Titolo: Many Aspects
Autore:
GillianGenere: Romantico, Fantasy, Drammatico
Personaggi: Frodo Baggins, Samwise Gamgee, Lord Elrond Peredhil, Gandalf The White, Legolas Greenleaf, Gimli son of Glóin, Bilbo Baggins, Peregrin ‘Pippin’ Took, Meriadoc ‘Merry’ Brandybuck, personaggi originali (non tutti compaiono in tutti i capitoli, anzi)
Pairing: Sam/Frodo
Rating: NC17
Capitolo 1(parte seconda)/4
Avvertimenti: Traduzione, Slash, MPREG (Male Pregnancy), che tradotto in termini terra-terra significa che un maschio partorisce un bambino di due chili. Se la cosa vi disturba, in alto a destra c’è una x bianca su sfondo rosso che aspetta solo di essere cliccata.
Summary: Dopo la loro missione, Sam scopre che Frodo è ancora malato e lo porta a Gran Burrone alla ricerca di una cura. Qui conoscono un Elfo guaritore che li offre una possibile soluzione.
Maggio 1420 S.R.
La notte prima della luna nuova, Sam e Frodo stettero stretti insieme nel grande letto elfico.
“Non è troppo tardi per cambiare idea, Sam,” disse Frodo con calma. “Non ti biasimerei.”
“Sarebbe più facile per voi, non è vero, signor Frodo?” Comprese Sam. “La scelta non sarebbe più vostra.”
“Non voglio morire,” disse chiaramente.
“Ma non volete nemmeno fare l’amore con me,” rispose Sam. “O passare tutto ciò che Nestadren ha detto. Non vi biasimo.”
“Non è poi un gran prezzo per vivere,” disse Frodo malinconico.
“Certo che lo è!” sbottò animatamente Sam. “E lo sarebbe pure se voi fosse una ragazza per la quale partorire è naturale! Qualcuno lancia un incantesimo e vi dice di dare il vostro corpo a un altro, di fare qualcosa di così intimo, che lo vogliate o no...” Sam sentì le lacrime negli occhi e si voltò contro il cuscino per nasconderle.
“Oh, Sam.” Frodo avvolse un braccio attorno alle sue spalle e si premette contro di lui per infondergli conforto. “Mi dispiace. Ho pensato solo a me stesso e non a come deve essere per te. Ti sto chiedendo di fare questo con me anche se ami qualcun altro. Non è giusto.”
Sam sfregò la faccia nel cuscino freddo, desiderando che le lacrime sparissero. “Chi ha mai detto che la vita è giusta?” Sbuffò. “Tutto questo sembra così... a sangue freddo, distaccato. Tutto questo pianificare e macchinare, guardare la luna, lanciare incantesimi. Non sono sicuro che sia questo il modo in cui dovrebbero nascere dei bambini. Non è il modo in cui dovrebbe essere fatto l’amore.”
Si voltò e guardò l’espressione preoccupata di Frodo. “Non ho paura di stare con voi,” ammise a bassa voce. “Prendo il ruolo che la natura mi ha dato, dopotutto. Il montone, se perdonate l’espressione.”
Frodo rise fra le lacrime. “Non credo che lo farò, no.”
“Sapete cosa intendo,” disse Sam sollevandosi su un fianco. “Ho la parte semplice.”
“A dire il vero, credo che la parte più semplice per me sarà stare sotto di te,” ammise Frodo prima di arrossire. “Non suona come volevo.”
Le orecchie di Sam presero di nuovo fuoco. “Come intendeva, allora?” domandò con voce strozzata.
Frodo ruotò gli occhi. “Intendevo dire che tutto quello che devo fare è starmene steso lì,” mormorò.
“E questa è la parte facile?” disse Sam incredulo. “È di questo che parlavo prima! Non siamo ragazze! Non ce ne stiamo “stesi lì”! Per natura entrambi piantiamo il seme, e voi mi permettete tutto questo!”
“Per favore, non mi comparare con il tuo giardino.”
“Domani notte dovrò ingravidarvi perché ci sarà la luna nuova e quell’incantesimo potrà essere eseguito. Sta correndo tutto troppo in fretta, e per quanto abbiamo parlato dei perché e dei dove, non abbiamo discusso sul come. Come faremo?”
“È una bella domanda.”
“Che mi dite di una risposta, allora?” Chiese Sam.
“Non ne ho una!” Sbottò Frodo tirandosi a sedere e spingendo Sam lontano da sé. “Non riesco nemmeno a immaginare un nostro bacio, figurati il resto!”
Sam si tirò su e guardò Frodo, poi spostò le gambe al bordo del letto, il più lontano possibile da lui. Il suo volto aveva preso nuovamente fuoco, ma stavolta per la vergogna. Lottò per trovare delle parole nonostante la stretta al petto fosse sempre più opprimente.
“Mi dispiace.”
“Non ti scusare!” Ribatté Frodo con rabbia. “Niente di tutto ciò è colpa tua!”
“Falliremo, non è vero?”Chiese afflitto Sam. “Nestadren ha detto che dovrebbe essere fatto con amore, invece ci stiamo ferendo l’un l’altro.”
“Hai cominciato tu,” disse amaramente Frodo coprendosi il volto con le mani. “È troppo distaccato, hai detto. Stavi piangendo mentre lo dicevi. Nestadren si sbagliava, l’amore non è abbastanza, non quando tu ami qualcun altro più di me. Dovrebbe esserci lei con te, ed è lei che dovrebbe partorire tuo figlio. Io sono solo un fastidio, un peso che si è messo in mezzo e ti chiede di fare cose innaturali trascinandoti lontano da casa!”
Sam ascoltò incredulo il discorso di Frodo, avvertendo la paura nella voce del suo caro amico. Stava tremando e, persino da dove si trovava, Sam poté vedere le lacrime scorrere argentee fra le sue dita. Tutta la paura di Sam appassì come le foglie autunnali che si accumulano in giro per il giardino. Mentre Frodo cercava di essere coraggioso, Sam aveva risollevano i suoi timori con domande di cui nessuno dei due aveva risposta.
“Frodo,” mormorò. Si inginocchiò sul letto disfatto e prese le spalle di Frodo fra le sue forti mani da giardiniere. L’altro hobbit tremò, ma quando lo girò gentilmente e gli sollevò il mento, non lo respinse. Gli occhi azzurri e confusi di Frodo si aprirono e lo osservavano sorridere teso. Sam si avvicinò e baciò le labbra tremanti.
Frodo rimase a bocca aperta; lui ne approfittò per far scivolare la lingua fra le labbra separate, quindi gli schiuse la bocca con la propria e vi lasciò un ultimo bacio prima di alzare il capo.
“Ora non avete più bisogno di immaginarlo,” mormorò Sam. Avvolse le proprie braccia attorno a Frodo e lo alzò per abbracciarlo in ginocchio, riscaldandolo e tenendolo vicino.
“Siete solo spaventato, non è vero?” Gli disse Sam in un orecchio. “Lo sono anch’io, mio caro. Mi spiace di aver detto quelle cose che vi hanno fatto piangere.”
“Dispiace anche a me, Sam,” Frodo tremò e ansimò nella sua spalla.
“Sono stato un’idiota per averlo detto in quel modo,” disse con voce roca. “Sono solo preoccupato per voi, tutto qui. Come se cianciare possa cambiare qualcosa.” Si allontanò da Frodo e si sedette sulle caviglie. “Ma c’è una cosa che dovete sapere. Non c’è nessuno che io ami più di quanto amo voi, e questo è l’unica verità che so.”
