Ignos Narus

Aug 03, 2007 15:34


Sottotitolo: Guh???

Ultimamente sto riempiendo i miei momenti oziosi con la lettura di Danse Macabre di Stephen King, saggiamente consigliatomi da Jean Genie. Ho trovato particolarmente divertente il settimo capitolo, dedicato ai "Film d'orrore come porcheria". Tra una risatina da stronzetta e l'altra, mi imbatto in questa frase:

"E non dobbiamo dimenticare Swarm, lo sciame che uccide di Irwin Allen, e il suo cast pieno 
di Facce Note. Ecco un film che riesce a far meglio di Profezia: sembra che siano
stati spesi novantotto dollari, ed è costato dodici milioni."

Ora immaginatevi questa scena. Non è andata proprio così, ma immaginatevela lo stesso. Ridendo chiudo il libro di King. Vedo la Guida Tv sul tavolino. Mi chiedo "Chissà cosa fanno stasera?", la apro e - TADAAAAN - cosa leggo per la serata di giovedì 2 agosto 2007?
Ok, non era Swarm, era Swarm II. Potenzialmente ancora meglio, però, no? Cioè, se nove volte su dieci il sequel di un film tutto sommato buono risulta più gradevole da sciropparsi solo rispetto ad un'epidemia di peste e poche altre cose, COSA poteva essere il sequel di un film che si beccava una simile definizione? COSA?
Non potevo semplicemente perdermelo, così ieri sera mi sono sintonizzata. Dopo cinque secondi ho capito che avevo il dovere morale di condividerlo con tutti voi che non l'avete visto. 
Nella migliore tradizione dei film "pop corn sì, cervello no", il film si apre con una scena topica, di quelle che ti fanno capire subito chi sono quelli da odiare, anche se ti sei perso i primi scambi per andarti a prendere qualcosa da bere. Un manipolo di visi pallidi dotati di immancabili pistolazze cariche minaccia un capo tribù del Guatemala che pare impagliato. Vogliono sapere dov'è una cosa particolare che potrebbe salvare l'umanità ma potrebbe anche condannarla alle pene dell'inferno. Che suspance, tenendo conto che il titolo del primo film era "lo sciame che uccide"... insomma, è la classica scena dell'indio saggio che cerca di mettere in guardia l'occidentale imbecille. D'accordo, spesso lo siamo, ma perché marciarci sopra in questo modo? Spassosissima, comunque la presenza di un traduttore capo indiano - inglese, inglese - capo indiano. Soprattutto perché, quando il super cattivo (Schroeder o qualcosa del genere... dev'esserci una regola non scritta per cui se il cattivo non ha un nome vagamente teutonico, non è un vero cattivo) prende un povero ragazzino indifeso e gli punta la pistola in testa per costringere il grande capo ad accontentarlo (suspance, vero?), interviene un villico x del villaggio... rispondendo in perfetto inglese "Vi accompagno io". XDD Ma a che cavolo serviva il traduttore se gli indios capivano perfettamente la lingua dei Cattivissimi?
Segue una sequenza da Indiana Jones dei poveri: l'indio acculturato li scorta dentro la giungla fino a una mirabile costruzione che racchiude il vaso di Pandora. Due cavie ci restano, a causa dei trabocchetti, MA il losco piano dei Cattivissimi va in porto. Li ritroviamo infatti a pagare un camionista perché faccia passare una misteriosa cassa al di là del confine con il Messico. Il rude camionista, oltre ai soldi, vuole assolutamente avere un ciondolo d'ambra che il Cattivissimo Schroeder aveva fregato al capo indiano (che, essendo imbalsamato, non poteva certo riprendersi). Si sa che i rudi camionisti sono sempre molto sensibili al fascino della bigiotteria.
Al confine col Messico finalmente entrano in scena anche i buoni. Prima lui, dopo lei. Lui è un entomologo (ogni volta che qualcuno lo definisce così, qualcun altro si premura di chiarire al pubblico che "entomologo" significa "che studia gli insetti". Ehy, lo sappiamo! Non siamo tutti americani!), e ovviamente è molto lontano dall'essere l'idea platonica di entomologo che uno potrebbe avere. Secchetto, occhiali a Filini... no, no, 'sto qui è un pezzo di Marcantonio fashion, e le sue mani le immagini intente a far altro che prendere per le zampette gli scarrafoni. Lo vediamo intento a correre per la giungla come se fosse una pubblicità dell'Invicta. Poi scopriamo che è stato assunto dal sindaco di una cittadina messicana per scongiurare un'epidemia di malaria (vedete, stronzi? Vedete che potere hanno gli entomologi?), e quel suo agitarsi come se fosse stato inseguito da un branco di leonesse in realtà era il suo modo di monitorare la situazione. Se non altro sappiamo che quei bicipiti non se li è fatti regolando il microscopio.
L'entomologo (mi spiace, non ricordo il suo nome) è amico del capo della polizia locale, ma non del sindaco, classico rappresentante del politico viscido e dalla mentalità limitata. E' vero che l'entomologo, col suo magico operare, ha fermato l'epidemia di malaria, ma ha aumentato il numero di zanzare, e questo infastidisce la popolazione, che va a lamentarsi dal sindaco (non le do torto). Lo scambio tra i due è degno delle Comiche:

