[Amleto/Orazio] My Sweet Prince

Aug 01, 2011 11:22

Nota 1: Non so da quali meandri del mio cervello provenga ciò. Ho cominciato a scrivere le prime tre-quattro righe mentre studiavo Teoria e studio Comparato della Letteratura (ovviamente *rolls*) e ieri ho scritto il resto. Come non mi succedeva da anni, il pov è ballerino e passa senza preavviso da quello di Amleto a quello di Orazio, ma per correggerlo dovrei riscriverlo tutto e mi pesa il culo ma ci sono alcune espressioni che mi piacciono molto e che dovrei eliminare in base al PoV che deciderei di tenere, quindi pazienza. Sono ancora lontana dal risultato che vorrei ottenere, ma insomma, è la prima volta che scrivo di uno dei miei OTP in assoluto.

Nota 2: il titolo ha valore ambivalente. Orazio chiama effettivamente Amleto "My Sweet Prince" (e qualcuno ha ancora dubbi sul fatto che non fosse innamorato perso?) e questa roba è stata partorita ascoltando in loop "My Sweet Prince" dei Placebo. Mi chiedo come ho fatto a vivere 23 anni e mezzo senza amare&venerare la voce di Brian Molko. E sì, prima o poi scriverò una fic in cui Amleto si fa pesantemente di qualche droga e nel frattempo medita sui metafisici concetti dell'essere o non essere. E sì, Shakespeare risorgerà dalla sua tomba e vorrà la mia testa, ma non ci sarà nessun figlio devoto a recuperarla u.ù

Nota 3: Tutto falso! Falsissimo! Amleto era perdutamente innamorato di quella stronza di Ofelia e non era assolutamente omosessuale. Meno che mai passivo! (o almeno, così dicono le fonti ufficiali).

Okay, le note sono più lunghe della fic stessa. Se dopo questa noiosa premessa avete ancora voglia di leggere, seguite il Bianconiglio dopo il cut ^^ E fatemi sapere ^^ (siate clementi, è la mia prima ficcy!!!!centoundici!!!!!! cit. BM random di EFP)


My sweet prince.

Ci sono momenti in cui Amleto sembra così fragile che Orazio ha paura di abbracciarlo. Momenti in cui suoi occhi sono dolore e veleno, spenti e vuoti al punto che lui non sa come fare per riportarlo a sé.
Appartiene ad un altro mondo, ma torna sempre a rifugiarsi fra le sue braccia, a chiedergli un appiglio alla realtà che finisce per realizzarsi in un bacio rubato e nascosto dalle tenebre della notte.

Solo Orazio è in grado di vederlo davvero.

L'anima nuda del principe, graffiata e sofferente, può guarirla solo lui.

- Ci sono io, mio dolce principe. - gli sussurra quando lo sente piangere di notte. Lo stringe a sé e gli accarezza i capelli, mormorando che andrà tutto bene.

Solo Orazio conosce ogni cicatrice sulla pelle di Amleto: quelle invisibili, graffi che il principe si procura da solo nel tentativo di risalire l'abisso nel quale è precipitato.

I baci che si scambiano non sono più d'amore, ad Orazio sembra di raccogliere il veleno delle ferite di Amleto quando gli sfiora le labbra o la pelle con la punta della lingua.

Il sesso è il bisogno urgente di Amleto di unirsi a qualcuno che lo ami davvero e che gli sia devoto come pochi lo sono in quel paese corrotto. Orazio può sentire il cuore del suo principe battere a ritmo calmo e regolare quando si spinge dentro il suo corpo, nonostante i respiri affannosi e le parole smozzicate che restano sospese nel vuoto.

Sembra perdere coscienza per qualche attimo, Amleto, mentre l'orgasmo gli tende i muscoli e chiude gli occhi e stringe i denti, quasi non volesse farsi sfuggire dal corpo quel piacere intenso.

Orazio osserva il suo corpo inarcarsi e passa un dito sul profilo dell'amante, tracciandone delicatamente i contorni, baciandogli la fronte e gli occhi socchiusi.

Dopo, placato il bisogno di calore, Amleto cerca il suo corpo e le sue braccia per lasciarsi avvolgere dall'unica persona che lo ami veramente e che mai oserebbe tramare alle sue spalle.

- Orazio... - sussurra dolcemente, fissandolo con i suoi occhi grigi.

- Mio dolce principe... - risponde lui, lasciando che Amleto gli morda delicatamente le labbra con i denti.

- Posso fidarmi di te, vero? Sei l'unica cosa sana che mi è rimasta.

In mezzo a quel mondo marcio, Orazio è l'unica luce in grado di farlo respirare, di guidarlo affinché non si perda in quel labirinto fatto di incubi e parole di vetro.

- Potete fidarvi, principe. Non vi tradirei mai, lo sapete.

- Giuramelo! - la voce di Amleto si fa dura ad un tratto. Gli stringe le spalle con le mani e lo costringe a guardarlo dritto in viso, scrutandolo come se non lo conoscesse, come se non sapesse davvero se fidarsi dell'amico.

- Ve lo giuro sulla mia vita, principe.

Solo quel giuramento ha il potere di tranquillizzare Amleto, che poggia di nuovo la testa sul cuscino, cercando di prendere sonno, mentre Orazio gli accarezza dolcemente i capelli.

- Dormite adesso. Ci sono io qui con voi.

Ed è incredibile quanto sembri indifeso, Amleto, mentre dorme. Solo Orazio sa e vede, soltanto a lui è concesso conoscere quanto di più segreto c'è nel cuore di Amleto, compresa la sua fragilità, che per nulla si addice all'uomo che un giorno governerà lo Stato di Danimarca.

Orazio è lì, veglia sul suo principe, controlla che il suo sonno sia tranquillo e che nessuno osi turbarlo. Poi, quando è certo che Amleto stia dormendo, si distende accanto a lui e gli stringe una mano, prima di concedersi un po' di riposo.  
Non ti lascerò andare, mio principe.

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