Ho finito di caricare le mie foto di viaggio in Grecia e Turchia. Le trovate tutte qui:
http://www.flickr.com/photos/lependu/sets/72157619071571439/ (noto nella vista generale che Pammukale occupa giustamente quasi la metà delle foto)
Nel
post precedente però annuciavo la narrazione dettagliata dell'episodio della multa. Eccolo.
Ero nel bel mezzo della Turchia, su una strada che sembrava un'autostrada (quindi nella mia testa 130 kmh) quando una pattuglia mi ferma.
Parlare in inglese è impossibile, ma in ogni caso non è difficile capire il motivo: 118 km all'ora (il valente agente per farmelo capire scrive a penna "118" sul cofano della sua auto. Giuro.) dove il limite è 100. Pazienza, mi dico. Sono in Turchia, sono poveracci pagherò un multa leggerissima. Purtroppo la multa leggerissima si rivela essere di 247 puffbacche turche, ovvero circa 120 euro, non proprio bruscolini.
Mentre prendo la ricevuta pensando "la pagherò quando entrerete in Unione Europea, imbecilli!" leggo la clausola scritta (in inglese) dietro: "gli stranieri, sinché non pagano, si scordano di passare la frontiera". Merda.
Provo a chiedere al valente agente di cui sopra dove posso pagare, o se eventualmente posso pagare a loro. Lui cerca di spiegarmi il posto, e credo di capire che trovo una stazione di polizia in città, 20 km a sud.
Il foglio però diceva che posso pagare in qualsiasi stazione di polizia, e mi riprometto di fermarmi alla prima che trovo.
La prima stazione che trovo lungo la strada è 90 km più a sud. Mi fermo, faccio bancomat ritirando 300 puffbacche. Vado alla stazione di polizia, dove mi indirizzano da "quello che parla inglese", che di inglese probabilmente sa solo la coniugazione del verbo essere all'indicativo presente, ma confondendo sempre la seconda plurale con la singolare. Lui legge la mia multa e assume una faccia preoccupata. Prima mi chiede 200 puffbacche. Poi la sua faccia diventa ancora più preoccupata e parla con versi gutturali al secondo. Poi mi chiede le altre 47. Mi fa cenno di aspettare. Mi spiega che devo pagare la multa 18 km a nord. Io non sono sicuro di avere capito bene, e un dubbio atroce mi attanaglia, quindi chiedo "Eighteen?" "Yes" "Eighty or eighteen?" lui ci pensa e dice "Eighty". Ovvero 80 km, ovvero nel paese dove la multa l'ho presa.
La mia espressione evidentemente lascia trasparire la frase "Paese di merda, polizia di merda, picchiatevele in culo le vostre puffbacche" in modo tale che persino l'epertone di inglese della polizia di Afyonkarahisar poteva comprendere.
Quindi sudando e preoccupandosi comincia a parlare con gli altri e a consultare il computer. Quindi prende la mia multa (il foglietto proprio, intendo), i miei soldi e mi dice qualcosa che suona come "a posto, puoi andare!". Io gli chiedo una ricevuta, lui non fa altro che ripetermi la parola che significa "a posto". Io faccio per andarmene, dubbioso. Dopo che ho fatto qualche metro mi richiama ancora, mi porta da un altro tizio, che con l'ausilio di una magica connessione a internet mi traduce la parola che ripeteva l'espertone di inglese, e la traduce con "extingueshed".
Io sono ottimista, e mi fido della polizia, quindi riparto. Dopo pochi chilometri rifletto: sono un ingenuo, mi fido della polizia turca?? E rifletto sul fatto che ho dato a un poliziotto 247 puffbacche senza ricevuta, e fra due giorni vorrei passare la frontiera e tornare in Grecia.
Mi dico che ormai comunque è fatta, e che al limite dovrò ritirare fuori le puffbacche per passare la frontiera. E comunque mi sento molto stupido e ingannato.
Arriva quindi il fatidico giorno dello sconfinamento. So già che le procedura di frontiera turca sono MOLTO lunghe. Sono quindi alle 7 del mattino al porto di Marmaris, a fare il Check In prima di imbarcarmi. Controllo passaporto, tutto a posto. Controllo libretto della moto. Attendo ansioso. Tutto a posto.
Faccio un bel respiro di sollievo, e mi avvicino al cancello di ingresso per entrare sul "traghetto" (
Questo guscio di noce, ricordo a chi se lo è perso. Ah, 120 euro per due ore di navigazione.) Mi siedo sulla moto e mi metto a leggere, in attesa di imbarcarmi.
A questo punto un tizio della dogana mi richiama dentro, stavolta non al check in comune con gli altri passeggeri, ma direttamente in un fumoso ufficio, come quello dei film (avete presente vero "Fuga di Mezzanotte"?). "Ok, ci siamo", penso. Mi fanno sedere. Sono solo in mezzo a tre persone che fumano. Mi richiedono i documenti della moto. Io mi cago in mano. Mi offrono un the, e a questo punto sono davvero convinto di dover passare un altro paio di giorni in mezzo alla polizia turca. Non si sfugge a un doganiere che ti offre un thé (Chai in turco).
Guardano ancora un po' i documenti e controllano dei dati sul monitor del C.E.P.I.C.S. in dotazione alla polizia turca.
Dopodiché mi chiamano per nome, mi sorridono, mi ridanno i documenti e mi dicono "Arrivederci".
Cioè, non è successo nulla. L'esperto di inglese di Afyonkarahisar non ha speso le puffbacche offrendo birra e troie agli amici, ma ha effettivamente pagato la mia multa.
Incredulo salgo sulla barca per Rodi, e saluto la Turchia.
Finito.