- Sindaco, ho dovuto aumentare il numero di zanzare per introdurne una quantità sterile che bla bla bla.
- D'accordo, ma adesso ci sono troppe zanzare. Come facciamo?
- I pipistrelli mangiano le zanzare. Aumentiamo il numero di pipistrelli.

Questi entomologi ne sanno una più del diavolo! XD
Giustamente il sindaco lo manda al diavolo e lo licenzia. 
Arriviamo alla Lei del film: è una giornalista che sta seguendo una pista di trafficanti di droga, e guardacaso si trova sulle tracce dello stesso camionista con un debole per i ninnoli. Peccato che questo camionista, superato il confine messicano, faccia un incidente che gli rovescia il camion. Il poliziotto intervenuto dà un'occhiata al carico e, non si sa perché, sente l'irrefrenabile bisogno di aprire PROPRIO la cassa che non doveva essere aperta. Voglio dire, non era l'unica! Perché PROPRIO quella? Comunque lo fa e il vaso di Pandora si apre. Il povero poliziotto muore, punto a morte dalle vespe assassine che, ormai libere, sciamano non si sa bene dove a portare distruzione. Quando la giornalista arriva, non può far altro che denunciare l'accaduto. Fortunatamente per la sua vita sentimentale, al suo richiamo accorre anche l'entomologo. E si sa che un cadavere pieno di bozzi è l'ideale per far scoccare una scintilla.
Nella cassa che aveva contenuto le vespe è rimasto solo il nido. L'entomologo se lo porta a casa e comincia a studiarselo e - orrore! - riferisce preoccupato al suo amico poliziotto: "Ma queste non possono essere vespe normali!"
Ora, a parte che io un nido di vespe normali grande più di una cassa toracica non l'ho mai visto - ma io non sono un'entomologa, del resto - non ho neanche mai visto delle punture di vespe normali che possono lasciare dei bugnoni come quelli che c'erano sul cadavere del povero poliziotto immolato dagli sceneggiatori. Grandi più di palline da golf... una volta una vespa mi ha punto e il dito sì, mi si era gonfiato, ma se mi si fosse gonfiato così tanto avrei chiamato probabilmente un esorcista!
Dopo la mirabile intuizione che ci siano in ballo esserini fuori dalla norma, l'entomologo e la giornalista cominciano a flirtare e a scambiarsi informazioni. Ma il bieco sindaco, preoccupato solo di guadagnare, non accoglie la richiesta saggia dell'entomologo di sospendere le prossime festività, che avrebbero portato turisti nella cittadina. E solo perché il capo della polizia rompe le palle, si decide a chiamare dei rinforzi (qualunque cosa significhi questo). E chi ci troviamo davanti? I Cattivissimi, che non stavano aspettando altro che ricomparire in scena per portare a termine la seconda parte del piano. Sotto mentite spoglie, fanno finta di spargere sostanze insetticide, invece in pratica attirano le vespone (che nel frattempo si è scoperto operano in stile Alien, lasciando le uova dentro il corpo del poveretto che beccano. Uova che poi maturano fino a che un nuovo sciame che, con un buco nella panza, si fanno strada verso l'esterno. Altro che il morso degli zombie...) proprio sulla folla. Sembra il disastro, anche perché la giornalista viene punzecchiata, ma il nostro entomologo non era lì. Era in una chiesa ad ascoltare un sacerdote blaterare di Cortez e di una maledizione (che novità!) che spiegherebbe il perché di quelle vespe. Uso il condizionale perché in realtà non ho capito il discorso che hanno fatto. Ma forse è perché mi sono bloccata davanti a questo dialogo (era più o meno così):

