16 agosto 2007
Belgrado è una città immensa, e me ne accorgo quando cerco di uscirne attraversandola tutta. Mi ci vorranno almeno 3 quarti d'ora
La traversata di oggi sulla carta sembrava facile, invece si traduce in un lunghissimo viaggio su una camionale frequentata appunto da camion che rallentano il passo.
Una curiosità: verso sud i cartelli stradali smettono di essere in caratteri latini e cominciano a essere bilingui, o meglio bialfabetici, con le scritte sia in latino che in cirillico. Proseguendo ancora a sud i caratteri latini cominciano a essere cancellati da nazionalisti armati di bombolette spray. Ringrazio il fatto di avere una cognata russa e di conoscere un po' (ma proprio un po') l'alfabeto cirillico, almeno quanto basta per non sbagliare strada.
Mi dirigo verso il sud della Serbia, ai confini col famigerato Kossovo (dove è meglio non entrare) senza una meta precisa, ma con la sola intenzione di vedere alcuni antichi monasteri ortodossi.
Arrivato in zona mi rendo conto che sono troppo stanco per passare ancora del tempo a visitare monasteri, ho macinato troppi chilometri.
Mi dirigo quindi verso quella che sembra essere una località turistica montana, il parco naturale di Kopaonika (mai sentito).
Curioso che i parchi naturali nel sud della serbia siano preservati costruendovi un impianto sportivo enorme e tante tante piste da sci.
In ogni caso lì trovo un monolocale a 20 euro a notte, e posso riposarmi un attimo passeggiando per i boschi.
Il programma è trascorrere il 17 a vedere i monasteri e partire il 18 per Sarajevo.
Contachilometri all'arrivo: 53047
17 agosto 2007
Visito nell'ordine i monasteri di Studenica e Sopoćani, di cui ho scoperto l'esistenza leggendo la lista dei patrimoni dell'Umanità dell'Unesco.
Sono entrambi molto simili, due piccoli monasteri ortodossi, persi sulle montagne balcaniche, e abitate da Pope con lunghissime barbe e sempre sorridenti. Purtroppo non sono riuscito a far loro una foto decente.
I monasteri sono molto simili, entrambi del XIII secolo, spersi in mezzo al verde e ai monti. Per me è curioso vedere alcuni aspetti del cristianesimo ortodosso, una delle religioni di cui so molto poco. In ogni caso adoro la barba dei Pope che mi ricorda quella degli ZZ Top. Dubito diventerò mai ortodosso, ma nel caso sappiate che lo farò solo per avere una scusa per portare una barba simile.
La sera torno nel mio appartamento nel parco naturale, e faccio il madornale errore di prendere una pizza da asporto. Vorrei sapere che formaggio di merda ci mettono sopra.
18 agosto 2007
Attraverso i Balcani con destinazione Sarajevo. Consumo tutti i miei dinari serbi mettendo nella moto quella che sembra essere la benzina giusta per arrivare poco dopo il confine, dove avrei potuto fare un pieno o prelevare, magari con la carta di credito. Invece al confine non prendono euro, non prendono carte di credito, non c'è possibilità di prelevare. Attraverso lo stesso il confine ed entro in Bosnia.
O meglio, il doganiere mi fa presente che non mi hanno timbrato l'ingresso sul passaporto e dovrebbero incarcerarmi. Poi, vedendo la mia faccia basita (F4) mi timbra l'uscita e non fa altre storie. Mi aspettavo fosse un trucco per farsi pagare una tangente invece no.
Una volta attraversato il confine, scopro che la città più vicina ove fare benzina è a 35 chilometri, giusto al pelo della riserva. Quindi ovviamente sbaglio strada allungando di 15 chilometri.
Per evitare di tornare in Serbia e affrontare i doganieri che non timbrano i visti, mi spingo in quella che rischiava di essere *il problema* del viaggio 2007, ovvero il rimanere senza benzina in mezzo ai Balcani.
Spengo il motore della moto, approfittando della discesa, e incrocio le dita. Immagino che la vista di 300 chili di moto + guidatore lanciati silenziosamente per le stradine balcaniche sia uno spettacolo interesante per chi mi vede, e tiro dritto.
Arrivo alla città, che mi pare si chiami Visengrad, e tiro un respiro di sollievo. Posso proseguire attraverso gli splendidi panorami balcani, alla volta di Sarajevo (anzi, di Сарајево. Cosa dicevo rigardo il conoscere il cirillico?)
Arrivo a Sarajevo dall'alto, attraverso le magnifiche gole balcaniche. La vista della città è meravigliosa.
Nelle poche ore trascorse nella città, me ne innamoro totalmente. E' una città profondamente multietnica e multiculturale, ed è un valore che sembra non voler perdere nonostante la guerra che l'ha devastata. C'è pieno di moschee, fondamentalmente è una città islamica in mezzo a cultura europea, ma in centro città trovano tranquillamente spazio antiche chiese cattoliche, ortodosse e sinagoghe.
Inoltre è una città di montagna, sviluppata in orizzonatale a seguire una vallata, e con un piccolo fiume che scorre al centro.
Non c'è tutto sommato molto da vedere, ma di sicuro merita un'occhiata il ponte sul quale fu ucciso l'arciduca d'Austria Francesco Ferdinando, scatenando la prima guerra mondiale.
Oggi sappiamo che quella fu solo una scusa, che la guerra era pronta a partire già d aun po' e si attendeva solo il la. E' in ogni caso impressionante pensare che la morte di un uomo ha causato quella di circa 15 milioni, ovvero la guerra più sanguinosa che si ricordi.
Fra i luoghi di Sarajevo che visito c'è anche una moschea, dove si possono vedere altri segnali della guerra che c'è stata, accanto al divieto di entrare con un gelato o con un cane.
Contachilometri all'arrivo: 53635
In albergo (i campeggi scarseggiano, ma gli alberghi costano una ventina di euro, trenta al massimo) faccio un incontro con un gruppo di italiani, in vacanza sulla costa croata, che hanno fatto un incidente con la macchina e si devono fermare lì, cercando qualcuno che parli il bosniaco. Il propietario della macchina è convinto che, grazie al suo antifurto satellitare, esista il filmato dell'incidente registrato dal satellite. Ciò mi sorprende.
Prossima meta: costa croata.
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