Titolo: If no one’s on your side, I’ll embrace you
Fandom: Kpop: BAP, Secret
Personaggi/Pairing: Yongguk, Jieun || Bangsong
Rating: Verde
Conteggio Parole: 646
Avvertimenti: slice of life
Note: Sinceramente nella mia mente me l'ero immaginata migliore. Non mi convince come dovrebbe, anche se so che nella sua semplicità e nel livello di intimità che volevo dare a Jieun e Yongguk me la sono cavata. In quello ho ottenuto il risultato che volevo o quasi.
P.S. Vi presento Foxy, la mia fanfiction fox. Era troppo carina e volevo usarla per qualcosa e mi serviva una userpic versatile. Quindi ecco la soluzione.
Le luci nel dormitorio erano spente quella sera. Yongguk passò le prime stanze senza fare troppo caso a questo dettaglio. La stanchezza che sentiva ora che la scarica d’adrenalina era terminata lo lasciava senza alcun tipo di forze ed il fatto di dover passare quella serata da solo perché Youngjae e Daehyun avevano il recupero di una lezione di canto, Junhong e Jongup avevano la loro solita lezione di danza ed Himchan era rimasto a perfezionare la coreografia, non gli dava più fastidio come prima. Yongguk sarebbe voluto rimanere con Himchan, ma aveva ceduto, perché dire di “no” ad Himchan era impossibile, e se ne era andato.
Ed ora Yongguk voleva ringraziare Himchan con tutto se stesso, perché sentiva gli occhi pesanti e si rendeva conto di stare trascinando le gambe. Si fermò improvvisamente quando notò la luce fuoriuscire da sotto la porta della camera propria e di Himchan.
Si avvicinò nel modo più silenzioso possibile alla porta, appoggiandoci l’orecchio. L’unico suono che proveniva dall’interno era qualche sospiro occasionale. Yongguk si corrucciò appena, domandandosi chi potesse essere, ed aprì la porta.
Song Jieun era lì, davanti alla finestra. I suoi capelli erano sistemati in una coda bassa ed indossava solo una tuta che probabilmente l’aveva accompagnata per tutta la giornata. Yongguk sorrise istintivamente, trovandola comunque bellissima. Si avvicinò a lei e l’abbracciò forte, poggiando la testa sulla sua spalla. Le mani di Jieun si appoggiarono sulle sue e la ragazza accennò un sorriso dolcissimo.
“Non mi chiedi come sono entrata qui?”
“Uh..”
Jieun rise, ma Yongguk sentì qualcosa stringergli il petto. Non era la solita risata di Jieun, quella che era in grado di fargli sentire come qualsiasi peso che lei avesse avuto nel petto fosse scivolato via, questa risata gli faceva sentire che il peso era ancora lì, deciso a non muoversi. Yongguk la strinse più forte.
“Himchan mi ha lasciato le sue chiavi. Mi ha detto che rientrerà tardi stasera e che non devi aspettarlo sveglio. Tornerà con Jongup e Junhong.”
Yongguk annuì e la strinse di più, accarezzando quel corpo che in quel momento gli sembrava così fragile.
“Jieun, è successo qualcosa?”
Jieun chiuse gli occhi, appoggiandosi totalmente al corpo dietro il suo. Rimase in silenzio per qualche istante, ma a Yongguk non sfuggì come il suo petto avesse iniziato ad alzarsi ed abbassarsi più velocemente, come le sue labbra si schiudessero spesso come se volesse dire qualcosa ma non ci riuscisse.
“Le Secret… non vanno, Yongguk. È colpa nostra?”
Yongguk osservò quegli occhi che tanto amava aprirsi, lucidi e pieni di tristezza, e Yongguk immaginò subito le parole dure che la sua ragazza, Hyosung, Sunhwa ed Hana avevano sopportato durante quel giorno e nei precedenti, i gesti pieni di rabbia, come se quello che stava succedendo fosse colpa loro e non di chi avevano intorno.
Perché Yongguk aveva capito abbastanza come funzionava, ormai, nonostante fosse entrato in quel mondo relativamente da poco: il successo non era tuo, era di chi faceva le cose per te, fosse partecipare alla scrittura di un testo o organizzare la tua schedule; ma i fallimenti erano tuoi.
Jieun singhiozzò tra le sue braccia, nascondendo il viso nel suo petto. Yongguk cercò qualcosa da dire, cercò qualcosa che potesse dare a Jieun almeno un po’ di conforto, come era riuscita a fare tante volte lei per lui. Grazie a lei aveva accettato i lati più oscuri di quel mondo che dall’esterno sembrava perfetto, ma ora l’unico modo che trovava per riuscire ad aiutarla era stringerla tra le proprie braccia, baciarla più volte, asciugare le sue lacrime.
“Andrà tutto bene, vedrai. Ci sono io. Ti amo, Jieun.”
Yongguk si rese perfettamente conto che quella frase così romantica non poteva cambiare le loro vite soltanto, figurarsi il mondo in cui vivevano , ma sapeva che Jieun avrebbe sentito cosa c’era dietro ad ogni parola, ad ogni oscillamento della sua voce.