Il piccolo miracolo

Aug 03, 2010 18:55




Tim Kliphuis, protagonista stasera al Gipsy Jazz Fest

Mi sono ritrovata a pensare, sotto la doccia, mentre l'acqua calda faceva salire nuvole di vapore profumate del mio shampoo preferito... dicevo, mi son trovata a pensare a quanto un concerto dal vivo equivalga ad un piccolo miracolo.
C'è un tizio, un tizio che nel mio caso non conosci, che coltiva la sua passione, che segue la sua via attraverso un percorso avventuroso.
C'è un tizio che ha questa passione bruciante, una roba tipo ballo di San Vito che non passa, ma non necessariamente così mediterranea, così legata al sangue e alla terra, e al sangue che bagna la terra.
Dicevo: c'è questo tizio, che è un tizio che tu non conosci -perché quando una rassegna è gratuita ci vai apposta per conoscere generi che non conosci- che ha una storia bella e interessante, e anche se non te ne intendi ti viene da dire che ha anche un bel talento.
Questo tizio viene a casa tua, per una sera, in un posto madido d'aria umida e villeggianti, si siede col suo violino e la sua storia, e avviene questo incontro che è la cosa più scollegata che esista.
Ma anche la più magica, perché la magia si annida in ciò che non conosciamo.
Però, in fondo, se ci pensate bene la magia sta in quello che suona, e in come lo suona, sta nel fatto che nelle note ci ficca dentro la sua storia, e anche se non ti fornisce luoghi e dati alla fine, se ascolti bene, ti pare di conoscerlo un po'.
Un tizio che è nato lontano da te e non parla la tua lingua, che è stato portato qui per una sera non si sa bene da chi (dato che stiamo immaginando, immaginiamo dal vento di scirocco, anche se lo scirocco viene da una direzione completamente diversa dalla sua) ma che c'è, col suo violino, proprio uguale uguale a quell'altro tizio di questa canzone dei Modena City Ramblers, con la musica di luoghi che forse non vedrai mai ma non importa, per una sera ti sfiorano la pelle scoperta e le palpebre chiuse, e si perdono tra i capelli perché l'odore dello shampoo piace un po' anche a loro.
Pensavo a tutto questo -dicevo- sotto la doccia, e lo pensavo sorridendo, come se fosse un piccolo miracolo.
Che non è vero che quando non hai niente non hai niente per davvero, perché non avere niente, a volte, è la conditio sine qua non per avere tutto. 
EDIT: Gli ho stretto la mano, durante la pausa. Aveva appena posato il violino e mi sono fiondata. Avete mai stretto la mano di un musicista che aveva appena finito di suonare? Io no, ed è stata una sensazione stupenda...

memorabilia, mostre ed eventi, weltanschauung, gipsy jazz fest

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