Asciugandosi il volto bagnato, si sedette pure Frodo. “Ma, Sam-”
“E voi non è un fastidio o un peso. Vergognatevi per averlo detto. Se fossi io ad avere bisogno di aiuto, direste che sono un peso?”
“Sam,” iniziò di nuovo, ma Sam lo interruppe.
“Lasciatemi finire, signor Frodo. Avete già detto la vostra, ora tocca a me. Per la cronaca, e con questo intendo il libro che state scrivendo, voi non mi avete trascinato via da casa. Mi fate apparire senza una volontà mia, quando sapete bene che lo hobbit più testardo del mondo siate voi stesso.”
“Sì, Sam,” concordò Frodo docilmente.
“Ora, che altro? Ah sì, Rosie.”
Frodo tirò su con il naso e se lo strusciò con il dorso della mano. “Ti sta aspettando,” disse dolcemente.
“No, non è così,” ribatté Sam. “Lo avrebbe fatto se lo avessi chiesto. Ma non l’ho fatto. Non ero sicuro di quando saremmo tornati, sapete. O se mai lo avremmo fatto.”
“Ma tu vuoi proporti a lei, Sam?”
“Ho avuto la mia occasione, signor Frodo. Ne ho avute più di una, da quando siamo tornati. Ma sono andato in giro per la Contea a piantare alberi, invece di farlo.”
“Facevi il tuo dovere,” protestò Frodo.
“Ma non ero obbligato a farlo da solo,” disse tristemente. “Forse sarebbe venuta con me, se glielo avessi chiesto. Mi avrebbe pure aspettato. Ma non ho mai chiesto niente.”
“Perché, Sam?”
“Ha detto che sono cambiato, prima che partissimo. Sono diverso rispetto al ragazzo che conosceva. Ora ho questo strano prurito ai piedi, gli incubi che mi destano dal sonno e delle cicatrici che non se ne andranno mai.”
“Forse lei avrebbe potuto guarire quelle cicatrici, Sam,” gli disse Frodo coprendogli una mano con la propria. “Se ti fossi dato più tempo, forse avrebbe potuto curarti.”
“Solo se glielo avessi lasciato fare,” convenne Sam. “Forse sì. Ma ha detto anche altro, Frodo, qualcosa che mi ha fatto riflettere. Non le ho mai raccontato di cosa abbiamo passato. Intendo nei dettagli. Ci sono momenti in cui mi sorride così gentilmente che sento che tutto è pronto per essere detto, ma poi mi chiedo: da dove posso iniziare? Come farò a raccontarle questa storia? Non possiedo parole abbastanza giuste da darle giustizia.”
“Ti capisco, Sam. Anche io scrivo con quelle parole senza che possano esprimere veramente come è stato, cosa abbiamo provato, cosa abbiamo passato.”
“Non credo esistano parole in grado di farlo, se non ci riuscite voi, signor Frodo. Ma vede, con voi non ho bisogno di trovare le parole. Sapete già tutto. Rosie ha detto che parlo solo con voi, ma non sa che non parliamo mai di quel che è stato prima del nostro ritorno. Che parliamo più del futuro.”
“Non abbiamo bisogno di parlare del passato,” rispose calmo Frodo. “È parte di noi, adesso.”
“Sono stanco,” disse Sam prima di tornare a stendersi e tirare le coperte fino al petto. Frodo, con un sospiro, fece altrettanto. “Comunque sia, adesso non ha importanza,” continuò Sam fissando il soffitto. “Non potrei tornare da quella ragazza dopo tutto questo. Non capirebbe e nemmeno mi aspetterei il contrario. Tutto questo è troppo grande e spaventoso per dei semplici hobbit come noi.”
“Perché prima eri così triste, Sam?” chiese umilmente Frodo. “Hai detto che per te non è così terribile fare l’amore con me, ma se non ami qualcun altro, perché sei così sconvolto?”
“Non ha importanza,” Sam scrollò le spalle. “Dicevate sul serio? Sul serio non riuscite nemmeno a immaginare di farlo con me?” Al pensiero, provò dolore al cuore.
“Mi dispiace,” disse Frodo. “Avevo solo paura. Ora che mi hai baciato non ho da preoccuparmi di questo, almeno.”
“Non è che vi siano cadute le labbra o che,” sbuffò Sam ancora non pronto al perdono.
“È stato dolce e piacevole, a dire il vero,” disse l’altro pensieroso. Fu sufficiente perché Sam lo perdonasse all’istante. “Ma ancora non hai detto perché eri così sconvolto.”
“Oh, è una cavolata,” rispose imbarazzato.
“Per favore, Sam,” lo supplicò Frodo. “Dimmi ciò a cui stai pensando. Ho bisogno di sapere.”
“Oh, signor Frodo,” ribatté Sam impotente. “Quanto vorrei non aver detto niente!”
“Hai detto che era troppo a sangue freddo,” gli ricordò. “Lanciare incantesimi e essere in intimità con un’altra persona. Ma se non hai paura di entrare in intimità con me, perché piangevi?”
“Perché,” Sam inghiottì nervosamente. “Perché non l’ho mai fatto prima!”
Frodo si accigliò. “Nemmeno io, Sam,” disse confuso. “Lo sai. Sei pure il primo ragazzo che mi abbia baciato.” Quando le orecchie di Sam presero nuovamente fuoco, i suoi occhi si spalancarono. “Oh, Sam,” sospirò. “Intendi dire con chiunque, non è vero? Non hai mai avuto un amante?”
“Vorrei tanto essermene stato zitto,” gemette Sam affondando nuovamente il volto nel cuscino.
“Ora capisco,” continuò Frodo. “Sam, è la tua prima volta e ovviamente vorresti che fosse speciale, con qualcuno che ami.”
“Non siate sciocco, non è niente! Ho combattuto contro troll, goblin e un dannato ragno gigante,” ansimò Sam dal cuscino. “Non parlatemi come se fossi una fanciulla stralunata.”
“Beh, anche io ho combattuto troll, goblin e ragni giganti,” gli ricordò Frodo. “E se posso spaventarmi come uno stupido io, allora puoi farlo anche tu. Adesso guardami, Sam.”
Sam gemette e premette la faccia ancora più in profondità.
“Sam!”
Sam sospirò e si girò. Poi aprì la bocca per la sorpresa: Frodo si era proteso verso di lui e lo stava baciando. E non era un bacio veloce o un buffetto con la lingua, era lungo e ozioso; dette a Sam nuovi interi livelli per definire la parola intimità. Poi, finalmente, sollevò la testa e sorrise a Sam attraverso l’oscurità.
“Perché lo avete fatto?” Chiese Sam, le labbra che formicolavano. “Non dovremmo farlo prima di domani.”
“Domani dovremo fare un lavoro, ragazzo mio,” asserì Frodo. “E sono sicuro che saremo pronti a farlo. Ma la tua prima volta non sarà a causa di un incantesimo, sotto pressione a causa del nostro futuro.”
“No?” Chiese Sam, il cuore che martellava.
“No,” disse Frodo scuotendo lentamente la testa. “La tua prima volta sarà con qualcuno che ami e che ricambi il tuo amore. Per nessun altro motivo, se non per farti sentire bene.”