[il sacerdote nota il ninnolo di ambra che, per vie traverse, è passato dal collo dello sfortunato camionista a quello dell'entomologo]
Sacerdote - Ehy, ma c'è una scritta in latino...
Entomologo - Io con il latino me la cavo. C'è scritto... ignos narus. (N.B. "ignos" letto all'inglese, con la G e la N separate)
Sacerdote - Ignos narus?
Entomologo - Vuol dire "fuoco nero"

'Sto cazzo. 
Inizialmente mi ero chiesta come mai un indio del Guatemala avesse un ninnolo con un'incisione in latino (non sa l'inglese e sa il latino??). Poi ho capito che in realtà il latino con questo film non c'entrava niente. Ignos narus non è più latino di ghrlsubj grbishjgf. Porca miseria, erano due parole, cosa poteva costare allo sceneggiatore aprire un dizionario di latino e COPIARLE giuste? Dite che lo sforzo per cercare "entomologo" l'avrà fiaccato? Può darsi.
Va beh, insomma, i Cattivissimi hanno scoperto che il veleno delle vespe può uccidere o rendere immuni a tutte le malattie. Ovviamente la percentuale più alta è di chi ci resta, ma vogliono trovare il fortunatissimo che invece resisterà. E indovinate chi è che viene punzecchiata e poi riesce a rialzarsi in piedi? Ma ceerto, lei, la giornalista! Così Schroeder la rapisce e poi ordina ai suoi scagnozzi di uccidere l'entomologo. Cosa che non riescono a fare, ovviamente, però ce la fanno a mandare all'inferno il buon capo della polizia. Dieci a uno che gli mancavano pochi giorni alla pensione. 
Arriviamo al finale: in una grotta al centro della terra, Schroeder ha portato la bella giornalista non si sa bene per fare cosa, ma ha bisogno di prendere la vespa regina. L'entomologo sopraggiunge, incazzato nero. C'è una collutazione e riesce ad appropriarsi della cassetta che contiene la povera regina. Allora il vile Schroeder punta una pistola contro la giornalista, snocciolando poi il solito monologo in cui il cattivo espone le sue ragioni deliranti, per permettere al buono di venirsene fuori con frasi tipo "Tu... tu sei pazzo!" o roba del genere. Nessuno si ferma a pensare che uno che sta dicendo "Questa ragazza è la portatrice sana, è la cosa più preziosa del mondo per me" non sparerà MAI alla suddetta ragazza, per cui quella pistola alla tempia non dovrebbe fare la minima paura, ma gli entomologi vedono più in là della gente normale. Cerca di liberarla e ci riesce, anche se beccandosi una pallottola sul braccio (ah, le solite ferite marginali che fanno così sexy!). Schroeder finisce in fiamme e un'invasione di simpatici pipistrelli irrompe nella grotta per cibarsi di tutte le vespe killer. Che simpaticoni!
Sembra tutto risolto, MA... il film si chiude circolarmente, con un nuovo branco di Cattivissimi che ritorna alla ricerca delle vespe killer nello stesso tratto di giungla del Guatemala. Notare il dettaglio che qualcuno - non si sa chi, visto che gli indios temono di avvicinarsi a quel posto - ha risistemato le trappole.
Forse è stato l'ignos narus, qualunque cosa sia.

tv oppio dei popoli

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