoffa leggera dei boxer; era - non poteva, per la barba di Dumbledore, essere così impudico - perfetto.
Ecco, perfetto. Tornito, sodo, grande quanto bastava per riempire i pantaloni e Remus sentiva il cervello andargli in fumo. Sarebbe impazzito. Per un sedere.
Poi Sirius, con un sospiro afflitto, rotolò nel letto fino a mettersi su un fianco - col viso rivolto verso Remus - un braccio sotto la stoffa del cuscino, l’altro mollemente abbandonato sul fianco, con la mano che sfiorava la stoffa dell’intimo e la linea di peluria che andava a scomparirci dentro.
“Oddio.” L’amico non riuscì a trattenersi e, prevedibilmente, avvampò sgranando gli occhi.
“Cosa?”
“Pensavo al compito di Storia. Sì.”
Sirius buttò fuori un sospiro, imbronciandosi “Che palle, Moony, sul serio?”
Ma Remus non lo stava ascoltando più. “Vado a farmi una doccia.”
Aveva quasi raggiunto la porta del bagno, congratulandosi con se stesso per la sua forza di volontà ragguardevole, quando Sirius gli afferrò un polso per farlo voltare bruscamente e fissarlo irritato, leggermente corrucciato.
“Cosa?” era il suo turno di domandare, ora; Sirius si umettò le labbra e si avvicinò un altro poco e quello no, grazie, non aiutava per niente.
Si morse un labbro per rimanere perfettamente immobile.
Remus deglutì di nuovo e se continuava così sarebbe rimasto a corto di saliva.
“Sei incredibile, davvero.”
Probabilmente Remus non avrebbe mai saputo cosa l’amico intendeva dire perché all’improvviso si ritrovò schiacciato contro il legno alle sue spalle.
Non sapeva, a quel punto, chi si fosse mosso per primo ma stava tirando disperatamente i capelli di Sirius mentre quest’ultimo gli infilava senza pudore la mano oltre i primi bottoni della camicia.
“Aspett-”
“Vaffanculo - eruppe l’animagus con sentimento - ma sei scemo?” Remus si ritrasse leggermente di fronte a tutto quell’astio; questa, decisamente, non se l’aspettava.
“Uhm.”
“Sei un coglione, Lupin. Sei un represso, un asociale e un coglione e io ti odio.” Il ragazzo sottolineò quelle parole infilandogli un ginocchio fra le gambe, tanto per. “Non l’ho mai fatto.” Gemette, rendendosi poi conto dell’assurdità di quello che aveva appena detto. Era un coglione.
Sirius sgranò gli occhi e rimase immobile per un secondo per poi scoppiare a ridere.
“A tutto c’è rimedio, Messer Moony.” Ghignò, strofinando il naso sul suo collo, appena sotto l’orecchio. Remus rabbrividì e quasi cadde quando l’altro aprì di scatto la porta alle sue spalle.
“Non-”
“Zitto, per Godric.” Mormorò, controllando distrattamente che il bagno fosse vuoto e spintonandolo nella prima doccia che trovò aperta.
“Sirius, sul serio, aspetta.” Sibilò, fissando ostinatamente le mattonelle della parete. L’altro si allontanò interrogandolo con lo sguardo.
“Sai com’è, il mio migliore amico mi salta addosso e non so bene come reagire. Non mi capita tutti i giorni.”
“Vuoi andare a fare una ricerca in biblioteca per trovare qualche precedente?”
“Oh, c’è una sezione dedicata ai placcaggi sessuali?”
“Mi sa che c’è ne una sull’omosessualità latente.”
“Disse l’uomo che gira per i corridoi sculettando.”
“Io non-” Sirius digrignò i denti, piccato.
Poi sbatté le palpebre, inclinando la testa. “Perché stiamo litigando?”
“Perché sei inopportuno. E espansivo. E dovresti chiedere il permesso prima di saltare addosso alla gente.”
L’altro sollevò un sopracciglio “le altre volte non mi hai dato nessun modulo da compilare, lupo che non sei altro”
Remus incrociò le braccia, stringendo le labbra, senza sapere cosa rispondere.
“Okay - Sirius gli afferrò una mano, cogliendolo di sorpresa, per portandosela alla bocca in un’imitazione di un baciamano mentre sorrideva beffardo - messer Moony, posso appropriarmi delle sue labbra?”
“Deficiente - mise il broncio - non sono una di quelle ragazzine che si lasciano abbindolare da quella tua linguaccia.” O dal tuo sedere.
Sirius sembrò rabbuiarsi e per un attimo gli sembrò quasi arrabbiato “Infatti non lo sei” si avvicinò lentamente intrecciando le loro dita “ti prego” soffiò, strofinandogli la guancia con le labbra.
Remus socchiuse gli occhi, respirando a fondo e cercando di capire che diavolo stava succedendo.