Sam inghiottì forte. “Come fate a sapere che mi farà sentire bene?” Domandò nervosamente. Sentì le labbra secche, ora, e se le tamponò con la lingua. Si pentì appena gli occhi di Frodo caddero sulle sue labbra per un momento.
“Lo so dal momento stesso in cui mi hai baciato,” disse Frodo come se fosse sorpreso dalla domanda.
I nervi di Sam si rilassarono. “Sul serio?”
Frodo sorrise, e era così simile al sorriso peccaminoso che il giovane Hobbit era solito mostrare in giro per la Contea, che il cuore di Sam si contorse. “È stato il bacio più bello che io abbia mai avuto,” precisò.
“Mi state prendendo in giro,” lo accusò Sam. Fu immediatamente cosciente che Frodo si stava sporgendo verso di lui e che i loro corpi erano premuti insieme da un lato.
Frodo si calmò, gli occhi così dolci che per un momento Sam desiderò di nascondersi da loro. “No, Sam. Non l’ho mai fatto.” Con le dita, accarezzò la guancia arrossata di Sam, poi si protese a sfiorare con le labbra l’orecchio di Sam, con un tocco delicato come una piuma. “È strano, non è vero?” Mormorò. “Strano, ma bello, hmm?”
Non senza vergogna, Sam avvolse le proprie braccia attorno a Frodo e lo trasse a sé nascondendosi nel suo collo come un bambino in cerca di conforto.
“Oh, Sam,” sussurrò teneramente, e lo cullò. “Se tentassi per un centinaio di anni a trovare un modo di rendere il tutto più semplice, non potresti aver fatto di meglio. Lascia che mi prenda cura di te, Sam. Lascia che ti ami questa notte, domani sarà il tuo turno.”
“Volete veramente farlo?” Balbettò Sam. “Volete entrare in me?”
“Voglio farti sentire bene, Sam,” rispose sinceramente Frodo. “Sarai sorpreso di quanto possano fare mani e labbra. Il resto lo lasciamo a te. Dovrai scoprirlo da solo.”
“H-Ho paura,” ammise Sam con voce flebile, incerto se stesse parlando di quel momento o del giorno dopo, ma sicuro che non vi fosse altra persona al mondo a cui lo avrebbe potuto sussurrare.
“Anche io,” gli rispose Frodo. “Possiamo provare, mio Sam? Possiamo scoprire se l’amore è sufficiente?”
Lo stomaco di Sam fece le capriole e il cuore gli martellò nel petto, Sam non era sicuro di come tutto questo si fosse ribaltato così velocemente. Ma il suo giovane corpo gli diceva che era meraviglioso sentire le mani di Frodo sul suo volto, che le sue labbra gli facevano formicolare la pelle e che nonostante fosse stati spesso l’uno al fianco dell’altro su un letto, questa volta era diverso.
Non riuscì a parlare, ma si allontanò un poco per rispondere con un piccolo cenno d’assenso. Frodo sorrise di nuovo. Quel sorriso non era affatto peccaminoso, ma in qualche modo fece andare nuovamente a fuoco le orecchie traditrici di Sam.
“Sapete... cosa fare?”
“So cos’è piacevole,” lo rassicurò Frodo. Si protese e lasciò un tenero bacio sulle labbra di Sam, poi altri due agli angoli. Sollevò il capo e sorrise agli occhi ancora preoccupati di Sam, poi baciò nuovamente le sue labbra aprendo leggermente la bocca e sfiorando con la lingua la linea fra le labbra tremanti e serrate di Sam.
“Apri la bocca, Sam,” sospirò e, sorprendentemente, Sam lo fece.
“Oh!” Gemette Sam quando la lingua di Frodo scivolò fra le sue labbra e accarezzò la sua facendola fremere. Era la cosa più intima che avesse mai fatto con qualcuno, e tutto quello che poteva fare fu tremare e aggrapparsi alle spalle di Frodo mentre questi faceva giocosamente l’amore nella sua bocca. Frodo alzò le labbra leggermente gonfie e Sam riuscì finalmente ad aprire le palpebre incollate.
“F-Frodo,” balbettò, la bocca intorpidita e fremente.
“Di più?”
Sam arrossì e annuì.
Mentre si abbassava, aprì le labbra, ma questa volta la bocca di Frodo trovò la sua guancia, la sfiorò e andò alla mascella dove succhiò gentilmente. Mentre faceva ciò, le sue mani lo accarezzavano con delicatezza trovando posti sensibili che Sam non sapeva nemmeno di avere.
La mente di Sam prese a correre, ma così faceva anche il suo cuore. Era piacevole, molto piacevole, ma restava strano, un po’ alieno. Era Frodo che lo stava toccando e accarezzando con le proprie labbra. Il suo amico, la persona a lui più importante di tutto il mondo.
Ma nonostante tutto quello che avevano pianificato e gli incantesimi che dovevano essere fatti, non era il suo amante. Quando le labbra di Frodo trovarono la via lungo la sua gola, a Sam mancò il respiro, quei morbidi baci lo trascinavano in un piacere dolce e risucchiante. Sentì la propria pelle troppo calda, il proprio petto troppo stretto, e il corpo di Frodo contro il suo fu improvvisamente troppo estraneo, troppo alieno per essere tollerato.
Con un brivido, Sam catturò le mani di Frodo e le spinse via da sé. Le dita gli tremavano.
“Sam?” sussurrò Frodo, lo stordimento riflesso nei suoi enormi occhi azzurri.
Le mani di Sam si strinsero a quelle di Frodo mentre cercava di trovare le parole per spiegare il panico che aveva preso il sopravvento, ma quando le sue dita trovarono il vuoto dove una di quelle di Frodo mancava, ciò che prima era alieno tornò nuovamente familiare, e ciò che era strano, divenne normale.
“Frodo,” disse per rassicurare sé stesso.
Parve che gli occhi di Frodo lo misero a fuoco e capissero. “Troppo veloce?” Chiese in un sussurro. Sam annuì grato.
“Frodo,” ripeté.
“Sono qui, Sam,” lo rassicurò Frodo leggermente preoccupato. “È troppo per te? Vuoi che smetta?”
“No!” Esclamò Sam. Tutto questo li stava portando da qualche parte e Sam aveva bisogno di sapere dove. Vi era un sentiero che avrebbe dovuto prendere molto presto e si stava rendendo conto che non era tanto facile da prendere quanto credeva.
Fra il dire il fare c’era questo mondo oscuro e intimo di tocchi bollenti e di baci ardenti. Delle dita familiari avrebbero potuto suscitare sensazioni strane, le labbra potevano farlo andare a fuoco. Qualcosa lo stava guidando e aveva bisogno di sapere di cosa si trattava, come sarebbe stato. Era in potere di Frodo, ora e Sam fu subito consapevole che Frodo fosse una parte del mondo che lui, Sam, non credeva nemmeno esistesse. Non poteva sopportarlo, non di nuovo.
“E tu, Frodo?” chiese nervosamente. “Tutto questo ti piace?”
“Non lo vedi, Sam?” rispose Frodo con la voce roca, poi si premette gentilmente contro Sam. I suoi occhi si spalancarono e il suo respiro mancò di nuovo non appena sentì la dura erezione premuta sulla propria coscia. “Oh, Sam,” Frodo rise piano. “Sai che le tue orecchie diventano rosse, quando sei imbarazzato?”
