Titolo: Many Aspects
Autore:
GillianGenere: Romantico, Fantasy, Drammatico
Personaggi: Frodo Baggins, Samwise Gamgee, Lord Elrond Peredhil, Gandalf The White, Legolas Greenleaf, Gimli son of Glóin, Bilbo Baggins, Peregrin ‘Pippin’ Took, Meriadoc ‘Merry’ Brandybuck, personaggi originali (non tutti compaiono in tutti i capitoli, anzi)
Pairing: Sam/Frodo
Rating: NC17
Capitolo: 1(parte quarta)/4
Avvertimenti: Traduzione, Slash, MPREG (Male Pregnancy), che tradotto in termini terra-terra significa che un maschio partorisce un bambino di due chili. Se la cosa vi disturba, in alto a destra c’è una x bianca su sfondo rosso che aspetta solo di essere cliccata.
Summary: Dopo la loro missione, Sam scopre che Frodo è ancora malato e lo porta a Gran Burrone alla ricerca di una cura. Qui conoscono un Elfo guaritore che gli offre una possibile soluzione.
Quando Sam aprì silenziosamente la porta, Frodo balzò in piedi. Il suo volto era rosso, gli occhi gonfi. Persino i suoi riccioli stavano all’insù, facendo sorridere Sam.
“Hai dormito un po’?” Chiese Sam, chiudendo la porta e raggiungendolo.
Frodo vacillò, con gli occhi enormi e le mani strette insieme.
“Non posso dormire in questo letto senza di te,” disse teso.
“No, mio caro?” Sam allungò una mano su una guancia pallida. “Mi dispiace.”
Frodo gettò le braccia attorno a Sam e si rannicchiò contro di lui. “Sono io quello dispiaciuto, Sam!” urlò sul suo collo.
“Non arrabbiarti con te stesso, amore mio,” disse Sam, il cuore che doleva. Strofinò la mano lungo la schiena di Frodo, sentendolo tremare. “Va tutto bene. Non avrei dovuto lasciarti tutto solo.”
“Sam,” singhiozzò Frodo, ritraendosi. “Sam, non avrei dovuto dire quelle cose, ieri, so che cosa dice il tuo cuore su tutto questo-”
“Ho detto che non devi preoccuparti, dico sul serio.” Disse fermamente Sam. “Hai fatto bene a dire quel che pensavi, Frodo. È meglio mettere in chiaro le cose una volta per tutte. Prima di portare avanti tutte queste assurdità.”
“Non erano assurdità, Sam.” Frodo gli accarezzò il naso con il dorso della mano. “Certo che riflettevi su tutte queste cose. Se solo non avessi passato questi ultimi mesi a ignorarle...”
“È stata la cosa migliore,” lo interruppe nuovamente Sam, dandogli un bacio veloce sulle labbra tremanti. “Ora vieni a letto a scaldarti. Ti prenderai il raffreddore, a stare tutta la notte seduto qui.”
“Sam?” Lo chiamo confuso Frodo mentre il suo panciotto veniva sbottonato e sfilato dalle spalle. “Per favore, non ignorarmi. Voglio-”
“Vuoi parlare, giusto?” Lo interruppe Sam di nuovo. “E dire cosa? Cos’è cambiato da quando me ne sono andato ieri? La tua idea, forse?”
Frodo aprì la bocca e la richiuse, mordendosi le labbra.
“No,” finì Sam. “Non penso proprio.” Fece sedere Frodo sul bordo del letto e si sedette accanto a lui, sfregando le dita congelate dello Hobbit. “Va tutto bene, Frodo.” Ripeté rassicurante, quando questi lo fissò confuso. “Non ho perso il senno, sono venuto a patti, si può dire. Tutto ciò di cui ti devi preoccupare è migliorare e guarire, va bene?”
“Che mi dici delle tue preoccupazioni, Sam?” Chiese Frodo con un filo di voce. “Hai detto che non mi importa di quel che provi, ma invece sì, Sam! Mi importa!”
“Lo so che ti importa,” disse Sam con sincerità. “Dico sul serio.” Abbassò lo sguardo sulle loro mani. “Ti amo. Voglio passare il resto della mia vita ad amarti. E adesso posso, perché stai guarendo, proprio davanti ai miei occhi.” Alzò lo sguardo su Frodo e sorrise. “Questo è tutto ciò che conta.”
“Ma il bambino, tu-”
“No!” Esclamò Sam. Sospirò addolorato, poi sorrise di nuovo. “No.” Ripeté più dolcemente. “Hai sempre avuto ragione, Frodo. Avrei dovuto fidarmi del tuo istinto. Non stiamo parlando di-di un bambino. Solo della tua guarigione e del nostro ritorno a casa.” Scosse amorevolmente le mani di Frodo. “Va bene?”
“Se-se è questo ciò che vuoi, Sam,” rispose preoccupato Frodo. “Ma sei sicuro che sia quello che vuoi? Ti stai ferendo, riesco a vederlo.”
“Un pochino,” ammise Sam. “Ma lo supererò.” Alzò le loro mani unite e baciò le dita di Frodo. “Diventa tutto più facile, se ce lo lasciamo dietro e andiamo avanti. Andrà per il meglio. Giusto?”
“Penso di sì, Sam,” disse Frodo sincero.
Sam lo baciò di nuovo, poi alzò le coperte e le rimboccò con il pollice. “Vado a preparare la colazione, poi vengo nel letto da te, se non ti dispiace. Non ho dormito molto questa notte.”
“Sam,” disse Frodo, una volta che si fu alzato e seduto sui cuscini. I suoi occhi erano enormi sul suo volto pallido. “Sarai mai in grado di perdonarmi?”
“Non c’è niente che tu possa fare in grado di farmi smettere di amarti,” disse Sam onestamente. “E non c’è niente da perdonare, fra di noi. Non ho detto tutto questo per lasciarti vincere, sai. O perché penso che è quello che vuoi sentirti dire. Ho solo capito che avevi ragione.”
“Hai cambiato idea?” Chiese meravigliato Frodo.
“Mi sono soltanto svegliato, tutto qui.”
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Quel pomeriggio fecero visita a Lord Elrond, il quale si scusò ancora una volta per le azioni dei suoi visitatori. Erano stati banditi da Gran Burrone con un incantesimo e con la loro parola d’onore.
“E quando ce ne andremo?” domandò Sam.
