Di là dall'acqua - Seconda Traccia

Feb 04, 2008 16:02

15 agosto 2007

Lascio Zagabria in un nebbioso mattino, e mi avventuro verso Belgrado, lungo l'Autostrada della fraternità e dell'unità*, che già conoscevo grazie(?) al precipitoso epilogo del viaggio precedente



Ah, una piccola divagazione.
Registrandomi nell'albergo di Zagabria, mi sono accorto di non trovare più la carta d'identità. Poco male, perché con me avevo il passaporto, e, dal momento che in ogni fottuto viaggio che faccio mi deve succedere qualcosa, ho registrato l'evento come "L'incoveniente del viaggio 2007" dicendomi pure "Per fortuna quest'anno è stato poco grave, ed è avvenuto subito, così sto tranquillo per il resto del viaggio.
Giusto per far stare tranquilli anche voi, vi dirò che la mia carta d'identità è rimasta nel campaggio di Parenzo, che interpellato telefonicamente ha negato di possederla, ma me l'ha spedita a casa un mese dopo (quando avevo già fatto denuncia di smarrimento, ma per fortuna non avevo ancora fatto la carta nuova)

Dopo un po' abbandono l'autostrada per vedere un po' di campagna.
Incrocio quindi prima i segni della guerra, che il mio intento voyeristico bramava, quindi il Danubio, ovvero quella che per me è l'aorta d'Europa, come già spiegai altrove.







Attraverso il Danubio ed entro in Serbia.

La prima tappa, solo di passaggio, è Novi Sad, cittadina di cui non so nulla, so solo di aver sentito spesso quel nome nelle cronache di guerra.
Mi aspetto di vedere una tetra città industriale, invece c'è un bel centro, una larga piazza e una chiesa, e una collina al di là del fiume con qualcosa che sembra interessante, ma non ho il tempo di vedere.
Quello che doveva essere un "attraversare la città stando sulla moto" diventa un'oretta circa di sosta, e mi spiace non averla visitata un po' meglio.

A Novi Sad inoltre becco la famigerata Cow Parade, che ho beccato almeno una volta in tutti i viaggi che ho fatto. Ormai sono convinto che quelle fottute mucche dipinte mi stiano seguendo, le sogno di notte.



Di nuovo in strada normale verso Belgrado.
Poco prima di Belgrado trovo un piccolo campeggio lungo il Danubio, e mi piazzo lì.

Contachilometri all'arrivo: 52736

Il primo impatto con Belgrado avviene in campeggio, con un tizio al bar sulla cinquantina con baffoni a manubrio che insiste nell'offrirmi da bere e a tentare di parlarmi italiano. Per dimostrarmi di essere padrone della mia lingua**, bestemmia in italiano, che non è una cosa che io apprezzi particolarmente. Con lui si parla di caschi e di aerei ultraleggeri, il suo nome mi pare sia Dragnev.

Belgrado non è brutta, almeno il centro. Che in realtà non è al centro ma a nord est della città. O meglio, forse al centro c'è una zona commerciale, ma il turismo e il "bello da vedere" è a nord est, dove c'è un grosso parco/castello che concettualmente mi ricorda un po' Lisbona con una splendida vista sull'incontro fra i due fiumi (il Danubio e la Sava) caratteristici di Belgrado (detta anche "La città dei due fiumi")




Nel parco c'è una mostra di armi e carri armati recenti, i turisti vengono portati a spasso su una camionetta militare, la guerra in pratica qui diventa motivo di turismo.
Mi colpisce molto il fatto che si vendano immagini di Tito, e più in generale Tito sia molto rimpianto. Per dire, a Sarajevo scoprirò che una caserma è dedicata a Tito, fatto che troverei inconcepibile in qualsiasi altro paese che sia stato sotto un dittatore e che ora sia in "democrazia" (e penso ad esempio alla Spagna, o al Portogallo)

In ogni caso il nome di Tito spunta un po' ovunque, come anche il simbolo della stella rossa



Nel frattempo i vecchi serbi giocano a scacchi nel parco.



L'impressione che mi da' Belgrado è simile a quella lasciatami da Zagabria: città interessante, ma nulla che valga la pena di spenderci più di una mezza giornata. Temo che questo sia un po' il leit-motiv di questa vacanza: in effetti città come Praga e Budapest non me ne restano più molte da vedere.

* si chiama davvero così, l'ha costruita Tito nell'immediato dopoguerra. L'ho scoperto leggendo la scheda de "Il tempo dei Gitani" su wikipedia. Peraltro, devo vedere quel film.
** attendo stupidi dirtyquoters che assoceranno questa frase e la mia breve descrizione ad altri noti personaggi coi baffi a manubrio

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