“Anche le tue,” si difese Sam, ma non aveva abbastanza aria da poter produrre più di un brontolio. Un calore liquido si stava radunando all’altezza del ventre, e improvvisamente non era più importante chi lo stesso toccando quanto il come. Si mosse senza sosta e Frodo lo tirò più vicino, il suo corpo si muoveva su di lui premendolo nel materasso. Ora Sam poteva sentire quella durezza bruciante duellare con la sua attraverso la sottile stoffa delle loro camicie da notte. La pressione lo fece gemere e il suo corpo si mosse irrequieto.
“Ora non è abbastanza veloce,” osservò Frodo senza respiro, quindi tirò abilmente su la camicia da notte di Sam e successivamente la propria. Le loro carni si incontrarono e i pensieri di Sam volarono a vorticose impressioni di durezza vellutata e di fuoco liquido. Il suo corpo fece nuovamente resistenza, ma Frodo lo ingentilì e lo guidò in un ritmo finalizzato ad alleviare il bisogno. Invece, più quella brama veniva nutrita, e più sembrava crescere. Si muovevano insieme ora, liscia carne contro altrettanto liscia carne, la bocca di Frodo sul collo di Sam, e le mani di quest’ultimo sui fianchi di Frodo a stimolare le spinte nelle loro parti basse.
Sam non avrebbe mai saputo chi dei due avesse raggiunto il culmine per primo, ci fu solo una fine in cui vi era calore e piacere, un piacere molto profondo che lo torse, lo prosciugò e poi lasciò senza fiato, ansimante e languido. Le labbra di Frodo stavano appoggiate sulla sua pelle, solo la punta della sua lingua tracciava un punto ardente sul suo collo che bruciava come il fuoco che correva nelle sue vene.
I battiti di Sam rallentarono, respirare divenne più facile, e presto si rese conto del peso di Frodo che lo premeva giù e dell’umida viscosità che teneva uniti i loro corpi. Spinse gentilmente la spalla di Frodo e lo sentì rotolare giù con un sospiro. Quando si separarono, i loro corpi fecero un suono e l’aria fredda fece tremare Sam che divenne conscio di avere la camicia da notte tirata su sopra i fianchi e le coperte lontane, calciate via.
Tirò l’orlo dell’indumento trasalendo alla viscosità del loro seme che si stava asciugando. Frodo afferrò le coperte e Sam se ne impadronì grato, mettendole sopra di sé.
“Sam?” Mormorò Frodo.
“È-è sempre così?” Domandò Sam così imbarazzato che la sua voce sembrò piccola piccola.
“Intendi spaventoso?” Domandò a sua volta Frodo affettuosamente. Prese il mento di Sam fra le sue dita e lo voltò in modo che lo guardasse negli occhi. Sam chinò il capo, ma dopo un momento si trovò a incontrare quello sguardo blu e familiare.
“Non sembrate spaventato,” disse Sam sorpreso. “Lo eravate?”
“Lo sono ancora, un po’,” confessò Frodo. “Volevo che ti piacesse, ma poi mi sono lasciato trasportare tanto da perdere il controllo.”
I nervi di Sam si ristabilirono e si rilassò sul materasso. Le ossa gli parvero fuse e la pelle delicata e brillante. E gli occhi di Frodo, sebbene un po’ ansiosi, sembravano colti da un languore e una sonnolenza improvvisa, come se anche lui si sentisse meravigliosamente.
“Sul serio vi ho fatto perdere il controllo?” Sam era meravigliato. “Accipicchia!”
Frodo sorrise e si rannicchiò accanto a lui. “Sono un po’ sorpreso anche io,” ammise. “Infatti stavo già provando molto piacere, poi sono stato sopraffatto.”
“Anche io!” Esclamò Sam. “Ero nervoso e tutto ciò mi faceva sentire strano, però improvvisamente ho saputo cosa fare.” Abbassò un poco il capo. “Beh, forse non esattamente. Siete stato voi a mostrarmi come si fa.”
Frodo si avvicinò e appoggiò la fronte contro quella di Sam. “Grazie per esserti fidato di me abbastanza da lasciarmelo fare,” sussurrò. “Domani ci fideremo l’un dell’altro, hmm? E insieme impareremo qualcosa di nuovo.”
“Oh, domani!” Esclamò ancora Sam. “Me ne ero completamente scordato!”
Frodo gettò il capo indietro e rise fragorosamente, Sam affondò nuovamente la faccia nel cuscino.
“Eccole, le mie orecchie fiammeggianti,” gemette prima che Frodo lo trascinasse a sé e lo coccolasse.
“Ugh,” dissero insieme, poi si separarono.
“Prendo un asciugamano,” si offrì. “Tu prendi qualcosa di pulito. Credo che staremmo bene anche senza, ma questo posto non accenna a riscaldarsi.”
Sam annuì e tremò un poco per il freddo. Trovò due camicie da notte e si tolse la propria, pulendo distrattamente il proprio ventre con la stoffa soffice.
“Questo andrà meglio,” disse Frodo. Gli porse un asciugamano umido che fece guaire Sam al contatto e accelerò i suoi tempi. Quando tornò nel letto, stava ancora tremando. I due hobbit si coccolarono sotto le coperte, i freddi piedi avviluppati.
“Beh,” Sam sbadigliò contro la spalla di Frodo. “Non me lo sarei mai aspettato.”
“No,” convenne insonnolito Frodo. Fece scivolare le dita gelate sotto le braccia di Sam e sospirò per il piacevole calore. Sam si contorse e ricambiò il favore.
Era convinto di dover dire qualcosa di più, ma gli occhi di Frodo erano già chiusi e i suoi erano su quella stessa via. Avevano un sacco di tempo per parlare, rifletté Sam addormentandosi. Tutto il tempo del mondo.
888
Giunto il mattino, si svegliarono ancora abbracciati e, per un momento, a Sam parve un giorno ordinario. Si spostò e sospirò, desiderando di poter restare al caldo, ma consapevole di dover uscire. Frodo stava leggermente russando su di lui, Sam si divincolò a disagio sfregando oziosamente sul suo ventre.
Le coperte scivolarono giù e il profumo dei loro corpi uscì fuori, dolce, piccante, diverso. Il ricordo tornò con forza quando sentì un dolce dolore nelle parti basse del suo corpo. Sam aprì gli occhi proprio nel momento in cui le ciglia di Frodo tremolavano prima di aprirsi del tutto. Completamente impreparato ad affrontare l’amico dopo quel che era successo la notte prima, Sam partì sparato giù dal letto e verso il bagno.
Quando uscì, Sam rimase in piedi alla porta della loro stanza, spostando il peso da un piede all’altro sul freddo pavimento piastrellato. Poté vedere Frodo seduto sul bordo del letto dargli le spalle, stiracchiandosi le braccia con uno sbadiglio e arruffandosi distrattamente i riccioli scompigliati. La camicia da notte era tirata su e quando vide un tratto della sua pallida pelle nuda, Sam distolse lo sguardo. Non era veramente pronto a ricordare quanto di più avrebbe toccato e visto quella notte.
Frodo si voltò a guardarlo. “Sam?”
“Ho fame,” disse Sam frettoloso, cercando i propri indumenti e tirandoli fuori.
“Va tutto bene?” Frodo scese giù dal letto e fece per raggiungerlo, ma Sam fece un veloce passo indietro e tenne i propri pantaloni davanti al petto come fossero uno scudo.
“Domanda stupida,” disse Frodo fermandosi. Alzò un sopraciglio con aria interrogativa, ma Sam distolse lo sguardo e si mise le braghe da sotto la camicia da notte. Poi afferrò un gilè e si diresse alla porta, le bretelle ancora giù.