“Ho mandato dei messaggi alla loro famiglia e al signore di Bosco Atro,” disse Elrond grave. “Verrà fatto un giuramento simile a quello di Nestadren, affinché protegga voi tre quando lascerete la protezione di Imladris. Non preoccupatevi, sistemerò tutto.”
Sam annuì, evitando attentamente di guardare Frodo. Da quel momento in poi avrebbe seguito la guida di Frodo, senza ringraziare che un giorno sarebbero stati in tre. Non sarebbero stati in tre per molto, comunque, pensò Sam, poi mandò via il pensiero e le emozioni che portava con sè.
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Le settimane che seguirono furono sia una benedizione che una maledizione. Una benedizione perché Frodo era migliorato e tutto andava per il meglio. Aveva così tanta energia che Sam poteva a malapena stargli dietro; lavorarono nel loro angolo di giardino, prendendosi cura degli alberi, potando i cespugli e estirpando le erbacce. Sam era preoccupato che Frodo potesse strafare, ma si rifiutava di parlarne persino con Nestadren. Sapeva lui cos’era meglio per il suo corpo.
Potersi sporcare le mani di nuovo era proprio quello di cui avevano bisogno, faceva scorrere i giorni e addolcire il loro sonno la notte. La cena li trovava affamati come dei cacciatori, mentre il pranzo veniva passato gioiosamente con il loro cesto da picnic e un quadrato di erba. L’appetito di Frodo stava aumentando e lui lo assecondava abbuffandosi con gusto, ma Sam si morse la lingua per qualsiasi possibile commento riguardo al “mangiare per due”. Invece, si godette il suo mettere su peso, il colore più roseo delle sue guancie e il sapore di burro che avevano le sue labbra dopo essersi sbafato sei focaccine di fila.
Ma l’appetito di Frodo non era l’unica cosa che cresceva: questa era la dura maledizione per Sam, perché man mano che il suo ventre aumentava di volume, diventava più difficile ignorarlo. Quando facevano l’amore si sarebbe messo a un lato di Frodo o all’altro, facendo attenzione a non schiacciarlo. Quando la sua calda erezione entrava nel corpo di Frodo, lo faceva da dietro, mentre allungava la mano a catturare il suo pene, massaggiandolo gentilmente e estorcendogli dalle labbra degli sbalorditi urli di piacere. Ma non aveva più avvolto le mani attorno al ventre di Frodo come quando stavano abbracciati uno dietro l’altro.
Quando Frodo si alzava troppo improvvisamente e barcollava piuttosto vertiginosamente, Sam lo afferrava per il gomito e lo reggeva, ma senza incontrare gli occhi di Frodo e senza parlare. Quando invece si svegliava spesso durante la notte per andare in bagno, lui non rivelava di essere sveglio a sua volta: rimaneva sdraiato con gli occhi chiusi, fingendo di essere addormentato finché Frodo non tornava a letto e si concedeva di dormire solo quando il suo respiro si rilassava nel sonno.
E se durante la notte si stirava e trovava Frodo rannicchiato contro di lui, con la calda protuberanza premuta contro la sua schiena, Sam si allontanava gentilmente e chiudeva gli occhi con determinazione, sperando di dormire, nonostante la freddezza di quanto si sentisse solo.
A volte credeva che Frodo lo stesse studiando, così si sforzava di sorridere, annuendo all’ennesima erbaccia da estirpare, o a un altro ramo da potare. Quando Frodo tentava di parlare del futuro, preferiva parlare dell’autunno che stava finendo, e di come il giardino si sarebbe spento nell’inverno di Gran Burrone.
Non parlavano veramente del futuro, le loro conversazioni non andavano più lontane del loro giardino, del loro prossimo pasto, o del loro delicato amore. Le settimane passavano così, con Settembre che si avvicinava sempre di più.
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Frodo si stiracchiò nel sonno, una mano si alzò a premere per poco sul duro rigonfiamento del suo ventre. Sam gli accarezzò conciliante un braccio, guardandolo mentre ritornava a dormire. Stava di schiena ora, e la protuberanza era delineata dalla stretta camicia da notte. Sam non poté far a meno di darci un’occhiata, sentendosi libero di poterlo fare dal momento che gli occhi di Frodo non erano su di lui. Era molto più grande adesso! Sam vide qualcosa incresparsi sotto la pelle e, prima di poterci pensare, sollevò una mano e la posò sulla curva dura, cosa che non aveva più fatto dal giorno della loro discussione, settimane prima. Era liscia e calda sotto le sue dita, poi, dopo alcuni lunghi secondi, ci fu una botta, un movimento così piccolo che Sam pensò di averlo immaginato. Poi ce ne fu un altro, un piccolo arto che si distendeva nel suo nido accogliente. Allora alzò lo sguardo. Gli occhi di Frodo erano aperti, ampi e illuminati dalla luce della luna. Erano profondi pozzi di dolore. Sam ritrasse lentamente la mano, poi si girò dal lato opposto, dando la schiena a simpatie indesiderate.
“Torna a dormire,” disse brusco.
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La colazione fu silenziosa, ma Sam guardò di tanto in tanto Frodo portarsi del pane imburrato alle labbra. Quindi vide uno spasmo sul volto di Frodo, che si portò una mano alla pancia per un momento. Quindi tolse la mano e ingoiò il boccone.
“Frodo? Senti dolore?”
Frodo si leccò le labbra. “No, si...” Si interruppe e prese un’altra focaccia con un sorriso. “Sto bene. Devo aver mangiato troppo velocemente.”
“E furiosamente,” lo canzonò Sam. “Se gli elfi ci cacceranno da Gran Burrone saprò il perché.”
Frodo gli fece la linguaccia.
Sam si rilassò, felice che la sua debolezza di quella notte non avesse reso le cose imbarazzanti tra loro. Ottobre era vicino, e presto sarebbe giunto l’anniversario del malessere di Frodo. Necessitavano di essere uniti adesso, senza alcuna distanza fra loro.
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“Vieni a letto?” Chiese assonnato Sam.
Frodo, di spalle, sorrise. “Fra un minuto. Vai a dormire, Sam.”
Sam si sdraiò con un sospiro stanco, ma non poteva riposare senza Frodo vicino. Si alzò e tirò via un piumino da sotto la zampa del letto.
“Almeno copriti, se hai intenzione di stare a fissare la luna per tutta la notte,” ordinò rocamente Sam, avvolgendo Frodo nella coperta e piegandola sotto il suo mento. Il profilo del suo amante era malinconico, mentre guardava nella notte, un piccolo cipiglio gli solcava la fronte. Le sue mani afferrarono i bordi del piumino e lo strinsero forte, facendo sbiancare le nocche.