“Questa situazione è assurda.” Sussurrò, ma era già come se avesse ceduto. Alla fin fine non sapeva nemmeno perché stesse opponendo resistenza.
Questa volta non si sorprese quando Sirius sorrise e lo baciò ancora, facendolo indietreggiare fino a percepire appena i brividi sulla schiena a contatto con le piastrelle fredde, mentre le dita dell’altro gli sfilavano la camicia per poi infilargli le unghie nella schiena.
“Ahi” borbottò l’animagus in risposta, mordicchiandogli la pelle attorno la clavicola, mentre con una mano gli sfiorava la peluria attorno all’ombelico.
Remus trattenne il fiato per ricevere un sorriso da Marauders in piena regola; con un calcio liberò le caviglie dal pantalone.
Quattordici secondi dopo erano volati nel lavandino affianco due paia di boxer e il rumore dell’acqua che scorreva sui due ragazzi rimbombava per tutta la stanza.
Dopo aver speso qualche attimo ad ammirarlo, scostandogli i capelli bagnati dagli occhi, Sirius lo costrinse a poggiare la testa al muro con un bacio lunghissimo che tolse il fiato a entrambi; solo che Remus non ebbe il tempo di riprendere a respirare perché l’altro - Dio santo, finalmente - gli prese l’erezione con una mano cominciando a muoverla con decisione.
Il licantropo si morse un labbro, cercando di trattenersi dal gemere. Ovviamente si era già masturbato in passato, ma così, con la mano dell’altro di cui poteva sentire i calli dovuti agli allenamenti con la mazza da Quidditch…
Poggiò la fronte sulla sua spalla, non riuscendo a non sentirsi imbarazzato, cominciando a respirare suo affannosamente. Strizzò gli occhi concentrandosi sul movimento che aumentava in velocità, a cui si aggiunsero le labbra che gli sfioravano il collo, le spalle, l’orecchio, le dita di una mano.
Poi venne mordendo l’altro con forza, per paura che qualcuno potesse sentirlo anche se sapeva non ci fosse nessuno. Forse aveva semplicemente vergogna del suo migliore amico.
Il suo migliore amico che l’aveva appena masturbato sotto una doccia e ora stava ripulendosi la mano come se fosse una cosa normale.
Remus gli cinse il collo con le braccia - anche perché gli riusciva molto più difficile reggersi in piedi in quel momento - e lo baciò ancora, accarezzandogli la schiena bagnata.
Sirius gli prese il volto fra le mani e Remus pensò, per un momento, che quello sguardo l’avrebbe ustionato; l’altro si spingeva contro il suo corpo, eccitato, leccandogli un lobo e succhiandolo, le mani che correvano ovunque.
Remus chiuse gli occhi godendosi la sensazione della pelle dell’altro sotto i polpastrelli, accarezzandolo, baciandogli il collo, le spalle, stringendogli la vita; socchiuse gli occhi e Sirius si morse il labbro inferiore. Il lupo mannaro inspirò infilandogli la mano fra le gambe; osservò rapito Sirius reclinare il capo all'indietro, i capelli bagnati e arricciati alle punte che si attaccavano al collo, gli occhi socchiusi e il respiro spezzato, rauco. Gli circondava i fianchi con le mani e stringeva leggermente le dita quando Remus aumentava il ritmo.
All’improvviso sentirono dei passi nel dormitorio “Ehi! Dove siete? Pad? Moony?”
Mentre Sirius soffocava un’imprecazione l’altro sgranò gli occhi, immobile.
“In bagno! A farci una doccia!” rispose l’animagus, uscendo dalla cabina e rifugiandosi in quella a fianco.
Remus si avvolse in un asciugamano e spalancò di nuovo la porta del bagno, dirigendosi come se nulla fosse verso il suo baule per rivestirsi.
“Vi fate la doccia insieme? - rise James - una cosa molto virile, davvero.”
“Non dire idiozie.” Rispose senza riflettere l’altro, occhieggiando il bagno ripetutamente.
Oh mio Dio.
“Beh, signori, io mi dileguo. C’è una rossa in Sala che richiede la mia attenzione” il ragazzo fece l’occhiolino a Remus, uscendo di nuovo dalla stanza.
Remus non fece in tempo ad acchiappare della biancheria pulita che venne catapultato sul suo materasso, con un Sirius ridacchiante ed eccitato addosso.
“Sirius, sei tutto bagnato!”
“Mh-mh”
“E così non respiro”
“Lo so, faccio quest’effetto”
“Smett- ahhh, dai!” gemette mentre l’altro tornò a baciarlo ovunque.
“Ma io ho cose in mente” Remus si voltò per guardarlo in faccia.
“Scordatele”.
“Non posso, sei nudo” sbuffò, infilandogli poi la lingua fra le labbra.