“Vado a fare colazione,” borbottò guardandosi i piedi. Dunque fu fuori, scappato via come una lepre inseguita da una volpe. Non smise di correre fino a che non si ritrovò in una parte tranquilla del giardino che non si ricordava di aver mai visto. Si appoggiò contro un albero, ansimando e sentendosi un completo stolto.
“Samwise, idiota,” soffiò strofinandosi una mano tremante sul viso. Non era stato lui, la notte prima, a dire a Frodo di non trattarlo come una fanciulla stralunata? E ora eccolo ad arrossire e correre via come una ragazzina delirante.
“Immagino che dovrei lasciarti solo,” disse dietro di lui Frodo e Sam saltò. Gli hobbit potevano muoversi meravigliosamente silenziosi, quando volevano, e Frodo lo aveva preso di sorpresa. Sam voleva dire qualcosa che potesse rompere la tensione che stava provando, ma le parole non vollero uscire. Non sarebbe mai stato semplice, per lui.
“Ma la giornata scorre in fretta, e oggi è l’ultimo giorno in cui abbiamo la possibilità di cambiare idea. Ho rovinato tutto?” Domandò tranquillamente Frodo, appoggiando una mano sulla sua spalla.
Le parole non volevano venire tanto facilmente, ma le azioni sì, così Sam sollevò la propria mano e afferrò quella di Frodo. Non si girò, ancora non era pronto ad affrontare quei suoi occhi percettivi.
“Perché non vuoi guardarmi, Sam?”
“I-io,” Sam tentò di mettere insieme i propri pensieri. “Mi sento un po’ stupido, ecco,” mormorò con il mento al petto. “A piangere e ad agitarmi, la scorsa notte. Avrei dovuto tenermele per me.”
“Perché, Sam?” Chiese Frodo. “Perché dovresti tenere segrete cose del genere? Pensi forse che avrei... avrei riso? Che mi sarei preso gioco di te?” C’era dolore, nella voce di Frodo e il cuore tenero di Sam si contorse. Si voltò a guardare il proprio amico negli occhi.
“Certo che no!” Negò. “So che non mi prendereste in giro su qualcosa del genere.”
“Allora perché non condividerlo con me? Ci conosciamo l’un l’altro più di quanto conosciamo noi stessi, Sam. Stiamo per creare una nuova vita insieme. Perché non ti fidi di me?”
“Non si tratta di fiducia,” disse Sam imbronciato, calciando delle foglie secche ai suoi piedi. Fece un passo indietro e si riappoggiò all’albero. “Mi sono preso cura di voi per così tanto che è diventata un’abitudine, ecco. Quando tutto questo è venuto fuori e è spuntato questo incantesimo, mi sono sentito in dovere. Come mi sono sentito in dovere di venire fin qui a trovare una cura. Come posso ammettere che l’unica cosa di cui avete bisogno da me è qualcosa che non ho idea di come fare a darvi?” Si lasciò con tutto il peso sulla pianta. “Continuo a non saperlo,” mormorò.
“Sembrava che tu avessi appreso molto velocemente, la notte scorsa.” Disse gentilmente Frodo e Sam vide un barlume di sorriso sulle sue labbra.
“Sì, beh, eravate voi a condurre i giochi,” ribatté burbero Sam.
“Ho solo poca esperienza in più rispetto a te, Sam,” svelò Frodo, i suoi occhi blu erano limpidi e diretti. “Ed è passato molto tempo dall’ultima volta che ho condiviso con qualcuno qualcosa di simile a quello che abbiamo avuto la scorsa notte. Ma se io ti ho aperto la via, tu mi hai mostrato una o due cose.”
Sam ricordò gli ultimi momenti del loro accoppiamento: i gemiti di passione di Frodo, il suo stesso abbandono al piacere. “Sembrava un po’ una sorpresa,” ammise recessivo. “Non avrei mai pensato che potesse essere così. Che il tocco di qualcuno potrebbe essere stato come... come fuoco.”
“Non credo che possa succedere con chiunque, Sam,” meditò Frodo. “È per questo che non ho avuto molta esperienza da quando sono cresciuto. Per essere in intimità con qualcuno ho bisogno di fidarmi ciecamente e di provare affetto nei suoi confronti.”
“Sì,” asserì Sam pensieroso. “Se ci penso, non posso immaginare di lasciar fare a qualcuno quello che avete fatto voi la notte scorsa.” Abbassò la testa timidamente. “Quel che abbiamo fatto insieme, voglio dire.”
“Quindi non ho rovinato nulla?”
“Semmai, con il mio comportamento, sono io ad averlo fatto!” Esclamò Sam. “Il fatto è che non sono ancora sicuro di come sarà questa notte. Voi lo siete?”
“Possiamo fare solo del nostro meglio, Sam.” Frodo avvolse le braccia attorno ai suoi fianchi e dette un’occhiata agli alberi e alle rocce attorno a loro. “Potrebbe essere, mio caro Sam, che non sia il nostro destino.”
Sam si accigliò. “Cosa intendete dire?”
“Mi sembra egoista aspettarmi che un incantesimo possa risolvere tutti i nostri problemi. Dovevamo salvare la Contea e l’abbiamo salvata, Sam. Dopo tutto questo, mio più caro hobbit, dovresti andare a casa. Chiedere un lieto fine sarebbe troppo per me.”
“Perché?” chiese Sam, il cuore che gli si spezzava nell’udire la solenne tristezza di Frodo. “Perché voler vivere dovrebbe essere egoista?”
“E se dentro di me ci fosse più del veleno Morgul, Sam? Porto questo male in giro per il mondo con i marchi che ha lasciato su di me. Ma se il veleno non potesse essere curato?”
“Ha lasciato una ferita dentro di voi,” rispose Sam con voce malferma . “Ma le ferite guariscono, se glielo consentite. Non arrendetevi adesso, Frodo. Non vi arrendeste allora e andaste avanti camminando finché poteste, poi strisciando.”
Frodo si protese e poggiò gentilmente la mano mutilata sulla guancia di Sam. “E quando non potevo più nemmeno strisciare, mi hai portato tu.”
“Allora lasciate che vi porti anche adesso,” lo pregò Sam. “Non arrendetevi quando siamo così vicini a trovare la via. Ti prego!”
Le parole di Sam gli girarono in testa facendolo impallidire. “Va bene, Sam,” disse infine. Ma prima che Sam potesse sorridere sollevato, lui lo guardò serio. “Ma se l’incantesimo non funziona accetterò i fatti così per come sono. Niente viaggi in giro per il mondo in cerca di una cura, d’accordo?”
“Ma...” Iniziò Sam prima che Frodo premesse un dito umido sulle sue labbra.
“Dico sul serio, Sam. Se non funziona, torniamo a casa, nella Contea. Voglio passare il tempo che mi resta a casa.”
Nei suoi occhi vi era tutta la determinazione che poteva esservi, così Sam assorbì le sue parole. C’era già stata abbastanza tensione fra loro, ci sarebbe stato tempo per le discussioni. Ora però, tutto quello che voleva era armonia, un ritorno alla pace.
Annuì, quindi Frodo sorrise e lo prese per mano.
“Grazie per il tuo sostegno, Sam,” disse grato.
Sam sollevò la sua mano e la baciò, come se lo avesse già fatto centinaia di volte. Poi la strinse con più fermezza e lo tirò dietro a sé. “Sarà una lunga giornata,” annunciò. “E ora sto veramente morendo di fame.”