“Frodo?” Lo chiamò dolcemente Sam. “Stai bene, caro? Sicuro di non sentire dolore?”
Frodo gli lanciò un’occhiata che distolse subito. Un sorriso fugace attraversò le sue labbra, per poi diventare derisorio. “Sì.” Catturò lo sguardo di Sam e alzò le spalle. “Sì sta um... muovendo,” disse a bassa voce. “Scalcia, immagino.”
Sam si sentì come se fosse stato lui a ricevere un calcio. Fissò Frodo in silenzio per un momento, poi indietreggiò e salì sul letto. Sì rannicchiò in modo da dare la schiena a Frodo, con gli occhi aperti e brucianti.
Sentì un sospiro e dei passi dietro di sé. Il materasso si fletté e sentì Frodo sistemarsi contro la testiera.
“Sam?” Sussurrò.
Sam fissò la stanza buia, desiderando che si sdraiasse e si mettesse a dormire.
“Per favore, Sam.” La voce di Frodo era morbida e profonda. “Vieni a sederti vicino a me.”
Sam si girò e si sedette, con un’espressione decisa. Frodo era seduto a gambe incrociate, aveva abbandonato il piumino, quindi era coperto soltanto dalla stretta camicia da notte.
“Dammi le mani, Sam.”
Sam scosse la testa. “Non farlo,” lo implorò debolmente.
Frodo prese le mani di un Sam che non poteva resistere e le appoggiò attentamente sul piccolo rigonfiamento del suo ventre.
“Per favore, non farlo,” lo pregò Sam, senza fare resistenza o ritrarsi, lasciò che Frodo facesse scorrere la sua mano destra sul lato destro, mentre l’altra più in alto, sul lato sinistro.
“Qui,” disse calmo. “Lo senti? Immagino che sia un piede.”
Sam sobbalzò nel sentire quel piccolo movimento sotto la sua mano.
Frodo mise la propria mano sulla sinistra di Sam e la spostò più in alto. “Quindi credo che questa sia la testa. Penso che si stia stiracchiando.
Le lacrime annebbiarono la vista di Sam, mentre le sue ruvide mani seguirono i piccoli movimenti. Alzò lo sguardo su Frodo che lo guardava con gli occhi colmi di tristezza intanto che lui tracciava quei piccoli contorni. Quando ci fu un altro colpo, trattennero entrambi il respiro.
“Sta ballando, qui dentro,” osservò Sam.
“Di solito lo fa quando cerco di dormire o mangiare,” convenne Frodo.
Le lacrime di Sam uscirono e la sua bocca tremò. Voleva trattenere i singhiozzi, come aveva trattenuto il suo dolore nelle ultime settimane, ma era troppo forte, tutto in lui era troppo vicino alla superficie. Questa vita che si agitava sotto le sue mani era stata l’ultima goccia. La forza lo lasciò e lui appoggiò la fronte contro il petto di Frodo, singhiozzando. Pianse sonoramente, le lacrime che gli solcavano il volto, bagnando la camicia di Frodo, il corpo in preda agli spasmi, le mani tremanti, strette saldamente. Sentì a malapena le mani di Frodo accarezzargli i capelli e la nuca. Le labbra premute sulla sua testa lo fecero piangere ancora di più.
Era come se in lui vi fosse una tempesta; e come una tempesta passò. Sam si ritrovò sul suo lato del letto, curvo contro Frodo, con dei piccoli singhiozzi che ancora gli scuotevano il petto.
“Vorrei che tu non l’avessi fatto,” singhiozzò. “Ci stavo provando così duramente, Frodo. Perché l’hai fatto?”
“Non lo so,” ammise Frodo.”Non volevo. So quanto duramente ci stavi provando, Sam, vederti così mi spezzava il cuore.”
“Stavo facendo del mio meglio per proteggervi,” insistette Sam. “Proprio come ho sempre fatto.”
“Stavi fingendo di credere che fosse giusto per me,” lo corresse Frodo. “Proprio come fai sempre. Mi dispiace di averci messo così tanto per ammetterlo.”
Sam inclinò il capo e lo guardò confuso. “È questo che vuoi?” Lo implorò.
“Cos’è che vuoi tu, Sam? Quando sei così impegnato a proteggermi, chi protegge te?”
“Sam aprì la bocca, ma Frodo vi posò un dito. “Io. Ecco chi,” concluse. “Anche se a volte è da me che dovresti essere protetto.”
Sam lasciò passare alcuni momenti. Alzò la mano e la poggiò nuovamente sul ventre di Frodo, ma non poteva più sentire alcun movimento.
“Lo abbiamo addormentato, con tutti i nostri drammi,” scherzò Frodo.
“Non ti ho mai sentito parlare di lui in questi termini,” disse Sam meravigliato. “Lo nomini a malapena. Cos’è cambiato?”
“Non è cambiato niente, Sam,” rispose tristemente Frodo. “Continuo a non provare quel che provi tu. Però tu lo ami, non è vero? Lo ami sin dal momento in cui hai saputo della sua esistenza. Ho sbagliato a pensare il contrario.”
Sam raccolse il coraggio. “Perché non lo ami anche tu, Frodo? Per favore, dimmelo così che io possa capire.”
“Mi capisco a malapena io,” ammise. Inclinò il capo indietro e guardò il soffitto. “Ma credo di doverti almeno questo.” Rimase silenzioso per lunghi momenti, raccogliendo i pensieri. Quando la sua voce uscì, fu bassa e intensa, fece rabbrividire Sam. Era quasi familiare. “È come se qualcosa si stia impossessando di me, Sam. Che mi stia trasformando il corpo, facendolo apparire non mio. Mettendomi in testa pensieri e sentimenti che non mi appartengono. Sentirlo muovere è qualcosa di estraneo e alieno.” Frodo si girò a osservare Sam, sperando che capisse.
“Lui non è così!” Esclamò Sam. “Non ha niente a che vedere con l’Anello!”
“Questo lo so,” rispose Frodo. “Mi sta dando la vita che l’Anello mi ha tolto. Mi sta ridando il sole. Ma di notte continuo a svegliarmi con questi sentimenti, Sam, e so che non hanno senso, so che sono sbagliati, che peggiorano solo la situazione. Ho ferito te, la persona per la quale morirei, e ora che sento questa vita agitarsi dentro di me so che ho ferito pure lui. Presto dovrà combattere per me, Sam, e io non riesco ancora ad amarlo.” Chiuse gli occhi e crollò.
