The Actor

Apr 22, 2014 14:30

Titolo: The Actor
Fandom: Kpop: VIXX
Personaggi/Pairing: Ken || mention of Kenbin
Rating: Giallo
Conteggio Parole: 792
Avvertimenti:  slash, suicide, may be triggering
Note: Era troppo tempo che non scrivevo angst e mercoledì scorso mi è capitata giusto giusto l'ispirazione adatta... Il narratore onniscente di questa fanfiction è particolare, ma penso capirete presto chi è. Devo "ringraziare" il film Storia di una ladra di libri, da cui ho preso l'idea per il narratore. Il resto, purtroppo per voi, è tutto farina del mio sacco. Ero un po' in dubbio se mettere o no il finale in quel modo, ma alla fine ho deciso di lasciarlo. Perché... sì, mi dispiaceva non farlo. Forse non era necessario, ma a me sembrava più completa così.



Il mio mestiere mi ha sempre dato modo di osservare gli esseri umani in tutte le loro sfaccettature, di poter intuire i loro segreti… e così ho fatto anche per Lee Jaehwan, osservandolo da quand’era un bambino ad adesso. Il main vocalist dei VIXX è un ragazzino che ha fatto tanta strada ed è cambiato molto.
Un ragazzino a cui è stato fatto capire, con modi più o meno dolci, che la sua stessa vita doveva essere una menzogna. È diventato due volte attore: attore con i suoi amici e compagni… e attore con il suo pubblico.
Jaehwan era forse più bravo a fingere di essere Ken e… beh, Jaehwan, che a cantare. Anche se, di recente, tutti potevano vedere come la mancanza di sonno e la pressione della vita da idol facessero incrinare anche le maschere di un così bravo attore.
L’allegria tipica di Ken, appena finiva lo spettacolo, sfumava via. Anche i sorrisi ai fan meeting ed ai meet&greet si facevano più rari, sempre più accennati e nient’altro ricordava il ragazzo che era sul palco a cantare poco prima.
Jaehwan non riusciva più a dare l’impressione che Ken sorridesse dal cuore, perché era troppo preso a fingere di essere quel Jaehwan che tutti volevano il resto del tempo.
E nessuno voleva qualcuno che amava un altro uomo in quel mondo. Non c’era spazio per quella possibilità, semplicemente. Per nessuno era corretto moralmente, per nessuno lui aveva il diritto di amare. Aveva sentito tante volte sulla propria pelle il disprezzo che ciò causava e si era ripromesso di non farlo mai vedere nessuno, che quel Jaehwan avrebbe sempre finto, fino alla morte.
Tutti sembravano invece amare quel finto Jaehwan, tutto scherzi e One Piece, un po’ narcisista, e Jaehwan si era adattato sempre di più a mostrarlo, tanto da illudere una ragazza tanto dolce quanto bella di esserlo davvero.
Eppure, quando si era dovuto separare da lei, aveva capito che forse era meglio così, che almeno non l’avrebbe illusa e basta, perché nel suo cuore sarebbe rimasta solo una migliore amica, niente di più.
E poi c’era un sorriso, nel frattempo, che distruggeva sempre più velocemente il finto Jaehwan, scoprendo il vero, anche se per pochi istanti.
E Jaehwan aveva capito che il ragazzo che aveva quel sorriso così bello non avrebbe mai, mai, mai dovuto vedere il vero Jaehwan, o non ci sarebbe più stato. Sarebbe svanito tra le risatine e gli scherzi, senza guardarsi indietro.
Così, Jaehwan aveva deciso di continuare ad essere un bravo attore ed a mostrare quei sorrisi, che però talvolta erano troppo incrinati per poter essere credibili. Aveva deciso di continuare a lavorare su Ken, senza rendersi conto che il tempo in cui era davvero Ken, e non un miscuglio delle parti interpretate e dell’attore stesso, si riduceva ogni giorno di più.
Era stato proprio Hongbin a fargli notare che non sorrideva più come prima, né come Jaehwan né come Ken, con uno sguardo preoccupato, quasi un invito a confidarsi, perché Hongbin era certo di poterlo capire, fin dall’angolo più profondo della sua anima.
Jaehwan sapeva invece la verità. Sapeva che c’era un segreto che era sepolto e che tale doveva rimanere, fino alla fine dei suoi giorni.
Non si rese conto di aver iniziato ad agognare quel momento, a sperare che arrivasse presto. Non davvero, almeno. Realizzava che c’era qualcosa di strano nei suoi pensieri, ma non riuscì ad accettare razionalmente cosa, fino a quando non si trovò ad osservare lo spettacolo della città illuminata dalle luci della notte dal tetto del dormitorio dei VIXX.
Solo allora una parte di lui realizzò che tutte quella parti erano troppe e troppo pesanti, che in ogni caso non sarebbe riuscito a mantenerle. Ed a quel pensiero, si lasciò cadere. L’aria che gli sfiorava i capelli mentre si avvicinava alla sua fine gli sembrò quasi liberatoria.
Quando l’ho baciato, l’ho sentito chiaramente sussurrare il nome di Hongbin e mi sono sentita un po’ in colpa. Il bacio che desiderava di più non l’avrebbe mai potuto avere, avrebbe dovuto accontentarsi del mio.

Mi hanno sempre detto che sono una portatrice di distruzione ed anche stavolta hanno avuto ragione. Però, col senno di poi, dovrebbero dire che se Hongbin ha cantato canzoni in grado di far piangere interi stadi, magari un po’ di merito l’ho avuto anch’io. Ed un altro po’, la maggior parte, va invece a quei sentimenti che aveva scoperto troppo tardi.
Ho potuto sentire tutto il suo rimpianto quando, su quel letto d’ospedale, tanti e tanti anni dopo, ho poggiato labbra sulle sue. Ma alla fine, non sono i primi e non saranno gli ultimi a provare sentimenti simili, anche quando mi incontrano, ma io ricordo sempre le storie di tutti quelli che sono finiti così.

centric: ken, paring: ken x hongbin, fandom: vixx

Previous post Next post
Up