888
Era stata una giornata strana. Come deciso da un accordo non detto, tutto quello di cui parlarono non riguardò quello che stava per succedere. Vagarono insieme nell’eterno e pacifico Autunno del reame di Elrond, discutendo sui cambiamenti che avrebbero potuto apportare al giardino di Casa Baggins, una volta tornati. Parlarono di fiori e di verdure, arrivando persino a prendere in considerazione alberi da frutto per un piccolo frutteto dietro la collina. Con il trascorrere della giornata, Frodo sembrava farsi più distante: parlava poco e evitava il tocco di Sam. Poi, prima della cena, si separarono e non si videro più fino all’appuntamento fuori dallo studio di Nestadren. Frodo era pallido e silenzioso.
Nestadren li accolse calorosamente e quando il suo sguardo si posò sul capo chino di Frodo non commentò in vista di un ovvio ripensamento. Raccolse un morbido sacchetto grigio e li condusse fuori dall’edificio di pietra, lungo un sentiero lastricato. Stranamente, Sam notò essere il sentiero che aveva preso quella mattina, come se i suoi piedi sapessero già la strada che avrebbero dovuto percorrere. Camminarono a lungo, passarono il bordo del burrone e poi un viottolo non pavimentato, ma spianato dal lieve passaggio degli elfi.
Infine arrivarono a un padiglione fra gli alberi, talmente coperto da viti e piante rampicanti da essere quasi confondibile con l’antica foresta intorno a loro. Sotto la luce del tardo pomeriggio sembrava dormisse, persino il canto degli uccellini era diverso e silenzioso.
“Ho preparato tutto,” disse Nestadren dolcemente. “Dopo aver lanciato l’incantesimo vi lascerò e da quel momento fino a quando non comparirà la luce del mattino nessuno potrà venire o andarsene da questa radura. Starete qui per tutto il tempo in cui l’incantesimo agirà su di voi.”
Li condusse su per gli scalini consumati e aprì una liscia porta di legno. Al suo interno c’era un grande letto rotondo, Sam distolse subito lo sguardo, imbarazzato.
“Sedetevi,” li invitò Nestadren indicando, per il sollievo di Sam, un basso divanetto dalla fodera resa morbida e liscia dal passare degli anni.
Si sedettero fianco a fianco senza toccarsi, Sam si impegnò a non mostrare la sua preoccupazione. Erano distanti pochi centimetri, eppure poteva sentire Frodo più distante che mai.
“Sam,” iniziò gentilmente Nestadren. “Non sarà fatta alcuna magia su di te, ma ti dispiacerebbe prendere la mano di Frodo? Credo che sia spaventato e preoccupato, potrebbe farlo sentire meglio.”
Sam desiderava sentirselo chiedere da Frodo, sentì quasi come un’intrusione prendere quelle tremanti dita fra le proprie. Tutto sembrava impossibile ora, ridicolo. Questa era magia elfica, superiore e distante per dei semplici hobbit della Contea. Il loro lavoro erano rispettivamente il giardino e i libri, non la magia mistica. Questo era troppo per loro, una porta chiusa per le persone ordinarie, ed erano dei completi idioti se pensavano il contrario.
La speranza lo lasciò e fu per il proprio conforto che afferrò le dita di Frodo e ascoltò le incantanti parole elfiche di Nestadren e il cadere delle foglie. Vi era più di un semplice incantesimo, molto di più, ma questa consapevolezza era un vago ricordo, per Sam. Vi era una canzone la cui melodia gli sfuggiva come un pesce che scappa dalle dita gettandosi nel ruscello.
Poi, improvvisamente, Nestadren si stava alzando davanti a loro. Porse gentilmente una mano ad entrambi e li benedisse, prima in elfico, poi nella lingua comune. Dopo di ché se ne andò con un fruscio.
Anche se non credeva alla cura miracolosa che tanto bramava, Sam non poté fare a meno di analizzare Frodo. Era cambiato qualcosa? Poteva esserci qualche segno di questa magia in lui? Frodo, seduto lì con la testa chinata e le mani umide strette a quelle di Sam, non sembrava diverso.
“Che stiamo facendo?” Chiese finalmente con voce rauca. “Sam, cosa pensavamo di fare? Questo non fa per noi.”
“Lo so,” ammise Sam. In qualche modo, era come essersi liberato di un peso. Trasse un profondo respiro. “Lo so.”
Frodo cercò il suo sguardo, gli occhi scuri e ombreggiati. “Avrei dovuto ascoltarti sin dal principio. È assurdo, innaturale.”
“Forse se fossimo stati elfi,” convenne solennemente Sam. “Come quei Sian e Sial. Gli hobbit non possiedono la magia, o almeno non come questa. La nostra magia risiede nella buona terra e a indurre la vita in essa. Non può nascere una vita da noi, Frodo. Non da due semplici hobbit come noi.”
“Desideravo tanto che ci fosse una cura, Sam. Per te quanto per me. È stato bello crederci, anche solo per poco, che vi fosse un futuro per noi insieme nella Contea.”
Gli occhi di Sam erano punti dalle lacrime. “Tutti i nostri piani,” disse sommesso. “Scommetto che Merry e Pippin stanno badando a ogni cosa. È tutto là ad aspettarci, caldo e accogliente. È un peccato che vi abbia trascinato via da lì.”
Frodo serrò la presa sulla mano di Sam. “Lo hai fatto per me, lo so,” disse grato. “Ti sei spinto fin qui per me.”
“Spinto fin qui?” Sam era meravigliato. “Mi meraviglio che la mia mano non abbia lasciato un impronta sulla vostra schiena, spingendovi qui, signor Frodo!”
Frodo si guardò intorno, soffermandosi sul grosso letto. Appariva invitante, con le sue lenzuola fresche e i cuscini ricamati. Ma era superfluo al momento, quasi crudele, un ricordo delle loro speranze e sogni.
“Che facciamo ora?” chiese Frodo.
“Domani andiamo a casa,” rispose. “Lasciamoci dietro tutto questo. Perché scommetto che appena attraversato il Brandivino e saremo nella Contea, rimarrà come un sogno qualsiasi.”
“Pensi che lo dimenticheremo?” Frodo catturò i suoi occhi e lo fissò. “Ci dimenticheremo tutto?”
All’improvviso, Sam non poté resistere, si sporse e strinse la forma cadente di Frodo al proprio petto. “Non voglio dimenticare,” pianse sul suo collo. “Per un momento abbiamo avuto tutto quel che volevamo, non voglio dimenticarmi di questo!”
“Sam,” sussurrò Frodo stringendolo a sé e accarezzandolo. “Nemmeno io voglio dimenticare, so che non lo farò mai. Non mi importa cosa comporta, voglio tenermi stretto il ricordo della scorsa notte, quando eravamo più vicini di quanto ho mai creduto che due persone potessero essere. Ti sei consesso a me così dolcemente, mio caro. Eravamo bramosi l’un dell’altro senza sapere di essere come la terra più arida che non vuole altro che la pioggia.”
Sam annuì fiero. “Non mi pento di essere venuto qui,” disse solennemente. “Anche se non è la fine che speravamo, non mi pento. Perché quando penso che avrei potuto passare un’intera vita senza avervi baciato, o essere stato baciato da voi, mi fa sentire vuoto dentro e il mio cuore fa male.”