“Ecco,” continuò stanco. “Ecco l’eroe sul quale mezza Terra di Mezzo sta cantando le ballate. Un codardo piagnucoloso che rischierebbe l’innocente vita di un bambino piuttosto che accettare la sua fine. Molto eroico.”
“Oh, Frodo.” Nonostante il profondo cambiamento di emozioni nell’aria intorno a lui, Sam non poté fare meno di fare un piccolo sorriso in direzione di Frodo, con i riccioli appiccicati alla fronte e la bocca aperta, accasciato contro la testiera. “Cosa stavo facendo?”
Frodo aprì un occhio, triste. “Cosa?”
“Sai, credo che hai ragione. Forse dovrei essere protetto da te.” La mente di Sam stava correndo, si sentì come se si fosse appena svegliato da un incubo e stesse guardando la luce del mattino. Le paure della notte sembravano ridicole, davanti alla luce del nuovo giorno.
Frodo aprì entrambi gli occhi e si raddrizzò. “Sam?”
“Eri spaventato e preoccupato. Hai mescolato il passato e il presente e ti sei messo a rimuginarci.” Sam scosse la testa, incredulo. “E te l’ho lasciato fare,” disse. “L’altra metà dell’eroica squadra che ha salvato il mondo. Sono diventato un po’ eroe anche io.” Sam si sporse a sistemare i riccioli scompigliati, accarezzando teneramente la liscia curva della guancia, fino al mento.
“Sei incinto, Frodo,” disse prudente. “È tempo di smettere di cercare di scappare e nasconderci. Il tuo povero corpo sta tentando di far fronte a questa situazione, anche se non vuole.”
“Immagino che correre a nascondersi non sia più un’opzione, vero?” Frodo posò una mano sulla pancia con una smorfia.
“Frodo?” lo chiamò gentilmente. “Perché non mi ha detto di quanto ti stesse spaventando?”
Frodo si strinse nelle spalle, imbarazzato. “L’ho appena detto. Perché so quanto suona ridicolo.”
Sam scosse la testa, continuando a non capire.
“E so che questo non fa alcuna differenza. Non posso amarlo, Sam. Non posso darmi di nuovo in questo modo, non così completamente. Temo che questa volta mi distruggerebbe,” finì.
“Oh, povero caro,” sospirò Sam, avvicinandosi Frodo. “Ti gira ancora la testa, vero?”
“Cosa faremo, Sam?”
“Che ne dici se smettiamo di preoccuparcene per un po’? Se non puoi amare il piccoletto, lascia che sia io a farlo. In un modo o nell’altro il mio amore per te si sta ampliando per far spazio anche a lui. Se ti senti male, dimmelo! Se si mette a ballare e ti tiene sveglio, dimmi pure questo! Affrontiamolo insieme e preoccupiamoci del resto più tardi, hmm?”
Frodo parve dubbioso. “Non è ignorare le cose di nuovo?”
“No, vuol dire che ci occuperemo di un giorno alla volta, senza imbottigliarlo, o far finta che non stia succedendo. Giusto?”
“Ci proverò, Sam,” disse Frodo sincero. “E ti faciliterò le cose. Ma, per favore, sii paziente con me. È molto difficile.”
Sam si sdraiò sul cuscino con un sospiro. “Non potrà essere più difficile delle ultime settimane,” puntualizzò, sbadigliando. “Vieni qui.” Tirò giù Frodo e lo avvolse fra le braccia, poi alzò una mano con attenzione a coprire il ventre di Frodo, accarezzandolo.
“Mh, mi fa sentire bene,” mormorò Frodo.
“Non siamo forse i due idioti che ignorano sempre ciò che li fa sentire bene?” Lo rimproverò Sam.
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Il mattino dopo tornarono a lavorare nel loro giardino, rastrellando le foglie e dando dei contorni alle aiuole. All’ora di pranzo Sam decise di smettere.
“Solo il mattino, da ora in avanti,” disse fermamente.
“Ma cosa faremo per tutto il pomeriggio?” Protestò Frodo, pulendo la propria vanga con uno straccio.
“Penseremo a qualcosa.”
Frodo gli lanciò un’occhiata che lo fece arrossire. “Non quello,” disse duramente, poi gli fece l’occhiolino e Frodo ridacchiò. “Possiamo leggere, oppure puoi andare avanti con il tuo libro.”
Raddrizzandosi, Frodo si premette le mani sulla schiena. “Un pisolino non sarebbe male.”
Sam prese la mano di Frodo e la accarezzò, sorridendo mentre Frodo si stiracchiava facendo le fusa.
“Ci laviamo e pranziamo,” si pronunciò Sam. “Poi cercherò dell’olio per farti un bel massaggio. Che ne dici?” La risposta di Frodo fu un sorriso raggiante.
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“Credo di aver mangiato troppo,” si lamentò Frodo, buttandosi sul letto.
“Sei impressionante,” affermò Sam mitemente, annusando con curiosità la bottiglia di olio che Nestadren gli aveva dato. “Persino per un Hobbit in gravidanza.”
Frodo si girò verso di lui e lo guardò mestamente. “Quante volte pensi di poter infilare la parola “gravidanza” nelle conversazioni di oggi, Samwise Gamgee?”
“Quante ne servono affinché tu smetta di desiderare di aver tenuto la bocca chiusa la scorsa notte,” ribatté Sam.
“Non ho smesso,” negò Frodo, suonando poco convincente.
Sam lanciò un asciugamano sul letto. “Spogliati, mio caro, così ti faccio un massaggio prima del tuo sonnellino.”
“Mi stai trattando come Bill il Pony,” brontolò Frodo, ma si alzò in piedi e si spogliò davanti alla cassettiera con sufficiente entusiasmo.
Sam dette un’occhiata al suo amante improvvisamente pudico con un sorriso, amando la dolce curva che sembrava appoggiata al cassetto aperto.
Frodo si guardò sgomento. “Non credo di poter sdraiarmi a pancia in giù, Sam.”
Sam rise, spogliandosi a sua volta e sedendosi sul bordo del letto. Stese l’enorme asciugamano e vi dette dei colpetti invitanti.
“Sdraiati di fianco, allora.”
Frodo si stese sulla morbida stoffa, stirandosi e puntando i piedi, facendo le fusa per la sensazione che gli dava. “Oppure,” disse Sam con voce roca. “Forse possiamo iniziare con te sdraiato di schiena.” Mise un poco di olio sulle mani e lo scaldò, sorridendo alle guancie rosa di Frodo. “Che ne pensi di questo?” E versò l’olio sul ventre di Frodo, guardando con piacere come si adattava alla sua forma. Catturò l’olio con un veloce movimento e lo sparse sulla dura protuberanza.
“Oh,” gemette involontariamente Frodo, gli tenuti occhi chiusi nel piacere. “È bello!”
“Come mi aspettavo,” disse Sam contento della reazione. “Sembrava ti fosse piaciuto, quando ti ho accarezzato la scorsa notte.”
“Mi sento molto stretto, delle volte,”
“È normale. Sta crescendo facendo passi da gigante. Non fare quelle boccacce, Frodo,” ordinò Sam. “Abbiamo smesso di ignorarlo, ricordi?”
“Comunque sia stavamo solo facendo finta di ignorarlo,” ammise stancamente Frodo, sbadigliando e stropicciandosi gli occhi. “Ho sentito i tuoi occhi addosso e la tua preoccupazione per tutto il tempo.”
“Davvero?” Sam accarezzò gentilmente la pelle arrossata, distribuendo l’olio e godendosi la sensazione di quel contatto sotto le mani.
“Sam?” Lo chiamò Frodo riluttante. “Come pensi che diventerò?”
“Beh, vediamo,” Sam si sedete pensieroso e lo osservò. “Non sono un esperto e tu non sei nemmeno al quinto mese... Ma ricordo di aver visto delle ragazze vicine al parto che potrebbero metterti in ombra. Hai ancora molta strada da fare, amore.”
“Lo so,” rispose preoccupato. “Ti ricordi Grunilla Ford? Bilbo diceva sempre che potevi vederla arrivare 5 minuti prima che girasse l’angolo.”
“Sì, ma stava aspettando due gemelli. Ed erano anche belli grandi. Mi han detto che lo ero pure io.”
“Sì?”
“Non ti preoccupare,” disse Sam gentilmente, asciugandosi le mani e mettendo da parte l’olio. “Nestadren ha detto che il tuo corpo saprà cosa fare, ricordi?”
“Ha detto un sacco di cose,” rispose Frodo nervoso. “La maggior parte delle quali ho passato gli ultimi mesi a ignorarle.”
“Questa è una parte del problema. È colpa di entrambi; il mio Gaffiere direbbe che le preoccupazioni dovrebbero essere condivise.”
“Sei ancora arrabbiato con me, non è vero?”
“Non sono arrabbiato,” negò Sam.
“Beh lo eri,” rispose Frodo, aprendo un occhio e sorvegliandolo severo. “Non sei molto bravo ad essere arrabbiato con me. Non sei pratico.”
“Hm,” convenì dubbioso. “Forse dovrei iniziare a far pratica.”
Frodo sorrise seducente e stese le braccia invitante. Il cuore batteva più forte dal momento che Sam si era proteso ad abbracciarlo.
“Più tardi,” mormorò con voce roca.
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“Sam,” sussurrò Frodo mezzo addormentato al suo orecchio. “Sono felice che mi vuoi ancora.”
“Ti ha preoccupato, sciocchino?” Chiese tenero Sam nel suo orecchio dolcemente puntuto. Lo baciò delicatamente e sentì Frodo tremare contro di lui.
“Qualche volta,” confermò Frodo. “Mi sento sempre più goffo e grasso.”
“Solo una parte di te è più grande,” rise Sam. “E non è grasso.” Fece scorrere le mani sul ventre di Frodo, sempre caldo e ammorbidito dall’olio. “Oh, Frodo, tu sapessi cosa penso quando ti vedo...”
Frodo inghiottì. “Dimmelo.”
“Penso... Sono stato io,” rispose Sam possessivo. Sentì riscaldarsi e arrossire la pelle già in fiamme. Catturò la curva con entrambe le mani, più delicato e deciso che poteva. “Porti mio figlio con te, Frodo. Vorrei tanto che tu sapessi quanto questo mi rende orgoglioso.” Ringhiò un poco, a corto di aria, poi parlò a voce ancora più bassa. “E duro.”
“Oh, Sam,” mormorò debolmente Frodo nel sentire la prova del desiderio di Sam rigida contro il suo ventre.
“Ti voglio, amore,” gemette Sam, le mani che premevano la sua erezione contro la pelle tesa di Frodo. “Sarò delicato, promesso. Posso averti di nuovo? Per favore?”
Frodo prese un respiro profondo e si scostò per un momento, senza preoccupare Sam che sentì la sua eccitazione contro di sé. Capì cosa stava cercando. Un momento dopo, la bottiglia di olio fu fra le sue mani, facendo straripare il cuore di Sam.
“Mi fido di te, Sam,” disse Frodo colmo di passione.
“Non ti farò male, caro.” Sam passò l’olio sul proprio membro e Frodo si girò di schiena, premendo il sedere contro di lui, pronto. “Nestadren ha detto che posso, se non vado troppo in profondità,” borbottò Sam. Accarezzò la piccola apertura di Frodo con un dito pieno d’olio.
“Hai chiesto a Nestadren di questo?” domandò Frodo sorpreso, contorcendosi contro la sonda che era entrata in lui.
“A dire il vero è stato lui a dirmelo, tempo fa,” rivelò Sam senza respiro. “Ha detto che non è pericoloso, infatti...” Sam inserì un secondo dito e si fermò, così che l’ansimante Frodo si acquietasse, mentre il suo corpo si adattava.
“Infatti?” Ansimò.
“Cosa?” Sam fece uscire attentamente le dita e afferrò la propria erezione, premendola contro la scivolosa apertura e gemendo per come quella pressione contro la punta sensibile lo faceva sentire.
“Ha detto che non è pericoloso, infatti...” Tentò Frodo.
“Oh,” gemette Sam, spingendosi dentro di un pollice, poi si fermò. Il corpo di Frodo si tese e rilassò. “Ha, um, detto che potrebbe essere bello anche per te,” riuscì a dire Sam infine.
“Oh, ha ragione,” mugolò Frodo, spingendosi contro di lui, segnalandogli che poteva procedere. “Ha ragione!”