Anche Frodo annuì, i morbidi riccioli sfiorarono la pelle di Sam. Le mani accarezzavano la sua schiena per dargli conforto.
“Frodo,” sussurrò Sam sulla punta del suo orecchio. “Voglio curarti con l’amore e nel modo che ha detto Nestadren.” Si ritrasse un poco e lo guardò negli occhi. “Voglio solo amarti come hai fatto tu la notte scorsa.”
Il volto di Frodo era colmo di meraviglia. “Lo vuoi veramente, Sam?”
“Sì. E non per un qualche incantesimo o magia con la luna, mio caro. Solo perché ti voglio di nuovo, e se questo è il sogno che ci lasceremo dietro, voglio che sia il sogno più dolce che potremmo condividere.”
“Sam.”
“No, dobbiamo, se tu non vuoi, sarò felice anche se non faremo nulla più che abbracciarci in questo letto enorme e forse darci qualche bacio.”
“Sì che lo voglio, Sam,” rispose Frodo con un sorriso stentato. “Mio Sam, lo voglio più di qualsiasi altra cosa.”
Questa volta, quando si svestirono, non vi fu nervosismo o paura, e nemmeno arrossimenti o sguardi nascosti. Si tolsero i vestiti con naturalezza e salirono sul letto, traendosi l’un l’altro sotto la grande trapunta.
“È più calda di quella nella nostra stanza,” osservò Sam muovendo le proprie dita dei piedi tra le pieghe delle lenzuola. Frodo intrecciò i propri piedi ai suoi e gli accarezzò i piccoli riccioli sulle caviglie. Un brivido colse entrambi.
“Anche più morbido,” convenne Frodo.
“Tu hai una pelle ben più morbida e gentile della mia,” annunciò Sam quando i petti si toccarono. “È più piacevole che mai toccarti in questo modo.”
“L’altra notte non ci siamo nemmeno tolti la camicia da notte,” rise Frodo nel suo collo.
“È vero,” rispose Sam. Le sue mani callose accarezzarono le spalle sottili di Frodo, amando la sensazione di quella pelle liscia sotto il suo tocco e rabbrividendo nel saggiare quella corporatura estremamente stretta.
“Dovresti mettere su un po’ di peso, Frodo,” osservò.
Frodo annuì mentre le sue dita passarono dalla schiena ad accarezzare il petto e si intrecciarono giocosamente tra i peli.
“Sono sempre stato troppo magro,” convenne, respirando il suo odore e sospirando compiaciuto. “Adoro la sensazione di quanto sei solido contro di me, Sam.”
“E non ti sembra strano,” chiese Sam curioso. “Il fatto che siamo entrambi maschi?” Gli venne un piccolo brivido allo sfiorarsi e al tocco di ciò che lo provava.
“Uh, no,” soffiò Frodo. “A te sì?”
“Non posso conoscere la differenza,” gli ricordò, le mani ora trovarono la curva del fondoschiena di Frodo e vi scivolarono sopra arditamente.
“Um, oh, Sam,” Frodo tremò non appena quelle mani si soffermarono delicatamente sulle sue natiche. “Mi è difficile da credere! Sembri sapere esattamente cosa fare!”
“Sto solo seguendo il mio naso, possiamo dire,” rispose Sam compiaciuto, poi seguì il suo istinto e iniziò a mettere in pratica quel che aveva imparato la notte prima sul baciare. Quando le mani di Frodo scesero sulle sue solide natiche, fu il suo turno di tremare e tutti i propositi sulle semplici coccole andarono fuori della finestra mentre i loro giovani corpi si incontrarono e mescolarono. Entrambi trovarono il ritmo con naturalezza, questa volta, e presto si cullarono insieme mormorando il nome l’uno dell’altro con una mutuale passione e gioia.
Quando il piacere e la passione esplosero, questa volta, Sam non spinse via Frodo. Lo tenne ancora più stretto a sé, se mai fosse stato possibile, continuando a muovere il proprio corpo contro quello di Frodo languidamente, continuando ad accarezzarlo più gentilmente e delicatamente.
Infine, Frodo scese da lui, ma non andò lontano, restarono serrati l’uno all’altro dal petto sino alle cosce, la testa sullo stesso cuscino. Sam fece scorrere la propria mano sul petto di Frodo, sfiorando il fluido lattiginoso sulla pelle e massaggiandoglielo sul ventre. Frodo si unì all’operazione come a sottolineare la prova della loro passione.
“Sono quel terreno che ha bisogno della tua pioggia,” scherzò Sam.
“Ce ne è anche della tua, Sam,” Frodo sorrise in rimando. Alzò la mano alle proprie labbra e leccò la punta di un dito, curioso. Sam rabbrividì sentendo, non senza incredulità, una scarica di pura eccitazione attraversarlo. Frodo era abbastanza vicino da sentire la scossa del suo corpo e esibì un ampio sorriso.
“Ti piace?”
“Um, che sapore ha?” Sam rispose alla domanda con un’altra delle sue.
“Prova,” lo invitò Frodo porgendogli invitante il dito.
Sam arrossì, ma non poté rifiutarsi, la curiosità e la libidine erano brucianti, e quando il dito raggiunse le sue labbra, non usò semplicemente la lingua, prese l’intera punta nella propria bocca, succhiando quel seme salato e la carne tremante sotto di esso.
La passione ottenebrò gli occhi di Frodo che si leccò le labbra fissando la bocca di Sam mentre ritraeva lentamente il proprio dito.
“È il tuo seme, Sam,” sussurrò Frodo con voce rauca. “Questa notte doveva andare dentro di me, mi ero preparato per riceverlo.”
Gli occhi di Sam si spalancarono per lo stupore. “Come?” Sibilò.
Frodo gli prese una mano e la guidò giù, oltre il membro turgido e i testicoli, nel caldo punto nascosto fra le sue gambe. Qui le dita di Sam trovarono una lubrificazione inaspettata. Poteva persino sentirne l’odore.
“Ti sei dato dell’olio?” sussurrò incredulo. “Ti sei preparato per me?”
“Volevo che fosse bello, Sam. Facile.”
Le lacrime punsero gli occhi Sam mentre il suo cuore si gonfiava, quasi come se l’amore avesse potuto soffocarlo. “Eri così spaventato e preoccupato,” riuscì a dire Sam nonostante il groppo in gola. “Eri così pallido e silenzioso oggi che mi hai quasi spezzato il cuore. Ma hai fatto questo comunque, ti sei preparato per me.”
“Per il tuo seme,” annuì fiero. “Lo voglio ancora, Sam. Anche se non è facile da farsi, lo voglio. Anche se dopo dovrò lasciarti per avere un futuro senza di te, avrei per sempre questa parte di te in me.”
“Frodo,” sibilò Sam. Subito dopo lo stava baciando selvaggiamente, tutte le sue nuove capacità dimenticate mentre premeva Frodo nel letto mentre rapiva la sua bocca, la gola e il collo con estasi. Frodo venne incontro a quella ferocità con la propria, le dita che dolevano nel tentativo di toccare in una volta sola tutto ciò che poteva essere toccato, afferrandolo prima per le spalle e poi ai fianchi, guidandolo mentre Sam si spingeva tra le sue gambe, facendosi spazio premendo un ginocchio in su.
Non vi fu bisogno di armeggiare, l’istinto dettato dall’amore e dalla pura passione lo guidò finché la rigida erezione non trovò il passaggio che era stato preparato per lui e ci si strusciò contro.