Sam si spinse di un pollice ancora e si fermò, poi un altro. Era agonizzante, dolce e incredibilmente eccitante. Le sue mani afferrarono i fianchi di Frodo che tremarono, la sua bocca succhiò sul collo di Frodo, bagnandolo con la lingua e assaggiando il sudore salato. Infine, quando fu dentro fino a dove era consentito, rimasero così per lunghi momenti, i corpi tremanti, le mani di Sam ancora serrate e quelle di Frodo tenute sul proprio addome.
“Tutto bene?” Domandò Sam in un sussurro roco.
Frodo annuì e, quando Sam si ritrasse per spingere ancora, singhiozzò un gemito. Frodo miagolò e gemette, mentre Sam inghiottì forte per resistere all’impulso di sbatterlo violentemente fino infondo, di sollevare Frodo sulle ginocchia, spingerlo contro il materasso e montarlo finché non avessero entrambi urlato fra i gemiti.
Un giorno, promise a sé stesso; lo prenderò in questo modo, e mi metterò in ginocchio anch’io per lui.
Al momento si accontentava di spinte gentili. Le mani raggiunsero l’erezione e si godette la sensazione dei muscoli di Frodo tesi intorno a lui, mentre lo afferrava e dava inizio alle carezze che lo avrebbero portato alla completezza.
Questa era la loro seconda volta, quella notte, desiderarono che durasse a lungo e, per lunghi minuti che parvero un sogno, Sam portò entrambi al culmine, per poi rallentare in un ritmo più morbido. Frodo singhiozzò e si spinse contro di lui, entusiasta del potere che aveva l’amore di Sam, in grado di accelerare il processo, ma che lo facevano stare attento a non spingere troppo in profondità, ora che lo masturbava con fermezza, compiacendosi dei grugniti, miagolii e sospiri che procurava.
Infine, arcuando la schiena contro di lui, Frodo venne. Il dolce serrarsi del suo corpo portò Sam all’orgasmo quasi nello stesso istante. Riversò il suo seme in Frodo, con le lacrime al ricordo dell’ultima volta che lo aveva fatto, quando la prova del loro amore aveva dato inizio a una nuova vita.
“Ti amo,” pianse contro il collo di Frodo.
“Mio Sam,” singhiozzò questi di rimando. “Ti amo anche io.”
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Ottobre 1420 S.R.
Ottobre era a malapena iniziato, quando Frodo iniziò a chiudersi in sé stesso. Di notte si copriva con più coperte e con una seconda giacca di giorno, ma ora neppure il sole poteva riscaldarlo, nemmeno nel loro piccolo giardino. Prima dell’ora di pranzo del sesto giorno del mese, smise pure di fingere di leggere, preferendo stare rannicchiato fra le braccia di Sam, premendo il capo sul suo collo caldo.
Rimanendo senza fiato per il freddo che la sua pelle emanava, Sam lo strinse a sé, con il terrore nel cuore. Aveva tanto sperato che la battaglia fosse semplice, ma sembrava sempre peggiore dei precedenti malori. Frodo mormorò qualcosa contro il suo collo e Sam chiuse gli occhi, sgomento.
“Sta diventando tutto buio, Sam,” sussurrò debolmente. “È tutto così vuoto.”
“Sono qui, mio caro,” disse Sam più caloroso che poté. “Torniamo a letto, hmm? Ti metto un po’ di coperte per scaldarti e ci facciamo una bella dormita.”
“Dove posso trovare il sonno?” Mormorò Frodo contro la sua spalla mentre Sam lo sollevava fra le proprie braccia e si avviava lungo il sentiero consumato.
Sam lo portò nella loro stanza cupamente e mandò a chiamare Nestadren. Il guaritore aveva visto Frodo molte volte, negli ultimi giorni, e questa volta poté solamente scuotere tristemente la testa.
“Questa non è la nostra battaglia, Sam,” fu tutto quello che riuscì a dire. “La luce si batte con il buio, ora. Dobbiamo credere nella forza di Frodo e in quella della luce.” Poggiò una mano consolante sulla spalla di Sam. “Vuoi che resti con voi?”
Sam scosse la testa, gli occhi pieni di lacrime. “No, grazie. Voglio soltanto stringerlo a me, ora. Voglio che senta la mia forza e che sappia che è lì a sua disposizione.”
Il giorno passò, ma non importava quanto Sam lo stringesse o quante coperte Frodo potesse avere su di lui, il gelo non svaniva. Mentre la sera diventava notte fonda, sembrò espandersi e, entro la mezzanotte, Frodo poté solo star sdraiato sul suo lato migliore e tremare.
La preoccupazione di Sam divenne disperazione. “Dovrei chiamare di nuovo Nestadren.”
“Lui non può aiutarmi.” Lacrime caddero dagli angoli dei suoi occhi. “Il buio sta vincendo, Sam. Questa volta ci prenderà tutti e due.”
“No!” Ribatté Sam fiero, stringendolo più forte fra le proprie braccia. Era terribilmente gelato, un freddo innaturale che penetrò pure in Sam facendolo rabbrividire.
“Sam,” gemette Frodo, aprendo gli occhi gonfi di lacrime. “Voglio tornare nel nostro giardino. Riportami lì, per favore.”
Sam guardò fuori nell’oscurità. “Ma il sole se ne è andato, amore. Fa freddo.”
“Non può fare più freddo di così. Ho bisogno della terra, Sam. Ho bisogno di stare sulla terra e sentire la sua vita. Per favore, devo uscire da questa stanza!”
Incapace di negargli qualsivoglia, ma contro il suo giudizio, Sam lo prese fra le proprie braccia di nuovo, coperte comprese. Non era leggero, ma Sam era forte e di spalle larghe, nel pieno della salute. Avrebbe potuto portare Frodo ovunque desiderasse.
Fuori, l’aria d’Ottobre era frizzante, la luce argentea della luce illuminava il loro angolo di terra e lì poggiò Frodo, dove avevano passato tante ore felici, ridendo e amandosi. Aveva le lacrime agli occhi ora che abbracciava a sé Frodo, cullandolo fra le gambe divaricate.
“Non è giusto,” pianse Sam. “Stavi così bene. Non è giusto che tu debba soffrire così.”
“È colpa mia, Sam,” rispose Frodo. “Sa che non l’ho mai voluto o amato. Ora sto per perderlo, senza aver mai detto, senza aver mai...” Singhiozzò, le mani attorno alle braccia di Sam, il capo chino nel colore.
Tutto quello che Sam poté fare fu cullarlo e piangere con lui.
“Perché non vedo la differenza? Prima, durante quel periodo terribile, ero così perso, così perso, Sam. Non saprei quando è finito o iniziato, non so quali pensieri e parole fossero miei. Ma perché non riesco capire che questo è diverso? Come posso confondere il buio con la luce? Sono un idiota e il nostro bambino sta soffrendo per questo.” Singhiozzò di nuovo. “Il nostro bambino, Sam. Il nostro bambino.”
“Per favore, Frodo,” lo pregò Sam. “Per favore, non piangere, ti fai ancora più male. So che lo ami, quindi anche lui lo sa. Anche se non sei riuscito ad ammetterlo a te stesso o a me. Lo sapevo.”
Frodo prese un respiro. “T-tu lo sapevi, Sam? Come? Persino io non l’ho capito, finché l’oscurità non mi ha sopraffatto. Non ho voluto.”
“Ma ora sì, mio caro,” rispose Sam, la voce piena di tutto il suo amore. “Dovresti vedere come poggi le tue mani, di notte. Fai un mezzo sorriso, quando si muove. Giorno dopo giorno ti ho visto cadere sotto la sua magia, senza poter dire alcunché. La cosa ti spaventava così tanto.”
“Sapevo solo che stavo perdendo me stesso di nuovo e non ho potuto vedere la differenza. Ho così freddo, Sam.” Frodo riappoggiò la testa sulla spalla di Sam, il respiro ancora pesante, le mani sull’addome. “Ha smesso di muoversi, Sam. Il gelo sta vincendo. Lo stiamo perdendo.”
Il cuore di Sam si stava spezzando. In tutta la sua vita, si era sentito così soltanto quando aveva avuto fra le braccia un Frodo apparentemente senza vita, costretto a dover immaginare un mondo senza di lui. Non aveva sentito il suo cuore spezzarsi nemmeno alla fine, perché almeno era fra le braccia di Frodo. Ora era lui a tenere il suo amante stretto a sé, sebbene il freddo lo stesse portando lontano. Li stava perdendo entrambi.
Improvvisamente, Frodo alzò il capo e si voltò verso l’oscurità. “Sta succedendo qualcosa,” soffiò. Sam aprì gli occhi e sbirciò fra gli alberi. Lontano, delle luci si muovevano erranti, e lui credette di poter sentirne le grida nel vento. Una distanza simile in un posto così tranquillo era immensamente shockante, l’istinto di Sam urlava nonostante il dolore e la preoccupazione.
“C’è qualcosa che non va,” sussurrò. Lo stesso pensiero doveva averli raggiunti nello stesso momento. Si guardarono negli occhi.
“I fratelli,” azzardò Frodo. Tentò di alzarsi, ma era troppo debole e ricadde contro di Sam.
“Elrond ha detto che se fossero tornati a Gran Burrone lo avrebbe saputo,” borbottò Sam, aiutando Frodo a rimettersi in piedi e avvolgendo un braccio intorno a lui.
“Sanno che sono debole e malato.” Si strinse alla vita di Sam. “Ci stanno cercando!”
L’istinto hobbit si manifestò di nuovo, e si mossero silenziosi come solo la loro razza era in grado di fare, confondendosi con le ombre degli alberi.
“Il vecchio Mallorn,” sussurrò Sam contro l’orecchio di Frodo che annuì, tremando. Il vecchio albero aveva enormi radici e buchi nel tronco, e si mossero più velocemente che poterono. Frodo lottò per muoversi silenziosamente, gli occhi di Sam dardeggiarono nella foresta. Raggiunsero l’albero e si intrufolarono grati in un’enorme incanalatura, rannicchiandosi contro la terra umida, sentendola vicina intorno a loro.
Sam premette la schiena contro una radice, desiderando di avere un’arma, una qualsiasi. Le mani trovarono una pietra di dimensioni considerevoli e la passò a Frodo, rovistando attentamente in cerca di un’altra. Così armati, aspettarono nel buio, cercando di respirare il più silenziosamente possibile.
“Vi state nascondendo, piccoletti?” un sussurro soffiò fra gli alberi, mandando un brivido lungo la schiena di Sam. “Nascondete la vostra vergogna? È troppo tardi per quello.”
La voce sembrava venire da tutte le direzioni.
“A quell’abominio che porti non può essere permesso di vedere la luce del giorno. Vieni fuori, Frodo Baggins. Lo estirperò da te.”
Sam serrò i pugni e, nei raggi argentei della luce lunare, poté vedere la rabbia e la paura sul volto rigido di Frodo. Sam aveva ucciso orchi e goblin a suo tempo, ma non aveva mai immaginato di poter avvolgere le mani attorno al collo di qualcuno e stringere fino alla morte.
Lontano, ci furono altre grida e improvvisamente uno dei fratelli chiamò dolcemente l’altro nella loro lingua.
“Stanno venendo qui!” sussurrò Frodo nel suo orecchio, stringendolo forte. “Ha appena detto a Silasigil che ha trovato le nostre tracce!”
“Devo mandarli via,” rispose Sam. Frodo si irrigidì contro di lui e si rigirò nelle sue braccia, scuotendo la testa. Sam lo tenne fermo e poggiò una mano sulla protuberanza di Frodo che stava fra loro. Incontrò gli occhi del suo amante, di un blu immerso nell’argento della luna, e sorrise.
La bocca di Frodo tremò, ma si morse un labbro e annuì.
“Ti amo,” declamò piano, poi, continuando a stringere la sua pietra, si arrampicò più silenzioso che poté e uscì dal buco, nella notte. Corse sull’erba a passo leggero, finché non trovò un sentiero dove segnò deliberatamente un’orma , sentendo lo spezzarsi di un rametto come un incendio nella notte. Dietro di lui vi erano delle ombre e Sam vide una possibilità. Girandosi, lanciò il sasso sperando di prendere il suo inseguitore, ma l’elfo lo evitò facilmente e fu’ subito su di lui, una mano lo afferrò per i capelli e tirò il suo capo indietro, e una lama fu appoggiata sulla sua gola.
“È quell’altro,” disse Silasigil accarezzando la spalla dell’altro. “Segui le sue tracce a ritroso.”
Glamren mormorò qualcosa e Silasigil rise. “Buona idea,” soffiò. Sollevò Sam e gli rimise il coltello alla gola.