“Non permettermi di farti del male,” lo pregò Sam senza fermarsi. Spinse sentendosi accogliere un poco dalla lubrificazione, poi si ritirò e spinse di nuovo violando la resistenza e gemendo mentre veniva accolto. “Non permettermelo!” Urlò di nuovo, ma Frodo aveva impostato un ritmo ora, le gambe avvolte attorno alla vita di Sam e la testa gettata indietro mentre Sam si spingeva in lui gradualmente con quel calore che lo circondava e assorbiva.
“Sam!” Urlò Frodo, le sue mani che frugavano nello spazio fra loro. Sam spinse gli ultimi centimetri rimasti e afferrò le cosce di Frodo spingendolo ancora più in alto così che non vi fosse alcuno spazio a dividerli. Solo Sam che affondava in Frodo e Frodo che accoglieva Sam dentro di sé.
“Tutto bene?” riuscì a dire Sam, ogni istinto che lo pregava di spingere ancora e l’amore che lo tratteneva mentre ansimava, aspettando che aprisse gli occhi e gli dicesse di muoversi. Ma Frodo sembrava perso nella propria passione, il capo gettato indietro e le mani sulla propria erezione nell’atto di accarezzarla e premerla contro il ventre di Sam.
“Frodo!”
“Per favore,” rispose infine, gli occhi aperti in fessure. “Non fermarti Sam. Ho bisogno di te, ho bisogno di te.”
Fu il segnale di cui Sam aveva bisogno. Iniziò a spingere facendo lavorare i muscoli della schiena e delle cosce in modo da uscire da Frodo e rientrare subito dentro. Quando si ritrasse Frodo urlò per poi miagolare quando spingeva. Premette il proprio corpo verso l’alto, le mani sulla propria erezione una presenza appena palpabile. Poi venne a lunghi scatti, ma senza che Sam si fermasse: perso nella passione, affogato dall’amore, dal ritmo che lo guidava nelle spinte all’interno del suo corpo e dal battito del suo cuore.
Quando infine Sam iniziò a dare spinte più lente e potenti che lo avrebbero portato a completezza, le gambe di Frodo erano ancora serrate attorno alla sua vita, il capo gettato sul cuscino. Frodo mormorò il suo nome e aprì gli occhi, così che si fissassero l’un l’altro mentre Sam veniva, la sua anima aperta mentre il seme di Sam si riversava in lui riempiendolo, inondandolo, legandoli insieme per sempre. Se solo lo avessero saputo.
Quando collassò su Frodo, Sam aveva il fiato corto e il sudore che gli bagnava la fronte e le guance. Il petto di Frodo si alzava e abbassava sotto di lui come se avesse appena corso, il suo stesso corpo bagnato di sudore e seme.
“Mio caro Sam,” sussurrò Frodo.
“Amore mio,” mormorò in rimando. Le lacrime si mescolarono al sudore, ma le nascose da Frodo, affondando il volto nel suo collo. Frodo sembrò capirlo, le sue mani accarezzarono la schiena di Sam con amore, confortandolo per lunghi minuti in cui il battito dei loro cuori si calmò e respirare divenne più semplice.
Infine dovettero separarsi e Sam uscì riluttante, prendendo Frodo fra le proprie braccia e abbracciandolo affettuosamente.
“Ti ho fatto male?” Mormorò.
“Solo quando mi hai lasciato,” rispose Frodo e Sam comprese.
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Sam venne svegliato dal canto degli uccellini, proprio quando un filo di luce argentea si infiltrò dalle larghe finestre. Faceva freddo nel padiglione, ma Sam era riscaldato dal corpo addormentato rannicchiato contro il suo. La testa di Frodo era appoggiata sulla sua spalla, gli occhi vibravano leggermente nel sonno e le ciglia impossibilmente lunghe si muovevano impercettibilmente. La sua pelle era liscia come la crema, pallida a eccezione di un leggero rossore sugli zigomi. Davanti a tale visione, Sam sospirò deliziato.
‘Com’è che riesce sempre a togliermi il respiro?
Quando è successo? Esattamente, quand’è che è successo tutto questo? L’altra notte Frodo ha detto che abbiamo bisogno l’un del l’altro come fosse una fame di cui non ci rendiamo conto. Tutte quelle volte che siamo stati vicini in cerca di conforto, tutte le volte che ho premuto le labbra sulla sua mano, sulla sua fronte, avevo questa fame di contatto? So per certo che non mi son mai sentito libero di scostargli i riccioli ribelli dalla fronte o poggiare un pollice sulle sue labbra.
Anche lui prova i miei stessi sentimenti? Quando m’ha donato la mia prima volta, cos’ha provato? So che mi ama, c’è sempre stato questo tacito amore tenuto rinchiuso a fuoco dentro di noi. Ma quando mi ha baciato, quando ha poggiato il suo corpo ardente sul mio per mostrarmi cosa fare, cos’ha provato?
Dove sono le strade tracciate dal nostro amore? Ce ne sono, almeno? Ci sarebbe qualcosa che non mi avrebbe lasciato fare, se non glielo avessi chiesto?
Una volta ero contento di essere suo amico, onorato che un Hobbit raffinato come lui stesse in mia compagnia, ridesse con me e confidasse in me. Una volta il dono più grande che potessi ricevere era vederlo sorridere, farlo ridere. Tutto quello che volevo era stargli vicino e prendermi cura di lui.
Ma lui che cosa desidera? Una volta che l’incantesimo sarà svanito e torneremo a casa, cosa faremo? Non ci comporteremo da padrone e servitore, ormai siamo ben oltre questo. Saremo ancora amici? Potremo rimanere amanti? O tutto quello che avrò saranno queste notti di passione, questi sogni meravigliosi?’
‘Ti prego,’ pensò Sam, ‘ti prego.’
“Desidero...” Sam fu spaventato dalla morbida voce di Frodo. Le lunghe ciglia umide si mossero di nuovo e Frodo aprì i suoi enormi occhi blu.
“Cosa desideri, Frodo?”
‘Far sì che tu desideri, amore mio. Se non è questo il tempo dei desideri, non so quando lo sarà mai.’
Ma Frodo sembrò non riuscire a trovare le parole, così rimasero sdraiati insieme ad osservare il sorgere del sole.
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Quando Nestadren arrivò li trovò seduti fianco a fianco dove li aveva lasciati la notte prima, le mani ancora unite.
Sam era miseramente consapevole dello scorrere del tempo in cui Nestadren salì gli scalini di pietra, aprì la porta e entrò nella stanza dove erano seduti. Ogni secondo che passava segnava il momento in cui il sogno sarebbe finito, con l’avvicinarsi alla verità, oltre il velo che li aveva tenuti prigionieri quella notte. Nestadren si avvicinò loro e Frodo lo guardò con il timore negli occhi. Il suo volto era pallido e le labbra serrate quando il guaritore si accovacciò e gli prese le mani.
Quando Frodo tolse le proprie, le mani di Sam divennero fredde e vuote. Le sbatté sul proprio grembo per farle smettere di tremare, gli occhi fissi su Frodo mentre Nestadren teneva le sue mani e lo fissava negli occhi profondamente.
Gli occhi di Nestadren si chiusero e si fece serio. Poi li riaprì e restituì a Sam la mano di Frodo.
Il respiro di Sam mancò nel momento in cui sul volto dell’Elfo si disegnò un sorriso.
“Gioite, amici miei,” disse calmo. “La guarigione è iniziata.”