“Frodo Baggins?” sussurrò nella notte. “So che sei vicino, che mi puoi sentire. Coloro che ci stanno seguendo non vi raggiungeranno in tempo, ma non deve essere la fine di entrambi. Vieni da noi, e lascerò andare lui. Non ha niente a che vedere con tutto questo.”
“Invece sì!” Sam si dibatté e artigliò l’aria, incurante della lama che si insanguinava. “Stai cercando di assassinare mio figlio, maledetto!”
“Hai capito, mezzuomo?” Sibilò Silasigil. “Gli taglierò la gola e poi ti daremo la caccia per sempre. Sai cosa significa quella parola, per la mia razza?”
“No, Frodo!” Urlò Sam.
“Lascialo andare,” disse Frodo dietro di loro e entrambi gli Elfi si voltarono rapidamente.
“Corri,” singhiozzò Sam, lottando infruttuosamente contro la mano che lo teneva, sentendo dolere il cuoio capelluto in maniera agonizzante.
Glamren fece un passo avanti e sfoderò una lunga lama dal fodero che aveva al fianco.
“Ti prego,” disse con voce soffocata, menando le mani. Come in un sogno, con un lento movimento, l’alto elfo si avvicinò alla piccola figura tra gli alberi. La lama catturò la luce della luna mentre veniva sguainata. Sam sentì la pressione del pugnale sulla propria gola aumentare, ansimando di dolore mentre lo tagliava, capendo subito che gli elfi intendevano ucciderli entrambi, che il suo sogno sarebbe finito alla luce della luna di Ottobre.
E poi, mentre Glamren ritraeva il pugnale per colpire, la lama sulla gola di Sam scivolò via e cadde. Sam sbatté le palpebre shockato, mentre il sentiero si illuminava d’oro. Dietro la figura ferma di Frodo, la linea nera di alberi sembrò muoversi in lontananza e la luce improvvisamente mandò un bagliore, costringendo Sam a coprirsi gli occhi. L’ultima cosa che vide fu Glamren accasciarsi, coprendosi la faccia e sentì la pressione sui propri capelli sparire mentre cadeva a terra come una pietra.
Fu in ginocchio, dei punti gli danzarono dietro gli occhi e Sam sentì la sua stessa foce urlare. “Aiuto! Siamo qui!”
Silasigil imprecò contro di lui e, ancora accecato, Sam brancolò a terra, cercando di fuggire. Sotto le dita sentì l’elsa del pugnale e, quando una mano gli artigliò una gamba, Sam si girò e la affondò, la mano guidata dall’istinto.
“Frodo!” Urlò quando riuscì a connettere, a sentire l’orribile suono del pugnale che trafigge la carne, colpendo contro l’osso.
“Sono qui!” Chiamò una voce, quando Sam tentò di alzarsi con una mano sul collo sanguinante, ricadendo in ginocchio.
“Frodo?”
“Samwise!” Delle forti mani lo sollevarono e premettero contro la ferita. Guardando quasi ciecamente, Sam vide Elrond davanti a sé, la sua stessa spada sguainata. “Nestadren, Sam è ferito!” La notte era normale, ora, nessun bagliore dorato, nessun silenzio pungente. Solo il sentiero, e gli Elfi tutt’intorno a lui.
“Sam!” Gridò Frodo e Sam sentì il respiro abbandonarlo nel sentire il suo amante, vivo e al sicuro.
“Frodo,” sospirò. Poi non seppe più niente.
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“Frodo!” Sam si svegliò con un sobbalzo, poi si toccò il collo dolorante.
“Sono qui, Sam.”
Sam sbatté le palpebre, gli occhi ancora intorpiditi, il panico che si assottigliava al suono di quella cara voce. “Stai bene?” Domandò.
“Sto bene, caro,” disse Frodo in lacrime. Premette Sam nel materasso con una mano e appoggiò l’altra sulla mano di Sam che toccava la sua gola. “Sei tu quello ferito.”
“Quel bastardo stava per uccidermi,” disse burbero Sam, i suoi occhi che divoravano l’altro, correndo ansiosamente su tutto quello che poteva vedere. “Ti ha fatto male?”
“Non mi ha mai raggiunto.” Frodo gli accarezzò la mano. “Gli altri sono arrivati in tempo.”
Sam mise a fuoco le due figure sul fondo del letto, Elrond e Nestadren, pazientemente in piedi.
“Sono morti?” Domandò crudamente.
Elrond inclinò il capo. “Sì. Silasigil è stato ucciso dal suo stesso pugnale, Sam. Lo hai colpito al cuore. E Nestadren ha tirato una freccia a Glamren mentre tentava di colpire Frodo.”
“Ho mirato al cuore,” ammise Nestadren. “Era troppo vicino, e aveva una furia assassina negli occhi. Non potevo rischiare che ferisse un innocente.”
“E la luce?” Sam aggrottò le sopraciglia. “Da dove è venuta?”
Nestadren e Elrond si scambiarono un’occhiata.
“Non abbiamo visto nessuna luce,” rispose incerto il curatore. “I fratelli avevano una torcia, Sam?”
Sam mandò uno sguardo confuso a Frodo, poi capì il tutto in un attimo. “Frodo! La tua mano! È calda.”
Frodo strinse le dita, sorridendo fra le lacrime. “Quindi ero io,” rivelò roco.
“L’oscurità?” Soffiò Sam, azzardandosi a sperare ancora.
Frodo prese la sua mano e la poggiò sulla curva del proprio ventre. Sotto le dita tremanti di Sam c’era qualcosa ancora immobile. Poi...
“Si sta muovendo!” Disse Sam felice e, incurante del dolore al collo, si sedette dritto e abbracciò a sé Frodo.
“La luce ha bandito l’oscurità,” pronunciò Nestadren, la gioia in volto. “La battaglia è vinta, Sam. Frodo è guarito.”
“E vostro figlio sta bene.” Disse Elrond con un sorriso serio.
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Quando se ne furono andati tutti, Frodo si sdraiò accanto a Sam, tutte e quattro le mani sullo stesso punto, a sentire ogni movimento ondulatorio con diletto.
“Lo hai visto, non è vero, Frodo?”
“E sentito,” sussurrò Frodo. “Brillante, come il sole. Credo di averlo visto, Sam, solo per un istante. Non il suo volto o che, solo lui, arricciato in me, dormiente. Credo che stesse sorridendo, Sam.”
Si tennero stretti l’uno a l’altro per tutto il resto della notte.
Albeggiò il settimo giorno di Ottobre.